Presentate stamattina in conferenza stampa le agevolazioni e le prestazioni dedicate ai lavoratori e ai titolari di imprese iscritti alla Cedam, la Cassa Edile delle Marche, impegnati nella ricostruzione. "L'imprenditoria locale edile - ha detto Massimo De Luca, vicepresidente di Cedam - va salvauardata e la nostra missione è proprio questa, tentare di portare avanti discorsi seri e responsabili nel futuro della ricostruzione. Le nostre aziende chiaramente non potranno occuparsene interamente ma devono comunque essere protagoniste". Tutte le agevolazioni e le prestazioni previste potranno essere richieste dalle imprese che avranno aperto un cantiere con codice CUP assegnato, nell'area del Cratere e solo i lavoratori la cui presenza sarà denunciata in quei cantieri.
A spiegare nel dettaglio le misure è stato Marco Falcioni, direttore della Cedam: "Per la prima volta abbiamo pensato di essere vicini alle imprese e ai lavoratori che saranno impegnati nella ricostruzione che, come ben si sa, langue. Verrà innanzitutto applicata una riduzione sull'aliquota complessiva che le imprese pagano alla Cassa Edile dello 0,11 per cento; sono previste prestazioni specifiche per lavoratori e imprenditori impegnati nel cratere tra cui una dotazione di vestiario particolare, adatta per lavori in montagna, per favorire la ripopolazione dei territori abbiamo pensato di dare 2mila euro agli imprenditori o lavoratori che trasferiranno la residenza della propria famiglia in uno dei territori terremotato. Si tratta di un finanziamento a fondo perduto, chiaramente, per risarcire dei traslochi e delle varie spese; oltre a questo - ha aggiunto - le imprese con la propria sede danneggiata avranno mille euro dalla Cedam qualora abbiano dovuto trasferire la sede, e poi altre prestazioni come l'apertura di un ufficio a Caldarola tutti i mercoledì per essere vicini ai lavoratori, corsi di formazione specifici e gratuiti e altri tipi di agevolazioni per le imprese che opereranno nel cratere".
g.g.


 
“Regolari in Romania ma non iscritti alla Cassa Edile italiana”.
È questo il problema sollevato da Fillea Cgil in merito ad una ditta edile della Romania che sta lavorando da oltre dieci mesi in un cantiere privato a Camerino, ma che non riguarda la ricostruzione.
“Stiamo facendo degli approfondimenti - dice Massimo De Luca di Fillea Cgil - rispetto a questa questione che riguarda il distacco transnazionale comunitario.
Ci sono paesi - spiega - dove i lavoratori hanno gli stessi diritti, se non di più, di quelli italiani e altri che hanno diritti molto inferiori.
A Camerino, in un cantiere privato, c’è una azienda italiana che si avvale di una ditta regolarmente operante in Romania che però ha lavoratori su Camerino senza essere iscritta alla Cassa Edile della nostra nazione. 
Secondo la legge - aggiunge - se il lasso di tempo non è superiore a 24 mesi può rimanere con tutti i doveri da espletare in Romania, in tutti i settori tranne che in quello edile.
Per questo settore, infatti, bisogna stare in linea con i pagamenti Inps e Inail, ma occorrono anche la Cassa Edile ed il Durc.
Se dopo tutto questo tempo la ditta continua a essere in regola per la Romania ma non per l’Italia potrebbe essere un problema.
Il tutto è molto grave - denuncia De Luca - perché questi lavoratori, rispetto a quello che percepirebbero in Romania, è ovvio che a Camerino stanno molto bene.
Nel loro paese percepirebbero uno stipendio di circa 400 euro al mese; in Italia vanno da 1300 euro”.
Il grido di allarme, che non riguarda un cantiere della ricostruzione, vuole comunque accendere i riflettori su una questione che potrebbe ampliarsi: “Questo avviene in un cantiere che va al di fuori della ricostruzione - aggiunge Massimo De Luca - ma ci preoccupa ugualmente perché ci sono altri esempi nell’Anconetano e nel Fermano.
È un fenomeno da chiarire - conclude - e che riguarda l’Europa intera a discapito delle altre nostre aziende. Noi invece vogliamo salvaguardare le imprese locali che trattano bene i nostri lavoratori”. 



Nella prossima edizione de L’Appennino Camerte aprofondiremo la questione riguardante la scuola Grandi di Tolentino.



GS

A primavera sembrava essere giunti a una svolta. Fillea e Cgil erano riusciti a conciliare 11 lavoratori dei cantieri Sae. Ma da allora si attendevano anche delle risposte da parte della direzione provinciale del lavoro. Non solo tutto tace ma la situazione, stando al segretario provinciale Cgil Macerata, Daniel Taddei e di quello Fillea, Massimo De Luca, sembra essere peggiorata. Irregolarità anche a Camerino, al nuovo campus Unicam che sarà inaugurato la settimana prossima.

Sono trascorsi ben 7 mesi da quando i sindacati hanno evidenziato le prime gravi irregolarità sulla normativa del lavoro, la sicurezza e il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata.

“I lavoratori in attesa di soluzione sono 24, di cui 4 arrivati in Cgil proprio oggi, ma la ditta Gips, che poi subappalta la realizzazione delle casette ha di recente presentato un concordato preventivo” ha affermato Taddei.

Secondo la ricostruzione fatta dai sindacati, il consorzio Arcale subappalta i lavori delle Sae al consorzio Gips che a sua volta fa impiegare lavoratori delle ditte Europa (per lo più romeni) e Gesti One (sopratutto egiziani). Gips deve ai lavoratori il pagamento di tutte le ore straordinarie lavorate, i festivi e il trattamento di fine rapporto lavorativo nonché tutti i contributi e premi assicurativi previsti. Inizialmente Arcale ha intimato a Gips di pagare quanto spettava agli operai. In seguito i sindacati hanno chiesto alla Regione la responsabilità in solido in quanto soggetto attuatore (ovvero di pagare qualora Gips non avesse pagato) e come da norma, la Regione ha chiesto ad Arcale e alle altre ditte se fossero o meno d’accordo. “Gesti One - spiega Taddei - ha contestato pur ammettendo di non aver applicato il contratto e di dover versare dei contributi alla Cassa Edile perché ha contestato di dovere il pagamento di festivi e straordinari. Anche Arcale ha diffidato la Regione a pagare e quest’ultima ha chiesto un accertamento da parte della direzione provinciale del lavoro per capire se i crediti debbano essere realmente versati. E qui ci siamo fermati”.

Ciò è avvenuto ad aprile e da allora niente si è più saputo, nonostante la mole di documenti presentati dai sindacati. Dei lavoratori, alcuni sono tornati al proprio paese, altri sono in giro a lavorare e nel frattempo un’altra cosa “inaccettabile”, così la definiscono, è accaduta: Gips ha presentato un concordato preventivo che complicherà le cose e aumenterà i ritardi: “Sarà un’ingiustizia nell’ingiustizia - incalza Taddei - perché verranno calcolati crediti e debiti al ribasso e, per quanto riguarda i lavoratori, si calcolerà ciò che gli spetta sulla base della busta paga che però non era conforme al contratto. Siamo preoccupati perché se questa è l’impostazione non vorremmo che questo metodo sia applicato anche da tutti gli altri”.

Ma le irregolarità non si fermano qui: un’altra situazione rilevata riguarda i lavoratori del campus Unicam che verrà inaugurato il 6 agosto: “I lavoratori sono in distacco, senza visite mediche o giusta retribuzione e peraltro alloggiati in casali abbandonati privi di agibilità vicino alla costa. Stiamo seguendo una 20ina di operai che vengono reclutati addirittura nei bar della zona e sono soprattutto italiani”. Infine, sembrerebbe anche che un Comune dell’entroterra maceratese abbia appaltato i lavori di messa in sicurezza e miglioramento sismico di un’opera pubblica (per 200mila euro) ad una ditta non iscritta all’anagrafe antimafia e il cui titolare è già indagato.

“Questo è quanto. Anzi, questo è troppo.

Un’altra azienda di Salvatore piccolo si è appena aggiudicata un appalto di più di 200mila euro dell entroterra e questa ditta nn è iscritta alle anagrafe antimafia col 26% di ribasso su 123 aziende partecipanti al bando. Il

Sistema così nn funziona perché x essere iscritto c’è da fare richiesta, se entro 30 gg nn risponde si può fare autocertificazione e nel frattempo la ditta potrà vincere L appalto. Se facciamo così, siamo solo all’inizio. 

Questo è quanto. Anzi, questo è troppo e la parte politica della Regione deve solo fare un bagno di umiltà per come sta gestendo anche questa problematica. La Regione ha solo fatto quanto disposto dalla legge. La politica può dire quello che vuole - incalza - si dovrebbe concentrare sui problemi dei cittadini”.
Gaia Gennaretti

Si è conclusa positivamente la vertenza degli operai del cantiere di urbanizzazione delle soluzioni abitative emergenziali (sae) “Cesare Battisti 1” di Visso. 

Alcuni mesi fa, precisamente ad aprile, i lavoratori della ditta Marsili srl (che ha avuto il subappalto dalla Montagna Costruzioni srl) avevano scioperato lamentando diverse irregolarità: ritardi nei pagamenti, assenza di buste paga, contratti non firmati e diverse irregolarità anche in materia di salute e sicurezza.

“Con la firma degli accordi sindacali - fanno sapere Massimo De Luca, segretario generale Fillea Cgil Macerata e Daniel Taddei, segretario generale Cgil - si è concluso un lungo percorso che ha visto l'ottenimento di svariati risultati volti a sanare tutte le criticità che erano state sollevate, a partire dalla visita medica per tutti i lavoratori e la fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza, la riformulazione di tutte le buste paga, dall'inizio del rapporto di lavoro ad oggi, con i diversi saldi dovuti ai lavoratori sia in forza che già licenziati”.

Nello specifico gli accordi sindacali, che saranno depositati presso l'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Macerata, prevedono il pagamento delle ore di straordinario, di festivo, di straordinario/festivo e del trattamento di fine rapporto nonché il versamento di ogni contribuzione previdenziale e dei premi assicurativi previsti, compresi gli accantonamenti contrattuali alla Cassa Edile.

“Siamo soddisfatti per questa risoluzione positiva ma sono ancora molte le situazioni di criticità che riguardano i lavori post sisma. La grande preoccupazione è rivolta alla ricostruzione vera e propria - concludono - che farà arrivare miliardi di euro nel nostro territorio con tutti i rischi connessi”.
g.g.

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo