Tamagnini denuncia: "Ridateci i nostri reperti archeologici"

Sabato, 24 Aprile 2021 19:33 | Letto 1023 volte   Clicca per ascolare il testo Tamagnini denuncia: "Ridateci i nostri reperti archeologici" Un vero e proprio grido di aiuto è quello che arriva dall’assessore alla cultura del comune di Pioraco Luisella Tamagnini, già sindaco della città nella precedente amministrazione, in merito ai reperti archeologici appartenenti alla città che vengono trattenuti nel capoluogo regionale. L’amministrazione comunale ha predisposto, in attesa del ritorno, tre bacheche con spazi vuoti e al centro un cartello che ne spiega i motivi. “Questi espositori sono vuoti perché in 24 anni il Polo Museale delle Marche e la Soprintendenza ai beni culturali non hanno trovato ancora il modo e il tempo di stilare un catalogo univoco dei reperti consegnati alla loro temporanea custodia a causa del Sisma del 1997, attualmente giacenti in un fondo di magazzino, impedendone di fatto l’esposizione al museo di Pioraco che con tenacia tenta di sostenere una ripresa ed una valorizzazione del proprio territorio”.Dottoressa Tamagnini lei ha voluto fortemente questo museo a Pioraco e ha voluto realizzare anche i tre spazi: “ Sono spazi vuoti che vogliamo riempiere con le punte di freccia, reperti preistorici che in occasione del terremoto del ‘97 sono stati inviati ad Ancona, completi di inventario, foto e valore dei reperti stessi. Sono 24 anni che non si riesce a toglierli dalle mani del Polo museale perché tra polo e la Soprintendenza non si è capito ancora chi deve fare linventario. E’ la nostra storia – continua l’assessore - I reperti sono stati rinvenuti su Monte Primo non sono stati trovati al mare. Essi fanno parte della nostra storia e noi li rivogliamo per farli vedere ai turisti, organizzare dei convegni, magari fare tante iniziative anche con l’università di Camerino. Ripeto: 24 anni sono tanti per fare una catalogazione, quindi…confido nell’intelligenza delle persone che capiscano, se non altro, lo sforzo di chi ha dovuto già sopportare il terremoto, il covid e ha voglia di riprendersi e cercare di far rivivere questi luoghi. Mario Staffolani
Un vero e proprio grido di aiuto è quello che arriva dall’assessore alla cultura del comune di Pioraco Luisella Tamagnini, già sindaco della città nella precedente amministrazione, in merito ai reperti archeologici appartenenti alla città che vengono trattenuti nel capoluogo regionale. L’amministrazione comunale ha predisposto, in attesa del ritorno, tre bacheche con spazi vuoti e al centro un cartello che ne spiega i motivi.

cartello esposto

“Questi espositori sono vuoti perché in 24 anni il Polo Museale delle Marche e la Soprintendenza ai beni culturali non hanno trovato ancora il modo e il tempo di stilare un catalogo univoco dei reperti consegnati alla loro temporanea custodia a causa del Sisma del 1997, attualmente giacenti in un fondo di magazzino, impedendone di fatto l’esposizione al museo di Pioraco che con tenacia tenta di sostenere una ripresa ed una valorizzazione del proprio territorio”.


museo della filigrana


Dottoressa Tamagnini lei ha voluto fortemente questo museo a Pioraco e ha voluto realizzare anche i tre spazi: “ Sono spazi vuoti che vogliamo riempiere con le punte di freccia, reperti preistorici che in occasione del terremoto del ‘97 sono stati inviati ad Ancona, completi di inventario, foto e valore dei reperti stessi. Sono 24 anni che non si riesce a toglierli dalle mani del Polo museale perché tra polo e la Soprintendenza non si è capito ancora chi deve fare l'inventario. E’ la nostra storia – continua l’assessore - I reperti sono stati rinvenuti su Monte Primo non sono stati trovati al mare. Essi fanno parte della nostra storia e noi li rivogliamo per farli vedere ai turisti, organizzare dei convegni, magari fare tante iniziative anche con l’università di Camerino. Ripeto: 24 anni sono tanti per fare una catalogazione, quindi…confido nell’intelligenza delle persone che capiscano, se non altro, lo sforzo di chi ha dovuto già sopportare il terremoto, il covid e ha voglia di riprendersi e cercare di far rivivere questi luoghi.

Lepoca preistorica



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