60 mln in 3 anni per ricerca e alta formazione nel cratere

Giovedì, 06 Maggio 2021 09:09 | Letto 439 volte   Clicca per ascolare il testo 60 mln in 3 anni per ricerca e alta formazione nel cratere Sessanta milioni di euro saranno assegnati in tre anni per attività di alta formazione e ricerca nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016-2017. A emanare il decreto è stato il ministro per la Coesione territoriale Mara Carfagna-, spiega una nota della struttura commissariale alla ricostruzione post terremoto.Ringrazio il ministro Carfagna per la sollecita approvazione del decreto con il quale si dà avvio allassegnazione di importanti risorse per centri di ricerca e Università nel cratere del centro Italia, ha detto il commissario Giovanni Legnini. Si tratta di una iniziativa molto importante - ha aggiunto - con la quale si attribuisce agli atenei di quei territori così duramente colpiti, lopportunità di sviluppare attività di alta formazione e ricerca necessari per rafforzare il processo di rinascita sociale e culturale. Con tale provvedimento - ha detto ancora Legnini - il Contratto istituzionale di sviluppo e poi le misure contenute nel Pnrr, si dà finalmente avvio alla seconda gamba della ricostruzione, quella dello sviluppo e della ripresa economico-sociale del cratere.     Lo stanziamento è di cinque milioni lanno per tre anni per ciascuna delle quattro regioni del Centro Italia interessate dalla ricostruzione post sisma 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) che saranno destinatarie del fondo dal 2021 al 2023. Al bando, emanato dallAgenzia per la Coesione territoriale, potranno partecipare centri di ricerca e università, anche in cooperazione con enti pubblici, imprese pubbliche e private, operatori specializzati, purché con sede nelle regioni interessate.     Il fondo sarà ripartito in maniera paritaria (20 milioni ciascuno) tra i settori di intervento previsti, a sostegno della creazione o il potenziamento di centri di ricerca, per il trasferimento tecnologico oppure per lampliamento dellofferta formativa universitaria. Le attività potranno fare riferimento alle aree di intervento incluse nel Piano nazionale della ricerca 2021-2027 e spaziano dalla salute alle attività sociali, dal digitale al green
Sessanta milioni di euro saranno assegnati in tre anni per attività di alta formazione e ricerca nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016-2017.
A emanare il decreto è stato il ministro per la Coesione territoriale Mara Carfagna-, spiega una nota della struttura commissariale alla ricostruzione post terremoto.

"Ringrazio il ministro Carfagna per la sollecita approvazione del decreto con il quale si dà avvio all'assegnazione di importanti risorse per centri di ricerca e Università nel cratere del centro Italia", ha detto il commissario Giovanni Legnini.
"Si tratta di una iniziativa molto importante - ha aggiunto - con la quale si attribuisce agli atenei di quei territori così duramente colpiti, l'opportunità di sviluppare attività di alta formazione e ricerca necessari per rafforzare il processo di rinascita sociale e culturale". "Con tale provvedimento - ha detto ancora Legnini - il Contratto istituzionale di sviluppo e poi le misure contenute nel Pnrr, si dà finalmente avvio alla seconda gamba della ricostruzione, quella dello sviluppo e della ripresa economico-sociale del cratere".
    Lo stanziamento è di cinque milioni l'anno per tre anni per ciascuna delle quattro regioni del Centro Italia interessate dalla ricostruzione post sisma 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) che saranno destinatarie del fondo dal 2021 al 2023.
Al bando, emanato dall'Agenzia per la Coesione territoriale, potranno partecipare centri di ricerca e università, anche in cooperazione con enti pubblici, imprese pubbliche e private, operatori specializzati, purché con sede nelle regioni interessate.
    Il fondo sarà ripartito in maniera paritaria (20 milioni ciascuno) tra i settori di intervento previsti, a sostegno della creazione o il potenziamento di centri di ricerca, per il trasferimento tecnologico oppure per l'ampliamento dell'offerta formativa universitaria. Le attività potranno fare riferimento alle aree di intervento incluse nel Piano nazionale della ricerca 2021-2027 e spaziano dalla salute alle attività sociali, dal digitale al green

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