“La Casa nel Cuore”, un posto che accoglie le fragilità.

Martedì, 23 Marzo 2021 14:14 | Letto 948 volte   Clicca per ascolare il testo “La Casa nel Cuore”, un posto che accoglie le fragilità. Ci sono persone che in questo tempo di pandemia, con restrizioni che ci tolgono la libertà di movimento, di socializzare e di trascorrere il nostro tempo come vorremo, nella speranza di non ammalarci, soffrono ancora di più.Se hai una disabilità intellettiva e se sei un familiare di ragazzi a cui prestare sostegno ogni giorno dell’anno, se sei un soggetto fragile, vivere in tempo di pandemia è ancora più complicato. Tra Sarnano e San Ginesio nel 2019 è nata “La Casa nel cuore” di Anffas Sibillini Onlus, la sezione Anffas in cui le famiglie che hanno figli con disabilità intellettiva, trovano sostegno grazie alle numerose attività organizzate da operatori e volontari. Giuseppe Monaldi è uno di questi genitori ed è anche il coordinatore della casa. “Ai ragazzi offriamo dei laboratori. Stiamo organizzando il lavoro protetto, dove potranno essere protagonisti. E’una cosa bellissima perché cè grande trasporto nei ragazzi ma anche di riflesso nelle loro famiglie.” Realizzare questo luogo non è stato facile. “Ci siamo resi conto che c’era la necessità di un punto fisico che desse stabilità ai ragazzi. Il terremoto aveva danneggiato alcune sedi dove andavamo a fare le nostre attività. Una sede che era rimasta in piedi era stata trasformata prima in un dormitorio poi in un refettorio, per ovvie ragioni sono state accolte le persone che erano qua vicino. Eravamo ospitati nella parrocchia di Pian di Pieca. Nei primi tempi abbiamo fatto attività nei garage di qualcuno ma questo essere pendolari non dava la giusta stabilità. Siamo vissuti grazie alla bontà e allaffetto di tante persone a partire dalla comunità qui vicino che ha aiutato questi ragazzi prendendo i loro prodotti. Ci sono tanti produttori che ci hanno dato i loro prodotti da confezionare, da distribuire in un nuovo packaging e questo ha reso entusiasti i ragazzi.” Il progetto della casa nasce dopo il sisma del 2016. La casa, attiva grazie anche al sostegno di Anffas nazionale, di Risorgimarche e di tante piccole realtà imprenditoriali del territorio, è composta da due piani. “Nel piano terra ci sono zone adibite ai laboratori, poi il progetto del lavoro protetto e il “Dopo di noi”, il primo piano è previsto per questo scopo. I ragazzi quando non avranno più qualcuno che si potrà prendere cura di loro in maniera significativa, avranno un posto dove vivere stabilmente con persone adeguatamente formate. Stiamo cercando di dimostrare che è possibile, ci sono già molte esperienze di questo tipo. Andiamo avanti su questa strada.” Quando pensiamo al peso di vivere questo periodo di pandemia, ricordiamoci di questi “ragazzi”, che hanno bisogno di contatti fisici continui, che fanno fatica ad indossare la mascherina e non capiscono il perché non ci si possa abbracciare come sempre e frequentare i luoghi abituali. Ricordiamoci dei sacrifici dei loro genitori, impegnati a rendere autonomi i loro ragazzi e a sensibilizzare i cittadini verso l’inclusione di soggetti fragili, persone dolcemente complesse che hanno bisogno del sostegno anche nostro. Per acquistare i prodotti che escono dalla casa, è possibile anche ordinarli online sul sito www.anffassibillini.org. La casa ha bisogno anche di un po’ di nostro cuore, per rendere il presente e il futuro dei ragazzi un po’ più sereno.Barbara Olmai
Ci sono persone che in questo tempo di pandemia, con restrizioni che ci tolgono la libertà di movimento, di socializzare e di trascorrere il nostro tempo come vorremo, nella speranza di non ammalarci, soffrono ancora di più.
Se hai una disabilità intellettiva e se sei un familiare di ragazzi a cui prestare sostegno ogni giorno dell’anno, se sei un soggetto fragile, vivere in tempo di pandemia è ancora più complicato. Tra Sarnano e San Ginesio nel 2019 è nata “La Casa nel cuore” di Anffas Sibillini Onlus, la sezione Anffas in cui le famiglie che hanno figli con disabilità intellettiva, trovano sostegno grazie alle numerose attività organizzate da operatori e volontari.

Giuseppe Monaldi è uno di questi genitori ed è anche il coordinatore della casa. “Ai ragazzi offriamo dei laboratori. Stiamo organizzando il lavoro protetto, dove potranno essere protagonisti. E’una cosa bellissima perché c'è grande trasporto nei ragazzi ma anche di riflesso nelle loro famiglie.” Realizzare questo luogo non è stato facile.

“Ci siamo resi conto che c’era la necessità di un punto fisico che desse stabilità ai ragazzi. Il terremoto aveva danneggiato alcune sedi dove andavamo a fare le nostre attività. Una sede che era rimasta in piedi era stata trasformata prima in un dormitorio poi in un refettorio, per ovvie ragioni sono state accolte le persone che erano qua vicino. Eravamo ospitati nella parrocchia di Pian di Pieca. Nei primi tempi abbiamo fatto attività nei garage di qualcuno ma questo essere pendolari non dava la giusta stabilità. Siamo vissuti grazie alla bontà e all'affetto di tante persone a partire dalla comunità qui vicino che ha aiutato questi ragazzi prendendo i loro prodotti. Ci sono tanti produttori che ci hanno dato i loro prodotti da confezionare, da distribuire in un nuovo packaging e questo ha reso entusiasti i ragazzi.”

Il progetto della casa nasce dopo il sisma del 2016. La casa, attiva grazie anche al sostegno di Anffas nazionale, di Risorgimarche e di tante piccole realtà imprenditoriali del territorio, è composta da due piani. “Nel piano terra ci sono zone adibite ai laboratori, poi il progetto del lavoro protetto e il “Dopo di noi”, il primo piano è previsto per questo scopo. I ragazzi quando non avranno più qualcuno che si potrà prendere cura di loro in maniera significativa, avranno un posto dove vivere stabilmente con persone adeguatamente formate. Stiamo cercando di dimostrare che è possibile, ci sono già molte esperienze di questo tipo. Andiamo avanti su questa strada.” Quando pensiamo al peso di vivere questo periodo di pandemia, ricordiamoci di questi “ragazzi”, che hanno bisogno di contatti fisici continui, che fanno fatica ad indossare la mascherina e non capiscono il perché non ci si possa abbracciare come sempre e frequentare i luoghi abituali. Ricordiamoci dei sacrifici dei loro genitori, impegnati a rendere autonomi i loro ragazzi e a sensibilizzare i cittadini verso l’inclusione di soggetti fragili, persone dolcemente complesse che hanno bisogno del sostegno anche nostro. Per acquistare i prodotti che escono dalla casa, è possibile anche ordinarli online sul sito www.anffassibillini.org.

La casa ha bisogno anche di un po’ di nostro cuore, per rendere il presente e il futuro dei ragazzi un po’ più sereno.

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