Montagna terremotata al buio, al danno si aggiunge la beffa

Lunedì, 13 Dicembre 2021 16:47 | Letto 1238 volte   Clicca per ascolare il testo Montagna terremotata al buio, al danno si aggiunge la beffa Quando il rimedio finisce per essere peggiore del male. Dopo un fine settimana da incubo per la mancanza di energia elettrica a causa della neve, i disagi per gli abitanti di San Lorenzo di Fiastra, molti dei quali costretti a vivere nelle Sae, sembrano davvero non aver mai fine. Motivo? Un errore, almeno così sembre, da parte dei tecnici del servizio elettrico che nel ripristinare l’energia hanno, per così dire, sbagliato il “dosaggio”. Così, mentre alcune abitazioni hanno disponibile energia a più alto voltaggio, per altre il voltaggio è minore di quanto necessario, con la conseguenza che i primi non possono accendere l’interruttore perché rischierebbero di bruciare tutti gli elettrodomestici ed i secondi che, al contrario, non hanno energia sufficiente neppure per accendere una lampadina, con tutto ciò che ne consegue per quanti hanno bambini piccoli o anziani in famiglia, costretti a ripararsi dal freddo soltanto con le coperte. Al danno, poi, si aggiunge la beffa sotto forma di lunghe attese al telefono o di mancate risposte da parte dell’ente chiamato a risolvere la problematica, che rischia di protrarsi ancora a lungo. Questo, purtroppo, succede nella montagna terremotata in pieno terzo millennio. f.u.
Quando il rimedio finisce per essere peggiore del male. Dopo un fine settimana da incubo per la mancanza di energia elettrica a causa della neve, i disagi per gli abitanti di San Lorenzo di Fiastra, molti dei quali costretti a vivere nelle Sae, sembrano davvero non aver mai fine.

Motivo? Un errore, almeno così sembre, da parte dei tecnici del servizio elettrico che nel ripristinare l’energia hanno, per così dire, sbagliato il “dosaggio”. Così, mentre alcune abitazioni hanno disponibile energia a più alto voltaggio, per altre il voltaggio è minore di quanto necessario, con la conseguenza che i primi non possono accendere l’interruttore perché rischierebbero di bruciare tutti gli elettrodomestici ed i secondi che, al contrario, non hanno energia sufficiente neppure per accendere una lampadina, con tutto ciò che ne consegue per quanti hanno bambini piccoli o anziani in famiglia, costretti a ripararsi dal freddo soltanto con le coperte. Al danno, poi, si aggiunge la beffa sotto forma di lunghe attese al telefono o di mancate risposte da parte dell’ente chiamato a risolvere la problematica, che rischia di protrarsi ancora a lungo.

Questo, purtroppo, succede nella montagna terremotata in pieno terzo millennio.

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