Doveva svolgersi ieri al Tribunale di Ancona l’udienza preliminare per lo scandalo delle soluzioni abitative emergenziali realizzate per accogliere le popolazioni colpite dal sisma.
Il giudice per l’udienza preliminare Francesca de Palma ha però rinviato tutto al 7 febbraio prossimo per alcuni cavilli burocratici. Sembra infatti che alcune delle parti coinvolte (in totale 19 persone e 15 aziende) abbiano rilevato dei difetti delle notifiche. Qualche indagato, infatti, non avrebbe ricevuto il documento di fissazione dell’udienza.
Fra i nomi coinvolti nell’inchiesta c’è quello di David Piccinini, della Protezione civile regionale (e difeso dall’avvocato Alessandro Lucchetti), o altri funzionari dell’Erap, come Lucia Taffetani e Stefano Stefoni, imprenditori come Giorgio Gervasi (assistito da Gabriele Cofanelli), di Palermo, presidente del ben noto consorzio Arcale, la rete di imprese che si occupò dell’enorme appalto per la realizzazione delle casette.
Fra i capi d’accusa, truffa, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Secondo quanto contestato dalla Procura e, in particolare, dal pm Irene Bilotta, i lavori sarebbero stati realizzati da ditte, in alcuni casi, non in possesso della necessaria certificazione antimafia nonché la scarsa qualità di certe opere, in particolare la posa in opera di pavimenti, infissi, portoni, e accessori vari, la pitturazione e l’impermeabilizzazione alla base dei moduli abitativi.
Gaia Gennaretti
Scandalo Sae: rinviata l'udienza, il giudice deciderà a febbraio
Martedì, 28 Settembre 2021 16:23 | Letto 414 volte Clicca per ascolare il testo Scandalo Sae: rinviata l'udienza, il giudice deciderà a febbraio Doveva svolgersi ieri al Tribunale di Ancona l’udienza preliminare per lo scandalo delle soluzioni abitative emergenziali realizzate per accogliere le popolazioni colpite dal sisma. Il giudice per l’udienza preliminare Francesca de Palma ha però rinviato tutto al 7 febbraio prossimo per alcuni cavilli burocratici. Sembra infatti che alcune delle parti coinvolte (in totale 19 persone e 15 aziende) abbiano rilevato dei difetti delle notifiche. Qualche indagato, infatti, non avrebbe ricevuto il documento di fissazione dell’udienza. Fra i nomi coinvolti nell’inchiesta c’è quello di David Piccinini, della Protezione civile regionale (e difeso dall’avvocato Alessandro Lucchetti), o altri funzionari dell’Erap, come Lucia Taffetani e Stefano Stefoni, imprenditori come Giorgio Gervasi (assistito da Gabriele Cofanelli), di Palermo, presidente del ben noto consorzio Arcale, la rete di imprese che si occupò dell’enorme appalto per la realizzazione delle casette. Fra i capi d’accusa, truffa, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio. Secondo quanto contestato dalla Procura e, in particolare, dal pm Irene Bilotta, i lavori sarebbero stati realizzati da ditte, in alcuni casi, non in possesso della necessaria certificazione antimafia nonché la scarsa qualità di certe opere, in particolare la posa in opera di pavimenti, infissi, portoni, e accessori vari, la pitturazione e l’impermeabilizzazione alla base dei moduli abitativi. Gaia Gennaretti
Doveva svolgersi ieri al Tribunale di Ancona l’udienza preliminare per lo scandalo delle soluzioni abitative emergenziali realizzate per accogliere le popolazioni colpite dal sisma.
Il giudice per l’udienza preliminare Francesca de Palma ha però rinviato tutto al 7 febbraio prossimo per alcuni cavilli burocratici. Sembra infatti che alcune delle parti coinvolte (in totale 19 persone e 15 aziende) abbiano rilevato dei difetti delle notifiche. Qualche indagato, infatti, non avrebbe ricevuto il documento di fissazione dell’udienza.
Fra i nomi coinvolti nell’inchiesta c’è quello di David Piccinini, della Protezione civile regionale (e difeso dall’avvocato Alessandro Lucchetti), o altri funzionari dell’Erap, come Lucia Taffetani e Stefano Stefoni, imprenditori come Giorgio Gervasi (assistito da Gabriele Cofanelli), di Palermo, presidente del ben noto consorzio Arcale, la rete di imprese che si occupò dell’enorme appalto per la realizzazione delle casette.
Fra i capi d’accusa, truffa, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Secondo quanto contestato dalla Procura e, in particolare, dal pm Irene Bilotta, i lavori sarebbero stati realizzati da ditte, in alcuni casi, non in possesso della necessaria certificazione antimafia nonché la scarsa qualità di certe opere, in particolare la posa in opera di pavimenti, infissi, portoni, e accessori vari, la pitturazione e l’impermeabilizzazione alla base dei moduli abitativi.
Gaia Gennaretti
Il giudice per l’udienza preliminare Francesca de Palma ha però rinviato tutto al 7 febbraio prossimo per alcuni cavilli burocratici. Sembra infatti che alcune delle parti coinvolte (in totale 19 persone e 15 aziende) abbiano rilevato dei difetti delle notifiche. Qualche indagato, infatti, non avrebbe ricevuto il documento di fissazione dell’udienza.
Fra i nomi coinvolti nell’inchiesta c’è quello di David Piccinini, della Protezione civile regionale (e difeso dall’avvocato Alessandro Lucchetti), o altri funzionari dell’Erap, come Lucia Taffetani e Stefano Stefoni, imprenditori come Giorgio Gervasi (assistito da Gabriele Cofanelli), di Palermo, presidente del ben noto consorzio Arcale, la rete di imprese che si occupò dell’enorme appalto per la realizzazione delle casette.
Fra i capi d’accusa, truffa, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Secondo quanto contestato dalla Procura e, in particolare, dal pm Irene Bilotta, i lavori sarebbero stati realizzati da ditte, in alcuni casi, non in possesso della necessaria certificazione antimafia nonché la scarsa qualità di certe opere, in particolare la posa in opera di pavimenti, infissi, portoni, e accessori vari, la pitturazione e l’impermeabilizzazione alla base dei moduli abitativi.
Gaia Gennaretti
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