Dopo gli episodi denunciati nelle scorse settimane, è allarme bullismo all'Istituto Medi di Porto Recanati, tanto che anche il sindaco Rosalba Ubaldi è intervenuto sulla questione, partecipando al consiglio d'istituto con la preside e i docenti. Giorni fa, infatti, alcuni minorenni erano stati identificati come membri di una vera e propria baby gang, dedita a piccole estorsioni e ricatti nei confronti di compagni di scuola più piccoli o deboli. Minacce, biciclette rovinate, zaini squarciati e addirittura aggressioni fisiche, nel caso la vittima di turno si fosse rifiutata di consegnare alcuni oggetti o delle piccole cifre di denaro. Il caso è esploso quando uno dei genitori, di fronte ai lividi del figlio, non ha esitato a rivolgersi alle forze dell'ordine, prima ancora che alle figure di competenza all'interno della scuola. Purtroppo, gli stessi docenti si trovano spesso impotenti di fronte a situazioni del genere, in cui i minori accusati vengono difesi dai propri genitori.
Ovviamente, si sono attivate anche le autorità politiche e sociali della cittadina, per cercare una collaborazione sinergica che porti a risolvere, o quantomeno contenere, questo dilagante fenomeno; il progetto " Capirsi in sicurezza", che coinvolgerà anche polizia municipale e figure specializzate in assistenza psicologica a minori con problematiche, sarà, per il secondo anno consecutivo, uno dei punti forza delle politiche giovanili.
Porto Recanati non rappresenta di certo un caso isolato, perché il fenomeno del bullismo rappresenta un oceano dilagante, un qualcosa che oramai viene quasi assimilato dai ragazzini e da molti genitori come normale, legato alla crescita, una prova difficile ma necessaria che tutti ci siamo trovati a vivere almeno una volta. Ciò che colpisce è la soglia d'età sempre più bassa: il Medi, infatti, è un Istituto Comprensivo che racchiude scuola dell'infanzia, scuola primaria e secondaria di primo grado; gli episodi sono avvenuti principalmente all'interno della scuola media, nelle cui aule siedono anche ragazzini appena usciti dalle elementari, con ancora in mente il ricordo delle maestre e dei cartelloni da appendere alle finestre.
Il progetto citato, "Capirsi in sicurezza", è già stato attivato lo scorso anno, all'interno delle classi di prima e seconda media. Ragazzi di 11-12 anni, quindi. Vero è che la prevenzione resta sempre la migliore arma, e che l'educazione alla tolleranza e al rispetto va inculcata quanto prima possibile, ma il fatto che l'emergenza scatti comunque all'interno di un simile contesto deve dare davvero di che pensare.
Da sempre esiste la figura del più forte, in senso se non altro fisico, che cerca di prevaricare e sopraffare il più debole, e chiunque, nel corso della propria esistenza, si è trovato a superare una prova del genere, apprendendo in questo modo a gestire delle situazioni o a sviluppare la propria personalità, superando i timori; ma ben diversa è la situazione di bambini aggrediti da altri bambini, bambini che nella nostra florida società, perché florida rimane ancora a dispetto della crisi, sentono la mancanza disperata di qualcosa.
Soldi, sigarette, merendine. Tutte cose che hanno, che potrebbero avere, o che non dovrebbero avere. Che si procurano, nonostante tutto, pensando anche di costruirsi, nel frattempo, una facciata di tutto rispetto, di quello davanti a cui tutti abbassano lo sguardo.
Bambini sempre in branco, eppure sempre più soli.