Buone notizie per Treia dall’Ufficio scolastico regionale: sarà costituita la classe prima della scuola primaria del plesso Pierluigi Sturzo di Chiesanuova. Gli alunni iscritti al prossimo anno scolastico non dovranno, dunque, trasferirsi nel plesso di Passo di Treia, a circa 8 chilometri di distanza, ma potranno studiare nella scuola scelta.

«Sono contento che abbia prevalso il buon senso – così il sindaco Franco Capponi – Sono state superate le difficoltà, agevolando le famiglie verso quella che, come suggerito nella comunicazione inviata nei giorni scorsi da parte del comune all’Ufficio scolastico regionale, è la soluzione migliore e più naturale. La soppressione della prima classe del plesso di Chiesanuova non avrebbe avuto senso considerando anche che dall’anno scolastico successivo torneremo ad avere i numeri per costituirla, per cui così si garantisce una continuità che è importante per la scuola e per gli alunni».

Nello specifico, l’ufficio scolastico regionale, nelle scorse settimane aveva comunicato che non sarebbe stata aperta la classe prima del plesso Pierluigi Sturzo dal momento che il numero di iscritti per l’anno scolastico 2022/2023 si attestava a 11 (anche se successivamente alla scadenza era stata registrata l’iscrizione di un bambino Ucraino) e non raggiungeva, dunque, i 14 alunni voluti dalla norma (sarebbero mancati due iscritti per formare la classe).

Ciò avrebbe determinato lo spostamento di quegli alunni a Passo di Treia, ovvero ad una distanza superiore a quella prevista dalle norme per consentire lo spostamento della classe. Questa imposizione avrebbe causato enormi problemi all’Ente locale per la necessità di attivare un nuovo e oneroso servizio di scuolabus, problemi e difficoltà alle famiglie sia per l’orario di risveglio dei bambini che per la distanza del plesso delocalizzato.

La comunicazione positiva è giunta in mattinata alla Direzione scolastica treiese che ha subito contattato il Sindaco che nel frattempo si era attivato anche per l’acquisizione di un parere legale che a questo punto non sarà più’ necessario.

Subito sono state avvertite le famiglie che si erano attivate per trasferire gli alunni in plessi più vicini a quelli di Passo Treia come quello Grottaccia e Appignano.
Dimensionamento scolastico, spopolamento dell’entroterra e deroga per le scuole del cratere sismico. La questione, che ha scatenato la protesta dei sindaci e di cui è stato investito anche il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, è stata al centro di un’interrogazione presentata in consiglio regionale all’assessore Giorgia Latini.

“Ci ritroviamo nuovamente di fronte allo stesso annoso problema, con l'aggravante che non è più prevista la deroga sisma – la risposta dell’assessore Latini - Ho raccolto le indicazioni dei sindaci, dei sindacati e delle parti sociali sul tema. C’è stata una forte sensibilizzazione anche da parte dei Comuni (almeno 80, pronti a manifestare a Roma) per far presente al Ministero le ragioni dei territori.  Le Marche hanno peculiarità di cui non si può non tenere conto: molti comuni di piccole dimensioni nell’entroterra sono mal collegati e soffrono maggiormente il problema dello spopolamento scolastico e quindi demografico. Per cui nell’incontro col Ministero è stata rimarcata la necessità di dare attuazione anche all’art. 8 del DPR 81/2009 che prevede che nei comuni montani possano essere costituite classi uniche per anno di corso e indirizzo di studi con numero di alunni inferiore a quello minimo e massimo stabilito per la scuola primaria e secondaria.”

Istanze che sono state accolte dal ministro Bianchi, anche se l’assessore regionale all’istruzione intende sensibilizzare tutti i gruppi parlamentari su questo tema e proporre un emendamento unico, bipartisan in modo che si possa finalmente arrivare all’approvazione in Commissione Bilancio. 

“Ho già ottenuto la sottoscrizione dei parlamentari del mio schieramento e ho chiesto di farlo anche presso gli altri gruppi politici. A tal proposito convocherò un tavolo con tutti i parlamentari del territorio affinché questa modifica normativa, più volte rigettata, possa finalmente essere approvata all'unanimità“, ha concluso Giorgia Latini.



“Il dottor Filisetti non è nuovo ad imprese negative per mettere in difficoltà i territori del cratere sismico”.

Non usa giri di parole il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il primo ad aver emanato l’ordinanza di chiusura delle scuole fino al 10 gennaio quando gli studenti torneranno tutti in classe, per rispondere a quanto disposto dal direttore dell’ufficio scolastico regionale che ha richiamato a scuola insegnanti e personale Ata negli istituti dove le lezioni erano state sospese per ordinanza del sindaco.


“Un’ordinanza emanata nel pomeriggio di martedì 4 che abbiamo condiviso con i presidi di tutti gli istituti cittadini per la comunicazione all’ufficio scolastico regionale – prosegue il sindaco – Quello che non riesco a comprendere è come mai, nonostante avesse avuto due giorni di tempo, il dottor Filisetti abbia scritto ai presidi, cooptando insegnanti e personale, per l’attivazione della dad soltanto nel tardo pomeriggio del giorno dell’Epifania. Ancora una volta, purtroppo, devo costatare come noi sindaci non riusciamo mai ad avere aperture e piena collaborazione da parte del direttore dell’ufficio scolastico regionale. L’impressione è quella che si cerchi di far pesare il potere fine a se stesso anche contro scelte logiche e di buon senso”.


f.u.
“La didattica a distanza va garantita, nessun cortocircuito con i sindaci”. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti è stato chiaro nel richiamare a scuola insegnanti e personale ATA nei Comuni dove le lezioni erano state sospese, con una ordinanza comunale, per l’aumento dei contagi da Covid19.

Stando ai provvedimenti varati dalle amministrazioni di Mogliano, Petriolo e Tolentino, la scuola sarebbe ripartita in presenza lunedì, senza prevedere le lezioni a distanza per oggi e domani. L’Ufficio scolastico regionale ha, invece, ribadito che la dad vada comunque garantita: non un ritardo nell’inizio delle lezioni, dunque, ma una sostituzione della presenza con le video lezioni che evitino maggiori contagi in classe dopo le feste.

Sin da oggi, quindi, professori e collaboratori scolastici si sono recati in classe anche in questi Comuni, ma con forte disappunto da parte dei sindaci: la comunicazione per l’attivazione della didattica a distanza è arrivata solo nel tardo pomeriggio di ieri, costringendo le amministrazioni e gli istituti a una corsa contro il tempo per garantire le lezioni in modalità smart. Per il direttore dell’USR, Marco Ugo Filisetti, però il cortocircuito non c’è stato: “A mio avviso le amministrazioni hanno sospeso le lezioni, non chiuso le scuole – precisa Filisetti –. Oggi è un normalissimo giorno di lavoro per insegnanti e personale ATA, che dunque si sono recati a scuola per attivare la didattica a distanza e tenere le lezioni come previsto. È nelle facoltà dei sindaci sospendere le lezioni per motivi legati alla pandemia, ma la dad va garantita. Non c’è stato alcun tipo di intoppo, né polemiche. Gli insegnanti sono a scuola per adeguare le modalità didattiche alle ordinanze dei rispettivi sindaci”.

l.c.
Erano 34.481 le unità di personale scolastico che risultavano vaccinati con almeno la prima dose di siero alla data del 9 agosto scorso al Servizio Sanità della Regione Marche, il 95,75% del target previsto (36.012 tra docenti e personale ATA.  È quanto rende noto l'Ufficio Scolastico Regionale che definisce "particolarmente confortante il fatto che di questi 31.615, l’87,79% del totale, avessero ricevuto, alla stessa data, anche la seconda dose, risultando quindi completamente immunizzati. 

Diversa la situazione per gli studenti, che alla data del 16 agosto, giorno da cui per i ragazzi sotto i 19 anni è possibile accedere ai centri vaccinali senza prenotazione, avevano ricevuto la somministrazione di almeno la prima dose in 22.043 per la fascia di età dei 12-15enni (il 39,8% del totale della popolazione) e in 36.496 per la fascia dai 16 ai 19 anni (il 66,6% del totale). Di questi solo il 16,6% dei 12-15enni avevano ricevuto anche la seconda dose mentre più confortante è in questo caso la percentuale dei ragazzi più grandi (46,5%). Mancano in sostanza all’appello anche della prima dose 51.569 giovani in età scolare, pari al 46,8% della popolazione scolastica complessiva (110.108). 
c.c.











Sono solo tredici le iscrizioni per la sezione Moda del’Ipsia Frau di Tolentino, non abbastanza per formare una classe, almeno secondo l’Ufficio scolastico regionale. Così una studentessa disabile dell’alto maceratese, all’alba del suo percorso di studi superiori, sarebbe costretta a 180 km al giorno per frequentare la scuola dei suoi sogni. L’istituto più vicino sarebbe infatti quello di Civitanova.

Una difficoltà, l’ennesima per chi vive nell’entroterra, quella che la giovanissima è costretta ora ad affrontare per trovare il modo di studiare quello che vorrebbe. Non ci stanno però gli amministratori locali. I sindaci di Tolentino e Castelsantangelo sul Nera (la giovane dovrebbe essere residente proprio a Castelsantangelo, ndr), Giuseppe Pezzanesi e Mauro Falcucci, si sono immediatamente attivati. Particolarmente dure proprio le parole di Pezzanesi nei confronti dell’Ufficio scolastico regionale: “È aberrante – afferma il primo cittadino di Tolentino, Comune che ospita l’istituto scelto dalla ragazza – . Non ci sono altre parole per descrivere l’atteggiamento e soprattutto il modo di affrontare il problema da parte di Filisetti (direttore dell’USR, ndr). Le norme parlano chiaro: sulla base del decreto Sostegni e delle deroghe previste per chi vive nel cratere sismico, non ci sarebbero ostacoli alla formazione di un primo superiore al netto delle iscrizioni. Questo testimonia ancora una volta l’inadeguatezza del Direttore dell’USR e la sua assoluta mancanza di rispetto per i territori fortemente colpiti dal sisma – sottolinea Pezzanesi – . Garantire il diritto allo studio è una priorità. Insieme a Falcucci (sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ndr) e al Presidente della Regione andremo in fondo a questa storia”.

Immediato anche il commento dello stesso Governatore, Francesco Acquaroli, che in mattinata ha affidato queste parole alla sua pagina Facebook: “Insieme all'assessore Giorgia Latini, abbiamo scritto al Ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi, per sottolineare una vicenda che racconta una problematica che vivono le Regioni con aree interne e montane – scrive Acquaroli sui social – . Comunità che annualmente vedono vacillare le scelte in materia scolastica e di diritto all'istruzione a causa di meri criteri matematici e numerici che non tengono conto delle particolarità dei nostri territori. […] Questa vicenda racconta una criticità che costantemente viviamo sui nostri territori, soprattutto quelli montani e colpiti dal sisma, dove ogni anno si lotta per garantire ai cittadini il minimo diritto allo studio e l'apertura delle classi. Abbiamo chiesto al ministro di verificare la possibilità di agire in deroga alla normativa, in attesa che si possa giungere a breve a un intervento legislativo che sia più aderente alle reali esigenze locali dei territori. È incredibile che nel 2021 non sia garantito a tutti il diritto allo studio e in particolare alle fasce di popolazione più fragili”.

l.c.
Definito dall’Ufficio scolastico regionale il piano per l’educazione fisica e sportiva nelle scuole relativo a progetti che verranno attuati nell’anno scolastico in corso per promuovere la salute, attraverso l’educazione a stili di vita attivi, e le competenze motorio sportive degli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di 2° grado.

La programmazione ha tenuto conto della pandemia che ha portato a "forti limitazioni per le attività sportive scolastiche territoriali, attualmente impossibili, che verranno organizzate, nei prossimi mesi, secondo le indicazioni dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute. Per questo motivo è previsto - si legge nella nota - soprattutto un forte incremento delle iniziative di formazione e supporto per i docenti, che hanno già avuto inizio a partire dal mese di settembre con l’organizzazione di dieci webinar, particolarmente rivolti al tema della didattica digitale integrata dell’educazione fisica, che hanno visto quasi 2.500 presenze, con il coinvolgimento di oltre 500 docenti di 198 scuole secondarie e di oltre 200 insegnanti di scuola primaria di 143 plessi".

Uno dei principali obiettivi del piano, che prevede dieci progetti rivolti alle scuole di ogni ordine e grado della regione è di coinvolgere il più alto numero possibile di alunni, con particolare attenzione alle prassi di inclusione.

GS
A porre la parola fine sulla diatriba riguardante la seconda classe della scuola primaria Leopardi di Sarnano ci ha pensato l'Ufficio Scolastico Regionale che, con una lettera del direttore Filisetti chiarisce ogni dubbio: "L'istanza di sdoppiamento non può essere accolta perchè risulta conforme alle norme per la riorganizzazione della rete scolastica e al razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola".

Nella missivia che Filisetti ha inviato al sindaco Luca Piergentili e all'assessore all'istruzione Stefania Innamorati si precisa anche che "all'Ufficio Scolastico Regionale non è stato richiesto l'eventuale sdoppiamento né dal dirigente scolastico, né dall'interezza dei genitori e che se fosse stato accolto avrebbe comportato, per il gruppo sdoppiato, la fruizione delle lezioni da parte di docenti a tempo determinato".

Un chiarimento, quello dell'Ufficio Scolastico Regionale, che sembra mettere un punto fermo sul rimpallo di responsabilità che finora ha coinvolto genitori, dirigente e amministrazione comunale.

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Il sit-in di sabato scorso

Erano stati proprio i genitori degli alunni, durante il sit-in di sabato scorso, a dichiarare di aver posto la questione non solo al Comune, ma anche agli Uffici scolastici provinciali e regionali.
La preoccupazione esposta riguarda la presenza di 24 alunni, compreso un disabile, in una sola classe.

"La questione è stata sollevata dal Comune di Sarnano - dice il sindaco Luca piergentili - e dopo poco tempo l'USR ci ha risposto affermando che nella normativa nazionale non è previsto lo sdoppiamento per una classe come quella di cui si parla.
Essendo, poi, la nostra una scuola nuova e rispondente alle normative, non è più applicabile nemmeno la 'moratoria sisma' perchè si riferisce a classi in siutazioni di emergenza. Io mi sento di poter affermare - conclude - che il Comune, nell'ottica di vicinanza alla scuola, ha fatto tutto ciò che gli compete, andando anche oltre le nostre competenze".

GS

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I cartelli di protesta davanti alla segreteria del comprensivo di Sarnano in piazza Perfetti






“Se non dovessero istituire la quarta classe, ci rivolgeremo al Tar Marche”, dichiarano dall'Associazione di volontariato La Scuola Siamo Noi costituita da genitori di studenti frequentanti l'Istituto comprensivo Marco Polo di Fabriano, attiva nel territorio dal 2013 e fautrice di supporto alle attività scolastiche.

Sono 75 le iscrizioni alla Media, ma solo tre classi autorizzate dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regione Marche Marco Ugo Filisetti, nonostante la dirigente scolastica, Aurelia Brita, ne avesse fatto partire la richiesta per 4. “Così facendo avremo 25 alunni suddivisi in tre sezioni, a nostro giudizio delle vere e proprie classi pollaio non tenendo in conto i bisogni di apprendimento degli alunni, le situazioni di disabilità e la peculiare situazione del territorio del Comune di Fabriano. Le tre classi autorizzatenon permetteranno una didattica sicura anche a seguito delle precauzioni Covid-19 che saranno approntate. Non si tiene conto, dei bambini diversamente abili e delle loro esigenze, difficili da seguire in classi così composte e ciò in aperta violazione dell'art. 5 del DPR 81/2009”, visto che sono due i bambini, suddivisi in altrettante classi, che avranno bisogno di un insegnamento di sostegno.

I genitori sono pronti a rivolgersi al Tar Marche. “Ci faremo portavoce, nelle sedi opportune e con i supporti giuridici necessari, affinché tale scelta scellerata venga riconsiderata, avendo allo scopo già incaricato uno studio legale affinché predisponga gli atti necessari per l'impugnazione del provvedimento dell'Ufficio Scolastico Regionale. Verranno esaminate tutte le possibilità legislative possibili. Facciamo appello a tutte le famiglie interessate e a coloro che hanno a cuore l'istituzione scolastica, il nostro territorio così già tanto martoriato e il diritto degli studenti con disabilità di essere prossimi anche con raccolta fondi a supporto spese che l'Associazione dovrà sostenere per il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale i cui termini sono stringenti. Auspichiamo che l'Ufficio Regionale e il Ministero per l'Istruzione sapranno riconsiderare le determinazioni assunte”, concludono.

Anche il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, si è attivato inviando una nota Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale Marche Marco Ugo Filisetti. “L’indicazione della possibilità di attivazione di sole 3 prime classi significa dover mettere insieme 30 studenti in due classi oppure rinunciare al tempo pieno mettendo in difficoltà non solo la Dirigente, ma soprattutto le famiglie che hanno optato per una scelta consci degli impegni e delle esigenze dell’organizzazione familiare”. Ben 16 famiglie, infatti, avevano optato per la possibilità del tempo prolungato con fine delle lezioni il venerdì alle 14. Possibilità, ora, a rischio.

“In un momento così delicato ragionare solo sui freddi numeri e tenendo in considerazione solo i costi è assolutamente sbagliato. La Regione deve collaborare con i Dirigenti e i comuni che stanno lavorando con grosse difficoltà per garantire la massima sicurezza nelle scuole in vista della riapertura di settembre. Deve soprattutto comprendere – conclude Santarelli - le esigenze delle famiglie che scelgono il tempo prolungato per necessità”.

GS



Presunti tagli di docenti e sovraffollamento delle classi per l’anno scolastico 2020/ 2021. L’Ufficio scolastico regionale delle Marche risponde alle polemiche delle ultime settimane riferite ad  alcuni articoli riportati dalla stampa nei giorni scorsi e, in particolare alle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti sindacali.
Nella nota  viene precisato che
il Ministero dell’Istruzione ogni anno assegna agli Uffici Scolastici Regionali, e tra questi a quello per le Marche, un determinato numero di posti docente in ragione dell’andamento del numero degli studenti, sulla base del quale gli stessi USR istituiscono le classi secondo i criteri disposti dalle norme dello Stato.

Per l’anno scolastico 2020/21-
spiega la direzione dell'UsR-  nelle Marche si registra una riduzione complessiva di circa 4.000 alunni iscritti (dall’infanzia alla secondaria di II grado, compresa la previsione di circa 1.200 alunni iscritti per i cosi serali) rispetto ai 208.330 alunni frequentanti nell’anno in corso. Ciononostante per il prossimo anno il numero dei docenti assegnato alla Marche dal Ministero è rimasto pressoché invariato rispetto allo scorso anno (17.219 docenti rispetto ai 17.260 attuali). Pertanto nelle Marche si registra un incremento del numero dei docenti rispetto agli alunni e non un taglio, come riportato dalla stampa sulla base di quanto riferito dai citati rappresentanti sindacali.

Grazie a tale disponibilità il direttore generale dell’USR con decreto n. 530 del 29 maggio scorso, ha provveduto ad istituire per il prossimo anno scolastico un numero di classi (10.005) sostanzialmente uguale rispetto allo scorso anno (10.053), nonostante la consistente diminuzione di alunni, con conseguente riduzione del numero medio di alunni per classe. Le classi sono state istituite secondo le obbligatorie prescrizioni disposte dalla norma dello Stato (DPR 81/2009), mentre non è noto l’algoritmo genericamente citato negli articoli di stampa, che sarebbe stato utilizzato per la definizione delle classi.  

Nel decreto, pubblicato e consultabile sul sito web dell’USR, sono riportati il numero di alunni e classi per ciascun anno di corso e per ciascuna sede scolastica, suddivisi per infanzia, primaria e secondarie di I e II grado e, per queste ultime, per ciascuna tipologia (professionale, tecnico, liceale) ed indirizzo (classico, scientifico, artistico, etc.). Dall’analisi dello stesso decreto si riscontra che la media di alunni per classe è di circa 20, pari alla media nazionale. Tra le oltre 10.000 classi istituite non risultano classi con un numero di alunni in eccesso rispetto a quanto stabilito dagli ordinamenti e quindi sovraffollate e tantomeno con numero di alunni pari o superiore a 30.

I rappresentanti sindacali citati- continua la nota dell'Uffcio Stampa- con le loro affermazioni hanno probabilmente fatto erroneamente riferimento, nonostante gli incontri informativi del 3 e 15 aprile e del 22 maggio avuti con l’USR, non agli alunni iscritti, ma alle domande di iscrizione che in specifici casi possono essere maggiori rispetto alla disponibilità di posti definiti dalla programmazione dell’offerta formativa, articolata nei relativi piani di ciascuna scuola. Questi sono infatti predisposti, come previsto dalla L.107/2015, prima dell’apertura delle iscrizioni, in ragione dei bisogni formativi espressi dal contesto locale e nel limite delle risorse disponibili e non in ragione delle domande di iscrizione che si presume di ricevere.
L’ alunno e la famiglia orientano la propria domanda di iscrizione, declinata in più opzioni, attesa l’offerta formativa di ciascuna scuola ed in considerazione della vocazione dello stesso alunno. Può pertanto essere che la prima opzione sia espressa in un numero maggiore rispetto all’offerta specifica della singola scuola, fermo restando che la complessiva offerta proposta dalla stessa scuola, unitamente alle altre di pari grado, garantisce a tutti il diritto allo studio.


Naturalmente- conclude il comunicato dell'Usr-  sono assolutamente legittimi gli auspici espressi da taluni rappresentanti politici volti ad incrementare gli standard dell’offerta formativa, ma, ovviamente, tali auspicii debbono essere accompagnati dal contestuale incremento delle risorse necessarie a concretizzarli, attraverso l’adozione delle relative norme (con indicazione ai cittadini delle modalità per la loro copertura) da parte dei competenti organi a cui appartengono i medesimi rappresentanti politici. Norme alle quali poi gli Uffici obbligatoriamente si attengono nell’esercizio delle proprie funzioni “per il pubblico bene”, secondo il dettato costituzionale: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”.


c.c.
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