I Carabinieri della Compagnia di Camerino, diretta dal Capitano Roberto Cara, nel corso di un'operazione di controllo del territorio hanno individuato e arrestato a Pieve Torina il pluripregiudicato albanese Koci Arben 34enne di professione operaio, originario di Reggio Emilia e domiciliato a Pieve Torina. I militari hanno appurato che l'uomo doveva scontare un anno e sette mesi per i reati di resistenza a pubblico uffiiciale  e maltrattamenti in famiglia. I fatti risalgono al febbraio scorso;nell'abitazione di Reggio Emilia,  il 34enne aveva selvaggiamente picchiato la trentatreenne moglie moldava, sotto gli occhi dei tre figli minorenni. La donna era finita al pronto soccorso riportando ferite guaribili in 21 giorni.  Sul posto era giunta una volante della Polizia e l'uomo aveva scatenato la sua furia inaudita sui poliziotti, tentando di accoltellarli. Gli agenti erano riusciti ad evitare i colpi e ad avere la meglio sull'aggressore. I due reati gli erano stati contestati dalla Procura di Reggio.      

 
 

Si è appena conclusa una vasta 'operazione della Compagnia Carabinieri di Camerino, eseguita al termine di attività d'indagine,  su tutto il territorio, in particolare nella zona di Matelica.  Ancora una volta il dispiegamento  di numerose gazzelle e uomini dell'Arma, ha incuriosito gli abitanti della città. Al momento nulla è dato sapere di più sui particolari dell'intervento che, sotto la guida  del Capitano Roberto Cara, ha visto coinvolti numerosi militari. I dettagli dell'operazione verranno resi noti dallo stesso Comandante, nel corso di una conferenza stampa. 

*servizio in aggiornamento*

Si è brillantemente conclusa l'attività d'indagine "Rosa dei Venti", condotta dalla Compagnia Carabinieri di Camerino e diretta dal Procuratore della Repubblica Rastrelli, finalizzata al contrasto dello spaccio di stupefacenti. Tre arresti, due deferiti in stato di libertà, oltre 30 segnalati all'autorità amministrativa come assuntori e recupero di oltre 4 chilogrammi di stupefacente tra marjuana, hashis e cocaina , il bilancio dell'operazione che prende il nome dal fatto che il principale indagato Dranoel Ndoja,cittadino albanese  residente a Castelraimondo e con precedenti specifici in materia di stupefacenti, ha tatuate su collo e mani una "Rosa dei Venti". La chiusura delle indagini ha portato all'esecuzione di 3 ordinanze emesse dal Gip di Macerata e undici perquisizioni personali e domiciliari a carico degli altri indagati.  I dettagli dell'operazione sono stati illustrati dal Capitano Roberto Cara, comandante della Compagnia Carabinieri di Camerino, presente anche il colonnello Michele Roberti, Comandante provinciale dell'Arma. L'attività d'indagine finalizzata alla repressione  dello spaccio  è partita circa un anno fa,  concentrandosi sull'identificazione di L.M. e Ndoja Dranoel, considerati principali attori dello smercio di sostanze sulle piazze di Castelraimondo, Matelica e Camerino. Alle prime attività d'indagine sono seguite ulteriori iniziative investigative, utilizzando anche supporti tecnici  quali, intercettazioni telefoniche e monitoraggio Gps posizionato sulle auto dei sospettati, che hanno consentito di rafforzare il quadro indiziario dei due,  confermando le ipotesi investigative e fornendo anche utili informazioni circa il coinvolgimento di ulteriori soggetti nelle attività illecite. Le attività di indagine condotte dai militari della Compagnia di Camerino, hanno portato al sequestro di oltre 4 chili di marijuana e hashish e circa 50 grammi di cocaina. Le operazioni finali condotte stanotte tra le province di Macerata e Fermo, con l'impiego di 60 militari e 15 auto,  hanno prodotto l'arresto di due degli indagati destinatari del decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Macerata . Si tratta di Carlo Raimondi trovato in possesso  di 50 grammi di marijuana e hashish e materiale per confezionare le dosi e, Michal Radejovsky, trovato con 50 grammi di marijuana, entrambi con precedenti specifici di polizia.  Denunciati anche S.P. incensurato, che deteneva in casa 50 grammi tra marijuana e hashish e T.R. nella cui abitazione sono stati trovati circa 200 grammi di semi di canapa, una pianta di marijuana e circa 5 grammi di hashish. Altre 30 persone, residenti nell'entroterra maceratese, per i provvedimenti del caso, saranno segnalate alla competente autorità amministrativa come assuntori.  " Andare a disarticolare un'organizzazione di spacciatori in un territorio che conta poche migliaia di abitanti, benchè non possa del tutto mettere la parola fine a quella che è la problematica legata agli stupefacenti- ha detto il Capitano Cara- rappresenta comunque un forte segnale di cui siamo orgogliosi ".  Da parte sua, il Comandante provinciale dell'Arma Col. Michele Roberti, nel complimentarsi con i Carabinieri di Camerino per il loro eccellente operato, nonostante il disagio di vivere e lavorare negli angusti spazi di moduli provvisori, ha voluto evidenziare come i militari stiano comunque trovando una motivazione maggiore per poter garantire un territorio con quei principi di legalità che consentono poi anche una ripartenza serena, del tessuto sociale ed economico colpito dal terremoto. " La mia presenza- ha detto il Col. Roberti- un motivo per ringraziare i Carabinieri di Camerino. Molti dei militari, sono ragazzi e, nonostante le condizioni di disagio in cui vivono e svolgono il loro lavoro ormai da due anni, hanno anzi acquisito la consapevolezza che è loro richiesto un impegno maggiore, in una fase del post sisma dove più alta deve essere l'attenzione ai fenomeni criminosi ma  anche a tutto quello che può essere correlato alla ricostruzione". 

C.C.

Nella foto sotto, da sinistra: il Luogotenente Ventrone, il Colonnello Roberti e il Capitano Roberto Nicola Cara

conferenza stampa Rosa dei Venti

I Carabinieri della Compagnia di Camerino guidata dal Capitano Roberto Nicola Cara, sono riusciti ad individuare gli autori di un furto di gasolio agricolo avvenuto lo scorso 30 giugno ai danni dell’azienda Angelici di Fiordimonte, nel comune di Valfornace. In quell’occasione erano stati asportati oltre 30 litri di Gasolio dalla pompa utilizzata nell’azienda come rifornimento per i propri mezzi agricoli. A poco più di un mese i carabinieri sono riusciti a risalire agli autori del furto: si tratta di due fratelli di nazionalità marocchina, rispettivamente di 30 e 21 anni residenti a Terni. I titolari dell’azienda avevano prontamente denunciato quanto accaduto e l’attività d’indagine portata avanti dalla compagnia Carabinieri di Camerino, anche attraverso l’acquisizione di immagini dalle telecamere posizionate lungo le strade, ha permesso di raggiungere il buon esito dell’operazione, a testimoniare che, pur trattandosi di un furto di modesta  entità  la collaborazione dei cittadini con le forze dell'ordine, può fare molto, rafforzando le azioni di tutela e controllo del territorio sul fronte della garanzia della sicurezza. I titolari dell’azienda infatti ricordavano bene il tipo di auto, una Mercedes,  su cui i due si erano allontanati, anche se non erano riusciti ad annotarne il numero di targa. In verità , come raccontato dall'anziano proprietario, già una decina di giorni prima del furto, i due avevano raggiunto la zona , fermandosi proprio nella campagna da loro coltivata. Dapprima, avevano chiesto al figlio di poter acquistare dei prodotti dell’orto e, lamentando poi di essere a corto di carburante, il figlio aveva rifornito la loro auto di circa 5 litri di gasolio. I due dunque avevano ben memorizzato la situazione, tornando qualche giorno dopo per mettere in atto il furto. 

Fidati solo di chi conosci”. E’ lo slogan della campagna di informazione per la sicurezza dei cittadini, attivata dalla Compagnia dei Carabinieri di Camerino. Prevenire le truffe e i raggiri delle fasce più deboli della popolazione; far capire come si possano riconoscere i truffatori e i comportamenti dei malintenzionati prima che questi possano agire; invitare ad una maggiore collaborazione da instaurarsi tra le persone e con le forze dell’ordine, gli obiettivi della conferenza tenuta dal Capitano Roberto Nicola Cara, comandante della Compagnia Carabinieri di Camerino. A curarne l’introduzione, presso la sala riunioni del Contram presenti i cittadini, il sindaco Gianluca Pasqui; dal primo cittadino anzitutto un ringraziamento generale rivolto all’Arma per il suo ruolo istituzionale e, in particolare, alla Compagnia Carabinieri di Camerino, per il suo servizio svolto a favore di un vasto territorio. In risalto la soddisfazione e l’onore della città per l’encomio, conferito al Capitano Cara nell’occasione della Festa dell’Arma; un riconoscimento con il quale si è siglato il valore di un’importante operazione che, l’attuale Capitano, ha concluso nel 2016, nella sua qualità di Tenente al comando operativo e radiomobile della Compagnia urbana di Bologna. Un encomio motivato dall’evidenza dell’ intuito investigativo e dell’ elevata professionalità con la quale, l’allora tenente Cara, partecipandovi personalmente, ha condotto prolungati indagini che hanno consentito di disarticolare un sodalizio criminale dedito al furto e alla ricettazione di mezzi agricoli. L'operazione si è conclusa con l'arresto di 11 persone e il recupero di refurtiva di ingente valore.

encomio

Passando al tema specifico della serata, il sindaco ha posto in risalto l’utilità dell’incontro ai fini della maggiore sicurezza dei cittadini, e di un’informazione puntuale, utile per difendersi e scongiurare l’imbattersi in brutte situazioni e, nel contempo, per adottare i giusti comportamenti da tenere in modo da evitare spiacevoli risvolti. Nell’evidenziare la massima attenzione dell’amministrazione sull’argomento, Pasqui ha ricordato che il comune può vantare 30 telecamere installate, con un sistema di gestione e videoregistrazione presso la sede del comando della polizia locale. Per i sistemi di controllo e di tutela dei cittadini, l’amministrazione comunale sta anche guardando alla possibilità e di accedere ad un altro bando, in grado di finanziare un ulteriore stato di avanzamento.

Come preambolo della realtà riferita alla città di Camerino e a tutti i territori di competenza della Compagnia, il Capitano Cara ha voluto porre in evidenza il quadro confortante di una situazione riguardante piccoli centri e tenuta comunque sotto controllo, con fenomenologie soprattutto legate alla criminalità diffusa, volgarmente definita microcriminalità.

Calandosi nella tematica dell’incontro, l’ufficiale ne ha marcato l’obiettivo precipuo di tutela delle fasce deboli della popolazione, quali anziani, donne e bambini, passando poi ad elencare la casistica più ricorrente delle truffe perpetrate ai danni degli anziani. “ Vengo dal contesto operativo di una grande città dove invece le problematiche legate alla criminalità diffusa, e alla criminalità organizzata sono ben altre – ha detto-. Basti pensare che sono qui da settembre e non penso di aver mai registrato problematiche di truffe agli anziani attuate con lo stratagemma del finto carabiniere o del falso avvocato . Questo fa capire che, almeno da questo punto di vista, riusciamo a rimanere una zona franca. Ovviamente questo non deve rappresentare un modo per cullarci nella tranquillità dei luoghi, perché chi fa questo tipo di trucco o di raggiro non è delinquente stanziale sul territorio, ma pone in essere queste azioni, spostandosi su tutto il territorio nazionale”.

Tra i casi più comuni di truffe : l’incidente all’amico di famiglia, la fuga di gas, il rimborso, il conto che non torna, e, abbastanza ricorrente anche nel nostro territorio, la truffa dello specchietto Stesso dicasi per le truffe del falso avvocato o del falso carabiniere con il fenomeno sempre più ricorrente, di malintenzionati che talvolta indossano anche divise dell’arma, presentandosi all’uscio magari per dire che un congiunto o un amico è stato arrestato e chiedendo il pagamento di una cauzione, in maniera che possa essere scagionato. “Chi pone in essere le varie tipologie di truffa- ha rimarcato l’ufficiale- è persona che prima di farlo studia attentamente il soggetto da colpire per far leva sul suo stato d’animo; la vittima di una truffa, verosimilmente è osservata già da diversi giorni; il truffatore sa dove abitate, conosce le vostre abitudini, sa con chi abitate”. Altri diffusi esempi di truffa sono poi quelle relative ai calendari dell’Arma, o del falso avvocato, imbattendosi nelle quali è sempre buona norma chiamare il112; quando si è in casa e suonano alla porta, è raccomandabile non mandare mai un minore ad aprire. Non farsi distrarre specialmente in strada e non mandare mai persone anziane in giro da sole

“Si tratta di fenomenologie che per quanto non siano diffusissime in queste zone, da Capitano dei Carabinieri dico che dobbiamo fare tutto quello che è in nostro potere soprattutto per prevenire. Utilizzando tecniche sempre nuove, il truffatore è una persona inserita all’interno di un’organizzazione; non è una persona che agisce in solitaria e senza una pianificazione; nel 99 per cento dei casi si presenta anche con il viso pulito, in giacca e cravatta e magari parlando un italiano forbito, cerca in tutti i modi di accattivarsi la fiducia delle fasce deboli della società e degli anziani. Quanto alla prevenzione di truffe e furti negli appartamenti è stato evidenziato che, per caratteristica intrinseca, il truffatore o il ladro è una persona che si sposta. Utili ai fini informativi tra le persone residenti nei quartieri, potrebbero essere i gruppi di comunicazione whatsapp, creati tra tutti i condomini di un palazzo o gli abitanti del vicinato. In tal modo, qualora in un quartiere si noti una macchina sospetta, si è in grado di avvisare tutti; molto utile annotare la targa dell’auto sospetta; un buon investigatore deve studiare il reato e se un furto è avvenuto a Matelica è molto probabile che dopo mezz’ora un altro furto venga compiuto sulla stessa direttrice a Castelraimondo, il che spiega il carattere nomade del truffatore che si sposta per ripulire tutti gli appartamenti che si trovano sulla via di fuga. “ Il risultato dell’attività investigativa che porta all’arresto del delinquente è dovuto alla collaborazione che si instaura tra Carabinieri e popolazione- ha sottolineato- Qualunque cosa le persone possano denunciare è dunque utile; per questo sono importanti i gruppi di comunicazione tra le persone e delle persone con l’Arma; è vero che in queste zone le comunità sono piccole ma la situazione non è più quella di 20 anni fa, né la realtà è quella di prima, la zona è di passaggio, la superstrada favorisce i collegamenti ma è anche più facile via di fuga per i delinquenti” Altra raccomandazione, uscendo di casa lasciare televisione e luci accese perché si può avere a che fare con gente che ci osserva da una settimana e anche fisicamente preparata ad arrampicarsi anche sulle grondaie per raggiungere l’obiettivo criminoso . Attuare pertanto tutte le accortezze possibili per scongiurare i furti nelle abitazioni e se disgraziatamente dovesse accadere denunciare subito. Sbagliato farlo dopo 4-5 giorni    

Abbiate fiducia- ha concluso il Capitano Cara- Cerchiamo di instaurare un rapporto di collaborazione reciproca perché la migliore arma di prevenzione la dà il cittadino.. La nostra porta è sempre aperta”.

Carla Campetella

Cara 2

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