Partire da una ricerca di base multidisciplinare sulla biodiversità degli ecosistemi pastorali e
svilupparne un filone applicativo facendola diventare ricerca volta al sostegno del territorio e
delle aziende agro-zootecniche gravemente minacciate dai cambiamenti climatici. E’ una
delle finalità del progetto FAR Climapp, coordinato dal prof. Andrea Catorci di Unicam e
legato all’adeguamento dei sistemi pastorali e produttivi di montagna ai cambiamenti
climatici. Nel suo insieme il progetto prevede due settori di attività dei quali l’uno è più
strettamente legato agli aspetti di ecologia vegetale e analizza la risposta dei sistemi di
prateria allo stress legato ai mutamenti climatici, l’altro riguarda invece la sostenibilità
economica dei processi di adattamento delle aziende agro- zootecniche alle mutate condizioni climatiche.
Proprio in questo ambito, nelle due giornate di venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile, presso il
polo Lodovici dell’Università di Camerino, in collaborazione con il Prof. Maurizio Canavari
dell’Università di Bologna e con il coinvolgimento di numerosi partecipanti, si è svolto un
consumer test, a cui è seguita un’asta sperimentale, su alcuni formaggi prodotti all’interno del
progetto con tecniche e modalità atte a superare le criticità dovute all’inasprirsi delle
condizioni climatiche.
Come ha spiegato la prof.ssa Paola Scocco, tali cambiamenti stanno portando ad una sempre
crescente aridità che determina un più veloce impoverimento del valore nutrizionale del
pascolo e questo può determinare delle ricadute negative sulla qualità dei formaggi
prodotti. "Noi stiamo cercando di capire quali possano essere le azioni in grado di tamponare
questi effetti- ha detto la docente- e, all’interno della sperimentazione, abbiamo utilizzato dei
gruppi di ovini, avvalendoci della preziosa collaborazione dell’azienda Di Pietrantonio di
Belforte. Abbiamo valutato la composizione chimica del latte, e del formaggio con esso
prodotto, in momenti differenti del ciclo stagionale, mentre un gruppo sperimentale di
ovini ha avuto un’integrazione alimentare nelle fasi più difficili del periodo estivo.
I tre formaggi che ne sono derivati hanno caratteristiche differenti e sono stati
precedentemente valutati da un panel di esperti del Centro Italiano di Analisi Sensoriale di
Matelica. Quello che ci interessa valutare è, da un lato il gradimento dei potenziali
consumatori verso questi formaggi e, dall’altro, la disponibilità dei consumatori a spendere
per un formaggio che ha delle caratteristiche particolari. Riteniamo che questo possa
rappresentare un aiuto importante per le aziende zootecniche della montagna, già in difficoltà
prima e ulteriormente danneggiate dal sisma”.
Aperta dai saluti del Rettore Flavio Corradini, con la interessata presenza del Rettore vicario
e del Direttore Amministrativo, l’iniziativa è stata valutata molto interessante e foriera di futuri
ampi sviluppi dallo stesso Corradini. ” Non mi è mai capitato di partecipare ad un evento del
genere– ha detto – ritengo che tutto questo sia molto interessante e penso che questo
metodo possa essere utilizzato proficuamente anche in altri settori.
Sui progetti FAR il nostro ateneo ha rivolto sempre massima attenzione - ha aggiunto- e su di
essi ha fatto importanti investimenti, che hanno condotto a risultati molto significativi. La
partecipazione al progetto degli economisti agrari dell’università di Bologna- ha dichiarato
Corradini- mi fa molto piacere e sono sicuro che questa sinergia potrà in futuro essere
ulteriormente implementata”
Ognuno dei partecipanti al test, seduto dalla sua postazione telematica,
ha potuto assaggiare i 3 tipi di formaggio pecorino proposti (identificati da un codice)
esprimendo un parere su ognuno attraverso la compilazione di un apposito
questionario. Successivamente ha avuto luogo un’asta sperimentale che è il metodo usato nei
sondaggi di mercato attraverso il quale si può capire il valore che i consumatori attribuiscono
al prodotto proposto dichiarando il prezzo che sarebbero disposti a pagare, per acquistarlo
“Il test dell’asta sperimentale- ha spiegato il prof. Canavari- è un metodo
di ricerca di marketing, utile per valutare il valore percepito dalle persone
per un determinato prodotto e per certe sue caratteristiche. E’ la prima
volta che collaboriamo con l’Università di Camerino su iniziative di questo
genere e ci auguriamo di poterlo fare anche in futuro, in quanto il lavoro di
ricerca sulla tecnologia, sui metodi di alimentazione e di allevamento è di
sicuro rilievo come pure è importante capire quanto queste innovazioni
siano percepite dal consumatore perché è lui che alla fine potrà dirci se il
lavoro che abbiamo fatto ha un valore, oppure no”.
La ricerca di Unicam si mette dunque a servizio del sostegno economico
delle aziende e della promozione dei prodotti del territorio che devono
diventare testimonial diretti della montagna. Riuscire ad estendere questo
tipo di ragionamento ad un paniere più ampio di prodotti, potrebbe voler
dire ottenere un effetto amplificato e contrastare le difficoltà delle aziende,
ulteriormente inasprite dagli eventi sismici.
Carla Campetella