Si è chiuso un cammino importante per il nostro territorio. Un cammino fatto di grande ed entusiasta partecipazione che ci permette ora di aprire un nuovo orizzonte sulle nostre aree interne, anche attraverso l’avvio di un percorso condiviso per una rinnovata carta della montagna”.

Così il consigliere regionale del Partito Democratico Romano Carancini commenta l’approvazione all’unanimità in consiglio regionale della proposta di legge per le “Celebrazioni dell’anniversario della Battaglia del Pian Perduto”, legata alla ricostruzione del suo luogo-simbolo, la chiesa Madonna della Cona. Con tale atto, la ricorrenza entra a far parte maggiori eventi di rilevanza storico-culturale delle Marche.

“È una tappa – afferma il consigliere dem - che è giusto condividere con i diversi compagni di viaggio che nel tempo hanno portato i propri impegni decisivi, a partire dalle sezioni Cai di Macerata, Camerino, San Severino Marche che per prime, dopo il sisma del 2016, fecero luce sulla Madonna della Cona. Ma non va dimenticato neppure l’infaticabile impegno del Macerata Opera Festival, che nel 2018 scelse di sposare la raccolta fondi per il recupero della chiesa-rifugio, così come quello dei sindaci del Cosmari, che all’unanimità e senza indugi decisero di destinare tutte le risorse mancanti per la ricostruzione integrale per amore della nostra montagna e delle comunità. Da ultimo, ma non per importanza, non vanno dimenticati l’Arcidiocesi di Camerino, il Comune di Castelsantangelo sul Nera con il suo sindaco Mauro Falcucci, i tecnici, i volontari.”

“La legge approvata – spiega Carancini – nasce dalla mozione presentata a mia prima firma dal gruppo assembleare del Partito Democratico sull’anniversario dei 500 anni della Battaglia del Pian Perduto, approvata nel giugno del 2021, con cui si impegnava la giunta regionale a promuovere e finanziare, anche attraverso un protocollo d’intesa con la vicina Umbria, diverse iniziative, tra cui attività di ricerca e di rievocazione, progetti culturali ed editoriali, itinerari naturalistici, turistici e religiosi, una nuova carta della montagna, appunto, che dopo la Carta di Fonte Avellana del 1996, divenisse documento strategico e strumento di tutela più aderente ai nostri tempi”.

“Quella scritta – conclude Carancini - è una piccola grande storia che parte nel 2016 e che ha trovato la sua ragion d’essere nella volontà, quella vera, di provare a ricostruire con il rispetto dell'uomo verso la natura, con la cura della memoria e dell’anima del territorio. Una cosa non occorre mai dimenticare per chi vuol bene alle aree interne, ai monti delle nostre Marche: ogni giorno di ogni anno abbiamo il compito di continuare a fare luce sulla bellezza ma anche sulla dignità di quei luoghi. Con ostinazione. Sempre. E l’approvazione di questa legge va esattamente verso quella direzione”.
“Sono del tutto fuori luogo i trionfalismi del centrodestra circa l’approvazione del Piano regionale per la promozione della pratica sportiva e dello sport di cittadinanza 2021-2025. Un Piano evanescente, che parla di tutto, manifestando intenzioni anche condivisibili, ma che alla fine, a dispetto di quanto sostenuto dall’assessora Giorgia Latini, non riesce a individuare né le priorità di intervento né le relative risorse, che in parte già ci sono e in parte arriveranno dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Romano Carancini.

“Con il voto espresso dal consiglio regionale – aggiunge il consigliere dem – si è persa dunque l’occasione di dare concretezza a un’idea di sport che non è solo attività fisica, ma anche strumento di crescita, inclusione e promozione sociale. Eppure sarebbe davvero bastato poco per dare un segnale di controtendenza rispetto al poco messo in campo dalla giunta regionale fin dal suo insediamento. Sarebbe stato sufficiente, per esempio, approvare l’ordine del giorno presentato da me insieme al gruppo del Partito Democratico e al Movimento 5 Stelle, che a fronte di una disponibilità di milioni di euro, chiedeva un impegno di 170 mila euro per il 2021, il 2022 e il 2023, volto a garantire i contributi per le associazioni e le società che si occupano di promuovere e realizzare attività sportive dedicate alle persone disabili. Contributi che, tra l’altro, sono sempre stati erogati fino al 2020 e che sono stati sospesi proprio dalla giunta Acquaroli nel 2021. A quanto pare le risorse ci sono ma solo nelle parole dell’assessore e nella propaganda mediatica del giorno dopo di Ciccioli e soci, in quanto gli atti dicono l’esatto opposto e nel bilancio di previsione lo stanziamento dedicato è pari a zero.”

“A tal proposito – conclude Carancini – pur con grande rammarico, non può passare inosservato l’assordante silenzio della consigliera della Lega Anna Menghi, che nonostante il suo assiduo impegno nella difesa dei diritti dei disabili, non ha avuto il coraggio di osare un atto di disobbedienza e di prendere in aula una posizione diversa da quella “imposta” a tutta la maggioranza dal consigliere Ciccioli”.
“Le buone intenzioni e i proclami di principio crollano di fronte alle lobbies degli interessi economici. La regione predica bene, ma razzola male”.

Non usa mezzi termini il consigliere del Partito democratico Romano Carancini nel criticare la scelta del governo regionale che ha rinviato la legge contro la ludopatia, rinviando di fatto la norma che fisserebbe una specie di distanziometro per impedire che le slot machine siano situate nelle vicinanze di luoghi sensibili come scuole e bancomat.

“Purtroppo la politica perde credibilità quando tiene comportamenti come quelli assunti dal governo regionale – incalza Carancini – Contestualizzando nel 2017 viene promulgata dalla regione marche una legge di indirizzo che sostanzialmente regola la possibilità di individuare i luoghi dove posizionare le slot machine, stabilendo un termine di 4 anni per permettere ai gestori di adeguarsi alla normativa. Questo termine è scaduto e la regione piuttosto che andare avanti su quel percorso decide di prorogare ancora. Al contrario la nostra posizione è quella di combattere per tutelare la salute mentale di coloro che sono schiavi della ludopatia attraverso ogni strumento possibile. Purtroppo molti esponenti politici del governo regionale lanciano proclami, ma le loro buone intenzioni cedono alla lobby dell’interesse. Questo è un modo sbagliato di interpretare la politica”.

f.u.
In attesa della discussione sull'assestamento di Bilancio che l’Assemblea legislativa delle Marche affronterà la prossima settimana, lo scontro tra maggioranza e opposizione è già iniziato in commissione Bilancio intorno a uno dei temi più attesi e sentiti: i ristori alle Rsa messe in grave difficoltà dalla pandemia da Covid-19.

Respinto, infatti, un emendamento presentato dal Partito Democratico, a prima firma del consigliere Romano Carancini, per lo stanziamento di oltre 6,6 milioni di euro per coprire interamente i maggiori costi sostenuti a causa del Covid dalle strutture residenziali sanitarie e sociosanitarie extra ospedaliere private convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale nel 2020. Lo stesso emendamento, tra l’altro, prevedeva un ulteriore stanziamento di circa 1 milione 160 mila euro che avrebbe coperto, seppure parzialmente, anche i rilevanti costi già sostenuti per le stesse ragioni nel 2021, ma è stato bocciato dal consigliere della Lega Renzo Marinelli insieme ai suoi colleghi.

Non c’è nulla di casuale – afferma Carancini -: è un comportamento coerente con l’indifferenza mostrata dall’assessore Filippo Saltamartini in questo anno, trascorso inutilmente, incapace di rispondere positivamente ai continui e giusti appelli delle 14 associazioni marchigiane che rappresentano nelle Marche le strutture ospitanti persone fragili e anziani e che hanno tentato di fargli capire che i gravi maggiori costi dovuti al Covid e l’impossibilità in molti casi di occupare pienamente le strutture, hanno causato perdite ingenti con il conseguente rischio di aumenti per le rette a carico delle famiglie”.

A finire nel mirino di Carancini anche l’atteggiamento scorretto della maggioranza, che dopo aver respinto le proposte presentate insieme al consigliere Fabrizio Cesetti, hanno tentato maldestramente a correggere l’errore compiuto.

I “troppo furbi” – attacca Carancini - stanno sempre in attesa dietro l’angolo. Dopo che con il collega Cesetti abbiamo deciso di depositare nuovamente le nostre proposte affinché vengano discusse nel consiglio della prossima settimana per dare voce, dignità e risorse a chi si occupa dei nostri anziani, ecco che notte tempo dal cilindro della maggioranza è uscito un “emendamento - coniglio” che conferma come nell’assestamento di bilancio si fossero dimenticati delle nostre strutture per anziani e delle loro famiglie. Ma quel che è peggio è che con la loro ipocrita iniziativa, che prevede uno stanziamento di appena 4 milioni di euro, non si riescono a coprire neppure i maggiori oneri sostenuti nel 2020 a causa del Covid, puntualmente rendicontati dalle strutture”.

Per quanto ci riguarda – conclude Carancini – continueremo come gruppo assembleare la battaglia in aula nel corso del prossimo consiglio regionale affinché le nostre Rsa non debbano farsi carico dei rilevanti costi del Covid, come è avvenuto per tante altre categorie sociali. In quella sede si capirà quale politica sta dalla parte dell’opportunismo peloso della distanza tra le parole e i fatti e quale, invece, crede in un modello sociale a tutela di anziani, disabili, fragili, minori e senza voce, che mai e poi mai devono essere abbandonati o anche solo umiliati dalla corte del Re”.
Risorse e ristori economici a favore degli enti gestori delle strutture per anziani non autosufficienti, disabili, minori e altre categorie di soggetti fragili messe in ginocchio dall’emergenza pandemica.

Continua la battaglia in regione dei consiglieri del Partito democratico Romano Carancini e Fabrizio Cesetti che chiedono l’inserimento di dette risorse in occasione del prossimo assestamento del bilancio regionale.

“Durante la discussione sull’assestamento di bilancio in prima commissione consiliare – spiegano i due consiglieri dem - abbiamo chiesto che la giunta regionale si facesse carico di emendare il provvedimento inserendo le risorse e i ristori economici necessari a sostenere queste strutture che durante l’emergenza sanitaria vissuta negli ultimi due anni hanno visto aumentare esponenzialmente i costi di gestione a fronte di minori ricavi dovuti anche all’impossibilità di accettare nuovi ospiti. Riteniamo gravissimo, infatti, che la giunta regionale non abbia previsto ancora oggi alcuna risorsa economica, ignorando il grido di allarme lanciato dalle rappresentanze di tutti gli Enti gestori e “chiudendo addirittura i rubinetti” con il neanche celato, quanto inaccettabile, tentativo di utilizzare le difficoltà degli stessi Enti come arma nei confronti del governo nazionale per farsi assegnare o svincolare risorse, quando invece, se del caso, nei confronti del governo dovrebbero essere usati strumenti politici e istituzionali”.

“Né può giustificare le omissioni della giunta – rincarano i due consiglieri – l’esigenza, pure necessaria, di assicurare “garanzie strutturali” agli Enti gestori che invece hanno bisogno di risorse economiche nell’immediato per garantire sicurezza, serenità e fiducia a un settore delicatissimo e fragile che si dedica con capacità e abnegazione a chi ne ha veramente bisogno e a chi a causa dell’età o della malattia è meno fortunato

“Ci faremo carico di presentare in Aula – concludono Carancini e Cesetti - proposte emendative per assegnare le necessarie risorse a un settore strategico che produce solidarietà nel tempo del bisogno. E questo è il tempo”.

“Abbiamo dato voce alla richiesta di un territorio che vuole tornare a vivere”. Lo ha detto Romano Carancini, dopo l’interrogazione presentata al Consiglio regionale in merito agli impianti sportivi di Ussita. Arriveranno finanziamenti per circa 25mila euro per il campo sportivo del paese: Visso, che dopo il sisma del 2016 aveva perso il suo stadio, potrà quindi ripartire dal campo di Ussita nella prossima stagione sportiva. Un ritorno in campo dopo l'esodo che ha costretto la società calcistica a giocare tra Macerata, a Collevario, e Camerino, agli impianti universitari.

“La squadra è pronta ma senza un campo non potremo partecipare al campionato e il silenzio tornerà a regnare come sempre. Serve un’anima buona che ci aiuti”. Era stato questo l’appello che Bruno Galletti, ex giocatore e ora dirigente della società calcistica “Visso 1967” aveva lanciato un mese fa. Ora la risposta delle istituzioni. Carancini ha spiegato: “Il mondo dello sport ‘minore’ ha bisogno delle sue strutture. Il campo di Ussita ha bisogno di interventi per permettere al Visso di tornare a giocare. Raccogliendo l’invito di Galletti abbiamo ritenuto fosse giusto presentare all’amministrazione regionale la questione. Il presupposto fondamentale deve essere quello che vede il campo sportivo di Visso come sito per le SAE a seguito del terremoto. La società ha bisogno di una struttura e ha diritto di tornare a giocare. Siamo contenti che l’assessore Guido Castelli abbia colto il punto dell’interrogazione e che si sia impegnato a mettere sul piatto circa 25mila euro per la riqualificazione del campo di Ussita. Credo – ha concluso Carancini – che sia un piccolo ma importante segnale di vicinanza e di impegno nei confronti di un territorio che ha sofferto molto: la ricostruzione passa anche da qui”.

l.c.
“La procedura adottata dalla Regione è opaca e illegittima”. A puntare il dito contro la gestione dei finanziamenti dei progetti relativi al Contratto Istituzionale di Sviluppo Sisma è il consigliere del Partito democratico Romano Carancini, che considera il Cis un tema cruciale e prioritario per la ripresa e il rilancio socio-economico delle aree colpite dal sisma”. Quello che chiede il consigliere piddino è, dunque, una maggiore trasparenza e un più puntuale coinvolgimento degli enti locali interessati.

“Stiamo parlando di 160 milioni di euro – rincara Carancini – volti a sostenere la ricostruzione. Non è pensabile che la giunta regionale li gestisca quasi fossero cosa loro, senza coinvolgere realmente gli Enti Locali, senza una verifica sui reali fabbisogni dei territori, ma soprattutto infischiandosene di ogni più elementare principio di trasparenza amministrativa. La Regione, di fatto, ha introdotto in maniera unilaterale dei criteri di valutazione aggiuntivi a procedura ancora aperta e a progetti già classificati, quindi potenzialmente elaborati per preordinare la graduatoria finale, e ha dato mandato al Nucleo di valutazione di esaminare e inserire nell’elenco finale anche i progetti presentati oltre i termini di scadenza previsti”.        

Secondo Carancini inquietante e condizionante è stato il ruolo dell’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli, il quale, dopo aver trasmesso a Invitalia il 15 luglio scorso tutti i progetti pervenuti a quella data dai comuni interessati, l’11 agosto, di fronte alle richieste di chiarimenti di carattere tecnico da parte dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, ha ricostituito in poche ore il Nucleo di valutazione che, in fretta e furia, ha stilato una nuova graduatoria sulla base di criteri inizialmente non previsti e valutando schede-progetto pervenute dopo la scadenza del 9 luglio.          

“C’è la chiara esigenza – conclude Carancini - di superare immediatamente questa imbarazzante situazione e di sgomberare il campo dalle ombre che avvolgono la procedura istruita dalla giunta regionale, salvaguardando i sindaci e i territori. Per questo il Partito Democratico ha presentato una mozione per chiedere alla giunta regionale di ripristinare la legalità a beneficio della Agenzia per la Coesione Territoriale”.

f.u.
“Preoccupante incompetenza o grave scorrettezza istituzionale?”. E’ la domanda che si pone il consigliere regionale del Partito democratico Romano Carancini in merito alle dichiarazioni dell’assessore Francesco Baldelli circa l’approvazione del progetto definitivo per il recupero della Rsa di San Ginesio, dicendosi “fiero che la nuova amministrazione regionale, ponendosi in discontinuità con la precedente stia dimostrando di avere uguale attenzione per le grandi città come per le piccole realtà dell'entroterra”.

L’assessore Baldelli, rivendicando a sé e alla giunta Acquaroli il merito dell'approvazione del progetto definitivo, non sa di cosa parla o finge di non sapere – incalza Carancini - Ricordo che quel progetto è frutto di un percorso avviato già nell’agosto del 2017 dai sindaci dell’ambito territoriale XVI dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, che votarono all’unanimità la proposta dell’allora sindaco Mario Scagnetti per dare vita a una struttura socio sanitaria integrata nella sede distrettuale di San Ginesio. Tra l’altro, il progetto definitivo di cui parla Baldelli è stato redatto dal professionista incaricato dalla precedente amministrazione regionale nel 2020, a testimonianza dell’attenzione posta dal centrosinistra anche alle aree interne del territorio regionale e a dispetto delle sue mistificazioni. Non va inoltre dimenticato che interventi di recupero dell’ex Rsa di San Ginesio sono stati oggetto di due ordinanze commissariali del 2017 e del 2018 che hanno stanziato complessivamente 3,5 milioni di euro, mentre altri 2,4 milioni sono stati previsti nel 2019 dall'ufficio tecnico dell’Asur, a seguito della preliminare valutazione tecnica relativa al miglioramento sismico della struttura”. 

“Baldelli - conclude il consigliere dem - avrà tempo di dimostrare le sue capacità, ma al momento eviti di intestarsi meriti che non solo non gli appartengono, ma che addirittura sono in capo a chi lui, come tutta la destra regionale, ha sempre duramente criticato”.


f.u.
Il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato la mozione presentata dal consigliere Pd Romano Carancini per inserire la Battaglia del Pian Perduto, di cui il prossimo anno ricorre il cinquecentesimo anniversario, tra gli  tra eventi di rilevanza storico-culturale.

Luogo della ricorrenza sarà la chiesa-rifugio di Madonna della Còna, crollata dopo il sisma del 2016, i cui lavori di recupero saranno terminati in tempo per il prossimo anno. Il suggestivo sito religioso, infatti, situato a Forca di Gualdo, lungo la strada che sale a Castelluccio di Norcia, da cinque secoli rappresenta un luogo speciale di incontro, sia fisico che simbolico, tra le comunità marchigiane e umbre.

madonna cona0


È una grande soddisfazione – afferma Carancini – che il consiglio regionale abbia accolto unanimemente questa proposta, perché vedo coronato un percorso che da anni porto avanti per la valorizzazione di questo luogo e del territorio circostante, prima come sindaco di Macerata e presidente dell’Associazione Sferisterio, e ora come consigliere regionale. Ma questo è un premio anche alle tante realtà istituzionali e associative del maceratese che si sono adoperate per salvaguardare il sito e progettare il suo recupero. Un intenso lavoro culminato nell’ottobre del 2019 con il Protocollo d’Intesa finalizzato alla sua ricostruzione tra le sezioni Cai, l’Arcidiocesi di Camerino, i Comuni di Castel Sant’Angelo sul Nera e Macerata, e il Cosmari”.

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti affinché la tradizionale Festa della Pace tra Gualdesi e Castellucciani torni a essere un momento di fraterno incontro tra le due comunità.

La mozione approvata – spiega ancora Carancini – impegna la giunta regionale anche a prevedere contributi economici per la programmazione di eventi e progetti trasversali, dalle funzioni religiose ai seminari di studio, dai percorsi trekking ai concerti, per coinvolgere tutte le comunità marchigiane, con particolare attenzione alle popolazioni della montagna. Inoltre, in occasione del Cinquecentenario, come da tempo perorato dal sindaco di Castelsantangelo sul Nera, sarà redatta una nuova Carta della montagna, “la Carta della Madonna della Còna”, documento strategico condiviso che, dopo la Carta di Fonte Avellana, mira a diventare strumento di tutela e sviluppo dei territori montani più aderente ai nostri tempi”.

f.u.
 “Perché il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore alla Ricostruzione Guido Castelli non hanno mantenuto l’impegno preso con i sindaci marchigiani delle aree terremotate, di mediare tra le loro richieste e le disposizioni del governo per quanto concerne la presentazione dei progetti di ricostruzione previsti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo del Cratere Centro Italia?”.

A chiederselo sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Romano Carancini e Fabrizio Cesetti, che insieme agli altri componenti del gruppo assembleare hanno presentato un’apposita interrogazione al presidente Francesco Acquaroli.

Lo scorso 28 aprile il ministero per il Sud e la Coesione territoriale ha formalizzato il Contratto Istituzionale di Sviluppo del Cratere Centro Italia, stanziando 160 milioni di euro per sostenere progetti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici e assicurare la ripresa e lo sviluppo dell’economia delle aree colpite dal terremoto. Tuttavia, i sindaci marchigiani del Cratere hanno da subito lamentato dubbi sulle modalità di elaborazione delle schede-progetto, chiedendo soprattutto tempi congrui per la loro presentazione al fine di dare qualità ed efficacia alla progettazione.

Dubbi che poi sono stati comunicati ufficialmente dagli stessi sindaci al presidente Acquaroli durante un incontro svoltosi lo scorso 12 maggio, con documento che indicava chiaramente la necessità di rivedere le impostazioni preliminari del Contratto Istituzionale di Sviluppo, chiamando in causa anche l’entità dei singoli contributi ed eventuali anticipazioni, la modalità di trasposizione di progetti già esistenti in nuovi progetti strategici, e le possibili premialità per i progetti presentati in forma integrata tra i comuni o con la partecipazione dei privati.

Nonostante ciò, la circolare trasmessa il 21 maggio dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, incaricata della gestione del Contratto Istituzionale di Sviluppo, non ha recepito alcune delle suddette richieste, fissando in particolare il termine ultimo per la presentazione delle schede- progetto al 15 giugno.

Purtroppo – spiegano i consiglieri Romano Carancini e Fabrizio Cesetti – appare evidente che nonostante le promesse del presidente Acquaroli, nel corso dell’incontro con i sindaci, non ci sia stato un adeguato intervento né da parte sua né da parte dell’assessore alla Ricostruzione per dare voce ai sindaci marchigiani e manifestare con forza l’interesse dei territori rappresentati. Ciò è molto grave, perché questa superficialità rischia di penalizzare pesantemente i progetti delle nostre comunità colpite dal sisma. Ora però vogliamo capire cosa è successo, e chiediamo che il presidente di riferisca quanto prima in consiglio sulle modalità di intermediazione e raccordo tra il ministero per il Sud e i comuni del Cratere da lui messe in campo”.


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