La ricerca di Unicam a servizio del sostegno economico delle aziende e promozione prodotti del territorio

Lunedì, 03 Aprile 2017 22:13 | Letto 1566 volte   Clicca per ascolare il testo La ricerca di Unicam a servizio del sostegno economico delle aziende e promozione prodotti del territorio Partire da una ricerca di base multidisciplinare sulla biodiversità degli ecosistemi pastorali e svilupparne un filone applicativo facendola diventare ricerca volta al sostegno del territorio e delle aziende agro-zootecniche gravemente minacciate dai cambiamenti climatici. E’ una delle finalità del progetto FAR Climapp, coordinato dal prof. Andrea Catorci di Unicam e legato all’adeguamento dei sistemi pastorali e  produttivi di montagna ai cambiamenti climatici. Nel suo insieme il progetto prevede due settori di attività dei quali l’uno è più strettamente legato agli aspetti di ecologia vegetale e analizza la risposta dei sistemi di prateria allo stress legato ai mutamenti climatici, l’altro riguarda invece la sostenibilità economica dei processi di adattamento delle aziende agro- zootecniche alle mutate condizioni climatiche. Proprio in questo ambito, nelle due giornate di venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile, presso il polo Lodovici dell’Università di Camerino, in collaborazione con il Prof. Maurizio Canavari dell’Università di Bologna e con il coinvolgimento di numerosi partecipanti, si è svolto un consumer test, a cui è seguita un’asta sperimentale, su alcuni formaggi prodotti all’interno del progetto con tecniche e modalità atte a superare le criticità dovute all’inasprirsi delle condizioni climatiche. Come ha spiegato la prof.ssa Paola Scocco, tali cambiamenti stanno portando ad una sempre crescente aridità che determina un più veloce impoverimento del valore nutrizionale del pascolo e questo può determinare delle ricadute negative sulla qualità dei formaggi prodotti. Noi stiamo cercando di capire quali possano essere le azioni in grado di tamponare questi effetti- ha detto la docente-  e, all’interno della sperimentazione, abbiamo utilizzato dei gruppi di ovini, avvalendoci della preziosa collaborazione dell’azienda Di Pietrantonio di Belforte. Abbiamo valutato la composizione chimica del latte, e del formaggio con esso prodotto, in momenti differenti del ciclo stagionale, mentre un gruppo sperimentale di ovini ha avuto un’integrazione alimentare nelle fasi più difficili del periodo estivo. I tre formaggi che ne sono derivati hanno caratteristiche differenti e sono stati precedentemente valutati da un panel di esperti del Centro Italiano di Analisi Sensoriale di Matelica. Quello che ci interessa valutare è, da un lato il gradimento dei potenziali consumatori verso questi formaggi e, dall’altro, la disponibilità dei consumatori a spendere per un formaggio che ha delle caratteristiche particolari. Riteniamo che questo possa rappresentare un aiuto importante per le aziende zootecniche della montagna, già in difficoltà prima e ulteriormente danneggiate dal sisma”. Aperta dai saluti del Rettore Flavio Corradini, con la interessata presenza del Rettore vicario e del Direttore Amministrativo, l’iniziativa è stata valutata molto interessante e foriera di futuri ampi sviluppi dallo stesso Corradini. ” Non mi è mai capitato di partecipare ad un evento del genere– ha detto – ritengo che tutto questo sia molto interessante e penso che questo metodo possa essere utilizzato proficuamente anche in altri settori. Sui progetti FAR il nostro ateneo ha rivolto sempre massima attenzione - ha aggiunto- e su di essi ha fatto importanti investimenti, che hanno condotto a risultati molto significativi. La partecipazione al progetto degli economisti agrari dell’università di Bologna- ha dichiarato Corradini- mi fa molto piacere e sono sicuro che questa sinergia potrà in futuro essere ulteriormente implementata” Ognuno dei partecipanti al test, seduto dalla sua postazione telematica, ha potuto assaggiare i 3 tipi di formaggio pecorino proposti (identificati da un codice) esprimendo un parere su ognuno attraverso la compilazione di un apposito questionario. Successivamente ha avuto luogo un’asta sperimentale che è il metodo usato nei sondaggi di mercato attraverso il quale si può capire il valore che i consumatori attribuiscono al prodotto proposto dichiarando il prezzo che sarebbero disposti a pagare, per acquistarlo      “Il test dell’asta sperimentale- ha spiegato il prof. Canavari- è un metodo di ricerca di marketing, utile per valutare il valore percepito dalle persone per un determinato prodotto e per certe sue caratteristiche. E’ la prima volta che collaboriamo con l’Università di Camerino su iniziative di questo genere e ci auguriamo di poterlo fare anche in futuro, in quanto il lavoro di ricerca sulla tecnologia, sui metodi di alimentazione e di allevamento è di sicuro rilievo come pure è importante capire quanto queste innovazioni siano percepite dal consumatore perché è lui che alla fine potrà dirci se il lavoro che abbiamo fatto ha un valore, oppure no”. La ricerca di Unicam si mette dunque a servizio del sostegno economico delle aziende e della promozione dei prodotti del territorio che devono diventare testimonial diretti della montagna. Riuscire ad estendere questo tipo di ragionamento ad un paniere più ampio di prodotti, potrebbe voler dire ottenere un effetto amplificato e contrastare le difficoltà delle aziende, ulteriormente inasprite dagli eventi sismici. Carla Campetella    

Partire da una ricerca di base multidisciplinare sulla biodiversità degli ecosistemi pastorali e

svilupparne un filone applicativo facendola diventare ricerca volta al sostegno del territorio e

delle aziende agro-zootecniche gravemente minacciate dai cambiamenti climatici. E’ una

delle finalità del progetto FAR Climapp, coordinato dal prof. Andrea Catorci di Unicam e

legato all’adeguamento dei sistemi pastorali e  produttivi di montagna ai cambiamenti

climatici. Nel suo insieme il progetto prevede due settori di attività dei quali l’uno è più

strettamente legato agli aspetti di ecologia vegetale e analizza la risposta dei sistemi di

prateria allo stress legato ai mutamenti climatici, l’altro riguarda invece la sostenibilità

economica dei processi di adattamento delle aziende agro- zootecniche alle mutate condizioni climatiche.

Proprio in questo ambito, nelle due giornate di venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile, presso il

polo Lodovici dell’Università di Camerino, in collaborazione con il Prof. Maurizio Canavari

dell’Università di Bologna e con il coinvolgimento di numerosi partecipanti, si è svolto un

consumer test, a cui è seguita un’asta sperimentale, su alcuni formaggi prodotti all’interno del

progetto con tecniche e modalità atte a superare le criticità dovute all’inasprirsi delle

condizioni climatiche.

Come ha spiegato la prof.ssa Paola Scocco, tali cambiamenti stanno portando ad una sempre

crescente aridità che determina un più veloce impoverimento del valore nutrizionale del

pascolo e questo può determinare delle ricadute negative sulla qualità dei formaggi

prodotti. "Noi stiamo cercando di capire quali possano essere le azioni in grado di tamponare

questi effetti- ha detto la docente-  e, all’interno della sperimentazione, abbiamo utilizzato dei

gruppi di ovini, avvalendoci della preziosa collaborazione dell’azienda Di Pietrantonio di

Belforte. Abbiamo valutato la composizione chimica del latte, e del formaggio con esso

prodotto, in momenti differenti del ciclo stagionale, mentre un gruppo sperimentale di

ovini ha avuto un’integrazione alimentare nelle fasi più difficili del periodo estivo.

I tre formaggi che ne sono derivati hanno caratteristiche differenti e sono stati

precedentemente valutati da un panel di esperti del Centro Italiano di Analisi Sensoriale di

Matelica. Quello che ci interessa valutare è, da un lato il gradimento dei potenziali

consumatori verso questi formaggi e, dall’altro, la disponibilità dei consumatori a spendere

per un formaggio che ha delle caratteristiche particolari. Riteniamo che questo possa

rappresentare un aiuto importante per le aziende zootecniche della montagna, già in difficoltà

prima e ulteriormente danneggiate dal sisma”.

Aperta dai saluti del Rettore Flavio Corradini, con la interessata presenza del Rettore vicario

e del Direttore Amministrativo, l’iniziativa è stata valutata molto interessante e foriera di futuri

ampi sviluppi dallo stesso Corradini. ” Non mi è mai capitato di partecipare ad un evento del

genere– ha detto – ritengo che tutto questo sia molto interessante e penso che questo

metodo possa essere utilizzato proficuamente anche in altri settori.

Sui progetti FAR il nostro ateneo ha rivolto sempre massima attenzione - ha aggiunto- e su di

essi ha fatto importanti investimenti, che hanno condotto a risultati molto significativi. La

partecipazione al progetto degli economisti agrari dell’università di Bologna- ha dichiarato

Corradini- mi fa molto piacere e sono sicuro che questa sinergia potrà in futuro essere

ulteriormente implementata”

Ognuno dei partecipanti al test, seduto dalla sua postazione telematica,

ha potuto assaggiare i 3 tipi di formaggio pecorino proposti (identificati da un codice)

esprimendo un parere su ognuno attraverso la compilazione di un apposito

questionario. Successivamente ha avuto luogo un’asta sperimentale che è il metodo usato nei

sondaggi di mercato attraverso il quale si può capire il valore che i consumatori attribuiscono

al prodotto proposto dichiarando il prezzo che sarebbero disposti a pagare, per acquistarlo 

 

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“Il test dell’asta sperimentale- ha spiegato il prof. Canavari- è un metodo

di ricerca di marketing, utile per valutare il valore percepito dalle persone

per un determinato prodotto e per certe sue caratteristiche. E’ la prima

volta che collaboriamo con l’Università di Camerino su iniziative di questo

genere e ci auguriamo di poterlo fare anche in futuro, in quanto il lavoro di

ricerca sulla tecnologia, sui metodi di alimentazione e di allevamento è di

sicuro rilievo come pure è importante capire quanto queste innovazioni

siano percepite dal consumatore perché è lui che alla fine potrà dirci se il

lavoro che abbiamo fatto ha un valore, oppure no”.

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La ricerca di Unicam si mette dunque a servizio del sostegno economico

delle aziende e della promozione dei prodotti del territorio che devono

diventare testimonial diretti della montagna. Riuscire ad estendere questo

tipo di ragionamento ad un paniere più ampio di prodotti, potrebbe voler

dire ottenere un effetto amplificato e contrastare le difficoltà delle aziende,

ulteriormente inasprite dagli eventi sismici.

Carla Campetella

 

 

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