Carcere di Camerino, appello a Laura Boldrini

Mercoledì, 27 Marzo 2013 01:00 | Letto 980 volte   Clicca per ascolare il testo Carcere di Camerino, appello a Laura Boldrini A Laura Boldrini, marchigiana e Presidente della Camera dei Deputati, voglio rivolgere i miei migliori auguri di buon lavoro e sottoporre alcune riflessioni. Certamente il Presidente Boldrini non è espressione della mia parte politica e, dunque, i miei sono gli auguri di chi vive la politica da una posizione differente. Augurio che, però, sento di porgere con il massimo dellentusiasmo non solo per il percorso istituzionale che si appresta a vivere, ma anche perché condiviso dalla provenienza non politica, ma geografica. E noto, infatti, che la Presidente Boldrini è marchigiana. Così come è altrettanto noto che la sua vita è stata spesa tra gli ultimi e i disagiati. Termini, questi, che se riferiti non alle persone, ma ai territori, non possono che riguardare la montagna e lentroterra in genere. Nelle Marche come nel resto del Paese. Ed è proprio partendo dalle origini marchigiane della nostra Presidente che vorrei sottoporle alcune riflessioni riguardanti quella montagna maceratese che, dopo le catastrofiche scelte del Governo Monti, è sempre più “ultima” e “disagiata”. Ho ascoltato con attenzione il discorso di insediamento della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in particolare nel passaggio in cui ha ricordato le condizioni disumane e degradanti in cui si trovano a vivere i detenuti in Italia. A questo proposito, vorrei ricordare alla Presidente che a Camerino, ormai da anni, cè un progetto che aspetta solo di passare alla fase realizzativa per la costruzione di un nuovo carcere. Attualmente, i detenuti della locale casa circondariale sono ospitati in una struttura vecchia e assolutamente inadeguata, che solo lamore e lincredibile impegno degli operatori e della polizia penitenziaria riescono a mandare avanti in maniera umana e dignitosa. Una situazione, questa, nota ormai da tempo, con la città che da decenni si è resa disponibile alla costruzione di un nuovo carcere, avviando anche una serie di studi e sondaggi tecnici per i quali sono stati spesi soldi pubblici. Un lavoro che, negli anni scorsi, aveva portato allindividuazione di unarea, alla realizzazione del progetto e, successivamente, allinserimento di Camerino nel piano carceri. Sembrava che i lavori dovessero avviarsi a breve anche grazie allinteressamento dellallora sottosegretario Giacomo Caliendo che, ospite più volte a Camerino, aveva avuto modo di rendersi conto delle condizioni in cui vivono i nostri detenuti e delle condizioni in cui lavorano gli operatori della nostra Casa Circondariale. Per la città era arrivata la svolta, con Camerino che - al contrario di altre località in cui sono state raccolte firme e organizzate manifestazioni di protesta contro la costruzione di nuove strutture penitenziarie - ha visto nel nuovo carcere, con 400 posti, unopportunità anche economica per il territorio montano tutto. Poi è arrivato il Governo Monti. Che, come sappiamo, ha bloccato il Paese. E, con esso, anche la costruzione del nuovo carcere di Camerino, a favore di altre località dove, tra laltro, non sono stati ancora redatti progetti e liter procedurale è ancora in alto mare. E stata lennesima “mazzata” ad una cittadina che si è vista sopprimere senza appello anche il tribunale, nellambito di quei tagli lineari operati dal governo dei tecnici e che ha messo in ginocchio la nostra città insieme a tante altre “ultime” e “disagiate”. Ora voglio augurarmi che questo sia solo il triste passato e che, almeno per quanto riguarda il nuovo carcere, si possa riprendere un discorso costruttivo da dove era stato interrotto, anche per non mandare in fumo tutti i soldi pubblici già spesi nel progetto della nuova struttura e negli studi effettuati sullarea individuata. Papa Francesco, recentemente, ci ha detto “non fatevi mai rubare la speranza”. Ecco, quella speranza, oggi, voglio riporla – dopo che il territorio è rimasto senza parlamentari di riferimento nei vari schieramenti – anche nella neo Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, marchigiana e “dalla parte degli ultimi e dei disagiati”. Per questo, nel mio ruolo di coordinatore del Popolo delle Libertà di Camerino, ma anche di vicesindaco di questa città – se gli altri amministratori ne converranno – nei prossimi giorni inviterò formalmente la presidente Boldrini per una visita alla nostra Casa Circondariale e per prendere visione del progetto del nuovo carcere, nella speranza che possa aiutarci a sbloccare una situazione intollerabile sul piano dellumanità, ma anche sotto il profilo economico e di sviluppo di un territorio ridotto in ginocchio. Gianluca Pasqui

A Laura Boldrini, marchigiana e Presidente della Camera dei Deputati, voglio rivolgere i miei migliori auguri di buon lavoro e sottoporre alcune riflessioni.

Certamente il Presidente Boldrini non è espressione della mia parte politica e, dunque, i miei sono gli auguri di chi vive la politica da una posizione differente. Augurio che, però, sento di porgere con il massimo dell'entusiasmo non solo per il percorso istituzionale che si appresta a vivere, ma anche perché condiviso dalla provenienza non politica, ma geografica. E' noto, infatti, che la Presidente Boldrini è marchigiana. Così come è altrettanto noto che la sua vita è stata spesa tra gli ultimi e i disagiati. Termini, questi, che se riferiti non alle persone, ma ai territori, non possono che riguardare la montagna e l'entroterra in genere. Nelle Marche come nel resto del Paese. Ed è proprio partendo dalle origini marchigiane della nostra Presidente che vorrei sottoporle alcune riflessioni riguardanti quella montagna maceratese che, dopo le catastrofiche scelte del Governo Monti, è sempre più “ultima” e “disagiata”.

Ho ascoltato con attenzione il discorso di insediamento della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in particolare nel passaggio in cui ha ricordato le condizioni disumane e degradanti in cui si trovano a vivere i detenuti in Italia. A questo proposito, vorrei ricordare alla Presidente che a Camerino, ormai da anni, c'è un progetto che aspetta solo di passare alla fase realizzativa per la costruzione di un nuovo carcere. Attualmente, i detenuti della locale casa circondariale sono ospitati in una struttura vecchia e assolutamente inadeguata, che solo l'amore e l'incredibile impegno degli operatori e della polizia penitenziaria riescono a mandare avanti in maniera umana e dignitosa. Una situazione, questa, nota ormai da tempo, con la città che da decenni si è resa disponibile alla costruzione di un nuovo carcere, avviando anche una serie di studi e sondaggi tecnici per i quali sono stati spesi soldi pubblici.

Un lavoro che, negli anni scorsi, aveva portato all'individuazione di un'area, alla realizzazione del progetto e, successivamente, all'inserimento di Camerino nel piano carceri. Sembrava che i lavori dovessero avviarsi a breve anche grazie all'interessamento dell'allora sottosegretario Giacomo Caliendo che, ospite più volte a Camerino, aveva avuto modo di rendersi conto delle condizioni in cui vivono i nostri detenuti e delle condizioni in cui lavorano gli operatori della nostra Casa Circondariale.

Per la città era arrivata la svolta, con Camerino che - al contrario di altre località in cui sono state raccolte firme e organizzate manifestazioni di protesta contro la costruzione di nuove strutture penitenziarie - ha visto nel nuovo carcere, con 400 posti, un'opportunità anche economica per il territorio montano tutto.

Poi è arrivato il Governo Monti. Che, come sappiamo, ha bloccato il Paese. E, con esso, anche la costruzione del nuovo carcere di Camerino, a favore di altre località dove, tra l'altro, non sono stati ancora redatti progetti e l'iter procedurale è ancora in alto mare. E' stata l'ennesima “mazzata” ad una cittadina che si è vista sopprimere senza appello anche il tribunale, nell'ambito di quei tagli lineari operati dal governo dei tecnici e che ha messo in ginocchio la nostra città insieme a tante altre “ultime” e “disagiate”.

Ora voglio augurarmi che questo sia solo il triste passato e che, almeno per quanto riguarda il nuovo carcere, si possa riprendere un discorso costruttivo da dove era stato interrotto, anche per non mandare in fumo tutti i soldi pubblici già spesi nel progetto della nuova struttura e negli studi effettuati sull'area individuata.

Papa Francesco, recentemente, ci ha detto “non fatevi mai rubare la speranza”. Ecco, quella speranza, oggi, voglio riporla – dopo che il territorio è rimasto senza parlamentari di riferimento nei vari schieramenti – anche nella neo Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, marchigiana e “dalla parte degli ultimi e dei disagiati”.

Per questo, nel mio ruolo di coordinatore del Popolo delle Libertà di Camerino, ma anche di vicesindaco di questa città – se gli altri amministratori ne converranno – nei prossimi giorni inviterò formalmente la presidente Boldrini per una visita alla nostra Casa Circondariale e per prendere visione del progetto del nuovo carcere, nella speranza che possa aiutarci a sbloccare una situazione intollerabile sul piano dell'umanità, ma anche sotto il profilo economico e di sviluppo di un territorio ridotto in ginocchio.

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