Consegna delle 9 casette di Castelraimondo con la Commissaria De Micheli

Sabato, 21 Aprile 2018 17:43 | Letto 2075 volte   Clicca per ascolare il testo Consegna delle 9 casette di Castelraimondo con la Commissaria De Micheli Taglio del nastro con la presenza di tante autorità civili e militari per le 9 casette dellarea del parco fluviale di Castelraimondo. Con il sindaco Renzo Marinelli e tutta lamministrazione comunale, cerano la Commissaria per la ricostruzione Paola De Micheli, il Capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, lassessore regionale Angelo Sciapichetti, larcivescovo Francesco Brugnaro, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, Stefano Stefoni responsabile unico del procedimento delle opere di urbanizzazione. Di grande qualità, sotto ogni punto di vista, larea di realizzazione delle Soluzioni Abitative Emergenziali che, come ha ricordato Borrelli, una volta che sarà completata la ricostruzione delle abitazioni delle famiglie ospitate, resterà nel patrimonio della comunità locale e,utilizzabile come strumento di sviluppo socio economico del territorio.   Castelraimondo- ha sottolineato il sindaco- è una cittadina viva che ha voglia di andare avanti e questa realizzazione, lo sta a dimostrare. Si è voluta fare una cosa di qualità e bella perché chi vive una situazione di disagio deve poter star bene. Adesso il nostro cruccio è quello di sistemare le 18 famiglie che sono in attesa di occupare gli appartamenti acquisiti dall’Erap, perché prima di tutto vengono le esigenze dei cittadini. Forse quello che manca a questo territorio è di stare insieme- ha aggiunto Marinelli- Dobbiamo guardare avanti perché la rinascita di questo territorio può partire solo da grandi progetti, che debbono essere portati avanti tutti insieme. Questo territorio rinasce, se rinasce unito e senza linee. Nel ringraziare tutti i sindaci che, con grande dedizione e passione si stanno prodigando per la ricostruzione la Commissaria De Micheli ha osservato che se si andasse più d’accordo, certamente sarebbe tutto più semplice, ma non sarà questo che ci fermerà. Si tratta di una ricostruzione con coda- ha proseguito - perché stiamo parlando di un terremoto grande, molto diversificato, che abbraccia 4 regioni e situazioni che tra di loro sono molto diverse, come diverse sono le  esigenze e, possono esserlo anche le opinioni. E’ un terremoto che ha dovuto superare anche le campagne elettorali, dove magari ci si è lasciati andare anche a qualche eccesso; nonostante questo, noi abbiamo cercato di proteggere il più possibile le scelte che abbiamo condiviso quasi sempre all’unanimità con i sindaci e con i sub-commissari presidenti delle regioni e, abbiamo tentato di accelerare il più possibile l’attuazione dei tre obiettivi della Ricostruzione. Il primo obiettivo è sicuramente quello della ricostruzione privata e lì,   in particolar modo io che mi sono occupata di ricostruzione a L’Aquila e in Emilia Romagna, ho avuto lennesima conferma dopo luscita dell’ ordinanza 46,  del fatto che la ricostruzione è un guanto che noi mettiamo sulla mano delle istituzioni, ma è un guanto che progressivamentenoi riadattiamo alla mano istituzionale con l’emergere di esigenze e e della necessità di riadeguare le norme. Sulla ricostruzione privata- ha sottolineato-  è emerso chiaramente che abbiamo la necessità di intervenire perché, senza colpa di nessuno, c’è un numero di abusi tale che è stato necessario prevedere specificamente una norma che quando è iniziata  tutta questa vicenda, non era prevedibile. La stiamo scrivendo e, non appena sarà insediato il nuovo governo, la proporremo agli organi istituzionali in modo tale da avere, entro i mesi estivi, uno strumento che servirà a poter dare un ulteriore colpo alla ricostruzione. Auspico che questo serva agli Uffici Speciali per essere inondati da domande di ricostruzione. Sulla ricostruzione privata- ha rimarcato-  noi dobbiamo anche essere più consapevoli che ce la faremo. Se c’è una cosa che ho notato nei sentimenti della gente girando per i paesi del cratere è stata la paura e la preoccupazione ed è per questo che  vi esorto ad vere fiducia sul fatto che  la  ricostruzione privata  si può fare, si può fare bene e, anche abbastanza velocemente Secondo punto chiave della ricostruzione è poi  la ricostruzione pubblica : su questo a breve verrà registrata un’ordinanza da parte della Corte dei Conti e, insieme a quella riferita alla chiese, investiamo già 2 miliardi e mezzi sulle opere pubbliche. In 19 mesi dall’evento sismico, non era mai accaduto che tanti soldi venissero investiti in questo settore e dunque, saremo tutti da stimolo reciproco, i cittadini con le istituzioni e le istituzioni tra di loro, per dire approfittiamo di questo. Terzo ma non ultimo punto, perché deve andare in parallelo con gli altri, quello relativo alle scelte economiche che dovremo fare per mantenere il lavoro e le  imprese in questo territorio e, in alcuni casi, farlo diventare anche un territorio più affascinante per nuovi insediamenti produttivi . Abbiamo l’idea di una rimodulazione della ZFU per il prossimo biennio in modo da dare ancora più sostegno alle piccole e medie attività che sono il vero motore soprattutto nella zona più montana del terremoto. Altre misure le  condivideremo nel mese di maggio anche nei comitati istituzionali insieme ai sub commissari e con i sindaci. E soprattutto, - ha concluso la Commissaria- non crediate mai che, anche quando si spegneranno le luci e i riflettori, lo Stato non ci sarà. Non credetelo mai perché avrete sempre qualcuno all’interno dello Stato che farà di tutto, non solo per tenere accesi i riflettori ma soprattutto per darvi le risposte che abbiamo deciso come italiani di garantire per il futuro a questi territori. Il fatto di lavorare in sinergia tra Protezione civile e Commissario per la ricostruzione- ha detto Borrelli-  denota anche l’efficienza di questo sistema e credo che nel nostro ordinamento dovremmo pensare anche ad istituzionalizzare la materia della ricostruzione con una legge organica che possa essere applicata immediatamente ogni volta che si verifichi l’emergenza, in modo tale da non partire da capo ogni volta. Grazie alla Regione Marche, all’assessore Sciapichetti e ai colleghi della regione che si sono sobbarcati l’onere di seguire dal punto di vista amministrativo e tecnico la realizzazione delle SAE e grazie a tutti coloro che da oggi entrano nelle ‘casette’ anche per la pazienza che hanno avuto. Ci sono stati dei tempi prolungati per lavori problematici,  ma  attendere un po’di più, alla fine è valsa la pena perché il villaggio che vedete è una struttura che rimarrà anche successivamente” “ Quello di oggi, insieme alle 18 abitazioni che l’Erap ha acquistato per gli abitanti di Castelraimondo rimasti senza casa, è un altro segnale di speranza per la comunità”. Così l’assessore regionale Sciapichetti nel suo intervento di saluto - Aggiungiamo un altro tassello al grande puzzle della Ricostruzione che ci vede impegnati da tanto tempo e voglio ringraziare gli uomini e donne della protezione civile che hanno fatto il possibile e limpossibile, le forze dell’ordine, tutte le autorità presenti e i rappresentanti delle ditte che hanno lavorato per questo risultato. Grazie a Paola De Micheli che ci ha presi per mano e ci ha seguiti sin dal primo giorno di nomina; quasi tutti giorni è nelle Marche per ascoltare ed affrontare qualsiasi problema. La ricostruzione- ha continuato Sciapichetti- deve vederci tutti impegnati perché sarà un percorso lungo difficile che deve vedere tutte le istituzioni unite. La filiera istituzionale dal comune, dal Parlamento al Governo, deve essere una filiera unita, per cercare di dare risposte concrete ad una bellissima area che già prima del terremoto soffriva di problemi enormi riferiti allo spopolamento e alle difficoltà per la mancanza di lavoro. Dobbiamo fare in modo insieme che la tragedia che tutti stiamo affrontando, possa diventare l’occasione di sviluppo di una terra. E questo è possibile, se siamo capaci di utilizzare al meglio le risorse umane; penso all’università, ai centri di ricerca, alle associazioni di categoria che stanno già lavorando per mettere in piedi una serie di progetti che possono rilanciare il territorio. E’ possibile se riusciamo a recuperare, ad intercettare e trasformare in progetti concreti tutte quelle risorse che a livello nazionale ed europeo sono state messe in campo”. Prima della benedizione della consegna delle casette, focalizzato su tre punti, il contributo dell’arcivescovo Francesco Brugnaro, il quale In primo luogo ha inteso sottolineare l’importanza di applicare la teoria dellinsieme, eliminare poi il termine fatalità e, come terzo punto, pensare alla gradualità e al compimento di quello che bisogna fare, per superare anche la fatalità. “ A mio avviso – ha detto Brugnaro- occorre fare in modo che le persone, i sindaci e gli operatori di ogni livello, trovino un piano comune sul quale, non tanto non andare a fare o dire la propria posizione, ma arrivare ad una metodologia di operazione, che permetta di superare le condizioni soggettive. Soprattutto quella della Fatalità e quindi, lavorare in sicurezza, insegnare alla gente di volere, non tanto tutto subito, quanto realizzazioni sicure e, far partecipare la popolazione a questo desiderio di sicurezza. La fatalità è limprevedibilità delle cose, ma il terremoto è la situazione nella quale noi ci troviamo e, chi costruisce le case, deve ricordare che questa è una zona da terremoto. Ecco che cosa vuol dire non trascurare le condizioni. E poi occorre lavorare insieme, superare i campanilismi attraverso la fatica, che deve essere condivisa da tutti “

Taglio del nastro con la presenza di tante autorità civili e militari per le 9 casette dell'area del parco fluviale di Castelraimondo. Con il sindaco Renzo Marinelli e tutta l'amministrazione comunale, c'erano la Commissaria per la ricostruzione Paola De Micheli, il Capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, l'arcivescovo Francesco Brugnaro, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, Stefano Stefoni responsabile unico del procedimento delle opere di urbanizzazione. Di grande qualità, sotto ogni punto di vista, l'area di realizzazione delle Soluzioni Abitative Emergenziali che, come ha ricordato Borrelli, una volta che sarà completata la ricostruzione delle abitazioni delle famiglie ospitate, resterà nel patrimonio della comunità locale e,utilizzabile come strumento di sviluppo socio economico del territorio.

 " Castelraimondo- ha sottolineato il sindacoè una cittadina viva che ha voglia di andare avanti e questa realizzazione, lo sta a dimostrare. Si è voluta fare una cosa di qualità e bella perché chi vive una situazione di disagio deve poter star bene. Adesso il nostro cruccio è quello di sistemare le 18 famiglie che sono in attesa di occupare gli appartamenti acquisiti dall’Erap, perché prima di tutto vengono le esigenze dei cittadini. Forse quello che manca a questo territorio è di stare insieme- ha aggiunto Marinelli- Dobbiamo guardare avanti perché la rinascita di questo territorio può partire solo da grandi progetti, che debbono essere portati avanti tutti insieme. Questo territorio rinasce, se rinasce unito e senza linee".

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Nel ringraziare tutti i sindaci che, con grande dedizione e passione si stanno prodigando per la ricostruzione la Commissaria De Micheli ha osservato che " se si andasse più d’accordo, certamente sarebbe tutto più semplice, ma non sarà questo che ci fermerà. Si tratta di una ricostruzione con coda- ha proseguito - perché stiamo parlando di un terremoto grande, molto diversificato, che abbraccia 4 regioni e situazioni che tra di loro sono molto diverse, come diverse sono le  esigenze e, possono esserlo anche le opinioni. E’ un terremoto che ha dovuto superare anche le campagne elettorali, dove magari ci si è lasciati andare anche a qualche eccesso; nonostante questo, noi abbiamo cercato di proteggere il più possibile le scelte che abbiamo condiviso quasi sempre all’unanimità con i sindaci e con i sub-commissari presidenti delle regioni e, abbiamo tentato di accelerare il più possibile l’attuazione dei tre obiettivi della Ricostruzione. Il primo obiettivo è sicuramente quello della ricostruzione privata e lì,   in particolar modo io che mi sono occupata di ricostruzione a L’Aquila e in Emilia Romagna, ho avuto l'ennesima conferma dopo l'uscita dell’ ordinanza 46,  del fatto che la ricostruzione è un guanto che noi mettiamo sulla mano delle istituzioni, ma è un guanto che progressivamentenoi riadattiamo alla mano istituzionale con l’emergere di esigenze e e della necessità di riadeguare le norme. Sulla ricostruzione privata- ha sottolineato-  è emerso chiaramente che abbiamo la necessità di intervenire perché, senza colpa di nessuno, c’è un numero di abusi tale che è stato necessario prevedere specificamente una norma che quando è iniziata  tutta questa vicenda, non era prevedibile. La stiamo scrivendo e, non appena sarà insediato il nuovo governo, la proporremo agli organi istituzionali in modo tale da avere, entro i mesi estivi, uno strumento che servirà a poter dare un ulteriore colpo alla ricostruzione. Auspico che questo serva agli Uffici Speciali per essere inondati da domande di ricostruzione. Sulla ricostruzione privata- ha rimarcato-  noi dobbiamo anche essere più consapevoli che ce la faremo. Se c’è una cosa che ho notato nei sentimenti della gente girando per i paesi del cratere è stata la paura e la preoccupazione ed è per questo che  vi esorto ad vere fiducia sul fatto che  la  ricostruzione privata  si può fare, si può fare bene e, anche abbastanza velocemente

Secondo punto chiave della ricostruzione è poi  la ricostruzione pubblica : su questo a breve verrà registrata un’ordinanza da parte della Corte dei Conti e, insieme a quella riferita alla chiese, investiamo già 2 miliardi e mezzi sulle opere pubbliche. In 19 mesi dall’evento sismico, non era mai accaduto che tanti soldi venissero investiti in questo settore e dunque, saremo tutti da stimolo reciproco, i cittadini con le istituzioni e le istituzioni tra di loro, per dire approfittiamo di questo.

Terzo ma non ultimo punto, perché deve andare in parallelo con gli altri, quello relativo alle scelte economiche che dovremo fare per mantenere il lavoro e le  imprese in questo territorio e, in alcuni casi, farlo diventare anche un territorio più affascinante per nuovi insediamenti produttivi . Abbiamo l’idea di una rimodulazione della ZFU per il prossimo biennio in modo da dare ancora più sostegno alle piccole e medie attività che sono il vero motore soprattutto nella zona più montana del terremoto. Altre misure le  condivideremo nel mese di maggio anche nei comitati istituzionali insieme ai sub commissari e con i sindaci. E soprattutto, - ha concluso la Commissaria- non crediate mai che, anche quando si spegneranno le luci e i riflettori, lo Stato non ci sarà. Non credetelo mai perché avrete sempre qualcuno all’interno dello Stato che farà di tutto, non solo per tenere accesi i riflettori ma soprattutto per darvi le risposte che abbiamo deciso come italiani di garantire per il futuro a questi territori".

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" Il fatto di lavorare in sinergia tra Protezione civile e Commissario per la ricostruzione- ha detto Borrelli-  denota anche l’efficienza di questo sistema e credo che nel nostro ordinamento dovremmo pensare anche ad istituzionalizzare la materia della ricostruzione con una legge organica che possa essere applicata immediatamente ogni volta che si verifichi l’emergenza, in modo tale da non partire da capo ogni volta. Grazie alla Regione Marche, all’assessore Sciapichetti e ai colleghi della regione che si sono sobbarcati l’onere di seguire dal punto di vista amministrativo e tecnico la realizzazione delle SAE e grazie a tutti coloro che da oggi entrano nelle ‘casette’ anche per la pazienza che hanno avuto. Ci sono stati dei tempi prolungati per lavori problematici,  ma  attendere un po’di più, alla fine è valsa la pena perché il villaggio che vedete è una struttura che rimarrà anche successivamente”

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“ Quello di oggi, insieme alle 18 abitazioni che l’Erap ha acquistato per gli abitanti di Castelraimondo rimasti senza casa, è un altro segnale di speranza per la comunità”. Così l’assessore regionale Sciapichetti nel suo intervento di saluto - "Aggiungiamo un altro tassello al grande puzzle della Ricostruzione che ci vede impegnati da tanto tempo e voglio ringraziare gli uomini e donne della protezione civile che hanno fatto il possibile e l'impossibile, le forze dell’ordine, tutte le autorità presenti e i rappresentanti delle ditte che hanno lavorato per questo risultato. Grazie a Paola De Micheli che ci ha presi per mano e ci ha seguiti sin dal primo giorno di nomina; quasi tutti giorni è nelle Marche per ascoltare ed affrontare qualsiasi problema. La ricostruzione- ha continuato Sciapichetti- deve vederci tutti impegnati perché sarà un percorso lungo difficile che deve vedere tutte le istituzioni unite. La filiera istituzionale dal comune, dal Parlamento al Governo, deve essere una filiera unita, per cercare di dare risposte concrete ad una bellissima area che già prima del terremoto soffriva di problemi enormi riferiti allo spopolamento e alle difficoltà per la mancanza di lavoro. Dobbiamo fare in modo insieme che la tragedia che tutti stiamo affrontando, possa diventare l’occasione di sviluppo di una terra. E questo è possibile, se siamo capaci di utilizzare al meglio le risorse umane; penso all’università, ai centri di ricerca, alle associazioni di categoria che stanno già lavorando per mettere in piedi una serie di progetti che possono rilanciare il territorio. E’ possibile se riusciamo a recuperare, ad intercettare e trasformare in progetti concreti tutte quelle risorse che a livello nazionale ed europeo sono state messe in campo”.

Prima della benedizione della consegna delle casette, focalizzato su tre punti, il contributo dell’arcivescovo Francesco Brugnaro, il quale In primo luogo ha inteso sottolineare l’importanza di applicare la teoria dell'insieme, eliminare poi il termine fatalità e, come terzo punto, pensare alla gradualità e al compimento di quello che bisogna fare, per superare anche la fatalità. “ A mio avviso – ha detto Brugnaro- occorre fare in modo che le persone, i sindaci e gli operatori di ogni livello, trovino un piano comune sul quale, non tanto non andare a fare o dire la propria posizione, ma arrivare ad una metodologia di operazione, che permetta di superare le condizioni soggettive. Soprattutto quella della Fatalità e quindi, lavorare in sicurezza, insegnare alla gente di volere, non tanto tutto subito, quanto realizzazioni sicure e, far partecipare la popolazione a questo desiderio di sicurezza. La fatalità è l'imprevedibilità delle cose, ma il terremoto è la situazione nella quale noi ci troviamo e, chi costruisce le case, deve ricordare che questa è una zona da terremoto. Ecco che cosa vuol dire non trascurare le condizioni. E poi occorre lavorare insieme, superare i campanilismi attraverso la fatica, che deve essere condivisa da tutti “

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