Nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio, i finanzieri della Tenenza di Porto Recanati, hanno notato, in una zona del lungomare della città rivierasca, vicino ad un ristorante, alcuni manufatti di recente realizzazione, nascosti dalla folta vegetazione composta principalmente da canneti.
La presenza di attrezzature e materiali impiegati nell’edilizia e l’assenza di cartelli con le autorizzazioni per il compimento di opere murarie hanno insospettito i componenti della pattuglia e innescato l’avvio di mirati accertamenti, con l'obiettivo di identificare il proprietario del terreno e verificare la regolarità o meno delle opere edili realizzate.
Gli approfondimenti effettuati hanno permesso di ricostruire la situazione originaria del sito e gli abusi edilizi commessi.
È scattata, quindi, la denuncia all’Autorità giudiziaria a carico del ristoratore, risultato avere in locazione l’area, che si estende per circa 20.000 metri quadrati, sulla quale sono stati individuati 18 manufatti abusivi in muratura e prefabbricati - tra cui alcuni mini-appartamenti, un locale adibito a sauna e altre unità adibite a deposito, per complessivi 1.230 metri cubi circa - nonché rinvenuti materiali edili vari.
Le costruzioni, peraltro, sono risultate realizzate in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e per di più collocata in zona sismica.
Al termine delle indagini, i finanzieri hanno sequestrato preventivamente le opere abusive come disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Macerata Giovanni Maria Manzoni, su richiesta del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio.


Punizione esemplare per un bar di Macerata, nel centro storico, che somministrava alcolici ai minori. Il questore Antonio Pignataro ha emesso l'ordinanza di chiusura per cinque giorni. L'operazione è stata presentata oggi in una conferenza stampa congiunta a cui hanno preso parte, oltre al questore, anche il comandante provinciale dei Carabinieri, Michele Roberti, e il comandante della polizia locale Danilo Doria. Alla task force hanno collaborato anche i militari della guardia di finanza.
"Non è repressione ma prevenzione - ha puntualizzato Pignataro - ed è anche una collaborazione con le attività commerciali che facciano il loro lavoro con serietà e nel rispetto della legalità. Sono sempre a difesa delle giovani generazioni e devo dire che in molte città si sono verificati fatti gravi e con questo provvedimento adottato abbiamo evitato questi fatti. La collaborazione della comunità è massima e noi siamo a disposizione h24 per tutte le attività e in perfetta sintonia con tutti i cittadini di Macerata". Il provvedimento è stato adottato non solo a tutela dei giovani ma anche dei residenti nei pressi del locale costrette a subire schiamazzi spesso fino a tarda notte. I controlli ai locali del centro storico, erano stati peraltro anticipati ai titolari dei locali che erano stati invitati più volte a rispettare le norme nella gestione dei rispettivi esercizi commerciali, evitando soprattutto di somministrare alcool a ragazzi minorenni. 
Durante il controllo del 18 giugno nei confronti del locale, è stata invece riscontrata la somministrazione di bevande alcoliche a ragazzini minorenni ai quali, come appurato da agenti in borghese, non veniva chiesto né il documento di identità, né veniva semplicemente richiesta da parte del personale la loro età. 

Tale comportamento da parte del gestore del locale e del personale sono stati considerati di particolare gravità, per l'oggettivo pericolo che costituiscono per l’ordine e la sicurezza pubblica e per l'allarme sociale che generano in quanto si inseriscono nell’ambito di una condizione di degrado della sicurezza e della tranquillità nell’area del centro storico maceratese. 
La sospensione della licenza per 5 giorni, ha pertanto l’obiettivo di impedire il protrarsi di una situazione di pericolosità sociale e, nel contempo, di prevenire il reiterarsi di tali situazioni pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica segnalate piu’ volte al Comando di Polizia Municipale di Macerata da parte dei residenti in ordine: "Questo è stato un caso di eccesso ma nell'ultimo weekend sono stati osservati comportamenti - ha affermato il comandante Doria - nel rispetto delle normative. Abbiamo ricevuto il ringraziamento dai clienti e da chi vive il centro e questo è molto gratificante. L'apparato che abbiamo messo in piedi dà sicurezza e credo che la città ne possa essere orgogliosa". 
I controlli saranno ripetuti per tutto il periodo estivo, visto che, come ha sottolineato il colonnello Roberti, divertirsi è lecito ma vanno rispettati i limiti: "Il divertimento è lecito soprattutto per i ragazzi ma con intelligenza e buonsenso. Sicuramente somministrare alcolici ai minori è al di fuori di ogni regola di buon senso e di intelligenza. Non possiamo consentire che inizino a fare uso di alcolici così giovani e soprattutto non può permetterlo un esercizio commerciale. Anche perché purtroppo l'alcol determina danni irreversibili talvolta, oltre a rappresentare un pericolo qualora si mettano in strada con i motorini o con mezzi di amici. Possono superare il limite, lo vediamo spesso quindi non possiamo consentire questi comportamenti".

Gaia Gennaretti
Due denunce per detenzione di sostanze stupefacenti. Sequestrati 55 grammi di hashish e 1.440 euro in contanti, ritenuti provento del reato. Fermato e segnalato alla Prefettura il cliente di un pusher, che si era recato a casa del fornitore per acquistare hashish e spinelli.
È questo il bilancio di una operazione delle Fiamme Gialle di Civitanova.

Durante i controlli del Dpcm, i finanziaeri hanno notato degli strani movimenti di persone e mezzi nei pressi di un condominio cittadino.

Le indagini, partite immediatamente, hanno focalizzato l’attenzione nei confronti di un 22enne civitanovese la cui abitazione è stata perquisita con l’ausilio dell’unità cinofila antidroga. Aveva nascosto, all’interno di un mobile, due pezzi di hashish per un totale di 35 grammi, oltre a 1.440 euro in contanti, sequestrati assieme alla sostanza stupefacente in quanto ritenuti proventi di spaccio.

Le indagini hanno permesso di risalire ad un secondo soggetto che poco prima si era recato nell’abitazione perquisita. Lo stesso, anch’egli 22enne, residente a Civitanova Marche, è risultato in possesso di 12 grammi di hashish e di due spinelli, acquistati poco prima.

Il pusher è stato denunciato a piede libero per detenzione di sostanza stupefacente per fini di spaccio, il cliente è stato invece segnalato alla competente Prefettura per uso personale. Nei confronti di quest’ultimo, i militari hanno proceduto anche alla contestazione della violazione del decreto, in quanto si è spostato dal proprio domicilio senza valide ragioni. 

Poco dopo in un altro contesto operativo, è stato fermato un soggetto, un 26enne domiciliato a Montecosaro, che ha dichiarato ai militari di essere uscito di casa per andare a fare la spesa, esibendo la regolare autocertificazione. L’intuito dei militari ha consentito però di trovargli addosso una piccola quantità di hashish. La perquisizione nella sua abitazione ha permesso di rinvenire e sequestrare 7 grammi di hashish. Il giovane è stato denunciato a piede libero.    

GS

Blitz al mercato settimanale. Nei guai un venditore ambulante, rischia sanzioni per 26mila euro. Vendeva bigiotteria non conforme alla normativa prevista dal Codice di Consumo.
L'operazione è stata messa a segno dalla Guardia di Finanza della tenenza di Porto Recanati nel corso del mercato settimanale in città. L'obiettivo era il contrasto al commercio di prodotti contraffatti o no sicuri e all'abusivismo nonché alla tutela del Made in Italy. 
In particolare, una pattuglia in servizio ha individuato un venditore ambulante, extracomunitario, che vendeva numerosi articoli di bigiotteria. 

Dopo un accurato esame delle migliaia di articoli di prodotti, i finanzieri ne hanno individuati oltre 2.500risultati non conformi alla normativa prevista dal Codice del Consumo: non rispondevano ai requisiti di contenuto minimo delle informazioni e indicazioni previsti dalla normativa in materia di sicurezza dei prodotti.

La merce è stata sequestrata ed il venditore è stato segnalato alla Camera di Commercio per l’adozione dei provvedimenti amministrativi di competenza: rischia sanzioni fino a 26mila euro. Va ricordato che la contraffazione e l'abusivismo sono moltiplicatori di illegalità poiché alimentano il lavoro nero, favoriscono l'immigrazione clandestina e l'evasione fiscale e contributiva, il riciclaggio e così via. Peraltro, acquistare merce contraffatta o non conforme alle norme mette a repentaglio la salute visto che questi prodotti sono realizzati con materiali che non rispettano gli standarddi sicurezza richiesti dalla normativa.

g.g.

L'anziana madre se n'era andata all'età di 83 anni nel 2013 ma lei, la figlia, ha continuato a percepirne la pensione per 5 anni. Nei guai una donna dell'entroterra maceratese che ora dovrà restituire 107mila euro. A scoprire l'accaduto sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Macerata, a seguito di un’articolata attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Vincenzo Carusi. La signora, di mezza età residente in un Comune dell’entroterra maceratese, per ben oltre cinque anni dalla morte della madre, ha continuato a percepire mensilmente dall’INPS le somme erogate per tre distinti trattamenti pensionistici cui l’anziana aveva diritto (di vecchiaia, di reversibilità e di accompagnamento per invalidi civili).

Le indagini, hanno permesso di accertare che l’atto di morte dell’anziana donna era stato regolarmente e tempestivamente trascritto all'anagrafe del Comune, ma la relativa comunicazione era giunta al Ministero dell’Interno solamente a settembre 2018. In questo lunghissimo periodo, la donna però non ha segnalato all'Inps l’inconveniente ed ha continuato ad incassare le pensioni, accreditate sul conto corrente cointestato con la mamma, rendendosi, pertanto, responsabile del reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche a danno dello Stato.

Il Gip del Tribunale di Macerata ha emesso un decreto di sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, per oltre 107mila euro. Le Fiamme Gialle, non rinvenendo alcuna disponibilità sui conti della donna, hanno sequestrato due unità immobiliari ad essa intestate.
g.g.



Copisteristi nei guai. Beccati dalla Guardia di Finanza a riprodurre illecitamente dei testi protetti dal diritto d'autore. Una pratica ben nota a chi ha bisogno di libri a poco prezzo, come per esempio gli studenti universitari, che per risparmiare sui talvolta costosissimi testi trovano nelle copisterie una vera e propria ancora di salvezza.
La Guardia di Finanza Compagnia di Macerata, a tal proposito, ha effettuato una serie di controlli, alcuni mesi fa, in seguito ai quali ha denunciato i titolari di due copisterie ritenuti responsabili di aver riprodotto illecitamente testi protetti dal diritto d’autore. 
L'operazione ha portato al sequestro di
 dodici supporti informaticihard disk e pen drive, al cui interno erano archiviati oltre cento mila file elettronici. Da qui si è poi svolta un'attività di indagine, coordinata dal Procuratore Giovanni Giorgio e dal Sostituto Procuratore Claudio Rastrelli e condotta con l’ausilio dell’Ufficio Mercato Fono-Videografico e Antipirateria della Direzione Generale della SIAE di Roma, che ha permesso di accertare, su un campione analizzato di circa 1.200 file, la presenza di opere librarie illecitamente riprodotte. In effetti la riproduzione di opere cosiddette d'ingegno non è vietata ma è consentita per esclusivo uso personale previo pagamento di un compenso forfettario che ciascun punto di riproduzione deve corrispondere alla SIAE. Inoltre, è vietato fotocopiare più del 15 per cento dell’opera e, conseguentemente, l’intero volume. Le due copisterie contravvenivano a questa normativa fotocopiando integralmente i libri e vendendoli ad un prezzo inferiore a quello di copertina. Il danno provocato non era solo nei confronti dell'autore del testo ma anche dei librai onesti che vendevano le opere originali. I due titolari sono stati denunciati per aver fotocopiato abusivamente molteplici libri e testi didattici, in violazione alla normativa sulla protezione del diritto d’autore.
Ai medesimi, inoltre, sono state comminate sanzioni amministrative fino ad oltre 170mila euro 
Ora, la posizione delle due imprese verrà vagliata anche sotto l’aspetto fiscale.

Gaia Gennaretti


Nei guai un imprenditore. Aveva falsificato il documento di circolazione di un suo veicolo commerciale facendo risultare eseguita la revisione. A scoprire l'inganno sono stati i militari della guardia di finanza Tenenza di Camerino nel corso di un servizio di controllo economico del territorio. L'uomo è stato denunciato.


I finanzieri hanno fermato normalmente l'imprenditore alla guida del mezzo, che stava transitando a San Severino, chiedendo di esibire patente e libretto di circolazione. Ad una prima lettura, sembrerava tutto in regola, con la revisione biennale del mezzo effettuata. I militari però sono andati più a fondo grazie all'ausilio dei colleghi in Sala Operativa del Comando Provinciale di Macerata, e dall'accertamento è stato possibile evidenziare una situazione ben diversa: infatti il veicolo risultava aver superato l’ultima revisione solamente nel 2010.  

Un controllo più approfondito sul documento in questione ha consentito di appurare che si trattava di una fotocopia sulla quale, al fine di eludere i controlli, attraverso un programma software di fotocomposizione erano stati riprodotti ed apposti falsi tagliandi di revisione relativi agli anni 2012, 2014 e 2017.  

Il conducente del mezzo, titolare di un’impresa di arti grafiche della zona, è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per il reato di falso materiale e il documento falsificato è stato posto sotto sequestro.

Il veicolo, invece, è stato sottoposto a fermo amministrativo in quanto, dai riscontri eseguiti, è anche emerso che a carico del proprietario risultava un gravame emesso da Equitalia Marche Riscossione Spa nell’anno 2008 per un importo a concorrenza di 11.946,99 euro.

g.g.  

Trasformati i soldi del sisma in lingotti di oro puro. Ben 51, per 13 chili e un valore di 500mila euro. Nel mirino della guardia di finanza di Camerino l'Hotel 77 di Tolentino. 

“Il sisma ha creato tanti problemi - ha affermato il colonnello Amedeo Gravina - e qualcuno ne ha approfittato. Al 30 novembre sono state segnalate 190 persone per Cas illecitamente percepiti in provincia, per un 1 milione e 126mila euro. I sequestri fin ora effettuati sono stati per 450mila euro circa. Parliamo quindi di somme importanti e nel caso di specie si tratta di qualcosa di leggermente diverso. Una struttura ricettiva usata fin da subito per alloggiare gli sfollati ha approfittato della situazione”. 

Giovanni Giorgio ha rivelato che la struttura in questione sarebbe l’Hotel 77 di Tolentino: “È stato accertato non solo l’indebito percepimento di fondi, ma ha poi dichiarato bancarotta e convertito il denaro in lingotti d’oro. Sono stati sequestrati anche 60mila euro rispetto ad un profitto illecito di 1 milione e 500mila euro”. I lingotti sarebbero stati rinvenuti in una botola sotto al letto di alcuni indagati che nel frattempo erano andati in vacanza a San Francisco. 

“Tutto sommato qualcosa di importante l’abbiamo fatto - è tornato a dire Giorgio - sforzandoci di lavorare in un contesto di importanti carenze di personale”.

L’attività descritta dal capitano Alessandro Tomei è stata particolare e dinamica, iniziata con un settore di intervento e poi sfociata in altri: “Siamo impegnati nella tutela e salvaguardia dei contributi del post sisma e la nostra attenzione è ricaduta sull’Hotel 77, chiuso a inizio 2018. Era molto capiente e sin da subito ha fornito assistenza e alloggio agli sfollati. Sono tre le ragioni che ci hanno spinto a vederci più chiaro: era una delle poche strutture che aveva fornito servizi e che aveva dichiarato per più di un anno sempre il trattamento di pensione completa per gli sfollati. E ci siamo chiesti come fosse possibile che il 100 per cento delle persone fossero tutti i giorni a pensione completa. Inoltre era un evasore totale, non c’erano dichiarazioni né per il 2016 né per il 2017. Poi ci ha fatto definitivamente dubitare della scorretta gestione dei fondi percepiti - ha aggiunto - la bancarotta a dicembre 2018”. Come poteva aver ricevuto 1,5milioni dalla Regione e dalla Prefettura e fallire? Ne è così scaturita una informativa di reato e sono partite le indagini seguite dal Pm Carusi. 

Sono stati svolti accertamenti e indagini su un nucleo familiare di cinque persone nonché l'escussione anche di ex dipendenti. 

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“La direzione ha distratto un milione di euro di cui 500mila in lingotti d’oro puro del peso complessivo di 13 chili. L’acquisto di questi lingotti - ha precisato Tomei - sono stati contestuali alla percezione dei bonifici da parte della Regione. Peraltro gli indagati avevano creato una nuova società e avevano un tenore di vita molto alto”.

Il procuratore Giorgio ha sottolineato il problema della concezione dei reati fallimentari come reati di serie B. “Vengono ritenuti degli incidenti di percorso ma chi si rende responsabile di bancarotta fraudolenta fa qualcosa di molto grave ed è discutibile il trattamento sanzionatorio che viene applicato per queste persone”. 

L’attività continuerà poiché pare che un’ulteriore società riconducibile alla proprietà dell’Hotel 77 risulti essere evasore totale.
g.g.

I finanzieri della Compagnia di Macerata hanno sequestrato oltre 1.000 fuochi d'artificio, per un peso complessivo di circa 140 chilogrammi, contenenti oltre 55 chilogrammi di polvere pirica. Denunciato un commerciante che vendeva il materiale pirotecnico senza autorizzazione di pubblica sicurezza.
Variegata, infatti, l’offerta di prodotti rinvenuti, come petardi, candele, fontane, razzi, tutti immagazzinati e detenuti per la vendita.

Nel corso del servizio, le fiamme gialle hanno anche sottoposto a sequestro amministrativo 126 confezioni di luminarie natalizie e 460 confezioni tra accessori di telefonia e oggettistica varia, per un totale di 5.628 pezzi, detenuti per la vendita in violazione alla normativa prevista dal codice al consumo, segnalando il titolare per l’adozione dei provvedimenti amministrativi di competenza.

La posizione del negoziante, sarà ora vagliata dai finanzieri anche sotto l’aspetto fiscale.

GS

Prodotti contraffatti di abbigliamento e accessori di noti marchi nazionali e internazionali. E' quanto commercializzavano 98 siti Web scoperti e oscurati dalle Fiamme Gialle di Macerata, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio. Le indagini hanno accertato che i gestori dei siti, per sviare e rendere difficile l'attività di polizia giudiziaria, avevano collocato all'estero i siti: Germania, Francia, Danimarca, Stati Uniti, Panama, Cina, Gran Bretagna. Enorme l'illecito giro d'affari stroncato.
Tutto è partito da una denuncia di un cittadino italiano che, dopo aver acquistato un giubbetto spacciato come Moncler, è un paio di scarpe Golden Goose, ha avuto il sospetto che si trattasse di merce contraffatta. "Abbiamo innanzitutto chiesto alle case madri se quei due prodotti fossero originali - ha spiegato il comandante di Compagnia di Macerata, capitano Emilio Fuscellaro - e poi abbiamo inviato l'informativa alla procura della Repubblica di Macerata. Il procuratore Giovanni Giorgio ha deciso poi di estendere l'attività per tentare di ricostruire la filiera del falso. abbiamo monitorato circa 200 siti, e alle case madri di quattro principali marchi (Golden Goose, Stone Island, Pinko e Moncler) se i siti fossero legittimati a commercializzare i loro prodotti e se quelli fossero contraffatti. Prezioso è stato il contributo del perito esperto in contraffazione, Pietro Dal Ben". La guardia di finanza è riuscita ad evidenziare come i siti fossero fuori legge e come, soprattutto, il materiale fosse contraffatto. È emerso anche che in alcuni di questi siti era possibile effettuare ordini all'ingrosso, per ingenti quantità. Evidente, dunque, l'imponenza del giro d'affari. "Tra l'altro - ha sottol il capitano - tutti questi siti traevano facilmente in inganno poiché presentavano immagini originali prese dei siti delle case madri, violando anche la legge sul copyright ". A illustrare nello specifico le modalità per riconoscere quando un sito vende merce contraffatta è stato Dal Ben: "Alcuni siti avevano copiato non solo le immagini della merce ma anche anche una parte della pagina ufficiale delle case madri, e avevano un dominio molto simile all'originale. Questi siti erano particolarmente idonei a ingannare le persone". Va ricordato anche che chi acquista merce contraffatta, seppur online e inconsciamente (diverso il caso ad esempio di chi compra prodotti in spiaggia che lo fa consapevolmente), incorre comunque in una multa di non meno di 250€. "Un altro modo per capire se il sito non è affidabile - aggiunge - è di provare modalità di pagamento sicuro come PayPal o American Express che ridanno indietro i soldi. Mettono il logo ma poi quando all'atto di pagare non ti permettono di concludere se non con Visa". 
Da parte sua il procuratore Giorgio ha fatto un riepilogo di alcuni dati sull'e-commerce e la contraffazione: "I consumatori che comprano online sono 19milioni per un giro di affari smisurato e in questo contesto la contraffazione cresce del 15,6% a livello mondiale. I prodotti italiani sono fra i più contraffatti. Le indagini su questo caso sono state particolarmente complicate anche perché i titolari dei siti e i server non erano in Italia (ma in Cina, Gran Bretagna, Germania, Francia, Danimarca e Panama). 

g.g.





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