L’anno d’oro per l’Italia affonda le sue radici, per gran parte, nelle Marche. Dalla vittoria degli azzurri agli Europei guidati dal tecnico jesino Roberto Mancini, alla medaglia olimpica di Gianmarco Tamberi, passando per l’addio alle piste di Valentino Rossi, per gli atleti paralimpici, fino al console italiano in Afghanistan Tommaso Claudi.

Quale migliore occasione, per celebrarli, se non la Giornata delle Marche.

Loro, che sono il simbolo della rinascita di una comunità che vuole rialzarsi a ogni costo, hanno dimostrato come la tenacia dei marchigiani possa superare qualsiasi difficoltà.

Ed è per questo che l’edizione 2021 della Giornata delle Marche si è svolta a Castelraimondo, nel cuore del cratere.

Ad accogliere i premiati sul palco, la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Valentina Vezzali, dopo il saluto del sindaco di Castelraimondo Patrizio Leonelli e del presidente del consiglio regionale Dino Latini.

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“Un’iniziativa di grande valenza simbolica e identitaria .- ha esordito la Casellati - , che testimonia come la dimensione regionale sia ormai diventata una componente fondamentale del Sistema Paese. La Giornata delle Marche è davvero un unicum nel suo genere, per la visione che essa racchiude e il messaggio istituzionale che intende alimentare”. L’occasione anche per parlare del sisma.

“Certo, la fase complessa della ricostruzione non può dirsi terminata, ma, anche grazie all'attività di impulso e coordinamento del Commissario Straordinario, sono stati compiuti passi importanti e decisivi. Ora, la vera scommessa è valorizzare al massimo l'opportunità che ci viene offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Un percorso che richiede una strategia di riforme strutturali, destinate ad alimentare crescita e sviluppo, come i progetti che avete recentemente approvato: dalla rigenerazione urbana di borghi, paesi e città al potenziamento di infrastrutture stradali di rilievo nazionale, sino alla riqualificazione di stazioni ferroviarie. Progetti da attuare secondo una tabella di marcia rigorosa, con uno sguardo attento al rispetto delle scadenze. I volti delle Marche – ha concluso - li porterò tutti con me con affetto e orgoglio, certa che questa ricchezza identitaria sia la carta vincente per scrivere insieme un futuro di grandi speranze per la nostra Italia”.

Valentina Vezzali ha invece sottolineato come lo sport possa essere da traino per le regioni e per la nazione.

“Le Marche sono una terra ospitale e dalla grande storia con 500mila tesserati e 4000 società attive. Noi marchigiani siamo gente caparbia e tenace e lo abbiamo dimostrato quando la natura ci ha piegato con il sisma, ma non abbattuto, e questa tenacia ci permette di tenere risultati importanti anche nello sport. Possiamo essere orgogliosi dei risultati raggiunti, alcuni dei quali passeranno alla storia. La giornata che la Regione ha voluto dedicare allo sport ci offre l’opportunità di celebrare lo sport locale. Oggi, attraverso il Pnrr, abbiamo opportunità di intervenire sugli impianti sportivi perchè senza strutture non possiamo praticare sport. Dobbiamo riqualificare impianti, costruirne nuovi, poter intervenire su impianti sportivi. Sport e scuola devono camminare di pari passo. Lo sport deve avere la stessa importanza delle altre materie”.

L’intervista al presidente della Regione, Francesco Acquaroli, è stata fatta dalla giornalista della Rai d origini marchigiane, Lisa Marzoli.

Diversi i temi affrontati: dal vaccino ai borghi, passando per il turismo, le aree interne e i giovani.

Per invitare i cittadini a vaccinarsi Acquaroli ha ricordato come la Giornata delle Marche dello scorso anno sia stata fatta in remoto, “mentre oggi possiamo essere qui proprio perché i vaccini funzionano”. Sul turismo ha ribadito l’importanza di “creare un circuito per mettere insieme tutte le bellezze di questa terra, non avendo le Marche un unico fattore attrattivo”.

Poi l’importanza di far restare i giovani nella loro terra e l’impegno a “tornare ad essere una Regione altamente produttiva, uscendo dalla fase di transizione”.

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Cruciale il momento delle premiazioni. Il Picchio d’oro a Roberto Mancini,  il premio del Presidente della Regione Marche a Gianmarco Tamberi, e il premio alla carriera a Valentino Rossi, per il quale ha ritirato la mamma Stefania Palma.

“I marchigiani non cambiano con il successo” la spiegazione di Mancini a chi gli fa notare che quando torna a Jesi vive la quotidianità normalmente.

Poi il giovane Tamberi come esempio di chi cade e risorge.

“Dopo l’infortunio del 2016 – ha detto -  da buon marchigiano ci ho creduto fino in fondo e alle Olimpiadi di Tokyo è successo il miracolo. per me sono state un pensiero fisso. Molte persone hanno rivisto in me un momento di difficoltà e la speranza di  raggiungere il sogno. Meglio sperare piuttosto che arrendersi”.

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La mamma del “dottore” di Tavullia, invece, ha ammesso di sentirsi parte dello sviluppo del suo territorio, anche per il lavoro che svolge come impiegata comunale. E ha ricordato gli aneddoti della difficoltà di spiegare dove si trovava il suo paese prima del successo di Valentino Rossi.

Infine, con il presidente del Coni Fabio Luna, altri premi a Davide Mazzanti, Milena Baldassarri, Michele Sabbioni, Ilaria Cacciamani, Tommaso Marini, Martina Centofanti ed Assunta Legnante.

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Casellati - Mancini

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Il sindaco Leonelli

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la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati 


Manca poco all'edizione 2021 della Giornata delle Marche. La festa che, da 17 anni, celebra il senso di appartenenza a un territorio, la condivisione di valori tramandati da generazioni e custoditi anche fuori dai confini regionali, approda quest'anno a Castelraimondo venerdì prossimo.

Al Lanciano Forum saranno premiati i “Marchigiani vincenti: esempio di sacrificio, coraggio e passione”. Questo, infatti, il titolo dell'edizione che premierà gli sportivi di questa terra che si sono distinti in un anno d'oro per l'Italia.

Il "Picchio d'oro" andrà al tecnico della Nazionale di calcio, Roberto Mancini, che ha vinto gli Europei. A Gianmarco Tamberi, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo, andràil premio del Presidente della Regione Marche, e a Valentino Rossi, il premio alla carriera.
Accanto a loro anche altri riconoscimenti ai marchigiani che si sono distinti in ambito sportivo.

“Abbiamo scelto di celebrare i marchigiani vincenti – spiega il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – e i valori di cui essi si sono fatti portatori, che rispecchiano pienamente le caratteristiche della comunità marchigiana che con sacrificio e coraggio e un forte senso di attaccamento, dopo aver affrontato un lungo periodo di difficoltà, dovuto prima al sisma e poi alla pandemia, sta rispondendo con impegno e determinazione, contribuendo anche al rilancio del nostro territorio. Abbiamo deciso di organizzare quest’anno la Giornata delle Marche nella zona del cratere sismico, un segnale per noi importante in un territorio che rappresenta l’esempio più forte della necessità di rilancio e di ripartenza. Ogni cittadino marchigiano – continua il presidente Acquaroli – può fare la differenza ed essere esempio di coraggio e determinazione nel proprio campo, sia esso imprenditoriale, professionale, pubblico, economico, sociale, culturale, sportivo. Vogliamo celebrare, attraverso alcuni esempi illustri, la tempra e le qualità che ciascun marchigiano sa interpretare al meglio affinché la propria azione sia ‘vincente’ in ogni settore sia essa messa in pratica”.

Alla manifestazione è prevista anche la partecipazione della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e del sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali.

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“Torna in campo” il commissario tecnico della nazionale Roberto Mancini come testimonial della Regione Marche per il 2022. Sono iniziate le riprese della nuova campagna promozionale, con gli spot che andranno in onda il prossimo anno. Le riprese proseguiranno nei luoghi più suggestivi della Regione, dal mare alla montagna, con l’entroterra scrigno di sapori e paesaggi. Protagonista sarà anche l'enogastronomia e i nostri borghi marchigiani, che sono oggetto di una forte politica di rilancio e di valorizzazione da parte dell'amministrazione regionale.

“Ringraziamo il commissario tecnico che si sta spendendo per promuovere le sue e le nostre Marche – ha sottolineato il presidente Francesco Acquaroli – Gli ottimi risultati conseguiti nel corso della stagione turistica sono anche frutto della bella immagine della nostra regione che, grazie al nostro testimonial, abbiamo mostrato all’Italia e all’Europa. La grande sfida che abbiamo davanti è quella della destagionalizzazione dell'offerta turistica per valorizzare tutto l'anno le enormi potenzialità della nostra regione”.
Quale titolo più azzeccato, se non "Marche in vetrina" per la cena - spettacolo che ormai da dieci anni anima il centro di Castelraimondo e che anche nell'edizione 2021 ha messo in mostra le eccellenze del territorio e gli obiettivi che le Marche vorranno raggiungere prossimamente.
Obiettivi a cui era legata una parte degli ospiti salita sul palco di piazza Dante (per il secondo anno, a causa della pandemia, è la location che ospita l'iniziativa ndr). Da Riccardo Scamarcio, per parlare di cinema e delle potenzialità che la Regione Marche vanta sotto questo aspetto grazie a location da sogno che ben si prestano alle scenografie, come ricordato anche dall'assessore regionale Giorgia Latini; a Gianluca Ginoble de Il Volo che, insieme ai suoi due compagni di viaggio, ha cantato alle Grotte di Frasassi per celebrare i 50 anni dalla scoperta del sito turistico. E a proposito di turismo e di immagine regionale, non poteva mancare il riconoscimento a Roberto Mancini, ct della Nazionale che, nel gran finale, è stato simbolicamente premiato con il Cassero d'argento dal governatore Francesco Acquaroli a cui l'allenatore ha rivolto un videomessaggio non potendo essere presente: "Sicuramente sarà una bellissima serata - ha detto - , un saluto al presidente Acquaroli che spero di vedere al più presto e a Miro Riga che avrà organizzato una serata indimenticabile. Mi dispiace molto non esserci, ma sicuramente vi divertirete. Grazie al presidente che mi ha dato la possibilità di essere il testimonial delle Marche, diciamo che la cosa è andata abbastanza bene (facendo riferimento alla vittoria degli Europei di calcio ndr) e credo che questo possa farci enormemente piacere. Un grande abbraccio. Spero di vedervi presto".

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Tra i personaggi dello spettacolo premiati, anche l'attore Roberto Farnesi e il giornalista Massimo Giletti, per la seconda volta sul palco di "Marche in vetrina" per ribadire il suo impegno giornalistico e chiedere maggiore attenzione alla regione: "Le Marche meritano più rispetto - ha detto - . Si vedono ancora situazioni di stallo per quanto riguarda il sisma. Non si possono lasciare i sindaci da soli". Poi l'appello per trovare una nuova sede per gli Alpini di cui ha ricordato la presenza durante l'emergenza sismica.
Ma a rappresentare il mondo del giornalismo è stato anche Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 e attuale direttore de Il Giornale, premiato dalla giornalista Rai, di origini marchigiane, Lisa Marzoli.
A ricordare che #ilfuturononcrolla, come scrissero in un hashtag subito dopo il sisma, l'Università di Camerino con il pro rettore Graziano Leoni: "Un riconoscimento al quadrato - ha detto - visto che ci viene consegnato il Cassero d'argento per essere ancora una volta, dopo 18 anni, primi tra tutti gli atenei statali italiani".

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La vicina città ducale è stata protagonista della serata anche con gli istituti "Ugo Betti", il tecnico commerciale per geometri "Antinori" e i licei "Varano". Sul palco, per ritirare rispettivamente i premi, Maurizio Cavallaro, Leandro Petrelli e Fabio Gentili, e Francesco Rosati e parlare di futuro e della didattica a distanza che ha permesso, per il secondo anno consecutivo, di non sospendere le lezioni.
Per lo sport, in vista della Gran Fondo Nibali che interesserà Porto Recanati ma passerà anche a Castelraimondo, è stato premiato Andrea Tonti; mentre per la squadra di Calcio a 5 campione d'Italia, ItalService Pesaro, ha ritirato il premio Fabrizio Pianosi.
Grande rilievo non poteva che essere dato alle aziende che, grazie ai loro prodotti, "esportano" le Marche in tutto il mondo, come la Castellino e la Clementoni, ma anche la Ciriaci, la Alberto Quacquarini e la Fior di Grano. Per l'impegno nella ricostruzione premiate la Fimic e la Crucianelli Rest Edile.

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Il Cassero d'argento è andato anche alla Bargelli auto, Elena Ballerini, Maria Letizia Amadori, Tiziana Foschi e all'ideatore di "Marche in vetrina" Vladimiro Riga, premiato dall'ex sindaco e attuale consigliere regionale Renzo Marinelli che, dieci anni fa, decise di accogliere la manifestazione nel suo paese.
Più volte è stato sottolineato l'impegno di chi ha sostenuto la manifestazione: il commissario prefettizio Francesco Senesi e il main sponsor da quattro anni, Massimo Paoloni, private banker manager di Banca Mediolanum.
Finale a sorpresa per i dieci anni di manifestazione: i fuochi d'artificio che hanno chiuso la serata.

GS
l.c. 

Bonucci come Materazzi, con il gol nato da un corner a rimettere in piedi una finale. E allora Donnarumma come Buffon? No, il Gigi di oggi ha fatto anche meglio: a Berlino la traversa di Trezeguet, a Londra il palo di Rashford. Ma poi il portiere azzurro giganteggia due volte, su Sancho e Saka, e allunga le mani sulla coppa.

Quindici anni dopo Berlino torniamo a vincere con la maglia azzurra addosso, ancora ai rigori. Maledetti negli anni novanta, santi e venerabili nel secolo ventuno, ci regalano ancora una vittoria che era nell’aria. Un’aria che si era capito fosse “magica fin dai primi giorni insieme”, come ha detto Giorgio Chiellini. Un nome regale, quello del capitano azzurro, che si è preso la corona nel salotto della Royal Family. L’arco di Wembley, tricolore per solidarietà a marzo 2020 – un’amichevole con gli inglesi saltò per i primi focolai europei di Covid – , si tinge ancora di verde, bianco e rosso per il trionfo di una Nazionale indomita.

C’è un po’ di “marchigianità” nella dolce notte inglese. Il volto degli Azzurri è quello di Roberto Mancini da Jesi che, dopo anni di successi con l’Inter e con il Manchester City, mette il punto esclamativo alla sua carriera da tecnico. Mettendoci la faccia, mettendoci le idee. Il primo a crederci dal 2018, il nostro anno zero dopo la notte di San Siro contro la Svezia, il primo a far credere anche i suoi ragazzi nel sogno europeo. Ora è realtà.

Da allenatore ad allenatore, Giovanni Pagliari, tecnico della Recanatese, è dello stesso avviso: “È il trionfo di Mancini, senza dubbio. La sua figura è stata determinante: ha creato un gruppo che, tolta qualche eccezione, non vantava eccellenze tecniche. Ha vinto per la coesione e l’amalgama che ha creato e che, soprattutto, è riuscito a riportare in campo: il gioco che abbiamo visto è figlio di questa unità. Mancini ha saputo portare avanti un’idea di calcio collettivo – spiega Pagliari – ma anche ricreare uno spirito e un attaccamento alla maglia che in questo Europeo hanno fatto la differenza. Nei momenti di difficoltà il gruppo ha marcato la differenza vera, quella che poi ti fa vincere le partite e i trofei”.

Poi una considerazione sugli interpreti, “non eccezionali – continua Pagliari – , almeno rispetto a quanto abbiamo visto nella nostra storia. Fuoriclasse assoluti, a parte qualche nome come Chiellini, non ne avevamo. Questo evidenzia ancora di più la bontà del lavoro di Mancini, che con un gruppo del genere può anche pensare di fare un ottimo Campionato del Mondo l’anno prossimo. Bonucci e Chiellini, con gli altri che cresceranno: la Nazionale è ottima e Roberto, il fuoriclasse assoluto della nostra Nazionale, troverà nomi nuovi e freschi da buttare nella mischia. Vincere è molto dura a questi livelli, ma con questo gruppo tutto è possibile”.

L’ultima battuta, doverosa, per Jorginho: in tre anni una Europa League, una Champions, un Europeo. Un curriculum da Pallone d’Oro: “Lui è l’emblema di quelli che sanno giocare al calcio. Purtroppo spesso pensiamo a fisicità e atletismo e ci scordiamo di tempi, spazi, classe. Jorginho è questo. Io lo premierei, così magari qualcuno torna a pensare alla tecnica e a come si gioca con il pallone”.

Lorenzo Cervigni

Il video dei caroselli a Tolentino


Nell'era delle campagne elettorali a colpi di social arriva lo scontro anche sul'hashtag.
A denunciare Forza Italia Marche è il canddato governatore Roberto Mancini di Dipende da noi che in una nota scrive: "Il partito di Silvio Berlusconi, a sostegno della candidatura di Francesco Acquaroli Presidente, sta utilizzando,  in modo più o meno consapevole, l'hashtag #dipendedanoi.  
È bene ricordare quindi a questo partito, forse disattento, che arriva tardi e male.

#dipendedanoi è una formazione politica antifascista, di sinistra etica e di impegno civile che proprio nulla ha a che spartire con il partito berlusconiano e con il mondo della destra più estrema incarnata dal candidato Presidente che presenzia alle cene celebrative della marcia su Roma.

E' l'insieme di donne e uomini - prosegue - che stanno costruendo sul territorio, da molto prima che Forza Italia si concentrasse sugli slogan elettorali, un percorso ed un movimento aperto e partecipato per prendersi cura delle Marche.

#dipendedanoi - aggiunge - è anche, ma non solo, una formazione che si presenta alle prossime elezioni regionali sostenendo la candidatura a presidente di Roberto Mancini, ben distinto e distante, evidentemente, dal candidato sostenuto dalla destra".
La richiesta è quindi quella di evitare confusione, ribadendo a Forza Italia di "smettere di utilizzare hashtag che chiaramente rappresentano altro".

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Sono diversi i tolentinati candidati alle prossime elezioni regionali, ma l'associazione Città in Comune, nata dopo le elezioni amministrative di Tolentino dall'omonima lista, ha le idee chiare e ha deciso di sostenere la candidata Barbara Salcocci della lista Dipende da noi.
"Le imminenti elezioni regionali di settembre - scrive l'associazione in una nota - daranno ai cittadini la possibilità di rinnovare la classe dirigente regionale e di imprimere una svolta significativa alle politiche pubbliche in atto da almeno un decennio nelle Marche. L'associazione Città in Comune, nata anche per contribuire ad un profondo rinnovamento a livello locale, ha da sempre cercato di riunire le esperienze più avanzate della sinistra coerente capace per competenze e onestà di proporre un'idea di governo locale frutto di partecipazione, di coinvolgimento e di una pratica democratica capace di neutralizzare le autoreferenzialità delle istituzioni. Fatte queste necessarie premesse, prendendo atto della chiusura del PD, incapace di aprirsi ad una società molto più articolata rispetto alle semplificazioni mediatiche, Città in Comune esprime il proprio sostegno alla lista "Dipende da Noi", per Roberto Mancini candidato presidente, ed in particolare per Barbara Salcocci, amica, compagna e testimone in prima persona, insieme agli altri tremila sfollati di Tolentino, delle storture della gestione dell'emergenza a livello regionale e dei costanti fallimenti dell'amministrazione Pezzanesi a livello locale". 

Duro l'attacco dell'associaizone al Partito Democratico ed al centro destra: "È necessario restituire ai cittadini un salutare "bagno di realtà", evitando le semplificazioni che il PD regionale da un lato, ed il centrodestra che governa la maggioranza dei comuni anche all'interno del cratere dall'altro, Tolentino incluso, vorrebbero ostentare".

L'associazione non fa sconti e attacca il governatore regionale uscente, così come il sindaco di Tolentino: "Sono di fatto fuori luogo gli appelli al "voto utile", quando è evidente che i migliori alleati del governo Ceriscioli sono state proprio quelle amministrazioni di centrodestra che tutto hanno fatto fuorché dare una risposta ai cittadini ed ai territori. Come giudicare altrimenti il regalo fatto dalla Giunta regionale uscente alla Giunta Pezzanesi per l'acquisto di un capannone neanche accatastato per il doppio del valore reale? Elargizioni di denaro pubblico per assecondare la visione distorta del "nostro" primo cittadino di realizzare una sorta di Tolentino 2, col drammatico risultato che ad oggi i terremotati sono ancora senza uno straccio di abitazione di emergenza o peggio, sono ancora ammassati nei container, a quattro anni da quei drammatici giorni".

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“Ricorda che indossare un fazzolettone non significa essere persone responsabili solo nel momento in cui si porta, significa essere una persona di grandi ideali di fraternità, amicizia e solidarietà. Una persona pronta a sacrificare talvolta la propria vita provata per una giusta e nobile causa. Essere  scout significa avere coerenza, essere capaci di sognare, di avere visione fantasiosa ma ricca di valori della realtà e capace col proprio impegno di realizzare i propri desideri”. Questo era solo uno dei tanti pensieri che Marta Bellomarì ha lasciato in uno dei suoi diari. Perché oltre ad essere stata una grande mamma (non solo per i propri figli, Andrea e Michele Stortini, ma anche per tanti giovani di San Severino) e nonna, prima ragioniera, poi insegnante e poi medico, nonché fondatrice del gruppo scout San Severino 1 insieme a suo marito Delio e a don Aldo Romagnoli, Marta scriveva. Scriveva tanto, pensieri, poesie, lettere (persino prima di ogni operazione, lasciava una lettera). Bellomarì se n’è andata pochi mesi fa, ma ha lasciato una grande eredità e un immenso vuoto incolmabile. 

(Marta Bellomarì nella ricorrenza del 40°anniversario del gruppo scout San Severino 1)

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Ieri sera il teatro Italia ha ospitato una serata in sua memoria, “L’azione del volontariato per una società giusta”, con il professore di Unimc Roberto Mancini, organizzata dal Comune in collaborazione con il gruppo scout, Coop Alleanza, Caritas e l’Avis. Presenti il sindaco Rosa Piermattei, gli assessori Tarcisio Antognozzi e Paolo Paoloni e il presidente del consiglio comunale Sandro Granata, ma anche alcuni consiglieri di minoranza, nonché la Croce Rossa e la Protezione Civile locale. 

Un incontro in cui Mancini ha parlato di come il volontariato possa essere azione politica e possa incoraggiare la democrazia per il bene comune. 

“Marta ha cresciuto generazioni di giovani - queste le parole di uno dei figli, Andrea - che per lei sono stati linfa e forza vitale. Mi dicono che devo essere orgoglioso, perché mia madre ha lasciato un segno indelebile, un solco che difficilmente si potrà colmare. Speriamo di poter continuare a mantenere viva la sua memoria”. A tal proposito, c’è l’idea, ben accolta anche dal primo cittadino, di istituire un premio annuale in memoria di Marta Bellomarì.

Poi la parola è passata a don Aldo Romagnoli: “Questo convegno è un omaggio pieno di gratitudine ma vuole anche essere stimolo per un volontariato consapevole. Mi vengono in mente due ricordi su tutti. Il primo - ha raccontato - mi riporta indietro di oltre 40 anni fa. Da pochi mesi ero qui e lei mi propose di portare lo scoutismo a San Severino perché il figlio aveva avuto una positiva esperienza, e voleva regalare ad altri la stessa possibilità. Né lei né io avevamo esperienza. Che fare? Ci siamo detti che avremmo imparato lungo il cammino, ci saremmo fatti aiutare, e così abbiamo fatto. Non bisogna aspettare di essere pronti per fare qualcosa - ha aggiunto - che ci sembra bello e giusto”. Il secondo ricordo di don Aldo è più recente: “Ricordo molto bene la sua gioia, poco tempo prima di andarsene, nel constatare come la comunità capi del gruppo scout portasse avanti bene le attività. Diceva gioiosamente che quei ragazzi sapevano fare meglio di noi”. Perché scopo del volontario, ha sottolineato il sacerdote, è suscitare forze nelle persone sicché nn ci sia più bisogno di lui. “Lei - ha concluso - viveva pensando a come poter essere d’aiuto, ponendo l’attenzione alla persona, alla sua totalità. Ecco lo stimolo, il volontario non fa il volontario, ma lo è dentro”.

(Il sindaco Rosa Piermattei, don Aldo Romagnoli e Roberto Mancini)

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Commosso anche il ricordo del sindaco Rosa Piermattei, che ha raccontato di non poter dimenticare il sorriso onnipresente di Marta: “Lei è stata una persona splendida, che ci ha insegnato tanto, anche a regalare un sorriso nei momenti di dolore. L’avevo conosciuta quando insegnava a mia nipote - ha raccontato - poi l’ho rivista durante il terremoto. Una volta la incontrai e mi sventolò un sacchetto di pesce da cucinare per pranzo. Io in quel momento mi feci una grossa risata, e lei mi disse ‘proprio questo volevo, farti sorridere, perché è da tempo che non ti vedo farlo’. Vi ha insegnato a dare, vi ha insegnato la felicità. Nn facciamo spegnere questa bellissima candela. Creeremo qualcosa per ricordarla ogni anno? Proponetelo voi che la conoscete meglio di tutti, e noi lo approveremo”. 

(Il sindaco Rosa Piermattei e il marito di Bellomarì, Delio Stortini)

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Poi il brillante evento di Mancini su come il volontariato possa essere motore del bene comune, di democrazia e lavoro: “La logica del volontariato è la giustizia. Dobbiamo pensare che ciascuno di noi è partecipe di un tessuto in cui ti siamo legati. Istintivamente costruiamo la vita pensando di dover prendere, trattenere per noi le cose. La nostra civiltà è orientata dall’idea di dover accumulare. In realtà nella vita la concretezza è tutt’altro”. Si diventa adulti, ha sottolineato il professore, non quando si impara a prendere ma a ricevere. Quando si impara a perdere, anche, momento in cui ci si apre il mondo della relazione con gli altri. “La spia di quando il volontariato non è autentico - ha detto - è quando diventa un sacrificio, uno sforzo, e il fatto che si giudica chi si sta aiutando. Il volontariato è esperienza di accoglienza e dignità, è azione di giustizia. Questa economia di oggi ci distrugge, dobbiamo inventare forme nuove, e poi stiamo trasferendo la nostra soggettività ai mezzi tecnologici. La realtà ci viene rappresentata dall’informazione, la burocrazia è un sistema che passa sopra alle nostre teste”. Il risultato di ciò che la modernità sta creando sono comunità sempre più chiuse, sempre meno aperte al mondo. In Italia, in alcune zone più disagiate e difficili, “hanno capito che il volontariato è azione della comunità, non solo scelta personale. È il risveglio di una comunità che decide di prendersi cura del bene comune. Allora diventa un’azione politica, quella vera di politica, non quella che si contende un voto in più. La politica bella è quando si riesce a dare una risposta di bene in un posto di male. Volontariato è azione democratica delle comunità a cui si è risvegliata la coscienza, che attiva percorsi formativi, genera comunità democratiche, sente che il bene comune la riguarda, genera lavoro e smette di subire l’economia”.
g.g.

(La platea gremita)

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(Il marito Delio Stortini)

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“L’azione del volontariato per una società giusta” è il tema del convegno, organizzato in ricordo di Marta Bellomarì, che si terrà venerdì 11 maggio, alle 21, al teatro Italia di San Severino. 

Dopo il saluto del sindaco, Rosa Piermattei, interverrà il professor Roberto Mancini, docente di Filosofia all’Università degli studi di Macerata. La cittadinanza e le associazioni di volontariato sono invitate a prendere parte all’iniziativa promossa dal Comune, dai Teatri di Sanseverino e dal gruppo Scout San Severino 1.

Marta Bellomarì, allergologa, poetessa, volontaria molto attiva nel mondo degli scout (è stata fondatrice del gruppo San Severino 1 insieme al martio Delio Stortini e a don Aldo Romagnoli) e dell’associazionismo settempedano, è morta nel novembre dello scorso anno a causa di un male incurabile all’età di 78 anni.
g.g.

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