Due giornate dedicate agli archivi di Eugenio Montale. Si svolgeranno a Pavia il il 3 e il 4 aprile. Molte lettere, foto, autografi e note dell’autore di Ossi di Seppia, furono conservati dal suo grande amico Giorgio Zampa, giornalista e critico letterario nato nel 1921 a San Severino che, giovanissimo, conobbe Montale al caffè delle Giubbe Rosse di Firenze guadagnandone subito la fiducia fino a diventarne proprio l’archivista ma anche il collaboratore più stretto. A Zampa il poeta Montale affidò la cura delle opere complete nei Meridiani. Zampa fece stampare a San Severino nel 1966, la prima edizione degli Xenia scegliendo la tipografia settempedana dei fratelli Bellabarba. Quell’opera, cui il Comune e l’Archivio storico tipolitografia Bellabarba hanno dedicato una serie di iniziative in questi anni, ad oggi risulta essere uno dei componimenti più celebri del Nobel. L’aver scelto questa periferica e “autorevole” tipografia è in qualche modo un tributo e una “ricordanza” per la terra settempedana.
La storia degli “Xenia”, infatti, lega il poeta alla città di San Severino in modo indissolubile. Il 20 ottobre 1963 moriva Drusilla Tanzi, moglie e compagna di tutta una vita di Eugenio Montale. Tre anni dopo lui faceva stampare in città la raccolta dedicata a sua moglie in pochi esemplari da regalare ad amici e parenti in una edizione semplice “da curato di campagna”. Quell’opera, tuttavia, era di enorme importanza per i temi e il linguaggio.
g.g.