Appuntamento questo venerdì 10 dicembre alle ore 15 a Camerino per la presentazione del volume “Camerino fuori le mura. Prospettive d'arte dal Quattrocento al Settecento”. Forte la simbologia di questo evento frutto di studi e ricerche e che arriva a chiudere l’anno di ripartenza della città dall’arte. L’ incontro si terrà nella sala convegni dell' Università di Camerino.
“L’ appuntamento – spiega l’assessore alla cultura e turismo Giovanna Sartori - conclude un progetto di una certa qualità e interesse tra le iniziative e artistiche e culturali, rappresentato dalla mostra che abbiamo inaugurato lo scorso 25 giugno e che è stata la prima esposizione d'arte pittorica e scultorea di tutto il cratere sismico a decorrere dalla infausta data del 2016. In mostra sono stati messi dei capolavori immensi che per tanto tempo non erano stati più fruibili dal grande pubblico, tanti di questi restaurati grazie a delle donazioni che nel post sisma sono state effettuate in favore dell' Arcidiocesi, del comune e della città di Camerino. Fil rouge del progetto- prosegue Giovanna Sartori- tutti quegli artisti di fama nazionale e internazionale, uno su tutti Tiepolo, che per delle ragioni storiche legate probabilmente ad uno dei periodi di maggiore espansione economica e politica della città di Camerino, avevano lavorato e realizzato delle opere per la città ducale. Penso anche a Dosso Dossi che ritrasse La piccola Giulia proprio nel momento storico in cui la politica della famiglia Varano metteva la sua firma sulla scena nazionale. 
Con questo progetto si è dunque voluto andare oltre le mura, da un lato sotto il profilo degli stessi artisti che venivano rappresentati partendo però dal cuore della città storica con l'opera immensa di Giovanni Angelo D’Antonio e la sua “Annunciazione" nel periodo del Pieno Rinascimento marchigiano e camerte, fino a raggiungere il '700,  Con questo sentimento di voler andare appunto fuori la cerchia muraria e di proiettarci verso nuovi orizzonti,  verso la comunità e il territorio e in definitiva aprirci un po’ “al mondo”.  La mostra, alla quale ha partecipato la ditta "Alta definizione", unica in Italia nel suo genere per questa tecnica di fotografia delle opere d'arte con una risoluzione di pixel talmente grande da far scoprire ai ricercatori  particolari non immediatamente percepibiliad occhio nudo.  Il che - aggiunge Sartori- ci fa comprendere il genio che tantissimi anni fa ebbero questi artisti, nel dire "nascondo qualcosa che forse un domani potrà essere trovato da qualcuno". E, grazie appunto a questi pixel di Alta definizione si sono fatte scoperte davvero interessanti.  Molti degli studi che sono stati effettuati nel corso dei quattro mesi di apertura della Mostra che ha registrato più di 5000 visitatori contribuendo a farci stare sul podio delle presenze turistiche dell'anno 2021, verranno appunto raccontati al pubblico questo venerdì pomeriggio presso l'aula convegni del rettorato in un incontro di studi davvero interessante. Tutta l'opera che andremo a presentare è un volume di oltre 250 pagine e l'intera pubblicazione è stata curata dal professor  Francesco Maria Orsolini, camerte affezionatissimo alla nostra città oltre che storico dell'arte, preside del liceo artistico di Ancona. Avremo interventi delle professoresse Alessandra Pattanaro e Maria Teresa Guerra Medici, dell ex Soprintendente  Gabriele Barucca che all'epoca dell'immediato post sisma ha aiutato e dato contribuito al recupero delle numerose opere nelle varie chiese della  nostra città e del territorio, la dottoressa Fiorella Paino appassionata di storia dell'arte e camerte,  il prof. Pier Luigi Falaschi e ancora Fabio Mariano, Luca Ponzio, la dottoressa Barbara Mastrocola, l’architetto Giovanni Falaschi, la professoressa Graziella Roselli e tutti coloro che hanno davvero messo “anima e cuore” nella realizzazione di questa importante mostra  e che hanno poi studiato  i risultati ottenuti grazie a queste tecnologie di Alta Definizione.
E - conclude l'assessore Giovanna Sartori- a voler concludere questa bella collaborazione che è iniziata con l'arcidiocesi e con Unicam nel giugno scorso quando l'università ha messo a disposizione della città di Camerino gli spazi di botanica dove la mostra si è tenuta. Sento di ringraziare  in modo particolare il rettore prof. Claudio Pettinari, che ha fatto una introduzione al volume che possiamo considerare come un inno alla città di Camerino, usando parole molto toccanti che davvero sgorgano dal cuore e dall'amore per Camerino".
c.c.
Dal museo Venanzina Pennesi alla mostra al palazzo Castelli sono oltre 5mila i visitatori registrati nell’estate camerte.

La prima mostra delle quattro regioni del cratere sismico dal 2016 “Camerino fuori le mura, prospettive d’arte dal ‘400 al ‘700” ha fatto registrare un grandioso successo di pubblico mettendo in esposizione le opere più rappresentative, importanti e di pregio presenti nella città ducale e nel suo territorio, dando il necessario risalto all'opera del Dosso Dossi, restaurata di recente e mai esposta, alla pala d'altare del Tiepolo, l’unica in tutto il centro Italia, all'Annunciazione di Giovanni Angelo d'Antonio, alla scultura del Bernini. Scienza e arte si sono mescolate continuamente in un gioco tra tradizione e innovazione che si sono intersecate in una straordinaria sinfonia artistica.

“Abbiamo cercato di valorizzare le opere recuperate nel territorio camerte e salvate dal sisma, provenienti da chiese e musei inagibili, ma non solo – ha spiegato l’assessore alla cultura Giovanna Sartori - Alcune di esse sono tornate in esposizione per il pubblico per la prima volta dal sisma, altre dopo il restauro, per altre si è trattato di riviverle attraverso le nuove tecnologie”.

L’esposizione ha riscontrato un interesse a livello internazionale facendo registrare la visita dell’onorevole e critico d’arte Vittorio Sgarbi, di KanKickert, ambasciatore della Repubblica d’Austria in Italia e dall'ex portavoce dell'ONU Andrea Angeli che hanno potuto ammirare la straordinaria bellezza delle opere degli artisti tra il Quattrocento e il Settecento che furono protagonisti a Camerino. Una mostra che è diventata ambasciatrice del patrimonio culturale della città ducale e del suo territorio.

“È stato necessario un enorme lavoro – continua l’assessore Sartori – davvero impegnativo. La mostra è stata fortemente voluta dall’Amministrazione comunale ed è stata realizzata grazie a un importante contributo economico della regione Marche e al sostegno di tanti partner, primi tra tutti l’Università di Camerino che ci ha messo a disposizione le aule di Palazzo Castelli e la Curia arcivescovile. L’esposizione ha confermato la centralità di Camerino nella zona dell’entroterra, ma non solo. Ha segnato una forte ripartenza dopo il sisma e il Covid, che aveva molto limitato le iniziative culturali. Una ripartenza all’insegna dell’arte con cui abbiamo iniziato l’estate, inaugurando lo scorso 28 maggio il restyling del Venanzina Pennesi, attuale sede dei musei civici e diocesani”.

I risultati scientifici di “Camerino fuori le mura, prospettive d’arte dal ‘400 al ‘700” sono stati raccolti in un volume in fase di realizzazione, che sarà presentato a novembre. Dunque, proprio l’arte continuerà ad essere la grande protagonista dei prossimi mesi fino alla fine dell’anno con la mostra “Rinascimento marchigiano” che, dopo essere in diverse città della Regione, chiuderà il suo ultimo capitolo proprio a Camerino.

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