“Ricorda che indossare un fazzolettone non significa essere persone responsabili solo nel momento in cui si porta, significa essere una persona di grandi ideali di fraternità, amicizia e solidarietà. Una persona pronta a sacrificare talvolta la propria vita provata per una giusta e nobile causa. Essere  scout significa avere coerenza, essere capaci di sognare, di avere visione fantasiosa ma ricca di valori della realtà e capace col proprio impegno di realizzare i propri desideri”. Questo era solo uno dei tanti pensieri che Marta Bellomarì ha lasciato in uno dei suoi diari. Perché oltre ad essere stata una grande mamma (non solo per i propri figli, Andrea e Michele Stortini, ma anche per tanti giovani di San Severino) e nonna, prima ragioniera, poi insegnante e poi medico, nonché fondatrice del gruppo scout San Severino 1 insieme a suo marito Delio e a don Aldo Romagnoli, Marta scriveva. Scriveva tanto, pensieri, poesie, lettere (persino prima di ogni operazione, lasciava una lettera). Bellomarì se n’è andata pochi mesi fa, ma ha lasciato una grande eredità e un immenso vuoto incolmabile. 

(Marta Bellomarì nella ricorrenza del 40°anniversario del gruppo scout San Severino 1)

40esimo ok

 

Ieri sera il teatro Italia ha ospitato una serata in sua memoria, “L’azione del volontariato per una società giusta”, con il professore di Unimc Roberto Mancini, organizzata dal Comune in collaborazione con il gruppo scout, Coop Alleanza, Caritas e l’Avis. Presenti il sindaco Rosa Piermattei, gli assessori Tarcisio Antognozzi e Paolo Paoloni e il presidente del consiglio comunale Sandro Granata, ma anche alcuni consiglieri di minoranza, nonché la Croce Rossa e la Protezione Civile locale. 

Un incontro in cui Mancini ha parlato di come il volontariato possa essere azione politica e possa incoraggiare la democrazia per il bene comune. 

“Marta ha cresciuto generazioni di giovani - queste le parole di uno dei figli, Andrea - che per lei sono stati linfa e forza vitale. Mi dicono che devo essere orgoglioso, perché mia madre ha lasciato un segno indelebile, un solco che difficilmente si potrà colmare. Speriamo di poter continuare a mantenere viva la sua memoria”. A tal proposito, c’è l’idea, ben accolta anche dal primo cittadino, di istituire un premio annuale in memoria di Marta Bellomarì.

Poi la parola è passata a don Aldo Romagnoli: “Questo convegno è un omaggio pieno di gratitudine ma vuole anche essere stimolo per un volontariato consapevole. Mi vengono in mente due ricordi su tutti. Il primo - ha raccontato - mi riporta indietro di oltre 40 anni fa. Da pochi mesi ero qui e lei mi propose di portare lo scoutismo a San Severino perché il figlio aveva avuto una positiva esperienza, e voleva regalare ad altri la stessa possibilità. Né lei né io avevamo esperienza. Che fare? Ci siamo detti che avremmo imparato lungo il cammino, ci saremmo fatti aiutare, e così abbiamo fatto. Non bisogna aspettare di essere pronti per fare qualcosa - ha aggiunto - che ci sembra bello e giusto”. Il secondo ricordo di don Aldo è più recente: “Ricordo molto bene la sua gioia, poco tempo prima di andarsene, nel constatare come la comunità capi del gruppo scout portasse avanti bene le attività. Diceva gioiosamente che quei ragazzi sapevano fare meglio di noi”. Perché scopo del volontario, ha sottolineato il sacerdote, è suscitare forze nelle persone sicché nn ci sia più bisogno di lui. “Lei - ha concluso - viveva pensando a come poter essere d’aiuto, ponendo l’attenzione alla persona, alla sua totalità. Ecco lo stimolo, il volontario non fa il volontario, ma lo è dentro”.

(Il sindaco Rosa Piermattei, don Aldo Romagnoli e Roberto Mancini)

convegno Marta 3

 

Commosso anche il ricordo del sindaco Rosa Piermattei, che ha raccontato di non poter dimenticare il sorriso onnipresente di Marta: “Lei è stata una persona splendida, che ci ha insegnato tanto, anche a regalare un sorriso nei momenti di dolore. L’avevo conosciuta quando insegnava a mia nipote - ha raccontato - poi l’ho rivista durante il terremoto. Una volta la incontrai e mi sventolò un sacchetto di pesce da cucinare per pranzo. Io in quel momento mi feci una grossa risata, e lei mi disse ‘proprio questo volevo, farti sorridere, perché è da tempo che non ti vedo farlo’. Vi ha insegnato a dare, vi ha insegnato la felicità. Nn facciamo spegnere questa bellissima candela. Creeremo qualcosa per ricordarla ogni anno? Proponetelo voi che la conoscete meglio di tutti, e noi lo approveremo”. 

(Il sindaco Rosa Piermattei e il marito di Bellomarì, Delio Stortini)

Convegno Marta 2

 

Poi il brillante evento di Mancini su come il volontariato possa essere motore del bene comune, di democrazia e lavoro: “La logica del volontariato è la giustizia. Dobbiamo pensare che ciascuno di noi è partecipe di un tessuto in cui ti siamo legati. Istintivamente costruiamo la vita pensando di dover prendere, trattenere per noi le cose. La nostra civiltà è orientata dall’idea di dover accumulare. In realtà nella vita la concretezza è tutt’altro”. Si diventa adulti, ha sottolineato il professore, non quando si impara a prendere ma a ricevere. Quando si impara a perdere, anche, momento in cui ci si apre il mondo della relazione con gli altri. “La spia di quando il volontariato non è autentico - ha detto - è quando diventa un sacrificio, uno sforzo, e il fatto che si giudica chi si sta aiutando. Il volontariato è esperienza di accoglienza e dignità, è azione di giustizia. Questa economia di oggi ci distrugge, dobbiamo inventare forme nuove, e poi stiamo trasferendo la nostra soggettività ai mezzi tecnologici. La realtà ci viene rappresentata dall’informazione, la burocrazia è un sistema che passa sopra alle nostre teste”. Il risultato di ciò che la modernità sta creando sono comunità sempre più chiuse, sempre meno aperte al mondo. In Italia, in alcune zone più disagiate e difficili, “hanno capito che il volontariato è azione della comunità, non solo scelta personale. È il risveglio di una comunità che decide di prendersi cura del bene comune. Allora diventa un’azione politica, quella vera di politica, non quella che si contende un voto in più. La politica bella è quando si riesce a dare una risposta di bene in un posto di male. Volontariato è azione democratica delle comunità a cui si è risvegliata la coscienza, che attiva percorsi formativi, genera comunità democratiche, sente che il bene comune la riguarda, genera lavoro e smette di subire l’economia”.
g.g.

(La platea gremita)

Convegno Marta 4

 

Convegno Marta 5

 

(Il marito Delio Stortini)

convegno Marta

“L’azione del volontariato per una società giusta” è il tema del convegno, organizzato in ricordo di Marta Bellomarì, che si terrà venerdì 11 maggio, alle 21, al teatro Italia di San Severino. 

Dopo il saluto del sindaco, Rosa Piermattei, interverrà il professor Roberto Mancini, docente di Filosofia all’Università degli studi di Macerata. La cittadinanza e le associazioni di volontariato sono invitate a prendere parte all’iniziativa promossa dal Comune, dai Teatri di Sanseverino e dal gruppo Scout San Severino 1.

Marta Bellomarì, allergologa, poetessa, volontaria molto attiva nel mondo degli scout (è stata fondatrice del gruppo San Severino 1 insieme al martio Delio Stortini e a don Aldo Romagnoli) e dell’associazionismo settempedano, è morta nel novembre dello scorso anno a causa di un male incurabile all’età di 78 anni.
g.g.

“Medicina oltre...prevenzione, terapia, oncologia integrata”. Questo il titolo del convegno organizzato sabato mattina, a partire dalle 8:30 al centro medico Blu Gallery, in memoria della dottoressa Marta Bellomarì, deceduta lo scorso dicembre a causa di complicazioni dovute ad un male incurabile. Varrà anche come corso di aggiornamento per la professione di medico chirurgo, ostetrica, infermiere, biologo e dietista.

Fra gli argomenti che verranno trattati da illustri relatori figurano il meccanismo di formazione della cellula cancerosa e la diagnosi precoce di cancro, il ruolo della medicina complementare in oncologia, il ruolo dell’oncologo tra prevenzione e terapia, il contributo dell’agopuntura in medicina cinese in oncologia, il trattamento omeopatico degli effetti collaterali da radio e chemioterapia in donne con carcinoma mammario, il ruolo della nutriceutica e della fitonutrizione in oncologia, le cure dei pazienti oncologici. Responsabile scientifico del convegno sarà la dottoressa Benedetta Ferretti, relatori i dottori Armando Vecchietti, Rosaria Ferreri, Desiderio Franco, Sergio Giorgetti e Lucio Sotte. 

È proprio la sua esperienza diretta che aveva mosso Bellomarì ad organizzare un convegno di questo genere, lo scorso anno: aveva dovuto sottoporsi più di una volta a cure oncologiche e aveva trovato che integrandole con altre pratiche di medicina complementare la sua condizione era migliore. questo, dopo aver conosciuto il centro di Pitigliano, dove si pratica la medicina integrata.

“Sono venuta a conoscenza del centro di Pitigliano – raccontava – attraverso una rivista specialistica. Non volevo considerarmi malata, avevo dentro di me ancora tanta energia e con il dottor Lucio Sotte abbiamo lavorato perché non la perdessi. Medicina integrata è un termine alquanto nuovo e sconosciuto, che indica l’integrazione tra la medicina tradizionale e la medicina complementare, rappresentata da fitoterapia, agopuntura, omeopatia, idrocolonterapia e quant’altro serva a dare una qualità di vita migliore nonostante la malattia in atto. Con queste cure, mi sentivo meglio rispetto a come stavano altre persone nella mia condizione, la mia qualità della vita - sottolineava - era migliore e il mio organismo in buono stato. Parlarne mi è sembrata una questione di rilevanza sociale. Quello che si dirà in questo convegno - concludeva nel suo discorso di benvenuto ai presenti -  deve essere un valore e un modo alternativo di vedere la malattia e la medicina”.
g.g.

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