I carabinieri forestali hanno scoperto nelle pertinenze di un casolare, all’interno di un capannone in uso ad una ditta operante nel settore del trasporto di merci su strada situato nelle campagne di Recanati, un’attività abusiva di autoriparazione in assenza delle prescritte autorizzazioni di legge. Così i militari hanno proceduto al sequestro penale delle attrezzature e strumentazioni adoperate illecitamente.
Contestualmente è stata accertata una gestione illecita dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, che, prodotti nell’ambito dell’attività abusiva, non erano stati conferiti a soggetti autorizzati per il successivo smaltimento o recupero.
Inoltre, tenuto conto di quanto rinvenuto sia all’interno che nelle parti esterne dell’officina, dove erano presenti diversi veicoli dismessi ed in parte privi di componenti essenziali, è stata contestata anche una gestione, non autorizzata, di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali, messa in atto in assenza delle dovute autorizzazioni.
A seguito di un successivo sopralluogo, è stata scoperta, all’interno di un altro deposito limitrofo, un’attività abusiva di commercio di pneumatici usati, destinati all’esportazione verso i paesi del continente africano.
Infine, i militari hanno rinvenuto nelle pertinenze esterne del fabbricato rurale un semirimorchio centinato, all’interno del quale era stoccata una notevole quantità di rifiuti speciali. Relativamente al semirimorchio è emerso che esso era tato acquisito in un’asta fallimentare e poi spostato, da una località sita in provincia di Ancona, nel piazzale del casale, senza che il responsabile si preoccupasse minimamente della presenza a bordo dei rifiuti, provenienti probabilmente dalla medesima procedura fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le disposizioni vigenti e non spostati come normali materiali.
Complessivamente sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria tre soggetti, che a conclusione dell’iter processuale, rischiano pesanti sanzioni penali, oltre all’obbligo di provvedere alla bonifica e ripristino dello stato di luoghi.
Autofficina abusiva e rifiuti speciali scoperti dai carabinieri forestali, tre denunciati
Martedì, 26 Settembre 2023 13:41 | Letto 905 volte Clicca per ascolare il testo Autofficina abusiva e rifiuti speciali scoperti dai carabinieri forestali, tre denunciati I carabinieri forestali hanno scoperto nelle pertinenze di un casolare, all’interno di un capannone in uso ad una ditta operante nel settore del trasporto di merci su strada situato nelle campagne di Recanati, un’attività abusiva di autoriparazione in assenza delle prescritte autorizzazioni di legge. Così i militari hanno proceduto al sequestro penale delle attrezzature e strumentazioni adoperate illecitamente. Contestualmente è stata accertata una gestione illecita dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, che, prodotti nell’ambito dell’attività abusiva, non erano stati conferiti a soggetti autorizzati per il successivo smaltimento o recupero. Inoltre, tenuto conto di quanto rinvenuto sia all’interno che nelle parti esterne dell’officina, dove erano presenti diversi veicoli dismessi ed in parte privi di componenti essenziali, è stata contestata anche una gestione, non autorizzata, di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali, messa in atto in assenza delle dovute autorizzazioni. A seguito di un successivo sopralluogo, è stata scoperta, all’interno di un altro deposito limitrofo, un’attività abusiva di commercio di pneumatici usati, destinati all’esportazione verso i paesi del continente africano. Infine, i militari hanno rinvenuto nelle pertinenze esterne del fabbricato rurale un semirimorchio centinato, all’interno del quale era stoccata una notevole quantità di rifiuti speciali. Relativamente al semirimorchio è emerso che esso era tato acquisito in un’asta fallimentare e poi spostato, da una località sita in provincia di Ancona, nel piazzale del casale, senza che il responsabile si preoccupasse minimamente della presenza a bordo dei rifiuti, provenienti probabilmente dalla medesima procedura fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le disposizioni vigenti e non spostati come normali materiali. Complessivamente sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria tre soggetti, che a conclusione dell’iter processuale, rischiano pesanti sanzioni penali, oltre all’obbligo di provvedere alla bonifica e ripristino dello stato di luoghi.
I carabinieri forestali hanno scoperto nelle pertinenze di un casolare, all’interno di un capannone in uso ad una ditta operante nel settore del trasporto di merci su strada situato nelle campagne di Recanati, un’attività abusiva di autoriparazione in assenza delle prescritte autorizzazioni di legge. Così i militari hanno proceduto al sequestro penale delle attrezzature e strumentazioni adoperate illecitamente.
Contestualmente è stata accertata una gestione illecita dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, che, prodotti nell’ambito dell’attività abusiva, non erano stati conferiti a soggetti autorizzati per il successivo smaltimento o recupero.
Inoltre, tenuto conto di quanto rinvenuto sia all’interno che nelle parti esterne dell’officina, dove erano presenti diversi veicoli dismessi ed in parte privi di componenti essenziali, è stata contestata anche una gestione, non autorizzata, di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali, messa in atto in assenza delle dovute autorizzazioni.
A seguito di un successivo sopralluogo, è stata scoperta, all’interno di un altro deposito limitrofo, un’attività abusiva di commercio di pneumatici usati, destinati all’esportazione verso i paesi del continente africano.
Infine, i militari hanno rinvenuto nelle pertinenze esterne del fabbricato rurale un semirimorchio centinato, all’interno del quale era stoccata una notevole quantità di rifiuti speciali. Relativamente al semirimorchio è emerso che esso era tato acquisito in un’asta fallimentare e poi spostato, da una località sita in provincia di Ancona, nel piazzale del casale, senza che il responsabile si preoccupasse minimamente della presenza a bordo dei rifiuti, provenienti probabilmente dalla medesima procedura fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le disposizioni vigenti e non spostati come normali materiali.
Complessivamente sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria tre soggetti, che a conclusione dell’iter processuale, rischiano pesanti sanzioni penali, oltre all’obbligo di provvedere alla bonifica e ripristino dello stato di luoghi.
Contestualmente è stata accertata una gestione illecita dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, che, prodotti nell’ambito dell’attività abusiva, non erano stati conferiti a soggetti autorizzati per il successivo smaltimento o recupero.
Inoltre, tenuto conto di quanto rinvenuto sia all’interno che nelle parti esterne dell’officina, dove erano presenti diversi veicoli dismessi ed in parte privi di componenti essenziali, è stata contestata anche una gestione, non autorizzata, di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali, messa in atto in assenza delle dovute autorizzazioni.
A seguito di un successivo sopralluogo, è stata scoperta, all’interno di un altro deposito limitrofo, un’attività abusiva di commercio di pneumatici usati, destinati all’esportazione verso i paesi del continente africano.
Infine, i militari hanno rinvenuto nelle pertinenze esterne del fabbricato rurale un semirimorchio centinato, all’interno del quale era stoccata una notevole quantità di rifiuti speciali. Relativamente al semirimorchio è emerso che esso era tato acquisito in un’asta fallimentare e poi spostato, da una località sita in provincia di Ancona, nel piazzale del casale, senza che il responsabile si preoccupasse minimamente della presenza a bordo dei rifiuti, provenienti probabilmente dalla medesima procedura fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le disposizioni vigenti e non spostati come normali materiali.
Complessivamente sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria tre soggetti, che a conclusione dell’iter processuale, rischiano pesanti sanzioni penali, oltre all’obbligo di provvedere alla bonifica e ripristino dello stato di luoghi.
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