Una ragazza forte. Questo è Alessandra Antonini. Perché? Perché dopo il terremoto è in procinto di affrontare l’ottavo trasloco, perché dal 2016 ad oggi ha continuamente rimodulato la sua vita, cambiando diversi lavori e non dandosi mai per vinta. Alessandra ha lasciato l’Università perché serviva dare una mano in famiglia, ha aspettato che i suoi genitori e sua sorella si ambientassero nella Sae prima di andare a convivere con il suo compagno Francesco con cui ora sta realizzando il grande passo: hanno acquistato una nuova casa a Matelica, la loro casa, quella dove restare. Alessandra è una sportiva. Ha 29 anni, è originaria di Visso.

Ho cambiato tutti i progetti che avevo. Il terremoto li resetta e quindi devi ricominciare da capo, ti devi ricostruire un nuovo futuro. Ci si riesce non arrendendosi, guardando in faccia alla vita che c'è ancora davanti. Il carattere viene soprattutto dall'esperienza che ho sempre avuto. Dallo sport ho imparato a cadere e rialzarmi, anche nella vita è stato così. Pratico il calcio A5 da quasi 13 anni.”

Da timida come era, grazie ad una conoscenza che poi è divenuta una grande amicizia, Alessandra ha girato l’Italia per raccontare la sua storia ai suoi coetanei, dando loro un forte messaggio di speranza. “Grazie al giornalista Luca Pagliari ho affrontato la paura. Luca mi ha dato la possibilità di essere d'aiuto ad altre persone, perché rivivere ogni volta i ricordi non era facile e anzi faceva male rivivere quei momenti che normalmente si tendono a dimenticare. Allo stesso tempo quando vedi che altre persone vengono e ti ringraziano perché sono riusciti a superare un terremoto interiore, dà tanta forza”. Quando Alessandra parla di “quei momenti”, chiaramente si riferisce alle scosse di terremoto, quello che ha vissuto durante e dopo. “Durante non te ne rendi conto, perché comunque è una questione di attimi in cui pensi solo a salvare la pelle.

Il vero terremoto inizia il giorno dopo della scossa, da quando apri gli occhi e capisci che non hai più niente e che da lì ti devi inventare qualcosa perché comunque non puoi arrenderti, perché sei ancora vivo e lo devi anche a tutte quelle persone che non ce l'hanno fatta.” Alessandra insieme alla sua famiglia ha vissuto anche in auto. “Dopo il terremoto del 24 agosto siamo stati 10 giorni in auto, 10 giorni in auto vuol dire dormire al freddo e con l'umidità perché anche essendo agosto Visso comunque è vicina al fiume. La notte dormivi con i giornali attaccati ai vetri per assorbire gran parte dell'umidità. Dormivamo vestiti, con il giubbetto e con tutte quelle cose che riescono a darti un minimo di calore. Ricordo che la notte ci svegliavamo. Quasi tutto il paese era lì nelle macchine. Scambiavamo due parole, prendevamo un tè caldo e ci davamo forza l'un l'altro, affrontavamo così anche il freddo che c'era.”

Chiedo ad Alessandra, protagonista della rubrica #primalepersone che vuole, attraverso il racconto diretto dei cittadini, testimoniare una situazione vissuta dalla comunità, cosa porta dentro di sé di tutto questo che ha vissuto. “Da allora siamo riusciti a diventare più comunità, comunque sono quelli i momenti in cui capisci che da solo non sei nessuno, insieme fai la differenza e quindi le nottate passate a tranquillizzarsi l'un l'altro, a ridere di qualche cavolata, in quel modo passava la notte. Era spalla a spalla, come durante le partite, quando arrivi che non ce la fai più e ti guardi intorno, guardi la squadra e riesci ad arrivare fino alla fine.”

Tornando ad oggi chiedo ad Alessandra cosa rappresenta la futura casa. “Rappresenta la serenità, la stabilita, comunque ritornare a considerare casa un posto sicuro. Dopo un terremoto è difficile, perché consideri la casa quasi l'incubo quello che t'ha portato a subire tutto questo. Quella che abbiamo acquistato è una casa antisismica, è un nuovo inizio, significa ricominciare a creare un porto fermo, un porto sicuro in cui abitare e creare una famiglia. Ci stiamo un po' adattando per quel che si può a sistemarla con le nostre forze, è anche una soddisfazione in più poter dire che alla fine l'abbiamo messa come volevamo.” Alessandra mi dice che prima di prendere la casa ne ha viste tantissime. Quando si vivono terremoti come quelli che ci sono stati in centro Italia dal 2016, la sicurezza di una casa è elemento fondamentale. Devi tornare a fidarti di nuovo del posto che ti accoglie, della tua casa. Alessandra e il suo compagno nella ricerca hanno chiesto informazioni sulla tipologia di terreno, sulla storia della casa, su come è stata costruita.

Prima di salutarci le chiedo se dovesse paragonare la sua vita a una partita di calcio, cosa direbbe. “Che si sta sbloccando il risultato, che è stata dura, che abbiamo tirato per gran parte del tempo, però iniziano a vedersi i primi traguardi, i primi punti che volevamo.” Quale è il tuo ruolo in camp0? “L'attaccante, quindi quella che sblocca le partite.”

Barbara Olmai

Qui il link del podcast del programma in cui ascoltare l'intervista ad Alessandra.
http://www.appenninocamerte.info/podcast/itemlist/category/121-primalepersone

Altri approfondimenti su " L' Appennino Camerte" in uscita domani




È stata una serata densa di emozioni quella ospitata venerdì 10 agosto al giardino dell’ex chiesa di San Sebastiano a Belforte del Chienti.
"Una stella è andata in cielo. Serata dedicata al ricordo di Milva Dossena un amore per le marche e per la vita" ha messo in evidenza come l'impegno personale e collettivo possa essere il vero motore della ripartenza post sisma.
Si chiamava Milva Dossena, era di Galgagnano in provincia di Lodi, ed è scomparsa il 15 febbraio scorso.
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Donna impegnata come volontaria del centro antiviolenza di Lodi, si è mossa in prima linea quando ad ottobre 2016 la nostra terra è stata colpita dal sisma, acquistando prodotti di aziende enogastronomiche marchigiane e mettendo in contatto associazioni e Comuni per inviare aiuti nelle nostre città.
Milva amava molto le Marche e il maceratese in particolare lo visitava ogni estate.
L’idea dell'evento nasce per ricordare la figura di una donna e al tempo stesso la forza, la spinta al bene delle persone che credono che in questa vita il contributo di uno possa mettere in moto la solidarietà di molti.
Un' occasione per ringraziare l’impegno di Milva e della sua famiglia con un evento che ha racchiuso una parte dei suoi  interessi e quelli di cittadini che impiegano una parte del loro tempo a favore della comunità, come Gabriella Accoramboni de "La voce del cuore per la chirurgia”, una Onlus che mette luce il rapporto paziente medico a favore di una buona sanità pubblica.
A rendere la serata speciale sono state le parole di Lucia Nardi, poetessa e Art Director, che ha anche presentato le foto del progetto "Comunità resilienti" curate da Gabriele Montemarani.
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Durante la serata è stata trasmessa una video-testimonianza dei volontari "Operativi al massimo” di Lodi, con cui Milva collaborava per portare avanti progetti di solidarietà.
Il documentarista Manuele Mandolesi, regista del video "La Vulnerabilità della Bellezza”, presentando il teaser del docufilm, ha evidenziato come  la forza di alcuni resilienti potrà essere di aiuto a non far dimenticare la bellezza dei Sibillini e delle piccole comunità che hanno scelto di continuare a vivere in questi luoghi.
La vissana Alessandra Antonini con la sua testimonianza diretta, raccolta dal giornalista Luca Pagliari, ha presentato il progetto di rinascita "Generazione 6.5" che sta girando le Marche e altre regioni d'Italia per testimoniare l'attaccamento alla propria terra di una giovane ragazza. Alessandra ha anche raccontato come sta evolvendo il progetto #vitadipaese, un comitato di cittadini che ha donato fondi e speranze ad alcuni proprietari di attività economiche dell' Alto Nera. 
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A portare i saluti finali è stato il Sindaco di Belforte del Chienti Roberto Paoloni, che ha ringraziato i familiari di Milva e tutti i numerosi presenti alla serata, promossa in collaborazione con la Pro Loco del Presidente Alessandro Trucchia.
L'evento, a cui ha offerto la sua  disponibilità Giorgio Roselli della "Elekttri Service" per la parte tecnica, si è chiuso con la visita alla mostra personale "Path to harmony" di Ravikumar Kashi, India, esposta negli spazi del museo MIDAC di San Sebastiano, aperti per l'occasione grazie alla collaborazione di Alfonso Caputo.
Per finire la degustazione di dolci offerti dal panificio locale Montanari con un brindisi alla Vernaccia.
La serata, trasmessa in diretta sulle frequenze di RadioC1 in Blu e condotta dalle giornaliste Barbara Olmai e Giulia Sancricca, è stata mista di poesia e immagini di bellezza per portare un messaggio di rinascita sotto il cielo della notte di San Lorenzo.
   
di Barbara Olmai 
 
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PHOTO GABRIELE MONTEMARANI  *riproduzione riservata*

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