Senegalese vittima di estorsione: 500 euro presi da ogni busta paga. I datori di lavoro lo minacciavano di licenziamento.

Giovedì, 18 Aprile 2019 18:07 | Letto 1022 volte   Clicca per ascolare il testo Senegalese vittima di estorsione: 500 euro presi da ogni busta paga. I datori di lavoro lo minacciavano di licenziamento. Lo minacciavano di licenziamento. Così ogni mese, dal 2015, riuscivano ad estorcergli 500 euro. A fermare questa condotta, la squadra mobile della Polizia, guidata da Maria Raffaella Abbate. Uno dei due estorsori è stato arrestato ieri,  M.L., italiano del 78, mentre laltro, M.A, è stato denunciato in stato di libertà. Entrambi, soci al 50 per cento in una società edile, si sono resi responsabili di estorsione continuata a discapito di un loro dipendente, senegalese, a cui dalla retribuzione mensile di 1.400 euro netti, toglievano ogni mese 500 euro. Questo a partire dal 2015, anno in cui è stato assunto.   La richiesta estorsiva era supportata dalla minaccia diretta al lavoratore che se non avesse ottemperato, avrebbe perso il lavoro e quindi il permesso di soggiorno. La vittima sopportava questa situazione da circa tre anni, dovendo affrontare grandi difficoltà economiche per sopravvivere dovute alle spese che era costretto a sostenere: inviare denaro alla sua famiglia in Senegal e pagare il canone di locazione dell’appartamento in cui viveva. L’uomo riusciva a stento ad acquistare qualcosa da mangiare per la propria sussistenza. Disperato, a causa della difficile situazione in cui versava, luomo si è rivolto al sindacato CGIL di Macerata che gli ha consigliato di sporgere querela accompagnadolo in Questura. Gli operatori della Squadra Mobile, previe intese con il Procuratore  Giovanni Giorgio ed il Sostituto Procuratore Enrico Riccioni, hanno predisposto un servizio specifico per accertare i fatti: personale in borghese ha seguito il datore di lavoro che - assieme al suo socio in affari - andava a prelevare il lavoratore per recarsi insieme in banca. Nel frattempo ad attenderli nell’Istituto bancario vi erano altri uomini in borghese che assistevano alla consegna del denaro ad opera del personale della Banca fatta con banconote la cui matricola era già stata registrata dagli uomini della Squadra Mobile. Un’altra pattuglia all’uscita ne ha seguito gli spostamenti attendendo che il datore di lavoro e il dipendente si separassero per poter intervenire. In quel momento limprenditore è stato bloccato e perquisito. Addoso aveva 500 euro, somma estorta e prelevata dallo stipendio del giovane straniero. Le banconote corrispondevano a quelle dello stipendio in quanto erano state annotate le matricole identificative. Tutti gli elementi raccolti hanno consentito di arrestare in flagranza l’imprenditore che si era accompagnato per questa operazione criminosa al suo socio in affari, denunciato in stato di libertà.g.g.

Lo minacciavano di licenziamento. Così ogni mese, dal 2015, riuscivano ad estorcergli 500 euro. A fermare questa condotta, la squadra mobile della Polizia, guidata da Maria Raffaella Abbate. Uno dei due estorsori è stato arrestato ieri,  M.L., italiano del '78, mentre l'altro, M.A, è stato denunciato in stato di libertà. Entrambi, soci al 50 per cento in una società edile, si sono resi responsabili di estorsione continuata a discapito di un loro dipendente, senegalese, a cui dalla retribuzione mensile di 1.400 euro netti, toglievano ogni mese 500 euro. Questo a partire dal 2015, anno in cui è stato assunto. 

 La richiesta estorsiva era supportata dalla minaccia diretta al lavoratore che se non avesse ottemperato, avrebbe perso il lavoro e quindi il permesso di soggiorno.

La vittima sopportava questa situazione da circa tre anni, dovendo affrontare grandi difficoltà economiche per sopravvivere dovute alle spese che era costretto a sostenere: inviare denaro alla sua famiglia in Senegal e pagare il canone di locazione dell’appartamento in cui viveva.

L’uomo riusciva a stento ad acquistare qualcosa da mangiare per la propria sussistenza. Disperato, a causa della difficile situazione in cui versava, l'uomo si è rivolto al sindacato CGIL di Macerata che gli ha consigliato di sporgere querela accompagnadolo in Questura.

Gli operatori della Squadra Mobile, previe intese con il Procuratore  Giovanni Giorgio ed il Sostituto Procuratore Enrico Riccioni, hanno predisposto un servizio specifico per accertare i fatti: personale in borghese ha seguito il datore di lavoro che - assieme al suo socio in affari - andava a prelevare il lavoratore per recarsi insieme in banca.

Nel frattempo ad attenderli nell’Istituto bancario vi erano altri uomini in borghese che assistevano alla consegna del denaro ad opera del personale della Banca fatta con banconote la cui matricola era già stata registrata dagli uomini della Squadra Mobile. Un’altra pattuglia all’uscita ne ha seguito gli spostamenti attendendo che il datore di lavoro e il dipendente si separassero per poter intervenire. In quel momento l'imprenditore è stato bloccato e perquisito. Addoso aveva 500 euro, somma estorta e prelevata dallo stipendio del giovane straniero. Le banconote corrispondevano a quelle dello stipendio in quanto erano state annotate le matricole identificative. Tutti gli elementi raccolti hanno consentito di arrestare in flagranza l’imprenditore che si era accompagnato per questa operazione criminosa al suo socio in affari, denunciato in stato di libertà.
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