Economia: “L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto”

Martedì, 17 Marzo 2020 17:43 | Letto 2021 volte   Clicca per ascolare il testo Economia: “L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto” Decreto “Cura Italia”, il primo provvedimento emanato dal Governo per far fronte alle inevitabili ricadute economiche che il blocco del Paese, causa emergenza Coronavirus, produrrà su imprese e famiglie. Misure che gli imprenditori, dopo essere stati costretti a fermare le proprie attività, stanno ora valutando, in attesa di conoscere il testo definitivo in via di completamento. E’ il caso anche di Barbara Cacciolari, titolare insieme al marito Gianpiero Vico della Shoes & Company, azienda con sede a Matelica e dislocata nelle province di Macerata e Ancona che ha dovuto abbassare temporaneamente le proprie saracinesche. “Anche la nostra azienda – le parole di Barbara Cacciolari – ha immediatamente abbassato le proprie serrande perché la salute dei nostri collaboratori e delle persone che frequentano i nostri punti vendita è prioritaria. Per quanto riguarda il Decreto la sintesi che posso farne è che l’intervento è riuscito, ma il paziente è morto”. Una battuta amara che esprime il pensiero di chi, come la Cacciolari, da tempo pone l’accento sulla contrazione dei consumi che le attuali limitazioni produrranno nei prossimi mesi. “Già il settore manifestava segni di crisi – continua – ed essendo la vendita la parte terminale della filiera, la contrazione del mercato finale si riverserà inevitabilmente anche sull’attività di produzione. In questo Decreto esistono tanti vulnus. Si è pensato, giustamente, alla sanità, alle famiglie, anche se forse si insiste troppo sul bonus baby sitter, ma quello che manca è la percezione del gravissimo danno che subisce l’economia reale, dalla produzione al commercio”. Tenta anche di fornire piccole soluzioni Barbara Cacciolari su quello che si potrebbe fare sotto tale profilo. “Come imprenditore mi metto dalla parte di chi garantisce il lavoro e, di conseguenza, anche gli stipendi. Servirebbe, a mio avviso, un anno bianco fiscale con una sospensione del pagamento delle tasse per piccole e medie imprese per tutto il 2020, si potrebbe pensare ad un blocco delle segnalazioni delle centrali rischi nel caso di insolvenza causata da un mercato comunque fermo, andrebbero superati i limiti del contante per avere subito un’economia pronta a reagire, liberando liquidità che servirà sicuramente ad imprese e famiglie”. Un momento particolare e di grande consapevolezza quello attuale, con un “ringraziamento anzitutto agli operatori sanitari, che si stanno prodigando per la cura dei pazienti affetti da virus, e quei lavoratori che continuano ad assicurarci i beni di prima necessità. Come imprenditore, ed anche come persona impegnata in politica, contesto soprattutto i tanti tentennamenti avuti da chi, invece, avrebbe dovuto fornire certezze e guida sicura nell’emergenza. L’impressione è che manchi una vera visione strategica e ritengo anche sia necessario in futuro un commissario straordinario per l’economia”.f.u.
Decreto “Cura Italia”, il primo provvedimento emanato dal Governo per far fronte alle inevitabili ricadute economiche che il blocco del Paese, causa emergenza Coronavirus, produrrà su imprese e famiglie. Misure che gli imprenditori, dopo essere stati costretti a fermare le proprie attività, stanno ora valutando, in attesa di conoscere il testo definitivo in via di completamento. E’ il caso anche di Barbara Cacciolari, titolare insieme al marito Gianpiero Vico della Shoes & Company, azienda con sede a Matelica e dislocata nelle province di Macerata e Ancona che ha dovuto abbassare temporaneamente le proprie saracinesche. “Anche la nostra azienda – le parole di Barbara Cacciolari – ha immediatamente abbassato le proprie serrande perché la salute dei nostri collaboratori e delle persone che frequentano i nostri punti vendita è prioritaria. Per quanto riguarda il Decreto la sintesi che posso farne è che l’intervento è riuscito, ma il paziente è morto”.
Una battuta amara che esprime il pensiero di chi, come la Cacciolari, da tempo pone l’accento sulla contrazione dei consumi che le attuali limitazioni produrranno nei prossimi mesi. “Già il settore manifestava segni di crisi – continua – ed essendo la vendita la parte terminale della filiera, la contrazione del mercato finale si riverserà inevitabilmente anche sull’attività di produzione. In questo Decreto esistono tanti vulnus. Si è pensato, giustamente, alla sanità, alle famiglie, anche se forse si insiste troppo sul bonus baby sitter, ma quello che manca è la percezione del gravissimo danno che subisce l’economia reale, dalla produzione al commercio”. Tenta anche di fornire piccole soluzioni Barbara Cacciolari su quello che si potrebbe fare sotto tale profilo. “Come imprenditore mi metto dalla parte di chi garantisce il lavoro e, di conseguenza, anche gli stipendi. Servirebbe, a mio avviso, un anno bianco fiscale con una sospensione del pagamento delle tasse per piccole e medie imprese per tutto il 2020, si potrebbe pensare ad un blocco delle segnalazioni delle centrali rischi nel caso di insolvenza causata da un mercato comunque fermo, andrebbero superati i limiti del contante per avere subito un’economia pronta a reagire, liberando liquidità che servirà sicuramente ad imprese e famiglie”.
Un momento particolare e di grande consapevolezza quello attuale, con un “ringraziamento anzitutto agli operatori sanitari, che si stanno prodigando per la cura dei pazienti affetti da virus, e quei lavoratori che continuano ad assicurarci i beni di prima necessità. Come imprenditore, ed anche come persona impegnata in politica, contesto soprattutto i tanti tentennamenti avuti da chi, invece, avrebbe dovuto fornire certezze e guida sicura nell’emergenza. L’impressione è che manchi una vera visione strategica e ritengo anche sia necessario in futuro un commissario straordinario per l’economia”.

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