Tutti uniti contro il maltempo

Venerdì, 15 Novembre 2013 01:00 | Letto 1383 volte   Clicca per ascolare il testo Tutti uniti contro il maltempo Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dellart. 5 della Legge 225 del 1992 per la straordinaria ondata di maltempo che sta colpendo lintero territorio regionale da domenica 10. La richiesta è stata inviata al Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Franco Gabrielli. "Facendo seguito alle comunicazioni inoltrate dalla sala operativa regionale a sala Italia e come ampiamente riferito dagli organi di informazione - scrive Spacca - il territorio marchigiano dal 10 novembre è interessato da una eccezionale condizione di maltempo (vento forte, precipitazioni intensissime e diffuse, violente mareggiate), che ha provocato esondazioni in quasi tutti i corsi dacqua, allagamenti in aree urbane ed extraurbane, franosità, interruzioni stradali e ferroviarie, soprattutto nella porzione collinare e appenninica del territorio. Alcune località sono rimaste isolate e circa 30 famiglie sono state precauzionalmente allontanate dalle loro abitazioni. Molte - sottolinea il presidente, che rivolge un particolare ricordo alle due persone decedute nel Pesarese - sono le attività produttive risultate fortemente danneggiate. Le Province, i Comuni, lAnas, le Ferrovie dello Stato, lEnel e le varie società che gestiscono lerogazione dei servizi pubblici stanno impiegando tutto il proprio personale e le risorse a disposizione per ripristinare nel minor tempo possibile condizioni minimali di funzionalità territoriale, ma un quadro articolato del danneggiamento complessivo potrà essere effettuato solo nei prossimi giorni, a emergenza consolidata. Lo scenario che ormai è definito - conclude Spacca - è sicuramente quello di una situazione fronteggiabile solo con mezzi e poteri straordinari e pertanto chiedo la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dellart. 5 della Legge 225 del 1992". Dalla Provincia di Ancona, pieno appoggio alla richiesta avanzata dalla Regione. "La Provincia di Ancona si mobiliterà in tutte le sedi opportune per sostenere la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza avanzato dalla Regione Marche al capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Nonostante il nostro territorio risulti il meno colpito in ambito regionale, la conta in atto dei danni risulta comunque ingente, soprattutto per quanto riguarda alcune realtà produttive e comunali". Così il commissario straordinario della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande, sui danni del maltempo dei giorni scorsi. "Per quanto riguarda la rete stradale provinciale - continua il commissario - non registriamo alcuna interruzione, fatta eccezione per un piccolo tratto della Sp 15, tra Genga e Arcevia. Così come sono stati limitati gli effetti delle esondazioni lungo i fiumi dove, salvo alcune situazioni nellarea montana, si è avuto a valle un regolare deflusso delle acque. Ciò è stato possibile grazie agli interventi di prevenzione e manutenzione realizzati nel corso degli ultimi anni, e alla dislocazione su tutto il territorio del personale provinciale, che mi sento di ringraziare per lo straordinario lavoro svolto nelle ultime ore con sacrificio e abnegazione al servizio della collettività". La Provincia manterrà comunque alto il livello di vigilanza sui punti più critici del reticolo idrogeologico. "I nostri tecnici - conclude Casagrande - sono ancora oggi impegnati nelle operazioni di monitoraggio delle aree ritenute più a rischio. Lobiettivo è garantire la massima sicurezza dei cittadini e intervenire tempestivamente in caso di problemi". La Provincia di Macerata già nei giorni scorsi aveva chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza per i danni provocati dal maltempo. Linsistere delle piogge, infatti, aveva visto laggravarsi della situazione e delle già pesantissime ripercussioni sullintero territorio provinciale, specialmente nelle zone limitrofe ai fiumi e sulla rete stradale. Il Chienti e Potenza erano esondati in più punti, con allagamenti anche di nuclei abitati, oltreché di estese aree agricole, ed enormi erano stati i disagi sulle strade, con linterruzione perfino dei servizi essenziali. Le colate di fango avevano reso difficilissima la circolazione sulla rete viaria principale e secondaria: diverse Provinciali erano rimaste chiuse, mentre altre avevano subito interruzioni parziali e restringimenti delle carreggiate; moltissime strade comunali erano rimaste inagibili. In conseguenza di tutto ciò, venerdì 15 novembre, la Provincia di Macerata ha inoltrato richiesta urgente al ministero dellEconomia e delle Finanze di spazi finanziari non vincolati dal Patto di stabilità, per far fronte agli interventi più stringenti e riparare ai gravissimi danni provocati dalla forte ondata di maltempo. “Di fronte a questa situazione - dichiara il presidente Pettinari - non possiamo rimanere a guardare: lo Stato ci metta nelle condizioni di agire per ristabilire la sicurezza lungo la rete stradale e in prossimità degli alvei fluviali”. LAmministrazione provinciale sta percorrendo tutte le possibili vie (sempre nella giornata di venerdì 15 si è tenuta una Giunta straordinaria) per cercare di reperire i fondi necessari a sostenere lo stato di emergenza, anche in seguito alle prime quantificazioni dei danni. Contemporaneamente, va avanti il lavoro per perfezionare il controllo di questo tipo di situazioni, con una collaborazione ancora più stretta ed efficace con la Regione e i vari settori coinvolti, compresa una diversa e migliore gestione degli invasi. È del 14 novembre, infatti, il sopralluogo effettuato dal presidente Antonio Pettinari con Roberto Oreficini, capo dipartimento per la Protezione Civile delle Marche, nei punti più colpiti del Maceratese, a cui è seguito un vertice al quale hanno preso parte anche il viceprefetto Tiziana Tombesi, il comandante dei Vigili del fuoco, Dino Poggiali, e della Forestale, Giuseppe Bordoni. Qui sono stati esaminati tutti gli aspetti relativi allemergenza in corso e, in particolare, allannunciata ondata di maltempo prevista nel fine settimana. “Le emergenze meteo, che arrivano puntuali ogni fine settimana, non possono continuare a mettere in ginocchio il nostro territorio. I cambiamenti climatici in atto impongono anche cambiamenti negli interventi da parte delle autorità e delle istituzioni”. Ne è convinto il presidente della Comunità Montana di San Severino Marche, Gian Luca Chiappa, che per venire incontro alle necessità del momento, soprattutto dopo londata di maltempo che ha flagellato in questi giorni la Val Potenza, ha convocato un incontro con sindaci e Protezione Civile. “Fronteggiare le emergenze non è solo un problema di carattere economico, - spiega Chiappa -  vanno pianificate azioni e rispettate competenze. Ai convegni siamo sempre in tanti, quando servono i fondi poi non si trova mai nessuno. Servono per questo seri piani intercomunali di Protezione Civile, che siano in grado di mettere insieme, al momento del bisogno, tutte le forze in campo: volontari, tecnici dei Comuni, imprese private e anche i cittadini, se servono. Si devono siglare accordi con i Consorzi di Bonifica, le Province, lex Genio Civile, la Regione. Come Comunità Montana abbiamo già provveduto in passato allacquisto dei mezzi necessari, non ci tireremo indietro neanche questa volta. Se serviranno le idrovore le acquisteremo, ma chiederemo anche la prossimità dei mezzi per affrontare a monte le emergenze. Tanto per rimanere in tema, le idrovore non possono stare sulla riva del mare, ma dove nascono i fiumi. E lì che servono, per evitare che le acque si spingano a valle con forza, seminando panico e distruzione. Va poi pianificato – conclude Chiappa – il controllo del territorio. Lungo i fiumi Potenza ed Esino, dove siamo intervenuti negli ultimi mesi con lavori di risistemazione, gli argini hanno retto, e bene. Operativamente, ci dobbiamo calare nella realtà, anche per evitare che quattro enti diversi abbiano competenze su di un letto di un fiume".   Un forte appello alla politica e alle Istituzioni arriva anche dallAssociazione NuovaSALVAMBIENTE di Pollenza, la quale, in merito ai tanti episodi di danni ambientali avvenuti a causa del maltempo dei giorni scorsi nel territorio provinciale, sente il dovere di chiedere una maggiore prevenzione ambientale, nonché rivedere - alla luce del pericolo del dissesto idrogeologico - i piani regolatori e di pianificazione territoriale, ampliando le conoscenze del territorio relative a climatologia e geomorfologia, necessarie per una migliore comprensione dei fenomeni. "Bisogna avere il coraggio di spiegare bene ai cittadini che spesso una calamita naturale non si può impedire, ma se ne possono limitare gli effetti, come nel caso di una esondazione di un fiume. Occorre a tale scopo una manutenzione ordinaria dei corsi dacqua seguendo alcune semplici regole: - evitare interventi di sistemazione idraulica dei corsi dacqua nellintero reticolo idrografico naturale ad eccezione della messa in sicurezza dei ponti e delle aree urbane fortemente antropizzate; - consentire la massima divagazione dei corsi dacqua; - prevedere la realizzazione di “vasche di colmata” nei punti adatti; - conservare la massima naturalità delle rive fluviali, soprattutto mantenendo la vegetazione spontanea ivi presente; ma garantendo nel contempo il libero passaggio delle acque; - sviluppare le potenzialità offerte dallingegneria naturalistica. Tutto ciò tuttavia, non sarà risolutivo fintanto che fabbriche, impianti sportivi, case, campeggi e parcheggi continueranno a occupare terreno, specialmente lungo e fasce fluviali esondabili, rendendo ancora più economicamente gravoso realizzare interventi per contrastare le leggi fisiche naturali. Da ultimo riportiamo fedelmente quanto già evidenziato nel dicembre 2012 alla Provincia di Macerata, nella procedura del rilascio dellAIA richiesta dal Cosmari di Tolentino, ipotizzando già da allora il pericolo in più nel caso di esondazione del fiume Chienti, proprio per linsistenza nelle vicinanze dellimpianto di trattamento dei rifiuti. “Limpianto è localizzato in prossimità del fiume Chienti, con il rischio di eventuale esondazione naturale o per cause comunque prevedibili, e con quello di contaminazione delle stesse acque del fiume. - Lo studio geomorfologico rileva un alto rischio di inquinamento delle falde acquifere, dovuto alla alta permeabilità dei terreni circostanti. - Occorre tener conto che nelle zone limitrofe insistono anche parecchi pozzi di prelevamento delle acque a uso irriguo: una volta contaminate, finirebbero sulle colture e subito dopo nelle nostre tavole. Resta pertanto compito della politica dare concretezza alla prevenzione, affinché non siano poche ore di pioggia battente a mettere in ginocchio una provincia anche economicamente".  

Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'art. 5 della Legge 225 del 1992 per la straordinaria ondata di maltempo che sta colpendo l'intero territorio regionale da domenica 10.

La richiesta è stata inviata al Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Franco Gabrielli. "Facendo seguito alle comunicazioni inoltrate dalla sala operativa regionale a sala Italia e come ampiamente riferito dagli organi di informazione - scrive Spacca - il territorio marchigiano dal 10 novembre è interessato da una eccezionale condizione di maltempo (vento forte, precipitazioni intensissime e diffuse, violente mareggiate), che ha provocato esondazioni in quasi tutti i corsi d'acqua, allagamenti in aree urbane ed extraurbane, franosità, interruzioni stradali e ferroviarie, soprattutto nella porzione collinare e appenninica del territorio. Alcune località sono rimaste isolate e circa 30 famiglie sono state precauzionalmente allontanate dalle loro abitazioni. Molte - sottolinea il presidente, che rivolge un particolare ricordo alle due persone decedute nel Pesarese - sono le attività produttive risultate fortemente danneggiate. Le Province, i Comuni, l'Anas, le Ferrovie dello Stato, l'Enel e le varie società che gestiscono l'erogazione dei servizi pubblici stanno impiegando tutto il proprio personale e le risorse a disposizione per ripristinare nel minor tempo possibile condizioni minimali di funzionalità territoriale, ma un quadro articolato del danneggiamento complessivo potrà essere effettuato solo nei prossimi giorni, a emergenza consolidata. Lo scenario che ormai è definito - conclude Spacca - è sicuramente quello di una situazione fronteggiabile solo con mezzi e poteri straordinari e pertanto chiedo la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi dell'art. 5 della Legge 225 del 1992".

Dalla Provincia di Ancona, pieno appoggio alla richiesta avanzata dalla Regione. "La Provincia di Ancona si mobiliterà in tutte le sedi opportune per sostenere la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza avanzato dalla Regione Marche al capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Nonostante il nostro territorio risulti il meno colpito in ambito regionale, la conta in atto dei danni risulta comunque ingente, soprattutto per quanto riguarda alcune realtà produttive e comunali".

Così il commissario straordinario della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande, sui danni del maltempo dei giorni scorsi.

"Per quanto riguarda la rete stradale provinciale - continua il commissario - non registriamo alcuna interruzione, fatta eccezione per un piccolo tratto della Sp 15, tra Genga e Arcevia. Così come sono stati limitati gli effetti delle esondazioni lungo i fiumi dove, salvo alcune situazioni nell'area montana, si è avuto a valle un regolare deflusso delle acque. Ciò è stato possibile grazie agli interventi di prevenzione e manutenzione realizzati nel corso degli ultimi anni, e alla dislocazione su tutto il territorio del personale provinciale, che mi sento di ringraziare per lo straordinario lavoro svolto nelle ultime ore con sacrificio e abnegazione al servizio della collettività".
La Provincia manterrà comunque alto il livello di vigilanza sui punti più critici del reticolo idrogeologico. "I nostri tecnici - conclude Casagrande - sono ancora oggi impegnati nelle operazioni di monitoraggio delle aree ritenute più a rischio. L'obiettivo è garantire la massima sicurezza dei cittadini e intervenire tempestivamente in caso di problemi".

La Provincia di Macerata già nei giorni scorsi aveva chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza per i danni provocati dal maltempo. L'insistere delle piogge, infatti, aveva visto l'aggravarsi della situazione e delle già pesantissime ripercussioni sull'intero territorio provinciale, specialmente nelle zone limitrofe ai fiumi e sulla rete stradale.

Il Chienti e Potenza erano esondati in più punti, con allagamenti anche di nuclei abitati, oltreché di estese aree agricole, ed enormi erano stati i disagi sulle strade, con l'interruzione perfino dei servizi essenziali. Le colate di fango avevano reso difficilissima la circolazione sulla rete viaria principale e secondaria: diverse Provinciali erano rimaste chiuse, mentre altre avevano subito interruzioni parziali e restringimenti delle carreggiate; moltissime strade comunali erano rimaste inagibili.

In conseguenza di tutto ciò, venerdì 15 novembre, la Provincia di Macerata ha inoltrato richiesta urgente al ministero dell'Economia e delle Finanze di spazi finanziari non vincolati dal Patto di stabilità, per far fronte agli interventi più stringenti e riparare ai gravissimi danni provocati dalla forte ondata di maltempo. “Di fronte a questa situazione - dichiara il presidente Pettinari - non possiamo rimanere a guardare: lo Stato ci metta nelle condizioni di agire per ristabilire la sicurezza lungo la rete stradale e in prossimità degli alvei fluviali”. L'Amministrazione provinciale sta percorrendo tutte le possibili vie (sempre nella giornata di venerdì 15 si è tenuta una Giunta straordinaria) per cercare di reperire i fondi necessari a sostenere lo stato di emergenza, anche in seguito alle prime quantificazioni dei danni.

Contemporaneamente, va avanti il lavoro per perfezionare il controllo di questo tipo di situazioni, con una collaborazione ancora più stretta ed efficace con la Regione e i vari settori coinvolti, compresa una diversa e migliore gestione degli invasi. È del 14 novembre, infatti, il sopralluogo effettuato dal presidente Antonio Pettinari con Roberto Oreficini, capo dipartimento per la Protezione Civile delle Marche, nei punti più colpiti del Maceratese, a cui è seguito un vertice al quale hanno preso parte anche il viceprefetto Tiziana Tombesi, il comandante dei Vigili del fuoco, Dino Poggiali, e della Forestale, Giuseppe Bordoni. Qui sono stati esaminati tutti gli aspetti relativi all'emergenza in corso e, in particolare, all'annunciata ondata di maltempo prevista nel fine settimana.

Le emergenze meteo, che arrivano puntuali ogni fine settimana, non possono continuare a mettere in ginocchio il nostro territorio. I cambiamenti climatici in atto impongono anche cambiamenti negli interventi da parte delle autorità e delle istituzioni”. Ne è convinto il presidente della Comunità Montana di San Severino Marche, Gian Luca Chiappa, che per venire incontro alle necessità del momento, soprattutto dopo l'ondata di maltempo che ha flagellato in questi giorni la Val Potenza, ha convocato un incontro con sindaci e Protezione Civile. “Fronteggiare le emergenze non è solo un problema di carattere economico, - spiega Chiappa -  vanno pianificate azioni e rispettate competenze. Ai convegni siamo sempre in tanti, quando servono i fondi poi non si trova mai nessuno. Servono per questo seri piani intercomunali di Protezione Civile, che siano in grado di mettere insieme, al momento del bisogno, tutte le forze in campo: volontari, tecnici dei Comuni, imprese private e anche i cittadini, se servono. Si devono siglare accordi con i Consorzi di Bonifica, le Province, l'ex Genio Civile, la Regione. Come Comunità Montana abbiamo già provveduto in passato all'acquisto dei mezzi necessari, non ci tireremo indietro neanche questa volta. Se serviranno le idrovore le acquisteremo, ma chiederemo anche la prossimità dei mezzi per affrontare a monte le emergenze. Tanto per rimanere in tema, le idrovore non possono stare sulla riva del mare, ma dove nascono i fiumi. E' lì che servono, per evitare che le acque si spingano a valle con forza, seminando panico e distruzione. Va poi pianificato – conclude Chiappa – il controllo del territorio. Lungo i fiumi Potenza ed Esino, dove siamo intervenuti negli ultimi mesi con lavori di risistemazione, gli argini hanno retto, e bene. Operativamente, ci dobbiamo calare nella realtà, anche per evitare che quattro enti diversi abbiano competenze su di un letto di un fiume".
 

Un forte appello alla politica e alle Istituzioni arriva anche dall'Associazione NuovaSALVAMBIENTE di Pollenza, la quale, in merito ai tanti episodi di danni ambientali avvenuti a causa del maltempo dei giorni scorsi nel territorio provinciale, sente il dovere di chiedere una maggiore prevenzione ambientale, nonché rivedere - alla luce del pericolo del dissesto idrogeologico - i piani regolatori e di pianificazione territoriale, ampliando le conoscenze del territorio relative a climatologia e geomorfologia, necessarie per una migliore comprensione dei fenomeni.

"Bisogna avere il coraggio di spiegare bene ai cittadini che spesso una calamita naturale non si può impedire, ma se ne possono limitare gli effetti, come nel caso di una esondazione di un fiume. Occorre a tale scopo una manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua seguendo alcune semplici regole:

- evitare interventi di sistemazione idraulica dei corsi d'acqua nell'intero reticolo idrografico naturale ad eccezione della messa in sicurezza dei ponti e delle aree urbane fortemente antropizzate;

- consentire la massima divagazione dei corsi d'acqua;

- prevedere la realizzazione di “vasche di colmata” nei punti adatti;

- conservare la massima naturalità delle rive fluviali, soprattutto mantenendo la vegetazione spontanea ivi presente; ma garantendo nel contempo il libero passaggio delle acque;

- sviluppare le potenzialità offerte dall'ingegneria naturalistica.

Tutto ciò tuttavia, non sarà risolutivo fintanto che fabbriche, impianti sportivi, case, campeggi e parcheggi continueranno a occupare terreno, specialmente lungo e fasce fluviali esondabili, rendendo ancora più economicamente gravoso realizzare interventi per contrastare le leggi fisiche naturali.

Da ultimo riportiamo fedelmente quanto già evidenziato nel dicembre 2012 alla Provincia di Macerata, nella procedura del rilascio dell'AIA richiesta dal Cosmari di Tolentino, ipotizzando già da allora il pericolo in più nel caso di esondazione del fiume Chienti, proprio per l'insistenza nelle vicinanze dell'impianto di trattamento dei rifiuti.

L'impianto è localizzato in prossimità del fiume Chienti, con il rischio di eventuale esondazione naturale o per cause comunque prevedibili, e con quello di contaminazione delle stesse acque del fiume.

- Lo studio geomorfologico rileva un alto rischio di inquinamento delle falde acquifere, dovuto alla alta permeabilità dei terreni circostanti.

- Occorre tener conto che nelle zone limitrofe insistono anche parecchi pozzi di prelevamento delle acque a uso irriguo: una volta contaminate, finirebbero sulle colture e subito dopo nelle nostre tavole.

Resta pertanto compito della politica dare concretezza alla prevenzione, affinché non siano poche ore di pioggia battente a mettere in ginocchio una provincia anche economicamente".

 

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