Non solo la minoranza, ma anche Amnesty International Marche condanna la scelta della giunta Parcaroli di rinunciare alla prosecuzione, per il triennio 2020-2022, del progetto di accoglienza SIPROIMI (ex SPRAR) denominato MaceratAccoglie.

Nell’esprimere la propria contrarietà alla decisione della amministrazione comunale, l’Associazione intende stigmatizzare le motivazioni sulle quali si basa e si giustifica la deliberazione.

"Secondo la Giunta maceratese - si legge in una nota dell'associazione -  tale decisione si sarebbe resa necessaria per la tutela della sicurezza pubblica e per evitare stress e lacerazioni del tessuto sociale, a fronte di un sistema di accoglienza SIPROIMI che avrebbe generato nella popolazione locale sentimenti di inquietudine, se non addirittura di allarme sociale, nonché problemi in termini di sicurezza. Noi sottolineamo come le motivazioni della Giunta comunale non trovino alcun fondamento e riscontro sotto vari profili. In primo luogo, si ricorda, ancora una volta, come non ci sia nessun reale collegamento tra immigrazione e pericolo per la sicurezza pubblica e che tale binomio rappresenti solo una narrativa politica errata, non veritiera e infondata. Qualora tale collegamento fosse reale, il sistematico smantellamento di quei pochi progetti d’integrazione rimasti non farebbe che peggiorarlo. 

In secondo luogo - aggiungono - , come evidenziato nella delibera stessa, si tratta di un progetto di accoglienza di sole 101 persone a fronte di una popolazione locale di oltre 40 mila unità e, comunque, a fronte di un minore numero di ingressi in Italia rispetto agli anni precedenti.

La decisione della Giunta comunale si pone in netto contrasto e in controtendenza rispetto, non solo alla reale situazione migratoria in Italia, ma anche alle recenti modifiche dei decreti sicurezza che hanno ripristinato ed esteso il sistema di accoglienza SIPROIMI degli enti locali.

Desta, infine, forte preoccupazione - concludono - la prossima e immediata conclusione del progetto MaceratAccoglie, prevista per il 31 dicembre prossimo, per la ricaduta che una simile decisione avrà sulla vita privata e sociale delle persone accolte. Con la chiusura di tale progetto, infatti, le persone con un progetto ancora in corso, verranno trasferite in altre città e in altri contesti con ciò andando a recidere completamente il loro percorso di integrazione, le loro relazioni sul territorio, sia sociali che affettive e amicali, le eventuali attività lavorative in corso, nonché, per i più vulnerabili, il percorso di supporto offerto dai servizi locali".

GS


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