«Iliade» di Corrado d’Elia, uno spettacolo ricco di emozioni e dalla straordinaria potenza evocativa

Mercoledì, 16 Agosto 2023 10:40 | Letto 306 volte   Clicca per ascolare il testo «Iliade» di Corrado d’Elia, uno spettacolo ricco di emozioni e dalla straordinaria potenza evocativa Arriva il terzo appuntamento, il 18 agosto, al Teatro Cortesi di Sirolo, alle 21.30, con l’«Iliade» interpretata da Corrado d’Elia. Ascoltare il poema omerico con un moderno cantore, un aedo contemporaneo, vuol dire ritrovare le “connessioni” tra il mito, l’epica e la narrazione. Nell’«Iliade» troviamo, infatti, gli archetipi e i paradigmi del nostro sentire. Immaginare le nostre vite, le nostre relazioni e la nostra storia, senza il modello letterario antico è quasi impossibile. I sentimenti degli esseri umani non hanno tempo e l’amore e l’odio, che Omero cantava quasi 3000 anni fa, sono i medesimi di oggi. Le emozioni hanno la stessa potenza dirompente, la stessa intensa capacità di emozionarci e di farci riflettere. «Ognuno di noi, anche chi non lo sa, anche chi non lo immagina, - dice Corrado d’Elia - è intriso fino al midollo dellumanità del mito. Da lì veniamo tutti. A quellorigine tutti apparteniamo. Per questo ancora oggi sentiamo l’urgenza di raccontare questa storia straordinaria. Non solo per unirci a un rito antico come il tempo, ma per vivere appieno il suo straordinario percorso di umanità e di contemporaneità”. L’adattamento scenico dell’opera rispetta il testo originale e consente all’attore di tradurre scenicamente le vicende dell’epopea ad alta voce. Logos ed Epos incontrano così il nostro tempo nell’unica forma possibile, la ποίησις (poiesis), nel suo senso primo e originale, la creazione. Le parole trovano allora il coraggio di rivelarsi nel loro senso più vero, più alto, più puro, diventano luogo dell’anima, reagendo alla perdita di significato che ogni giorno il nostro tempo ci propina. «L’antico si fa contemporaneo e l’ancestrale si incarna nel tempo nuovo. Ne nasce uno spettacolo “interrotto” da 10 stanze. Stanze che sono momenti di riflessione, elegia e salmo su cui ogni tanto fermarsi e meditare; trovare il tempo giusto per comprendere ed assimilare fino in fondo» (Corrado d’Elia).
Arriva il terzo appuntamento, il 18 agosto, al Teatro Cortesi di Sirolo, alle 21.30, con l’«Iliade» interpretata da Corrado d’Elia.

Ascoltare il poema omerico con un moderno cantore, un aedo contemporaneo, vuol dire ritrovare le “connessioni” tra il mito, l’epica e la narrazione. Nell’«Iliade» troviamo, infatti, gli archetipi e i paradigmi del nostro sentire. Immaginare le nostre vite, le nostre relazioni e la nostra storia, senza il modello letterario antico è quasi impossibile. I sentimenti degli esseri umani non hanno tempo e l’amore e l’odio, che Omero cantava quasi 3000 anni fa, sono i medesimi di oggi. Le emozioni hanno la stessa potenza dirompente, la stessa intensa capacità di emozionarci e di farci riflettere. «Ognuno di noi, anche chi non lo sa, anche chi non lo immagina, - dice Corrado d’Elia - è intriso fino al midollo dell'umanità del mito. Da lì veniamo tutti. A quell'origine tutti apparteniamo. Per questo ancora oggi sentiamo l’urgenza di raccontare questa storia straordinaria. Non solo per unirci a un rito antico come il tempo, ma per vivere appieno il suo straordinario percorso di umanità e di contemporaneità”. L’adattamento scenico dell’opera rispetta il testo originale e consente all’attore di tradurre scenicamente le vicende dell’epopea ad alta voce.


Logos ed Epos incontrano così il nostro tempo nell’unica forma possibile, la ποίησις (poiesis), nel suo senso primo e originale, la creazione. Le parole trovano allora il coraggio di rivelarsi nel loro senso più vero, più alto, più puro, diventano luogo dell’anima, reagendo alla perdita di significato che ogni giorno il nostro tempo ci propina. «L’antico si fa contemporaneo e l’ancestrale si incarna nel tempo nuovo. Ne nasce uno spettacolo “interrotto” da 10 stanze. Stanze che sono momenti di riflessione, elegia e salmo su cui ogni tanto fermarsi e meditare; trovare il tempo giusto per comprendere ed assimilare fino in fondo» (Corrado d’Elia).

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