Contestualmente è stata accertata una gestione illecita dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, che, prodotti nell’ambito dell’attività abusiva, non erano stati conferiti a soggetti autorizzati per il successivo smaltimento o recupero.
Inoltre, tenuto conto di quanto rinvenuto sia all’interno che nelle parti esterne dell’officina, dove erano presenti diversi veicoli dismessi ed in parte privi di componenti essenziali, è stata contestata anche una gestione, non autorizzata, di veicoli fuori uso e dei rifiuti costituiti dai relativi componenti e materiali, messa in atto in assenza delle dovute autorizzazioni.
A seguito di un successivo sopralluogo, è stata scoperta, all’interno di un altro deposito limitrofo, un’attività abusiva di commercio di pneumatici usati, destinati all’esportazione verso i paesi del continente africano.
Infine, i militari hanno rinvenuto nelle pertinenze esterne del fabbricato rurale un semirimorchio centinato, all’interno del quale era stoccata una notevole quantità di rifiuti speciali. Relativamente al semirimorchio è emerso che esso era tato acquisito in un’asta fallimentare e poi spostato, da una località sita in provincia di Ancona, nel piazzale del casale, senza che il responsabile si preoccupasse minimamente della presenza a bordo dei rifiuti, provenienti probabilmente dalla medesima procedura fallimentare, che andavano invece smaltiti, secondo le disposizioni vigenti e non spostati come normali materiali.
Complessivamente sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria tre soggetti, che a conclusione dell’iter processuale, rischiano pesanti sanzioni penali, oltre all’obbligo di provvedere alla bonifica e ripristino dello stato di luoghi.