Cgil Marche: boom di contratti a termine, ripresa povera e precaria

Martedì, 04 Gennaio 2022 18:05 | Letto 547 volte   Clicca per ascolare il testo Cgil Marche: boom di contratti a termine, ripresa povera e precaria Indicatori economici positivi nel 2021, boom di contratti a termine, ma ripresa povera e precaria.                                                                                                                                                                                                                                                                             Questo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sul precariato dell’INPS, elaborati dalla CGIL Marche. Nel periodo gennaio-settembre 2021 nelle Marche sono state effettuate 155 mila assunzioni, ovvero 24 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+20,1%), ma inferiori ai livelli pre-pandemia (-9 mila pari a -5,8% rispetto al 2019), recuperati solo parzialmente.Nello stesso periodo le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 133 mila (+7,4% rispetto al 2020 e -12,6% rispetto a due anni fa). Il saldo tra assunzioni e cessazioni risulta positivo di 22 mila unità; saldi positivi per tutte le tipologie contrattuali, ad eccezione dei contratti a tempo indeterminato per i quali il saldo tra assunzioni e cessazioni è negativo per -10 mila unità: dunque continua inesorabilmente l’erosione dei rapporti di lavoro stabili a vantaggio delle forme più diverse di contratti precari e frammentati.Il 90% dei nuovi rapporti di lavoro è a vario titolo precario. La tipologia contrattuale maggiormente utilizzata è il contratto a termine (adottato nel 37,2% delle assunzioni totali), seguita dal contratto intermittente (16,9%), dalla somministrazione (16,1%), dal lavoro stagionale (13,6%) e dall’apprendistato (5,5%). Notevole anche il numero di assunzioni con contratto a tempo parziale: 56 mila part time (36,0%). Dunque un terzo dei nuovi contratti sono per lavori part time. “Emerge un sistema economico fragile e inadeguato ad affrontare le sfide che abbiamo di fronte, a partire dagli investimenti del PNRR e dalla nuova programmazione europea; un sistema incapace di affrontare le trasformazioni tecnologiche, ambientali ed energetiche investendo innanzitutto sul lavoro, la sua qualità e le competenze da valorizzare - sottolinea Rossella Marinucci, componente della segreteria Cgil Marche - Una ripresa che, per lavoratrici e lavoratori delle Marche, si traduce in contratti non stabili, part-time e frammentati, in lavoro polverizzato e precario. La ripresa in atto sarà effimera e lo sviluppo apparente se non incardinati nella qualità del lavoro e dell’occupazione: su questo terreno le Marche si giocano il futuro”.
Indicatori economici positivi nel 2021, boom di contratti a termine, ma ripresa povera e precaria.                                                                                                                                                                                                                                                                             Questo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sul precariato dell’INPS, elaborati dalla CGIL Marche. Nel periodo gennaio-settembre 2021 nelle Marche sono state effettuate 155 mila assunzioni, ovvero 24 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+20,1%), ma inferiori ai livelli pre-pandemia (-9 mila pari a -5,8% rispetto al 2019), recuperati solo parzialmente.

Nello stesso periodo le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 133 mila (+7,4% rispetto al 2020 e -12,6% rispetto a due anni fa). Il saldo tra assunzioni e cessazioni risulta positivo di 22 mila unità; saldi positivi per tutte le tipologie contrattuali, ad eccezione dei contratti a tempo indeterminato per i quali il saldo tra assunzioni e cessazioni è negativo per -10 mila unità: dunque continua inesorabilmente l’erosione dei rapporti di lavoro stabili a vantaggio delle forme più diverse di contratti precari e frammentati.

Il 90% dei nuovi rapporti di lavoro è a vario titolo precario. La tipologia contrattuale maggiormente utilizzata è il contratto a termine (adottato nel 37,2% delle assunzioni totali), seguita dal contratto intermittente (16,9%), dalla somministrazione (16,1%), dal lavoro stagionale (13,6%) e dall’apprendistato (5,5%).

Notevole anche il numero di assunzioni con contratto a tempo parziale: 56 mila part time (36,0%). Dunque un terzo dei nuovi contratti sono per lavori part time.

“Emerge un sistema economico fragile e inadeguato ad affrontare le sfide che abbiamo di fronte, a partire dagli investimenti del PNRR e dalla nuova programmazione europea; un sistema incapace di affrontare le trasformazioni tecnologiche, ambientali ed energetiche investendo innanzitutto sul lavoro, la sua qualità e le competenze da valorizzare - sottolinea Rossella Marinucci, componente della segreteria Cgil Marche - Una ripresa che, per lavoratrici e lavoratori delle Marche, si traduce in contratti non stabili, part-time e frammentati, in lavoro polverizzato e precario. La ripresa in atto sarà effimera e lo sviluppo apparente se non incardinati nella qualità del lavoro e dell’occupazione: su questo terreno le Marche si giocano il futuro”.

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