“Sfiduciate Ceriscioli”. Il comitato per l’ospedale di San Severino sul piede di guerra

Giovedì, 16 Agosto 2018 11:33 | Letto 1898 volte   Clicca per ascolare il testo “Sfiduciate Ceriscioli”. Il comitato per l’ospedale di San Severino sul piede di guerra “Siamo sconcertati. Le uscite del presidente della Regione Luca Ceriscioli per salvare il punto nascite di Fabriano rasentano l’assurdità”. Il comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino è sul piede di guerra dopo che, alcuni giorni fa, Ceriscioli si è pubblicamente esposto per chiedere al Governo una deroga alla chiusura del reparto maternità di Fabriano. Il vicepresidente Marco Massei chiede ai consiglieri regionali di avviare il processo di sfiducia. Non si ricorda, probabilmente, che fu proprio il presidente Ceriscioli e la sua giunta regionale, con la determina 931 della vigilia di Natale del 2015, ad aver disposto la chiusura del punto nascite fabrianese insieme a quelli di San Severino e Osimo. Andavano chiusi, secondo la Regione, perché non superavano i mille parti all’anno ed erano quindi ritenuti non sicuri. Peccato che l’allora ministro Beatrice Lorenzin avesse previsto una deroga per quelli situati in zone montane o comunque disagiate. Il limite, in questi casi, era di almeno 500 parti. “San Severino era l’unico che li superava - ricordano Mario Chirielli e Marco Massei, segretario e vicepresidente del comitato - pertanto nel disporne la chiusura Ceriscioli non ha nemmeno rispettato la legge. Al contrario, già all’epoca, quello di Fabriano non raggiungeva il numero minimo di nascite”. Oggi ne conta all’incirca 300. In un video ora, Ceriscioli racconta di come il reparto in realtà rispetti e garantisca tutti gli standard di sicurezza per mamme e nascituri tuttavia il Ministero per ora non ha concesso la deroga. Così il presidente e assessore regionale ha di nuovo scritto al Ministero.  “Con quella determina in gran sordina - protesta Chirielli - alla vigilia di Natale, ci ha massacrato e non ha rispettato la legge. Avevamo infatti i numeri dalla nostra parte, ampiamente al di sopra dei 500 parti eppure ha smantellato tutto senza pensarci giustificando tutto con ragioni di sicurezza. I punti nascita che non raggiungevano mille parti all’anno non erano sicuri, secondo lui”. Massei si dice invece indignato e umiliato dal comportamento di Ceriscioli e ritiene che “le minoranze devono immediatamente presentare una mozione di sfiducia perché sta ammettendo di aver applicato una politica di figli e figliastri è una disparità di trattamento. La chiusura del punto nascite di San Severino - incalza - è stata solo una squallida mossa politica. Chiedo un confronto pubblico al nostro presidente Ceriscioli, se ne avrà il coraggio. Ma ne dubito visto che non si è minimamente curato delle 22mila persone che avevano firmato perché non venisse chiuso il nostro reparto. Può scegliere la sede e la data”.Gaia Gennaretti 

“Siamo sconcertati. Le uscite del presidente della Regione Luca Ceriscioli per salvare il punto nascite di Fabriano rasentano l’assurdità”. Il comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino è sul piede di guerra dopo che, alcuni giorni fa, Ceriscioli si è pubblicamente esposto per chiedere al Governo una deroga alla chiusura del reparto maternità di Fabriano. Il vicepresidente Marco Massei chiede ai consiglieri regionali di avviare il processo di sfiducia.

Non si ricorda, probabilmente, che fu proprio il presidente Ceriscioli e la sua giunta regionale, con la determina 931 della vigilia di Natale del 2015, ad aver disposto la chiusura del punto nascite fabrianese insieme a quelli di San Severino e Osimo. Andavano chiusi, secondo la Regione, perché non superavano i mille parti all’anno ed erano quindi ritenuti non sicuri. Peccato che l’allora ministro Beatrice Lorenzin avesse previsto una deroga per quelli situati in zone montane o comunque disagiate. Il limite, in questi casi, era di almeno 500 parti. “San Severino era l’unico che li superava - ricordano Mario Chirielli e Marco Massei, segretario e vicepresidente del comitato - pertanto nel disporne la chiusura Ceriscioli non ha nemmeno rispettato la legge. Al contrario, già all’epoca, quello di Fabriano non raggiungeva il numero minimo di nascite”. Oggi ne conta all’incirca 300. In un video ora, Ceriscioli racconta di come il reparto in realtà rispetti e garantisca tutti gli standard di sicurezza per mamme e nascituri tuttavia il Ministero per ora non ha concesso la deroga. Così il presidente e assessore regionale ha di nuovo scritto al Ministero. 

“Con quella determina in gran sordina - protesta Chirielli - alla vigilia di Natale, ci ha massacrato e non ha rispettato la legge. Avevamo infatti i numeri dalla nostra parte, ampiamente al di sopra dei 500 parti eppure ha smantellato tutto senza pensarci giustificando tutto con ragioni di sicurezza. I punti nascita che non raggiungevano mille parti all’anno non erano sicuri, secondo lui”.

Massei si dice invece indignato e umiliato dal comportamento di Ceriscioli e ritiene che “le minoranze devono immediatamente presentare una mozione di sfiducia perché sta ammettendo di aver applicato una politica di figli e figliastri è una disparità di trattamento. La chiusura del punto nascite di San Severino - incalza - è stata solo una squallida mossa politica. Chiedo un confronto pubblico al nostro presidente Ceriscioli, se ne avrà il coraggio. Ma ne dubito visto che non si è minimamente curato delle 22mila persone che avevano firmato perché non venisse chiuso il nostro reparto. Può scegliere la sede e la data”.
Gaia Gennaretti 

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