Proclamato, da parte delle sigle sindacali, lo stato di agitazione, a partire da domani, nei confronti della Astaldi spa che "dopo 16 mesi - spiegano i sindacati - non ha ancora rispettato il Contratto Integrativo Edili Industria vigente nella provincia di Macerata nei confronti delle maestranze impiegate in attività all’interno del territorio della provincia per il cantiere della Pedemontana delle Marche".

A lanciare l'allarme, questa mattina, in videoconferenza, Massimo De Luca di Fillea Cgil, Andrea Casini di Feneal Uil e Giuseppe Quinzi di Filca Cisl.

"Da 16 mesi - dice De Luca - , da quando il tratto Maceratese della Pedemontana delle Marche ha cominciato i lavori, la ditta capofila di tutto l'appalto non ha ancora applicato il contratto integrativo Edile Industria della provincia di Macerata.
Non abbiamo mai urlato questa situazione perchè sappiamo tutti che il Paese è alle prese con problemi ben più gravi, ma questo non può essere più la scusa per non dire ciò che sta succedendo in quei cantieri".

Gli fa eco Andrea Casini: "Macerata - spiega - è una delle poche province in Italia, forse l'unica, che ha alcune maggiorazioni per le lavorazioni svolte per lavori particolari come gli scavi delle gallerie.
Sono soggette anche al pagamento di un elemento variabile della retribuzione legato all'andamento dell'edilizia su questa provincia e ad oggi il contratto non è correttamente applicato".

da qui la decisione di inviare all'azienda il comunicato dello stato di agitazione: "Abbiamo avuto sempre trattative serrate e continue con la Astaldi ma, nonostante questo, ad oggi non ci spieghiamo questo silenzio. Si tratta - dice Giuseppe Quinzi - di un contatto migliorativo rispetto ad altre province d'Italia e di Ancona.
C'è anche una legge regionale che obbliga qualsiasi impresa lavori nel nostro territorio ad iscriversi agli enti previdenziali di Macerata.
Solo a gennaio - dice - la Astaldi ci ha inviato una dichiarazione che procederà all'iscrizione alla Cassa Edile di Macerata. per noi è importante - conclude - attenzionare una azienda così grande, perchè insieme a lei ci sono diverse ditte in subappalto che dovranno, anch'esse, applicare lo stesso  contratto provinciale di Macerata".

GS
“Le persone sono stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori. Bisogna riaprire: anche se qualcuno morirà, pazienza”.

Queste le parole che Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, ha pronunciato nel corso del Forum Made for Italy, dedicato alla moda. Parole che hanno scatenato la reazione stizzita di molti, in particolare delle associazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che in una nota hanno severamente condannato il presidente: “Sono parole inammissibili quelle espresse da Domenico Guzzini, durante l'evento in streaming – si legge nel comunicato firmato da Taddei, Gravina e Broglia – inaccettabili da chiunque ma se dette dal presidente di Confindustria di Macerata, assumono un aspetto ancor più terrificante perché pronunciate in un contesto pubblico e alla presenza del Presidente della Regione, Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata. La naturalezza con cui ha proferito questa mostruosità fa nascere il sospetto che questo pensiero sia, in certi ambienti, comune e condiviso e sveli la vera natura delle logiche che muovono certa imprenditoria”.

I sindacati parlano di “mancanza di umanità e di rispetto” per le vittime del Coronavirus, concludendo “La tutela della salute e della sicurezza è l'esigenza primaria sia per lavoratori che per cittadini, garantirne la massima attuazione dentro e fuori i luoghi di lavoro, dovrebbe essere una priorità per tutti”.

Guzzini nella mattinata di oggi si è scusato per quanto affermato, sostenendo come il suo pensiero sia distante dalle parole pronunciate ieri: “Sinceramente chiedo scusa a tutti ed in particolare alle famiglie toccate dal dramma del COVID, per la frase che ho pronunciato ieri nel corso del Forum Made For Italy. Ho sbagliato nei contenuti e nei modi. Parlavo della vita aziendale e delle prospettive del lavoro e invece, preso dalla discussione ho fatto un’affermazione sbagliata, che non raffigura il mio pensiero né tanto meno quello dell’Associazione che rappresento. Sono molto addolorato per la dichiarazione che, quando ho riascoltato ho realizzato quanto fosse grave e distante da ciò che penso. Cioè che il bene più importante della vita di ognuno di noi siano la salute e la famiglia.”
Aumenta il numero delle truffe a danno degli anziani: sempre più spesso il mezzo sembra essere lo smartphone. Lo ha denunciato Uil Pensionati Marche, sottolineando come la situazione legata al Covid, il lockdown prima e le restrizioni poi, hanno fatto sì che molti anziani abbiano preso possesso di telefoni collegati a internet senza, spesso, comprenderne a pieno possibilità e potenzialità. Così si sono moltiplicati tentativi di truffa legati alla richiesta di dati sensibili. Il modus operandi è spesso lo stesso: messaggi o mail in cui si chiede di aggiornare la propria posizione INPS o dati riguardanti i propri conti corrente. I truffatori si nascondono spesso dietro sigle di pregio o nomi di importanti istituti di credito, spesso soggetti con cui gli anziani intrattengono davvero rapporti. A tal proposito è bene ricordare come i propri dati sensibili non vengano mai richiesti da queste istituzioni via mail o messaggio.
“Purtroppo i truffatori oggi si servono del mezzo più utilizzato dalle loro vittime – avverte Marina Marozzi, Segretaria Generale UIL Pensionati Marche –. Molti anziani in questi mesi in cui sono stati costretti a rimanere chiusi in casa hanno potuto mantenere i contatti con le persone care solo attraverso il telefono. Per molti è stata l’occasione per acquistare apparecchiature che consentono anche la videochiamata. Ma se tutto questo non può che essere positivo e aver contribuito ad alleviare il senso di solitudine di molti anziani, nello stesso tempo ha scatenato le aspettative dei malintenzionati. Istituzioni e Banche non richiedono mai informazioni sensibili per email o per messaggio – conclude la Segretaria – ed è, quindi, assolutamente opportuno diffidare di questi messaggi tanto più quando maneggiamo apparecchiature di cui si conoscono soltanto le minime funzioni”.

Red.
Prosegue il lavoro per la legalità nei cantieri.
Dopo l'incontro della scorsa settimana con il nuovo prefetto Flavio Ferdani, ieri mattina si è tenuto un confronto tra il presidente della Provincia Antonio Pettinari e le organizzazioni sindacali del settore edile, rappresentate da Filomena Palumbo per la Feneal UIL, Jacopo Lasca per la Filca CISL e Massimo De Luca per la Fillea CGIL.

Al centro del dibattito l’importanza dell’utilizzo del badge di cantiere, "strumento innovativo e fondamentale - spiegano - per la lotta al lavoro irregolare, al dumping contrattuale e per garantire che l’utilizzo di risorse pubbliche alimenti un settore economico strategico, come l’edilizia, nell’ottica della qualità del lavoro e della realizzazione delle opere stesse".

Ma per il futuro l'obiettivo è anche quello di sottoscrizione di un Protocollo Quadro da applicare in tutti gli appalti futuri, che avrà lo scopo di rafforzare la lotta al lavoro irregolare che passa innanzitutto dalla corretta applicazione del contratto nazionale edile.

"Bisogna fare chiarezza sul badge - spiega Filomena Palumbo - , affinchè non si pensi che sia solo un cartellino per timbrare. È uno strumento che garantisce ai lavoratori di essere identificati a pieno: dati personali, contratto con il livello di inquadramento, conoscere se quel lavoratore ha fatto corsi specifici per quella mansione e le visite mediche. Una immagine chiara che consente di comprendere come si lavora nel cantiere. Le linee antimafia prevedono un settimanale di cantiere con i dipendenti che saranno impiegati nella settimana seguente. Con questo sistema abbiamo un confronto reale: nel cantiere, quando ci sarà la badgiatura, si verificherà se è stato rispettato il settimanale di cantiere o se ci sono delle modifiche da apportare.
Si apre un mondo nella legalità del lavoro edile - annuncia - e tutti gli occhi sono puntati su Macerata che è la provincia con il maggior numero di cantieri della ricostruzione, ma l'obiettivo non è quello di arrivare solo ai cantieri sisma, ma anche a tutti gli altri.
La Provincia - spiega - ci ha aperto la strada per andare avanti con questo progetto.
Abbiamo lavorato tanto grazie al precedente prefetto Iolanda Rolli e anche il nuovo Flavio Ferdani ci ha dato la massima fiducia. Possiamo dire che c'è una gandissima apertura su questa idea, quindi siamo pienamente soddisfatti perchè vediamo politicamente il desiderio di fare le cose fatte bene".

GS
Potrebbe arrivare la svolta nei cantieri edili, non solo della ricostruzione, per quanto riguarda la battaglia antimafia e contro il lavoro nero.
Il nuovo Centro Fiere di Villa Potenza (appalto da oltre 12 milioni di euro) potrà essere l'esempio di questa innovazione nella tutela di lavoratori ed aziende che lavorano seriamente.

Ad annunciarlo sono Feneal UIL Filca CISL e Fillea CGIL di Macerata che hanno incontrato il sindaco Romano Carancini e l’assessore ai Lavori pubblici Narciso Ricotta, insieme ai dirigenti dell’Ufficio tecnico del Comune per cercare di introdurre, oltre al DURC, il certificato di congruità e l’utilizzo del badge di cantiere nella realizzazione del nuovo Centro Fiere.

"Sarebbe un grande passo in avanti - spiegano i sindacati in una nota - per quanto riguarda il settore delle costruzioni in grado di sperimentare per la prima volta questi strumenti  in un lavoro pubblico non ricadente nell’area del cratere aprendo così le porte ad un utilizzo più capillare".

"L’idea di introdurre il badge di cantiere - spiega Filomena Palumbo della Uil - significa conoscere la storia e l'inquadramento del lavoratore che ogni mattina entra in cantiere con la tesserina elettronica. Una operazione che permette di vedere anche il tipo di contratto del lavoratore. Siamo molto fiduciosi e vi assicuro che le aziende serie si augurano che questo modus operandi diventi presto realtà per tutti".

Fillea Filca e Feneal, sperano che questo “modello Macerata”, unico in Italia, possa essere preso ad esempio non solo dal Ministro Lamorgese, ma da tutto il Governo e quindi possa influire in Senato.

GS
Tempi di attesa lunghissimi ed impossibilità a prendere la linea con il CUP (Centro Unico Prenotazione).
Sono problemi che la sanità regionale si porta dietro da tempo, ma che la pandemia ha accenutato con lo stop a cui tutti sono stati costretti.
A lanciare l'allarme su una questione che continua a far indignare i cittadini, sempre più costretti a far riferimento agli esami a pagamento, sono le Segreterie Confederali e dei Pensionati di CGIL CISL UIL Marche.

"La decisione della Regione Marche di annullare tutte le prestazioni ambulatoriali con classe di priorità differita e programmata, adottata con la Delibera del 5 maggio scorso - scrivono in una nota - , sta generando disagi a tutti i livelli.


La prima grande difficoltà per le persone consiste nell’accedere agli studi dei medici di famiglia, letteralmente presi d'assalto in queste settimane dalle decine di migliaia di pazienti che devono ottenere la “rivalutazione del bisogno assistenziale” ed eventualmente ricevere una nuova prescrizione.

Per timore di assembramenti che potrebbero scatenare nuovi focolai di infezione i medici sono costretti a scaglionare gli appuntamenti, che di conseguenza slittano anche per settimane. Gli stessi medici - denunciano le sigle sindacali - , che a detta della Regione avrebbero concordato il testo della Delibera in questione, attraverso la loro organizzazione di rappresentanza FIMMG hanno smentito tale adesione e ora invitano i loro pazienti a non recarsi negli studi salvo casi di necessità ed urgenza".

Ma una volta ottenuta la prescrizione bisogna prenotare, e qui sorgono nuovi insormontabili ostacoli: "Telefonando al CUP è praticamente impossibile prendere la linea - spiegano - . I divieti di assembramento rendono inaccessibili anche gli sportelli fisici, da poco riaperti nei distretti sanitari e nelle strutture ospedaliere. La possibilità di prenotare direttamente dagli studi dei medici o dalle farmacie non è ancora operativa, e i canali informatici istituzionali (Sito e App) sono difficilmente utilizzabili per le problematiche legate agli strumenti di identità digitale (Spid o Cohesion)".
Le sigle sindacali dimostrano così che poche sono le alternative a questa trafila: "La rinuncia (temporanea o definitiva) alla prestazione e il ricorso al privato, per chi se lo può permettere, o l’accesso ai Pronti Soccorso, rispetto ai quali negli ultimi giorni - dicono - ci arrivano segnalazioni di preoccupanti intasamenti".
È per questo motivo che, denunciando la decisione adottata dalla Regione Marche con la Delibera, i sindacati definiscono le conseguenze un vero e proprio “caos a catena”.
Nonostante, infatti, ad inizio mese il Servizio Salute si era impegnato a riconvocare le Organizzazioni Sindacali, alla presenza dei rappresentanti dei Medici di Medicina generale, per provare ad elaborare insieme le misure di uscita dalla situazione generata dalla cancellazione delle prescrizioni ma, come denuncia la nora "Sono già passate invano quasi 3 settimane e la situazione è divenuta drammatica e inaccettabile. Servono correttivi immediati e per valutarli Cgil Cisl e Uil Marche esortano di nuovo la Regione a convocare un incontro urgente. Senza risposte, il prossimo passo saranno iniziative pubbliche di mobilitazione e protesta".

GS
La pandemia ha sconvolto le vite di tutti, nell’aria si respira un primo maggio diverso. A Pioraco, uno dei sei paesi della provincia di Macerata nei quali si svolge la manifestazione ufficiale delle tre confederazioni sindacali, oggi si è tenuta la celebrazione della giornata dei lavoratori.

All’evento hanno partecipato il sindaco Matteo Cicconi, i rappresentanti UIL Gabriele Cardinali e quello CISL Giuseppe Gaspari che hanno acceso i riflettori sulla grave situazione delle attività produttive del paese a causa del coronavirus.

“Domani lo stabilimento della cartiera, che rappresenta - ha detto Gabriele Cardinali per CISL, CIGIL e UIL - il nostro passato, il nostro presente ma anche il nostro futuro, andrà in cassa integrazione ma nel frattempo dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato e lavorano con un impegno eccezionale: pensiamo a medici ed infermieri. Un pensiero va a tutti coloro che ci hanno lasciato, in particolare esso è rivolto a Yainet, una giovane ragazza che è scomparsa la settimana scorsa in un tragico incidente proprio al ritorno dal lavoro”.  Infine ha aggiunto:”Chi non ha passato non avrà nessun futuro”.


“Ieri, come indirizzo dell’amministrazione - ha detto il sindaco Matteo Cicconi - abbiamo preso un atto di giunta proprio alla luce di questa emergenza del coronavirus alle misure volte a “Cura Italia”, abbiamo destinato delle risorse economiche per dare degli aiuti alle attività produttive del comune di Pioraco. Ora abbiamo demandato agli uffici l’individuazione di un bando nel quale verranno fissati modalità e criteri per accedere a questi incentivi. Purtroppo sarà qualche migliaio di euro, quindi piccole cifre che saranno comunque un aiuto per le attività locali che hanno avuto effetti negativi e deprimenti sul loro lavoro. Come amministrazione abbiamo però voluto dare un segnale d’impulso per sottolineare quanto per noi esse siano importanti. Ringrazio le tre sigle sindacali per il lavoro che stanno facendo - ha aggiunto il primo cittadino -, una giornata importante per mantenere l’attenzione sulle tante questioni riguardanti il lavoro che ovviamente sono sempre attuali, oggi più che mai. Purtroppo dopo questa crisi le fragilità sul mondo del lavoro, dal precariato alle figure più deboli saranno ulteriormente amplificate. Ora più che mai un pensiero ai giovani, alla creazione di nuove opportunità e di situazioni di lavoro più dignitose volte a far diminuire le divergenze sociali. È fondamentale ora concentrare tutte le energie sul mondo del lavoro e sulle attività produttive che sono il fulcro, il volano della nostra società”.


Lisa Grelloni

"Abbiamo realizzato un sogno. La Fondazione Rava ha ridato dignità alla mia comunità". Con queste parole il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci ha salutato e ringraziato la Fondazione che ha permesso la realizzazione, grazie ai suoi partner, della nuova scuola per l'infanzia inaugurata stamattina.

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A sostenere il progetto tantissimi benefattori fra cui Aci Marche, Diagc, Cgil, Cisl, Uil, Legacoop, Consorzio mozzarella di bufala campana, Q8 Italia, Moncler, Fondazione Milan, Piaget, Unicredit, Kartell, Premio Feltrinelli Accademia dei Lincei e l’associazione avvocati.

Madrina dell’evento è stata Miss Italia, Carlotta Maggiorana, Franco Baresi, ambassador della Fondazione Milan e il vincitore di X Factor 2017 Francesco Licitra. 

Non è potuta mancare Paola De Micheli, ex commissario straordinario per la ricostruzione, e con lei, anche il nuovo commissario, Piero Farabollini, il vicepresidente della camera Rosato e il presidente della Regione Luca Ceriscioli. A benedire la struttura, il vescovo emerito monsignor Francesco Giovanni Brugnaro.

(Paola De Micheli)

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(Piero Farabollini)

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“Sono contento - ha affermato il sindaco - perché abbiamo realizzato un sogno. Questa scuola è nata sopra alle macerie. La mia comunità è resiliente, so che ce la possiamo fare e questo dono per i più piccoli, che sono il nostro futuro è splendido per il Natale che sta arrivando, rappresenta l’investimento di una comunità. La ricostruzione - ha aggiunto - stenta a ripartire, qui la comunità è stata azzerata e gli va data una risposta. Qui - ha concluso rivolgendosi alla Fondazione Rava - voi avete ridato dignità alla mia comunità. Le cose definitive come questa sono il punto di partenza”.

Il progetto per la scuola, estremamente innovativa e all’avanguardia anche dal punto di vista energetico e ambientale, è stato realizzato da Unicam. 

g.g.

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(Le rappresentanti della Fondazione Rava)

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