Presentata "Camerino fuori le mura". Massara: "La bellezza ci fa superare i confini"

Venerdì, 18 Giugno 2021 13:34 | Letto 999 volte   Clicca per ascolare il testo Presentata "Camerino fuori le mura". Massara: "La bellezza ci fa superare i confini" Presentata a Palazzo Raffaello in Ancona la Mostra “Camerino fuori le mura, prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento” che verrà inaugurata la prossima settimana nelle sale di Palazzo Bruschetti- Castelli messe a disposizione dallUniversità di Camerino. La mostra, promossa e sostenuta dalla Regione Marche, intende  valorizzare le opere d’arte recuperate nel territorio camerte e salvate dal sisma, provenienti da chiese e musei inagibili e che,  per la prima volta da quella data - tornano in esposizione al pubblico restaurate. L’obiettivo è quello di riappropriarsi di un patrimonio straordinario mai dimenticato, una mostra che diventerà ambasciatrice del patrimonio culturale di Camerino e del suo territorio. Contenuti e significato della mostra sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sala Raffaello, con l’intervento dell’assessore alla cultura Regione Marche Giorgia Latini , del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, dell’assessore alla Cultura Comune di Camerino Giovanna Sartori, del rettore di Unicam Claudio Pettinari e di Mons Francesco Massara Arcivescovo di Camerino San Severino Marche. Presenti in sala anche i curatori, i componenti del Comitato scientifico e rappresentanti degli enti partners. Mostra simbolo lha subito definita l’assessore alla cultura Giorgia Latini che ha aperto gli interventi portando i saluti del presidente Francesco Acquaroli. “Una mostra simbolo in quanto raccoglie delle opere che sono state danneggiate dal terremoto e che sono state restaurate con la collaborazione di più soggetti istituzionali che hanno voluto dare questo segnale di rinascita e di ripartenza. La collaborazione che cè stata - secondo me è un esempio che deve esserci in tutte le occasioni perché poi i grandi progetti si riescono a portare a casa quando cè un lavoro di rete e un lavoro di squadra” Nel ringraziare l’ Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, lUniversità di Camerino, la Sovraintendenza, il Comune il comitato scientifico e tutti gli sponsor che hanno reso possibile il raggiungimento di un bellissimo obiettivo, l’assessore regionale Latini ha aggiunto ”attraverso queste opere che sono state restaurate abbiamo avuto anche lopportunità e loccasione di conoscerle anche più a fondo perché con il restauro si sono anche scandagliati e posti in risalto tanti particolari e, grazie allo spin-off delluniversità di Camerino che ha curato il restauro, la storia del loro iter creativo e artistico. Quello di oggi è davvero un segnale di speranza; noi marchigiani abbiamo sempre dimostrato che nelle situazioni difficili ci sappiamo rialzare diventando ancora più forti proprio con questi atti simbolici. La testimonianza è nel percorso che sin qui ci ha aiutato a valorizzare queste opere che erano state danneggiate. È il segno che dalle esperienze negative invece possono nascere delle opportunità e delle occasioni che mettono in risalto proprio la voglia di fare cultura e la cultura secondo me deve essere un po il volano per rilanciare il nostro territorio che, un po come la Fenice, risorge dalle ceneri. Secondo me – ha concluso Latini- è proprio questo il valore che deve avere la cultura nella nostra regione, perché siamo in un territorio pieno di ricchezze di bellezze sia da un punto di vista sappiamo pittorico con tutti i nostri big del Rinascimento ma soprattutto siamo una regione veramente ricchissima di arte e di cultura. Sono sicura che la mostra che si inaugura sarà un polo attrattivo per un territorio che ha tanto sofferto ma che dimostra sempre di potercela fare; grazie alla sinergia che si è potuta creare tra università, comune e diocesi in un ottimo lavoro di squadra, sappiate che la regione è al vostro fianco”. Grato alla Regione che ha supportato il Comune consentendo che le opere potessero essere recuperate e restituite in una mostra, il sindaco Sandro Sborgia che nel fare sue le parole dell’assessore Latini ha voluto rimarcare il valore ineludibile del fare squadra tra istituzioni: “questa è la dimostrazione che quando le istituzioni nel senso più alto del termine sono unite e condividono gli stessi obiettivi, allora una possibilità di rinascita si può percorrere e si può realizzare. In questa mostra- ha continuato Sborgia- sono presenti due significati fondamentali; cè sicuramente quello di rendere possibile una rinascita dal punto di vista anche sociale economico culturale ma, un altro significato ben più importante e che va oltre quello materiale è quello di far sì che un patrimonio che è della nostra città con tutto quello che essa contiene, viene non solo restituito ma diventa allo stesso tempo un tesoro a disposizione della collettività. La mostra ha questo significato, quello di rappresentare, di tramandare e trasmettere ai cittadini, che cosè il significato di quello che è stata questa nostra città, di quello che è e, di quello che continuerà ad essere patrimonio di tutti, patrimonio di cultura, patrimonio di sapere e patrimonio di crescita.Una grande emozione personale quella riferita dallassessore alla cultura Giovanna Sartori: Dal 2019, in seguito alla nostra elezione, insieme allufficio cultura e alla dottoressa Mastrocola abbiamo partecipato a questo bando credendo fortissimamente che si dovesse fare del turismo e della cultura nei comuni del Cratere, che non si dovesse mai abbassare quellasticella  che è la vocazione di Camerino, città darte e di cultura, e che mentre la terra tremava la sovrintendenza ci aiutava a recuperare. Dalla Sartori una sottolineatura sui luoghi dellallestimento a Palazzo Castelli: I luoghi della passeggiata di fuori le mura,  fino al 2016 probabilmente venivano considerati non propriamente centro storico. non dunque il vero cuore  della città. Indubbiamente, grazie alla vicinanza della Basilica di San Venanzio da poco restituita grazie alla donazione del benefattore della fondazione Arvedi, oggi diventano invece il centro storico della città di Camerino, dalla quale la ricostruzione  in realtà sta partendo.Questo fuori le mura è un po un messaggio di grande speranza per la nostra città, che non si chiude nel campanile ma si apre al territorio, si apre alla regione e, veramente azzarderei ma senza troppo azzardo, che si apre allItalia intera. Se da un lato infatti il fil rouge di questa esposizione è indubbiamente lopera darte salvata dal sisma recuperata e restaurata che torna fruibile al grande pubblico, cè tuttavia  un altro filo conduttore: il comitato scientifico ha individuato tanti artisti di fama italiana ed europea che nellarco di tre secoli, dal Quattrocento al Settecento, hanno pitturato e  lavorato per la città di Camerino: Dosso Dossi,  Tiepolo, Valentin de Boulogne e cioè esponenti tra i principali della loro epoca. Attraversiamo davvero Tre secoli di Storia fino a terminare con il genio indiscusso di Giambattista Tiepolo: una mostra che si caratterizza anche a livello multimediale per dare a chi ci verrà a trovare  la possibilità di poter zoomare fisicamente queste opere, scoprendone davvero i più piccoli dettagli. Una mostra tanto attesa lha definita il rettore di Unicam Claudio Pettinari: Da quei terribili giorni, fino al recupero ad opera dei Vigili del Fuoco e dei carabinieri, non eravamo sicuri che quelle opere sarebbero un giorno tornate e quindi riuscire a viverle. Tornano in mostra  ora nel centro storico di Camerino e siamo felici di dire che lallestimento sarà ospitato in un edificio che secondo me è a sua volta unopera darte; questo è laltro valore aggiunto. Siamo riusciti a recuperare questo palazzo grazie al contributo della Fondazione Carima nellimmediato dopo sisma, restituirlo al suo utilizzo che è quello della sezione di botanica, che affonda le sue radici proprio nella storia dellAteneo e della città. Significative e piene di stimoli le parole conclusive dellArcivescovo Francesco Massara: Credo che questa occasione diventa per ognuno di noi lespressione per ribadire limportanza di quando le istituzioni lavorano insieme; l’aver lavorato sia con il comune che con la sovrintendenza con luniversità e anche con la Regione, dà un grande messaggio di speranza e un messaggio anche di bellezza perché il patrimonio culturale di questa regione è un patrimonio importante che ci aiuta ad andare non fuori le mura, ma oltre le mura, ad aprirlo al mondo intero e diventa una grande risorsa. Questo è il secondo Salotto della Bellezza che apriamo nel giro di un mese su Camerino; il mese scorso ne abbiamo aperto un altro e darà veramente loccasione intanto ai nostri giovani di scoprire la bellezza dellarte la bellezza di tante opere che sono rimaste nascoste dopo il terremoto e nel contempo sarà anche opportunità di un grande volano di cultura per la stessa regione Marche nel mondo. Le Marche hanno tante bellezze e credo che quella dellarte sia una delle più profonde e più belle che noi abbiamo. Abbiamo quindi una grande occasione per portarle nel mondo, anche attraverso vari strumenti informatici e daremo la possibilità anche a tanta gente che viene a visitare le bellezze ambientali di questo territorio di godersi qualcosa di unico e direi anche a volte irripetibile che noi abbiamo. Nel rivolgersi allassessore Regionale Latini, mons. Massara ha quindi ringraziato per la vicinanza e per la sua presenza e ci accompagna anche in questo territorio; attraverso larte aiutiamo anche queste terre così provate a rinascere.  Oggi abbiamo dunque testimonianza di un segno veramente bello che ci permette di dire che questo territorio a volte è stato provato ma è un territorio forte che ogni volta si rialza e trasmette al mondo qualcosa di bello. È la bellezza che ci aiuta a uscire da noi stessi; è la bellezza che ci aiuta ad essere positivi, è la bellezza che ci aiuta a rinascere. Questo nuovo salotto - ha detto Massara- prende vita da una collaborazione e ringrazio tutti, dal comitato scientifico allassessore Sartori, dalla dottoressa Mastrocola a chiunque nel proprio piccolo ha collaborato perché questo sogno si potesse realizzare. Credo che debba essere uno dei tanti sogni e che si debba continuare perché non ci fermiamo al secondo salotto.  Bisogna aprire tanti salotti e tanti musei, avere la capacità di far lavorare in rete perché questo ci aiuta anche a mettere le varie bellezze dei territori della regione Marche a disposizione dei tanti turisti che vengono da fuori e di valorizzare quindi le potenzialità che abbiamo. Sono convinto che questa nostra collaborazione sicuramente ci aiuterà a fare cose belle,  perché con la bellezza si possono superare tanti campanilismi e tante criticità.C.C.
Presentata a Palazzo Raffaello in Ancona la Mostra Camerino fuori le mura, prospettive d’arte dal Quattrocento al Settecento” che verrà inaugurata la prossima settimana nelle sale di Palazzo Bruschetti- Castelli messe a disposizione dall'Università di Camerino.
La mostra, promossa e sostenuta dalla Regione Marche, intende  valorizzare le opere d’arte recuperate nel territorio camerte e salvate dal sisma, provenienti da chiese e musei inagibili e che,  per la prima volta da quella data - tornano in esposizione al pubblico restaurate. L’obiettivo è quello di riappropriarsi di un patrimonio straordinario mai dimenticato, una mostra che diventerà ambasciatrice del patrimonio culturale di Camerino e del suo territorio. 
Contenuti e significato della mostra sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sala Raffaello, con l’intervento dell’assessore alla cultura Regione Marche Giorgia Latini , del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, dell’assessore alla Cultura Comune di Camerino Giovanna Sartori, del rettore di Unicam Claudio Pettinari e di Mons Francesco Massara Arcivescovo di Camerino San Severino Marche.
Presenti in sala anche i curatori, i componenti del Comitato scientifico e rappresentanti degli enti partners.

Mostra simbolo l'ha subito definita l’assessore alla cultura Giorgia Latini che ha aperto gli interventi portando i saluti del presidente Francesco Acquaroli.
“Una mostra simbolo in quanto raccoglie delle opere che sono state danneggiate dal terremoto e che sono state restaurate con la collaborazione di più soggetti istituzionali che hanno voluto dare questo segnale di rinascita e di ripartenza. La collaborazione che c'è stata - secondo me è un esempio che deve esserci in tutte le occasioni perché poi i grandi progetti si riescono a portare a casa quando c'è un lavoro di rete e un lavoro di squadra” Nel ringraziare l’ Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, l'Università di Camerino, la Sovraintendenza, il Comune il comitato scientifico e tutti gli sponsor che hanno reso possibile il raggiungimento di un bellissimo obiettivo, l’assessore regionale Latini ha aggiunto ”attraverso queste opere che sono state restaurate abbiamo avuto anche l'opportunità e l'occasione di conoscerle anche più a fondo perché con il restauro si sono anche scandagliati e posti in risalto tanti particolari e, grazie allo spin-off dell'università di Camerino che ha curato il restauro, la storia del loro iter creativo e artistico. Quello di oggi è davvero un segnale di speranza; noi marchigiani abbiamo sempre dimostrato che nelle situazioni difficili ci sappiamo rialzare diventando ancora più forti proprio con questi atti simbolici. La testimonianza è nel percorso che sin qui ci ha aiutato a valorizzare queste opere che erano state danneggiate. È il segno che
dalle esperienze negative invece possono nascere delle opportunità e delle occasioni che mettono in risalto proprio la voglia di fare cultura e la cultura secondo me deve essere un po' il volano per rilanciare il nostro territorio che, un po' come la Fenice, risorge dalle ceneri. Secondo me – ha concluso Latini- è proprio questo il valore che deve avere la cultura nella nostra regione, perché siamo in un territorio pieno di ricchezze di bellezze sia da un punto di vista sappiamo pittorico con tutti i nostri big del Rinascimento ma soprattutto siamo una regione veramente ricchissima di arte e di cultura. Sono sicura che la mostra che si inaugura sarà un polo attrattivo per un territorio che ha tanto sofferto ma che dimostra sempre di potercela fare; grazie alla sinergia che si è potuta creare tra università, comune e diocesi in un ottimo lavoro di squadra, sappiate che la regione è al vostro fianco”.

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Grato alla Regione che ha supportato il Comune consentendo che le opere potessero essere recuperate e restituite in una mostra, il sindaco Sandro Sborgia che nel fare sue le parole dell’assessore Latini ha voluto rimarcare il valore ineludibile del fare squadra tra istituzioni: “questa è la dimostrazione che quando le istituzioni nel senso più alto del termine sono unite e condividono gli stessi obiettivi, allora una possibilità di rinascita si può percorrere e si può realizzare. In questa mostra- ha continuato Sborgia- sono presenti due significati fondamentali; c'è sicuramente quello di rendere possibile una rinascita dal punto di vista anche sociale economico culturale ma, un altro significato ben più importante e che va oltre quello materiale è quello di far sì che un patrimonio che è della nostra città con tutto quello che essa contiene, viene non solo restituito ma diventa allo stesso tempo un tesoro a disposizione della collettività. La mostra ha questo significato, quello di rappresentare, di tramandare e trasmettere ai cittadini, che cos'è il significato di quello che è stata questa nostra città, di quello che è e, di quello che continuerà ad essere patrimonio di tutti, patrimonio di cultura, patrimonio di sapere e patrimonio di crescita".
Una grande emozione personale quella riferita dall'assessore alla cultura Giovanna Sartori: "Dal 2019, in seguito alla nostra elezione, insieme all'ufficio cultura e alla dottoressa Mastrocola abbiamo partecipato a questo bando credendo fortissimamente che si dovesse fare del turismo e della cultura nei comuni del Cratere, che non si dovesse mai abbassare quell'asticella  che è la vocazione di Camerino, città d'arte e di cultura, e che mentre la terra tremava la sovrintendenza ci aiutava a recuperare".
Dalla Sartori una sottolineatura sui luoghi dell'allestimento a Palazzo Castelli: "I luoghi della passeggiata di fuori le mura,  fino al 2016 probabilmente venivano considerati non propriamente centro storico. non dunque il vero cuore  della città. Indubbiamente, grazie alla vicinanza della Basilica di San Venanzio da poco restituita grazie alla donazione del benefattore della fondazione Arvedi, oggi diventano invece il centro storico della città di Camerino, dalla quale la ricostruzione  in realtà sta partendo.
Questo fuori le mura è un po' un messaggio di grande speranza per la nostra città, che non si chiude nel campanile ma si apre al territorio, si apre alla regione e, veramente azzarderei ma senza troppo azzardo, che si apre all'Italia intera.
Se da un lato infatti il fil rouge di questa esposizione è indubbiamente l'opera d'arte salvata dal sisma recuperata e restaurata che torna fruibile al grande pubblico, c'è tuttavia  un altro filo conduttore: il comitato scientifico ha individuato tanti artisti di fama italiana ed europea che nell'arco di tre secoli, dal Quattrocento al Settecento, hanno pitturato e  lavorato per la città di Camerino: Dosso Dossi,  Tiepolo, Valentin de Boulogne e cioè esponenti tra i principali della loro epoca. Attraversiamo davvero Tre secoli di Storia fino a terminare con il genio indiscusso di Giambattista Tiepolo: una mostra che si caratterizza anche a livello multimediale per dare a chi ci verrà a trovare  la possibilità di poter zoomare fisicamente queste opere, scoprendone davvero i più piccoli dettagli".
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Una mostra tanto attesa l'ha definita il rettore di Unicam Claudio Pettinari: "Da quei terribili giorni, fino al recupero ad opera dei Vigili del Fuoco e dei carabinieri, non eravamo sicuri che quelle opere sarebbero un giorno tornate e quindi riuscire a viverle. Tornano in mostra  ora nel centro storico di Camerino e siamo felici di dire che l'allestimento sarà ospitato in un edificio che secondo me è a sua volta un'opera d'arte; questo è l'altro valore aggiunto. Siamo riusciti a recuperare questo palazzo grazie al contributo della Fondazione Carima nell'immediato dopo sisma, restituirlo al suo utilizzo che è quello della sezione di botanica, che affonda le sue radici proprio nella storia dell'Ateneo e della città". 
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Significative e piene di stimoli le parole conclusive dell'Arcivescovo Francesco Massara: "Credo che questa occasione diventa per ognuno di noi l'espressione per ribadire l'importanza di quando le istituzioni lavorano insieme; l’aver lavorato sia con il comune che con la sovrintendenza con l'università e anche con la Regione, dà un grande messaggio di speranza e un messaggio anche di bellezza perché il patrimonio culturale di questa regione è un patrimonio importante che ci aiuta ad andare non fuori le mura, ma oltre le mura, ad aprirlo al mondo intero e diventa una grande risorsa. Questo è il secondo Salotto della Bellezza che apriamo nel giro di un mese su Camerino; il mese scorso ne abbiamo aperto un altro e darà veramente l'occasione intanto ai nostri giovani di scoprire la bellezza dell'arte la bellezza di tante opere che sono rimaste nascoste dopo il terremoto e nel contempo sarà anche opportunità di un grande volano di cultura per la stessa regione Marche nel mondo. Le Marche hanno tante bellezze e credo che quella dell'arte sia una delle più profonde e più belle che noi abbiamo. Abbiamo quindi una grande occasione per portarle nel mondo, anche attraverso vari strumenti informatici e daremo la possibilità anche a tanta gente che viene a visitare le bellezze ambientali di questo territorio di godersi qualcosa di unico e direi anche a volte irripetibile che noi abbiamo".
Nel rivolgersi all'assessore Regionale Latini, mons. Massara ha quindi ringraziato per la vicinanza e "per la sua presenza e ci accompagna anche in questo territorio; attraverso l'arte aiutiamo anche queste terre così provate a rinascere.  Oggi abbiamo dunque testimonianza di un segno veramente bello che ci permette di dire che questo territorio a volte è stato provato ma è un territorio forte che ogni volta si rialza e trasmette al mondo qualcosa di bello. È la bellezza che ci aiuta a uscire da noi stessi; è la bellezza che ci aiuta ad essere positivi, è la bellezza che ci aiuta a rinascere. Questo nuovo salotto - ha detto Massara- prende vita da una collaborazione e ringrazio tutti, dal comitato scientifico all'assessore Sartori, dalla dottoressa Mastrocola a chiunque nel proprio piccolo ha collaborato perché questo sogno si potesse realizzare. Credo che debba essere uno dei tanti sogni e che si debba continuare perché non ci fermiamo al secondo salotto.  Bisogna aprire tanti salotti e tanti musei, avere la capacità di far lavorare in rete perché questo ci aiuta anche a mettere le varie bellezze dei territori della regione Marche a disposizione dei tanti turisti che vengono da fuori e di valorizzare quindi le potenzialità che abbiamo. Sono convinto che questa nostra collaborazione sicuramente ci aiuterà a fare cose belle,  perché con la bellezza si possono superare tanti campanilismi e tante criticità".
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