Il "senso" di Camerino per la neve

Venerdì, 14 Dicembre 2018 17:08 | Letto 2565 volte   Clicca per ascolare il testo Il "senso" di Camerino per la neve Anche la neve è un motivo di nostalgia per i camerti. Da sempre abituati a vederne scendere anche parecchia e, più o meno preparati nell’affrontarne le insidie sia da pedoni che da automobilisti, nei confronti di quel fenomeno meteorologico che è raro che non accada, i camerti continuano a nutrire un sentimento di odio e amore. C’era anche lo scorso anno e ancora se ne ricordano le conseguenze; una coltre aggiuntiva di mille nuove difficoltà soprattutto per le campagne e per gli allevatori. Neve sinonimo di gioia per tutti i più piccoli che, equipaggiati ben bene, non vedono l’ora di potervi scorrazzare in mezzo. Problema grosso per chi deve partire presto per il lavoro, per l’apertura delle scuole, per i mezzi di trasporto urbano, l’arrivo della neve è comunque una sorpresa, bella o brutta che sia, ogni volta, capace di muovere ricordi in tutte le fasce d’età. E le immagini spesso riportano al centro della città, ai suoi maestosi giardini dove tutti hanno giocato a costruire pupazzi, a bersagliare gli amici di palle gelate; ai viottoli scoscesi dei borghi, alla discesa del “pincetto”, dove sono state disputate vere e proprie gare di bob, slittini e ogni altro aggeggio di fortuna, purché scivolasse. I rientri a casa erano un po’ meno divertenti, per via delle sgridate dei genitori o per qualche inevitabile ammaccatura rimediata. Si sa che la neve non fa rumore, eppure questa diversa dimensione del vivere ci fa sentire diverso anche quel rumore conosciuto e tutto nostro della neve. Risvegli con altri paesaggi, mezzi spazzaneve che a loro volta si muovono su percorsi ben diversi dalle strette strade del cuore della città, dove i motori in azione, sembravano penetrare le mura di casa. Svegliarsi immersi dal candore e dover spalare la neve davanti al portone, era una consuetudine di tutti gli inverni, compreso lo spargimento di sale che consentiva di camminare sicuri nei vicoletti. Pensieri banali e piccole ingenuità che comunque, riportano alla mente tanto del vissuto di Camerino e spiegano i tanti motivi del forte attaccamento dei suoi cittadini. Passando davanti alle aree sae innevate, ho respirato questa sottile malinconia. Me l’ha suggerita un’anziana nel ricordare che ha sempre avuto paura di scivolare sul ghiaccio, eppure, messi gli scarponi, è sempre uscita a fare la spesa da sola. Ho sentito che le mancava quel piccolo darsi da fare spicciolo per se stessa, una banale energia che ha sempre trovato in passato. Qualcuno si è chiesto il perché quei pochi fiocchi di neve postati sui social, abbiano fatto tanto rumore. Credo che sia il rumore di tanti ricordi che non si riesca a far spegnere. Carla Campetella

Anche la neve è un motivo di nostalgia per i camerti. Da sempre abituati a vederne scendere anche parecchia e, più o meno preparati nell’affrontarne le insidie sia da pedoni che da automobilisti, nei confronti di quel fenomeno meteorologico che è raro che non accada, i camerti continuano a nutrire un sentimento di odio e amore. C’era anche lo scorso anno e ancora se ne ricordano le conseguenze; una coltre aggiuntiva di mille nuove difficoltà soprattutto per le campagne e per gli allevatori. Neve sinonimo di gioia per tutti i più piccoli che, equipaggiati ben bene, non vedono l’ora di potervi scorrazzare in mezzo. Problema grosso per chi deve partire presto per il lavoro, per l’apertura delle scuole, per i mezzi di trasporto urbano, l’arrivo della neve è comunque una sorpresa, bella o brutta che sia, ogni volta, capace di muovere ricordi in tutte le fasce d’età. E le immagini spesso riportano al centro della città, ai suoi maestosi giardini dove tutti hanno giocato a costruire pupazzi, a bersagliare gli amici di palle gelate; ai viottoli scoscesi dei borghi, alla discesa del “pincetto”, dove sono state disputate vere e proprie gare di bob, slittini e ogni altro aggeggio di fortuna, purché scivolasse. I rientri a casa erano un po’ meno divertenti, per via delle sgridate dei genitori o per qualche inevitabile ammaccatura rimediata. Si sa che la neve non fa rumore, eppure questa diversa dimensione del vivere ci fa sentire diverso anche quel rumore conosciuto e tutto nostro della neve.

neve a CamerinoRisvegli con altri paesaggi, mezzi spazzaneve che a loro volta si muovono su percorsi ben diversi dalle strette strade del cuore della città, dove i motori in azione, sembravano penetrare le mura di casa. Svegliarsi immersi dal candore e dover spalare la neve davanti al portone, era una consuetudine di tutti gli inverni, compreso lo spargimento di sale che consentiva di camminare sicuri nei vicoletti. Pensieri banali e piccole ingenuità che comunque, riportano alla mente tanto del vissuto di Camerino e spiegano i tanti motivi del forte attaccamento dei suoi cittadini. Passando davanti alle aree sae innevate, ho respirato questa sottile malinconia. Me l’ha suggerita un’anziana nel ricordare che ha sempre avuto paura di scivolare sul ghiaccio, eppure, messi gli scarponi, è sempre uscita a fare la spesa da sola. Ho sentito che le mancava quel piccolo darsi da fare spicciolo per se stessa, una banale energia che ha sempre trovato in passato. Qualcuno si è chiesto il perché quei pochi fiocchi di neve postati sui social, abbiano fatto tanto rumore. Credo che sia il rumore di tanti ricordi che non si riesca a far spegnere.

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