Il comune ha fatto sapere che nel corso della settimana aggiornerà l’elenco degli esercenti che aderiranno all’iniziativa, ma non solo. Si è pensata una convenzione, attraverso cui i commercianti applicheranno uno sconto del 10 percento ai prodotti acquistati con i buoni, aumentandone di fatto il potere d’acquisto. L’assessore alle politiche giovanili del comune treiese, Ludovica Medei, ha parlato dell’iniziativa: “Vogliamo supportare le famiglie nel momento per loro più bello, quello della nascita di un figlio, aiutandoli economicamente. Questo in un periodo in cui la pandemia avrà sicuramente inciso sui redditi familiari. Il bonus sarà erogato fino a luglio 2021, quindi tutti i nati da gennaio di quest’anno potranno beneficiarne. Per prodotti legati alla prima infanzia intendiamo pannolini, omogeneizzati, ma anche abbigliamento. Aver rimodulato il buono, portandolo a 250 euro è un piccolo aiuto che il comune ha voluto dare ai nostri concittadini per contribuire a far sì che questa emergenza venga superata e per supportare la natalità nella nostra città”.
Red.
Questo lo hanno imparato bene anche i bambini che, ormai da più di un mese, non possono incontrarsi per via di questo essere cattivo a cui si prova a dare un nome, un volto, anche se sostanza non ha.
E per essere vicini a chi, come hanno spiegato loro le maestre, lavora al fianco dei malati per farli guarire, hanno pensato di fare disegni e scrivere messaggi.
Se alle raccolte fondi ci pensano gli adulti, i bambini delle scuole di Camerino e di Serravalle non sono comunque rimasti fermi a guardare: hanno messo insieme i colori più belli per descrivere questa pandemia e confermare che per loro, i veri eroi, sono gli operatori sanitari.
"Ci sono arrivati questi disegni - spiegano dal Covid Hospital di Camerino - e li abbiamo affissi nella vetrata davanti alla direzione sanitaria affinchè tutti gli operatori li possano vedere e trarne coraggio".
Coraggio, sì, perchè ce ne vuole tanto e chi meglio dei cittadini di domani può darlo a chi lavora per un futuro senza malattie.
GS





In 119 giorni, la ABF, insieme ad altri partner, ha realizzato la scuola per i bambini dell'infanzia e delle elementari che, come hanno detto loro stessi in una poesia letta al pubblico presente, gli permetterà di "tornare alla vita vera".
"Andrea, - ha detto il sindaco di Muccia, Mario Baroni, al cantante toscano - ripartiremo con te".
Ha promesso che coglierà l'esempio del tempo breve di questa ricostruzione, invece, il commissario straordinario alla ricostruzione, Piero Farabollini: "È stato un esempio di come, attraverso le procedure di contributi che arrivano dal privato si possa, in tempi ragionevoli, raggiungere degli obiettivi. Noi dobbiamo trovare il modo per far sì che altrettanti situazioni, soprattutto per quel che riguarda gli interventi pubblici, si possano raggiungere obiettivi in tempi così rapidi".
Soddisfatto Andrea Bocelli che ha già annunciato il dono della scuola di musica a Camerino: "Un messaggio di speranza e ottimismo, - ha detto - quello che vogliamo dare ai bambini di questa scuola. vorrei che loro si mettessero alle spalle quello che hanno vissuto e da oggi guardassero con fiducia al futuro".
Ulteriori approfondimenti online domani nel servizio video dedicato e la prossima settimana nell'uscita de L'Appennino Camerte.
GS
Pomeriggio di sport e divertimento allo stadio comunale Gualtiero Soverchia di San Severino Marche dove, nei giorni scorsi, si sono affrontate la squadra dei Primi Calci 2009 della Settempeda e la formazione che ha visto scendere in campo le mamme dei baby campioni allenati da Carlo Sparapassi e Laura Ciciliani.
La partita è stata vinta dai più piccoli. Al match hanno preso parte anche il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e il consigliere comunale Michela Pezzanesi. Dopo il confronto in campo la festa è proseguita con una pizzata, sempre allo stadio.
Il Coordinamento cittadino a favore del punto nascita ha incontrato il Sindaco Giancarlo Sagramola per fare il punto della situazione riguardo l’attuazione della riforma sanitaria che prevede la chiusura del punto nascita dell’Ospedale “E. Profili”.
Sono state valutate le risposte del Tar alla richiesta di sospensiva e la documentazione che il comune sta acquisendo in merito proprio alla valutazione del Tar. Purtroppo però, il Sindaco non ha dato risposte alle domande del Coordinamento sulle future azioni da intraprendere per portare avanti questa battaglia che, come già il Coordinamento ha precisato negli scorsi comunicati, non si ferma al punto nascita ma è destinata a coinvolgere anche altri reparti del nostro ospedale.
Il Coordinamento ha comunque richiesto un incontro con il legale del Comune per approfondire la vicenda.
Nel frattempo il Dott. Lamanna rassicura le future mamme che a Fabriano si continua a nascere, in quanto la Regione Marche non ha ancora emanato nessun documento ufficiale che decreti lo stop alle nascite. Dunque il reparto di Ostetricia e Ginecologia è ad oggi operativo al 100%. Non solo. Il Dott. Lamanna ha dichiarato di aver richiesto un numero maggiore di ostetriche per incrementare i servizi del reparto e di aver già ordinato il lettino che garantirà alle mamme che avranno bisogno di un cesareo d’urgenza di partorire senza doversi recare nelle sale operatorie.
Invitiamo dunque le future mamme a non abbandonare il reparto del nostro ospedale.
Marchigiani che nasceranno umbri. Non è un paradosso, ma un fenomeno di migrazione di massa di donne in dolce attesa. Tutte residenti in comuni dell’entroterra troppo distanti da quei presidi sanitari delle Marche in cui è ancora possibile dare alla luce un figlio. Questione di chilometri, di posizione geografica, di infrastrutture e di passaparola. Tanto da prendere d’assalto i centralini del reparto materno infantile dell’Ospedale Branca di Gubbio. In Umbria, quindi, dove nasceranno tanti marchigiani. Solo a dirlo viene da sorridere, ma sulla verità c’è poco da scherzare. Ne sa qualcosa E.B., fiuminatese alla trentaduesima settimana di gravidanza. “Con la chiusura dei punti nascita di San Severino Marche e Fabriano – ha raccontato – mio marito ed io ci siamo trovati nella condizione obbligata di far nascere nostra figlia a Macerata. Non ho toccato con mano questa realtà, ma anche sulla base di qualche voce e testimonianza diretta, questa prospettiva non ci convinceva. Inoltre, Macerata da Fiuminata è veramente distante e anche la strada da percorrere non è tra le più agevoli. Ci siamo guardati intorno e la nostra scelta è ricaduta su Gubbio”. Tra la cittadina umbra e quella di Fiuminata, infatti, ci sono più o meno gli stessi chilometri di distanza con Macerata, ma la strada è meno scomoda e la struttura, a quanto si dice, è ben diversa sotto molti punti di vista. “Ho preso contatti con l’Ospedale Branca – prosegue E.B. – e ho scoperto che tantissime marchigiane hanno fatto la mia stessa scelta. Inoltre, nei giorni scorsi ho iniziato un corso propedeutico al parto a Fabriano e la stragrande maggioranza delle future mamme che vi partecipa andrà a partorire proprio a Gubbio. Anche perché, come Fiuminata, da Fabriano si arriva molto più agevolmente a Gubbio che a Jesi, dove la Regione Marche ha indirizzato le pazienti fabrianesi. Tutte abbiamo avuto un’ottima impressione del presidio sanitario di Gubbio, trovando grande disponibilità e anche un senso di umanità e di accoglienza verso donne che sono state letteralmente abbandonate a se stesse nel momento più importante della loro vita. Io non voglio fare polemiche di natura politica o strumentalizzare nulla, ma dico solo che, al di là della necessità di tagliare la spesa pubblica, non può essere questo l’approccio verso gli esseri umani”. La potatura dei servizi sanitari ha dunque provocato anche uno spostamento di radici: le radici di tanti piccoli marchigiani. Questione di identità immolata sull’altare del contenimento della spesa pubblica, ma anche di una parte di Marche che si sente sempre meno marchigiana: l’entroterra maceratese e anconetano. Anche perché per le donne in dolce attesa che hanno scelto l’Umbria, i problemi sono tutt’altro che risolti. “Gli esami necessari a cui dovrò sottopormi da qui al parto – ha concluso E.B. – dovrò pagarli di tasca mia, perché le liste d’attesa sono lunghissime qui nelle Marche e perché c’è un atteggiamento di incertezza sul futuro da parte di tutti che non permette neanche di avere le informazioni corrette”. L’Ospedale di Branca, infatti, non riesce a garantire, per via dell’improvviso affollamento, alcuni esami come l’ecografia e stessa cosa succede per quei presidi delle Marche che, dopo la chiusura dei punti nascita di San Severino e Fabriano, non sono stati potenziati per contenere un aumento dell’utenza.
e.pi