Tensostruttura per la chiesa distrutta. Don Luca: "Così non si può più andare avanti"

Mercoledì, 19 Dicembre 2018 15:42 | Letto 3082 volte   Clicca per ascolare il testo Tensostruttura per la chiesa distrutta. Don Luca: "Così non si può più andare avanti" Un’amara sorpresa, lunedì mattina, per la parrocchia di San Severino Vescovo. La coltre bianca che nella notte, e buona parte del giorno, era scesa anche sulla città per la gioia dei più piccini, ha causato diversi danni e disagi. Fra le altre cose, ha provocato il crollo della tensostruttura utilizzata come chiesa del don Orione, una delle comunità più numerose e vive di San Severino. “Una brutta sorpresa - racconta il parroco padovano, don Luca Ferro - dopo tutta la fatica della notte che abbiamo fatto con alcuni fedeli per tentare di sciogliere la neve accedendo i termoconvettori, al mattino abbiamo trovato questa situazione che ha allibito tutti quanti”.  Attualmente si sta provvedendo alla demolizione definitiva della tensostruttura con un braccio meccanico e tutto quello che vi era all’interno è stato trasferito in un altro tendone a fianco, più piccolo, che non sarà sufficiente ad accogliere tutti i parrocchiani della domenica: “Non ci siamo scoraggiati nonostante lunedì mattina abbia visto i volti della mia gente con le lacrime, stravolti. Gli ho fatto coraggio e abbiamo inventato l’unità di crisi parrocchiale. Ci siamo dati da fare - aggiunge - io sono entrato e, cercando di stare attenti, abbiamo cercato di salvare le cose più importanti: il tabernacolo, l’altare, la pianola, tutte le cose che avevamo ricevuto come donazione”. Di sicuro non ha inciso solo il peso della neve, ma anche lo stress termico a cui la tensostruttura, negli ultimi due anni, è stata sottoposta e che ha provocato un’usura dei teli: “Certamente l’epoca della tenda per me è terminata lunedì. Non si può più andare avanti con questo sistema. Io vengo da Padova - sottolinea - e le tende noi le utilizziamo per fare le sagre 15 giorni all’anno. È chiaro che due anni di fila, gli choc termici, e quant’altro hanno provocato tutto questo. È un’attesa sfibrante, c’è una profonda stanchezza e sono convinta che vada avviata un’epoca del legno. La nostra parrocchia, che è anche la più grande della diocesi, ha bisogno di qualcosa di più sicuro e stabile”. (don Luca Ferro) G.G.

Un’amara sorpresa, lunedì mattina, per la parrocchia di San Severino Vescovo. La coltre bianca che nella notte, e buona parte del giorno, era scesa anche sulla città per la gioia dei più piccini, ha causato diversi danni e disagi. Fra le altre cose, ha provocato il crollo della tensostruttura utilizzata come chiesa del don Orione, una delle comunità più numerose e vive di San Severino.

“Una brutta sorpresa - racconta il parroco padovano, don Luca Ferro - dopo tutta la fatica della notte che abbiamo fatto con alcuni fedeli per tentare di sciogliere la neve accedendo i termoconvettori, al mattino abbiamo trovato questa situazione che ha allibito tutti quanti”. 

Attualmente si sta provvedendo alla demolizione definitiva della tensostruttura con un braccio meccanico e tutto quello che vi era all’interno è stato trasferito in un altro tendone a fianco, più piccolo, che non sarà sufficiente ad accogliere tutti i parrocchiani della domenica: “Non ci siamo scoraggiati nonostante lunedì mattina abbia visto i volti della mia gente con le lacrime, stravolti. Gli ho fatto coraggio e abbiamo inventato l’unità di crisi parrocchiale. Ci siamo dati da fare - aggiunge - io sono entrato e, cercando di stare attenti, abbiamo cercato di salvare le cose più importanti: il tabernacolo, l’altare, la pianola, tutte le cose che avevamo ricevuto come donazione”.

Di sicuro non ha inciso solo il peso della neve, ma anche lo stress termico a cui la tensostruttura, negli ultimi due anni, è stata sottoposta e che ha provocato un’usura dei teli: “Certamente l’epoca della tenda per me è terminata lunedì. Non si può più andare avanti con questo sistema. Io vengo da Padova - sottolinea - e le tende noi le utilizziamo per fare le sagre 15 giorni all’anno. È chiaro che due anni di fila, gli choc termici, e quant’altro hanno provocato tutto questo. È un’attesa sfibrante, c’è una profonda stanchezza e sono convinta che vada avviata un’epoca del legno. La nostra parrocchia, che è anche la più grande della diocesi, ha bisogno di qualcosa di più sicuro e stabile”.

(don Luca Ferro)

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