“Un'esperienza che porta a una visione territoriale – spiega l’assessore alla cultura, Giovanna Sartori - e in cui è importante fare rete. Se c'è una cosa di cui sono ancora più convinta, anche dopo la grande emergenza che stiamo vivendo, è che la cultura e il turismo possano e debbano essere un punto di ripartenza fondamentale”.
E ad evidenziare l'importanza delle iniziative e idee progettuali portate avanti in questi anni è la stessa dottoressa Barbara Mastrocola, curatrice delle collezioni civiche e direttrice del museo arcidiocesano: "Tantti progetti che hanno permesso di dimostrare quanto sia possibile “non fermarsi”, poiché il museo non è solo un susseguirsi di sale espositive, un posto in cui conservare e mettere in bella mostra tele e sculture. È possibile, perché non è solo un contenitore di opere d’arte, ma è esso stesso un contenuto d’arte e soprattutto di storie. È un luogo vero, dotato di una propria identità- continua Barbara Mastrocola- Perché i musei non solo custodiscono capolavori, ma ci raccontano esperienze e, spesso, sempre più spesso, sono essi stessi parte della storia”.
La storia che i musei di Camerino raccontano anche quest’anno, dopo il progetto “Dalla polvere alla luce”, è stata premiata dalla Regione Marche, che ha approvato e finanziato ben tre progetti. Il primo, la bellezza ritrovata, in occasione del ritorno del ritratto di Giulia da Varano, l'altro di carattere espositivo, con una mostra che si svolgerà in autunno (Coronavirus permettendo) e che, senza svelare troppo, muoverà proprio dal prezioso ritorno del ritratto di Giulia da Varano, e il terzo progetto di natura gestionale e organizzativa.
Si tratta, infatti, di un progetto di aggregazione tra le strutture museali cittadine, Pinacoteca e Museo Civici, Museo Arcidiocesano “G. Boccanera” e Sistema Museale d’Ateneo che, nello specifico, è finalizzato a incrementare e migliorare la soglia di efficienza finanziario-gestionale delle strutture e l’ottimizzazione nell’erogazione dei servizi della rete dei musei, attraverso una serie di iniziative mirate che vanno dal marketing alla didattica, passando, ovviamente, per l’individuazione di orari e aperture che garantiscano una sempre migliore fruibilità.
“I musei cittadini – prosegue l’assessore Giovanna Sartori - sono riusciti a stare in piedi, ma, ora, cominciano a camminare in maniera più spedita grazie anche a una gestione in sinergia tra Comune, Arcidiocesi e Ateneo".
Proprio da questa sinergia, inoltre, si sviluppa l’ambizioso, ma già avviato, progetto di procedere alla ricostruzione contemporanea del Rettorato, del Duomo e del Palazzo Arcivescovile.
“Quest’ultimo –ribadisce l’arcivescovo di Camerino, Francesco Massara - è già in fase progettuale e, quindi, da deposito delle opere dei due musei cittadini civico e diocesano, potrà essere futura sede museale. È chiaro, infatti, che nessuno dei tesori di Camerino o che hanno trovato custodia a Camerino dopo il sisma, almeno per quanto riguarda quelli arcidiocesani, sarà mai trasferito in luogo diverso. L’arte è identità e l’identità non prescinde dalle radici. Radici che, però, possono essere messe ulteriormente in rete. E’ opportuno lavorare, quindi, verso quello che è a tutti gli effetti un mio sogno e una opportunità per l’intera area del cratere, ossia mettere a sistema una rete museale che comprenda tutte le strutture espositive di Camerino, San Severino Marche, Castelraimondo con il Castello di Lanciano e Matelica con il Museo Piersanti, in modo da far ammirare ad un pubblico sempre più vasto i tesori che custodiamo da secoli su queste terre”.
Una precisazione, questa, che mette definitivamente fine ai timori infondati di chi, nell'accogliere la bella e importante notizia della realizzazione del nuovo Museo di San Severino Marche (dove saranno custodite le opere di San Severino e delle strutture arcidiocesane del territorio settempedano) abbia potuto pensare ad una minaccia per le opere d’arte di Camerino e del suo territorio.
Doppio incarico per Mons. Massara: " Continuerò ad essere parroco- vescovo e vescovo-parroco"
26 Lug 2019La comunicazione ufficiale della decisione del Santo Padre proveniente dalla Nunziatura apostolica, è avvenuta in mattinata nella chiesa del Seminario. In Italia è in atto un processo di unificazione che continuerà ad interessare nel tempo anche tante altre diocesi. Camerino resta la sede primaria del vescovo e le due diocesi, seppure sotto un unico pastore, continueranno a portare avanti le reciproche amministrazioni in modo separato, alla luce della diversa conformazione territoriale che porterà alla revisione dei confini..
“ E’ l’inizio di un cammino di collaborazione che nella pratica ci porterà ad essere un tutt’uno- ha commentato Mons. Massara- . Come per tutti i passaggi, il cammino potrà avere qualche difficoltà iniziale ma l’importante sarà collaborare. Mi è stato chiesto di adempiere a questo servizio e nella Chiesa, la lezione è che anche se è demandato un grosso sacrificio, si è chiamati a farlo. Il messaggio che vogliamo far passare -ha sottolineato- è quello di un lavoro da fare insieme pur nelle diversità. Farò quello che ho sempre fatto: sarò parroco-vescovo e vescovo parroco”.
Positivo il commento della direttrice dei musei diocesani Barbara Mastrocola: “ A questo punto avremo tante opere d’arte da tutelare in collaborazione con i colleghi degli uffici dei Beni culturali di Fabriano e Matelica. Molto conosciuto il bellissimo Museo Piersanti di Matelica che da poco ha anche un nuovo direttore e credo che si possa instaurare un rapporto proficuo e di eccellenza. D’altra parte è anche vero che storicamente e artisticamente già dai tempi della Signoria dei Varano la vallata comprendente Matelica fino a Fabriano ha rappresentato un “unicum”. Si pensi dal punto di vista pittorico a Gentile da Fabriano e al collegamento con il nostro pittore del gotico Arcangelo Di Cola, per cui, questo passo di ulteriore avvicinamento, sarà fonte di un sicuro reciproco arricchirsi”.
C.C.
Pomeriggio di forti emozioni oggi a Camerino. La chiesa del seminario, ha ospitato l’evento inaugurale della mostra: “Dalla polvere alla luce; l’arte recuperata”, iniziato dal disvelamento della maestosa macchina processionale di Santa Maria in Via, ritornata in città dopo il laborioso restauro proposto dal museo diocesano di Reggio Calabria. Promossa dall’Arcidiocesi e dal comune di Camerino , la mostra è realizzata con il finanziamento della Regione Marche. Nell’occasione è stato aperto al pubblico l’adiacente deposito attrezzato “ Venanzina Pennesi” grazie al finanziamento della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Bagno di folla per i due eventi che testimoniano la volontà di ricominciare anche dalla bellezza, riaffiorata dalla polvere della devastazione.
“ Uno dei momenti di luce, di grande rinascita e speranza- ha detto l’arcivescovo Francesco Massara- Rinascita della città dalle opere d’arte, rinascita grazie ad altri simboli, quali la stessa visita del Santo Padre a giugno e il rappropriarci delle nostre chiese. Sono tutti bellissimi momenti che dobbiamo vivere dentro il cuore e che serviranno a togliere tanti dei pesi e delle ombre che ancora ci creano tormento”. Parole sentite anche dal sindaco Gianluca Pasqui che ha parlato di grande sinergia tra comune arcidiocesi e Università di Camerino per la restituzione dello straordinario patrimonio d’arte che è stato possibile recuperare nella sua totalità senza essere trasferito altrove. Questo, come ricordato da Mons. Massara, si deve anche al lavoro meticoloso e attento dell’arcivescovo Brugnaro, determinato a far sì che le opere restassero sul territorio. Attori fondamentali nel recupero e messa in sicurezza delle opere, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale guidati dal Maggiore Carmelo Grasso, i volontari di Protezione Civile, i funzionari della Soprintendenza, impegnati in un lavoro encomiabile di salvaguardia e tutela. “Circa 8000 i pezzi recuperati solo nella diocesi di Camerino- ha riferito il dott. Pierluigi Moriconi, ricordando i momenti difficili in cui ci si è trovati catapultati in mezzo alla distruzione. “ Si è deciso di trasferire le opere più danneggiate alla Mole Vanvitelliana di Ancona in modo da potercene subito prender cura in un deposito debitamente attrezzato. Sul territorio, altri due depositi sono stati approntati a Camerino e un altro a San Severino Marche. Sono felice perché, dopo le aperture di Serrapetrona, Sarnano e Rotella nell’ascolano, anche per Camerino, l’apertura del deposito del seminario permetterà la fruizione di numerose opere. “ Nell’arco di tanti mesi- ha detto il Maggiore Carmelo Grasso- ogni giorno siamo riusciti a recuperare qualcosa. E’ stato un lavoro svolto in condizioni difficilissime, da parte di uomini in divisa e senza. La mia speranza è che tutto possa tornare lì dove l’abbiamo recuperato. Mi sento responsabile”. Del contributo prezioso di una straordinaria macchina di solidarietà che ha lavorato in silenzio, ha parlato anche l’assessore Angelo Sciapichetti , intervenuto in rappresentanza della Regione Marche. La storia della mostra e il notevole lavoro materiale attraverso il quale si è potuti arrivare ad un passaggio tanto significativo, sono stati tracciati dalla direttrice dei musei civici e diocesani Dott.ssa Mastrocola, grata ad amministrazione comunale e vescovi per il coraggio dimostrato. L’intento della mostra, quello di rendere fruibili 30 delle opere che sono state salvate e restaurate. Commovente ed emozionante, il momento in cui il parroco di Santa Maria in Via don Mariano Blanchi ha scoperto la Nuvola d’argento tornata a custodire l’immagine della Madonna. Del suo ripristino, promosso dal “Museo diocesano” di Reggio Calabria, si sono gratuitamente presi cura i due restauratori di acclarata fama, Sante Guido e Giovanni Mantella, presto a Camerino per raccontarne i particolari.
“ A quella nuvola ci siamo affezionati tutti"- ha detto la direttrice del museo reggino dott.ssa Lucia Lojacono, ricordando il cantiere di restauro, rimasto aperto nel museo per dieci mesi. “ Ci lega anche la devozione alla Madonna che anche da noi viene portata in processione con una macchina in argento; ci lega anche la devastazione del terremoto che la nostra città ha vissuto tanti anni fa. Grazie per averci dato questa opportunità”. Un racconto di passione, tenacia e amore per il patrimonio collettivo, lo ha definitio la funzionaria della Soprintendenza Guiducci, evidenziando il senso della collaborazione, dell’accoglienza, della generosità dei due restauratori, insieme al coinvolgimento di comunità così lontane, eppure così unite da un’esperienza umana di solidarietà e sussidiarietà. Infine il desiderio di don Mariano, affinchè la macchina processionale possa essere posizionata all’interno della chiesa di Vallicelle che, a seguito del sisma, sostituisce la Chiesa di Santa Maria in via, e l’augurio che un giorno possa far ritorno nel recuperato santuario. “ Il nostro impegno- ha sottolineato Mons. Massara è far tornare ognuna delle opere nella propria casa. C’è il mio impegno e quello delle istituzioni per il restauro di Santa Maria in via. Il grande desiderio è fare una processione con Santa Maria in Via per rientrare nella chiesa”. Nuove palpabili emozioni e tanti occhi lucidi, al taglio del nastro dello spazio espositivo ricavato nel nuovo deposito attrezzato " Venanzina Pennesi" che, in occasione della mostra "Dalla polvere alla luce; l’arte recuperata" insieme ala chiesa del seminario, fino al 3 novembre 2019, ospiterà opere significative del Quattrocento camerte e della storia artistica della città e dell’Arcidiocesi. Alla presenza di personale qualificato, la mostra sarà visitabile nei giorni di venerdì, sabato e domenica, il mattino dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e nel pomeriggio, dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
C.C.
Venerdì 10 maggio, alle 16,30, sarà inaugurata la mostra Dalla polvere alla luce: l’arte recuperata, promossa dall’Arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche e dal Comune di Camerino e realizzata con il contributo della Regione Marche. L’esposizione durerà dal 10 maggio al 3 novembre 2019 ed è allestita in parte nella Chiesa del Seminario, unica chiesa agibile di Camerino, e in parte nell’adiacente deposito attrezzato “Venanzina Pennesi”, che verrà aperto al pubblico per l’occasione grazie al finanziamento della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. E’ un piccolo, ma preziosissimo spazio dove verranno accolte e rese fruibili circa trenta opere, recuperate grazie anche ai Carabinieri del Nucleo Tutela Beni Culturali e ai Vigili del Fuoco, che si sono adoperati con tenacia e determinazione per mettere in salvo le opere d’arte della città di Camerino e del territorio dell’Arcidiocesi. Il percorso che ha portato al concretizzarsi di questo progetto è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale che, fin da subito, volendo che le opere d’arte restassero a Camerino, ha lavorato in sinergia con le istituzioni affinché si restituisse alla comunità un luogo in cui fruire parte del patrimonio artistico della città e del territorio. L’Arcivescovo Francesco Massara ha accolto con generosità tale progetto in quanto, pur se da poco insediato, ha subito compreso quanto questo patrimonio ereditato da un passato ricco di storia, arte, cultura rappresenti l'identità più profonda di un popolo e dell'intera civiltà appenninica. “Impegnarsi nel progettare un evento, piccolo ma enorme se si considera la devastazione del sisma, che possa mostrare poche ma importanti opere, simbolo della volontà di ricominciare – spiega Barbara Mastrocola, direttrice del museo diocesano e curatrice delle collezioni civiche - è un segno forte e molto significativo per la nostra comunità, nonostante la chiusura dei musei e di tutte le chiese della città”. Per questa occasione é tornata a Camerino, dopo il restauro, la Macchina processionale (detta Nuvola) della Madonna duecentesca del Santuario di Santa Maria in Via. L’opera è stata per 10 mesi al Museo diocesano “Mons. Aurelio Sorrentino” di Reggio Calabria, che ha promosso il progetto di restauro dell’opera, nato per iniziativa di due restauratori calabresi di acclarata competenza e fama - Sante Guido e Giuseppe Mantella - che a titolo gratuito hanno offerto la propria professionalità per il restauro di un prezioso e pressoché inedito manufatto di oreficeria sacra sei-settecentesco. Gli esiti di questo restauro verranno poi presentati nel corso di apertura della mostra, in uno degli appuntamenti previsti fino a novembre dedicati al racconto di storie di opere recuperate dal sisma. La mostra, aperta dal venerdì alla domenica (con il seguente orario dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19) prevede l’esposizione delle opere tra le più significative della cultura figurativa del Quattrocento camerte e tra le più emblematiche della storia artistica della città e dell’Arcidiocesi. Verranno inoltre esposte quelle opere che sono state restaurate grazie a generosi sponsor come l’Istituto Superiore per la conservazione e il restauro di Roma, il comitato ArteproArte.org, il Rotary club, Archeoclub di Fano, l’Associazione Italia Nostra, UNPLI Lombardia, ANCI Marche e Rotary Club facenti parte dell’Area Toscana 1 del R.C.I. Nel corso dell’apertura della mostra, come già accennato, saranno presentati i loro restauri con incontri specifici che saranno programmati e divulgati nei prossimi giorni.
Foto ricordo con la Macchina processionale (detta Nuvola) restaurata
ALCUNE OPERE ESPOSTE
Opere esposte provenienti dal Museo diocesano “G. Boccanera” di Camerino
Sant’Anatolia
Maestro dei Magi di Fabriano
Ultimo terzo del XIV secolo
Legno intagliato e policromo
da Esanatoglia, chiesa di San Sebastiano
San Michele arcangelo, Crocifissione, San Giovanni Battista (esposta nel Museo diocesano)
Maestro del Trittico del 1454
(attivo a Perugia e Camerino tra il 1446 e il 1454)
1454
Tempera e oro su tavola
da Camerino, Cattedrale
Santa Lucia
Maestro della Madonna di Macereto
Ultimo quarto XV secolo
Legno intagliato, policromo
Camerino, fraz. Varano, chiesa di Santa Lucia
Annunciazione; l’Eterno e due angeli (timpano)
Martirio di San Sebastiano (predella)
Luca Signorelli (attr.)
(Cortona 1450? – 1523)
1491-1494 circa
Olio su tavola
da Pioraco, oratorio del Santissimo Crocifisso
Opere esposte provenienti dalla Pinacoteca civica di Camerino
Giovanni Angelo d’Antonio
Annunciazione e Cristo in Pietà
1455
Tempera su tavola
Provenienza: Piegusciano di Camerino, Convento della Santissima Annunziata di Camerino
Girolamo di Giovanni
Madonna della Misericordia tra San Giovanni e San Sebastiano
1463
Tempera su tela
Provenienza: Fiastra, chiesa di San Martino di Tedico
Stendardo: Madonna col Bambino (recto), S. Venanzio (verso)
1520-1525 circa
Venanzio da Camerino e/o Piergentile da Matelica
(Venanzio: documentato dal 1528 al 1530; Piergentile: documentato dal 1515 al 1530)
Olio su tavola centinata, 174 x 97
Inv. 26
Provenienza: Camerino, Ospedale di Santa Maria della Misericordia
Assunzione della Vergine
Simone e Giovan Francesco De Magistris
1562
Olio su tela, 250 x 210
Inv. 27
Provenienza: ignota
Opere esposte provenienti dalle chiese dell’Arcidiocesi di Camerino –San Severino Marche
Maestro della Madonna di Macereto
Madonna in trono col Bambino
Ultimo quarto del XV secolo
Legno intagliato e policromo, altezza cm 115,
Visso, Museo Civico fino al terremoto del 24 agosto del 2016
Provenienza: Santuario di Macereto
Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio
Conversione di San Paolo
1700 ca
Olio su tela, cm 241 x 183
Fiastra, chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Paolo.
Maestro della Madonna di Macereto
(Lucantonio di Giovanni Barberetti?)
Madonna col Bambino
1475- 1480
Camerino: dal Santuario della Vergine di Valpovera
Valentin de Boulogne
San Giovanni Battista
ca.1628-29
Olio su tela, cm 130 x 90
Provenienza: Sacrestia della Chiesa di Santa Maria in Via fino al terremoto del 26 ottobre del 2016
Valentin de Boulogne
San Girolamo
ca.1628-29
olio su tela, cm 128 x 91
Provenienza: Sacrestia della Chiesa di Santa Maria in Via fino al terremoto del 26 ottobre del 2016
I musei diocesani e civici di Camerino sbarcano su Instagram. La pagina per immagini dedicata si chiama “camerinomusei” e, interagendo con un vasto pubblico, consente di rendere vivo e fruibile l’immenso patrimonio artistico culturale in dotazione. Ad illustrarci il progetto è la stessa direttrice dei musei Barbara Mastrocola, promotrice entusiasta della vetrina innovativa, attraverso la quale raccontare i capolavori d’arte. “ I social ormai sono sempre più utilizzati come mezzo di comunicazione per le collezioni artistiche e museali - spiega Barbara Mastrocola- il terremoto non è riuscito mai a fermarci e questa nuova pagina Instagram non servirà soltanto a ricordare "vecchie storie" bensì a raccontare anche “nuove emozioni”.
Il canale Instagram permette di interagire con le immagini delle preziose opere conservate nei depositi e, nel contempo, conoscere il percorso che stiamo realizzando nelle aree di custodia e nei nuovi spazi espositivi. Il terremoto non ha fermato l’arte e credo che uno strumento social come questo, possa arrivare anche ad un pubblico nuovo e giovane. Chi meglio dell'arte, delle rappresentazioni artistiche di sculture e dipinti, è capace di comunicare, trasmettere emozioni, veicolare forti messaggi. L’'immagine parla da sola –continua la direttrice dei musei- per cui ho pensato a questo mezzo innovativo che, senza tante sovra interpretazioni di attribuzioni o altro, permette a tutti di guardare quello che abbiamo a disposizione e, ad ognuno, di ricavarne liberamente una suggestione e farsi una propria idea”.
Il 25 gennaio, in onore della conversione di San Paolo è stato pubblicato il seguente post:
Con la pagina “camerinomusei” dunque ci raccontiamo sui social- conclude Barbara Mastrocola-; aldilà dell’edificio in sé, il museo è fatto di persone, delle collezioni che lo animano. Gli edifici purtroppo non li abbiamo più, ma le collezioni esistono in tutta la loro bellezza. Per cui l’invito è a frequentare la nostra pagina Instagram, per capire che cosa significhi “chiusi per inagibilità”ma“aperti per vocazione” e per leggere con nuove prospettive le nostre collezioni, alcune delle quali sono appunto visibili all’interno della chiesa del seminario di Camerino, dove peraltro si sono già svolti numerosi eventi culturali e appuntamenti musicali. E poi, veniteci a vedere dal vivo. Scoprirete sicuramente qualcosa di inaspettato: è vero che parliamo di un territorio fortemente colpito dal terremoto, ma dentro di sé ha una inesauribile forza e tanta voglia di rinascere”.
Carla Campetella