Una struttura nuova, polifunzionale, sismicamente efficiente e priva di barriere architettoniche. È quella che sorgerà a Ripe San Ginesio, in viale della Resistenza, destinata ad ospitare l’archivio storico, il deposito comunale e spazi per associazioni.

Il Commissario Straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, infatti, ha appena previsto il trasferimento a saldo di 600 mila euro, all’Ufficio Speciale per la ricostruzione Marche.

L'importo complessivo dell'intervento è pari a 1,815 milioni di euro, di cui 1,215 milioni erano già stati trasferiti.

Nei 300 metri quadrati del piano seminterrato, raggiungibile anche da mezzi di trasporto, troveranno posto l’archivio storico e il deposito degli atti comunali. Il piano terra, invece, ospiterà uno spazio unico completamente aperto, da utilizzare a seconda delle diverse esigenze. Una volta ultimata la realizzazione della struttura, all'esterno verranno creati percorsi carrabili, pedonali, aree di parcheggio e spazi verdi. 

“Nel ricostruire il nostro patrimonio edilizio- ha dichiarato il commissario Guido Castellli-. abbiamo il dovere di rifunzionalizzare edifici e spazi per adattarle alle esigenze del presente e del prossimo futuro, nel rispetto in primis del principio di sicurezza. È quanto avviene relativamente a questo apprezzabile intervento a Ripe San Ginesio che, mi auguro, al più presto potrà essere adibito alle funzioni per le quali è stato progettato. Una struttura che, ne pieno solco del connubio tra ricostruzione e riparazione, oltre ad ospitare servizi per le istituzioni, accoglierà anche la comunità e realtà associative. Il lavoro con il Presidente della Regione Francesco Acquaroli e con l’Ufficio speciale per la ricostruzione prosegue, nel segno della piena collaborazione”.
«Un appello accorato» al commissario Castelli e al presidente della provincia Parcaroli, quello del consiglio di istituto dell’Itts “Eustachio Divini” di San Severino Marche. In un comunicato diramato alla stampa, l’organo della scuola ha espresso «preoccupazione, indignazione e rammarico» in merito alla notizia dello stop ai lavori della nuova sede. Continua dunque la discussione intorno allo smobilitazione del cantiere dell’istituto tecnico settempedano. Dopo il botta e risposta tra la giunta Piermattei e la minoranza guidata da Tarcisio Antognozzi, anche il consiglio di istituto ha reso nota la sua posizione a pochi giorni dallo smontaggio del cantiere della maggiore opera della ricostruzione pubblica nel cratere sismico.

I lavori sono fermi dallo scorso novembre e il cantiere è stato smontato a inizio settimana. Al momento non è chiaro quando le opere potranno ripartire. A tal proposito il consiglio di istituto ha sottolineato di non voler «entrare assolutamente nel dibattito politico che si sta sviluppando – dicono –. Siamo comunque costretti a constatare che gli ostacoli alla realizzazione della nuova scuola si stanno dimostrando infiniti. I lavori della nuova sede rischiano addirittura di fermarsi. Questo in un momento in cui le aziende ci chiedono sempre più diplomati-tecnici da assumere e in una fase storica che, con i fondi del Pnrr, ci consente l’acquisto di nuovi strumenti per la didattica e l’avvio di numerosi corsi di aggiornamento per alunni e docenti. L’ultimazione della nuova palestra non risolve il problema di fondo – continuano –, che rimane la realizzazione e la consegna dell’edificio principale. C’è grande delusione, visto che un’ opera dello stato dalla priorità assoluta deve soggiacere a lungaggini amministrative e ad accordi disattesi tra le parti coinvolte. Questo consiglio si è chiesto ripetutamente: “A chi giova se il nuovo ‘Divini’ non vedrà la luce?” Non certo alla cittadinanza settempedana, né agli abitanti dei comuni limitrofi. Testimoni dell’attenzione che il sindaco Piermattei ha rivolto in questi anni alla realizzazione della scuola, rivolgiamo un accorato appello al commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, e al presidente della provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, proprietaria degli istituti superiori. Chiediamo che tutto quanto in loro potere sia fatto per far ripartire i lavori e concludere l’opera, ridando speranza ai giovani del territorio e a tutta la comunità. Se così non fosse – concludono – dovremo assistere all’ennesima sconfitta dello Stato che, pur avendo autorizzato l’opera e concesso il finanziamento, a distanza di ben 7 anni dal sisma non riesce ancora ad aprire una scuola essenziale per lo sviluppo e il rilancio del territorio».

l.c.
Mezzi finalmente al lavoro nel complesso del santuario di Macereto. Nei giorni scorsi è stato infatti allestito il cantiere che riguarda i quattro immobili accessori che circondano l'edificio del santuario. Si tratta di un'opera considerevole sotto il profilo economico - quasi sette milioni di euro -, che fa il paio con i lavori che molto presto riguarderanno proprio la chiesa. Il relativo progetto esecutivo sarà infatti consegnato entro le prossime settimane. Passi avanti decisi, insomma, nella ricostruzione di uno dei luoghi simbolo dell'arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche.

Nel dettaglio, il cantiere attualmente operativo è quello che si occuperà del recupero di quattro strutture - tre nel territorio del comune di Visso, uno ad Ussita - gravemente danneggiate dal terremoto del 2016. Si parla di lavori di ristrutturazione e di miglioramento sismico. Questi edifici sorgono intorno al luogo di culto vero e proprio e prima del terremoto di sette anni fa venivano utilizzati a scopo ricreativo, come ad esempio per i campi scuola estivi. La progettazione dei lavori su questi immobili è dello studio Archliving, mentre l'esecuzione è affidata al consorzio di imprese Atlante. Le condizioni del finanziamento impongono la consegna dei lavori prima dei prossimi 24 mesi. Per quello che riguarda invece la chiesa, la progettazione esecutiva dovrebbe essere consegnata nella prima metà di luglio. Da lì in avanti si procederà con l'affidamento dei lavori. Presto prenderà il via anche questo cantiere.

Soddisfatto l’arcivescovo Francesco Massara, che ha parlato di un cantiere «che presto restituirà alla comunità uno dei luoghi simbolo del territorio diocesano – commenta – . Il santuario di Macereto è uno dei tesori dell’entroterra, uno dei posti più belli della nostra regione. Molto presto potremo riavere un bellissimo luogo di preghiera e di incontro per tutti coloro che vivono in quella zona e per i numerossissimi visitatori. Non solo: fra quindici giorni verrà infatti firmato il contratto con l'impresa che si occuperà dei lavori al complesso dell'ex chiesa di Sant' Agostino a Visso. I nostri ringraziamenti vanno al commissario Guido Castelli, per il sostegno che sta mostrando nei confronti del nostro territorio gravemente colpito dal sisma di sette anni fa».



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In foto il cantiere allestito nei giorni scorsi


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Pronti a partire i lavori di restauro e di ricostruzione dell’abbazia di Santa Maria tra i torrenti di Piobbico, a Sarnano. In mattinata la cerimonia di apertura del cantiere, affidato alla ditta Sepe s.r.l., curato dallo studio Paci di Pesaro. Oltre un milione di euro di fondi. Questa la cifra che l’ufficio ricostruzione della curia arcivescovile ha deciso di destinare alle opere, che comprendono la ricostruzione del campanile crollato a causa delle scosse e la restaurazione della sagrestia, oltre al ripristino delle finiture e delle opere d’arte custodite dalla chiesa. Il termine dei lavori è previsto tra dodici mesi.

Un luogo simbolo per tutta la comunità sarnanese e dalla grande rilevanza per il tessuto sociale delle contrade dell’alta valle del Tennacola, come testimoniato dalle molte persone che hanno voluto partecipare alla cerimonia organizzata dall’arcivescovo di Camerino e San Severino Marche, Francesco Massara. Insieme a lui sono intervenuti il cardinale Enrico Feroci, la cui famiglia è originaria del Sarnanese, il parroco Marcello Squarcia, il presidente del comitato Pro abbazia di Piobbico, Giampiero Mariotti, la presidente del Centro studi sarnanesi, Maria Franca Ghiandoni, il sindaco Luca Piergentili e altri rappresentanti delle istituzioni e del mondo dell’associazionismo cittadino.

l.c.

Approfondimenti e interviste nel prossimo numero del settimanale L'Appennino camerte
Sbloccato il piano per la ricostruzione delle 228 scuole che hanno aderito agli accordi quadro del Piano straordinario di ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto del 2016.

 Ne dà notizia  la Struttura commissariale che fa capo al commissario Guido Castell,i al termine della videoconferenza con i 72 soggetti attuatori.

 Gli interventi su edifici soggetti a tutela sono 47, quelli non vincolati sono 181. In totale il valore degli interventi è pari a 899 milioni di euro, di cui 643 milioni per i lavori, così ripartiti a livello regionale: 201 milioni in Abruzzo per 48 scuole; 93 milioni nel Lazio per 31 scuole; 319 milioni nelle Marche per 91 scuole; 284 milioni in Umbria per 58 scuole.
    Imprese e professionisti che avevano risposto alla gara, gestita dalla centrale di committenza Invitalia, per la formazione degli elenchi ora potranno essere reclutati dai soggetti attuatori (Comuni e altri enti proprietari delle scuole) per le diverse fasi della ricostruzione: dalla progettazione al collaudo.

   «Le scuole e il grande servizio che garantiscono per le famiglie e le comunità locali svolgono una funzione fondamentale anche per contrastare il fenomeno dello spopolamento, che contraddistingue le aree interne e in particolare i territori dell'Appennino centrale", ha detto Castelli. "L'obiettivo di tutti noi è fare presto e bene e questo significa anche assistere al meglio i Comuni e gli enti proprietari delle scuole nel delicato passaggio dai progetti ai cantieri veri e propri - ha aggiunto - Grazie al supporto di Invitalia, anche in fase di attuazione, sarà possibile la migliore e più veloce realizzazione degli interventi».

 Per le scuole si rende possibile ora la partenza delle progettazioni mentre, per quelle che erano già dotate di progetto, potranno partire gli affidamenti dei lavori.
 Gli accordi quadro aggiudicati sono due, su 43 aree territoriali e articolati in 4 sub lotti prestazionali: servizi tecnici, verifica, lavori e collaudo.
Gli operatori economici che hanno partecipato alla gara sono stati 533, per un totale di 165 offerte economiche.
   
Nel corso dell’incontro sono state illustrate le procedure e i prossimi interventi, che consentiranno di passare dagli accordi quadro ai contratti specifici per ciascun edificio scolastico. I soggetti attuatori avranno a disposizione il supporto della Struttura commissariale in tutte le fasi della procedura.




Una vera e propria task force di archeologi, architetti e storici dell’arte per velocizzare le pratiche della ricostruzione degli edifici tutelati, comprese le oltre 600 chiese danneggiate dal sisma di sette anni fa. Firmato in mattinata l’accordo tra l’Ufficio speciale ricostruzione delle Marche e la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Un'intesa che allarga la squadra di professionisti al lavoro sulle pratiche del terremoto. Arriva dunque un primo, attesissimo segnale di svolta da parte del commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli in materia di velocizzazione burocratica della ricostruzione. Una risposta alle richieste delle istituzioni del territorio, sindaci e vescovi su tutti, che chiedevano un intervento per il problema della Soprintendenza, emerso come vero e proprio collo di bottiglia della ricostruzione. Carente, infatti, il personale fino ad oggi destinato allo smaltimento delle pratiche sisma negli uffici dell’ente per la tutela dei beni culturali, architettonici e paesaggistici. Ora ci si attende un cambio di passo.

Scendendo nel dettaglio, la convenzione siglata da Usr e Soprintendenza durerà tre anni e avrà il compito di velocizzare le pratiche di autorizzazione per la ricostruzione del patrimonio storico, artistico e architettonico danneggiato dal terremoto del 2016, compresi gli edifici sottoposti a tutela. Sarà l’Usr delle Marche ad occuparsi delle assunzioni di professionisti che entreranno nella squadra della ricostruzione. Questi si occuperanno delle attività di pre-esame degli interventi e del monitoraggio dello stato di avanzamento delle pratiche. «L’accordo firmato oggi rappresenta un ulteriore importante tassello per lo snellimento e la velocizzazione delle pratiche di ricostruzione - ha dichiarato il presidente della regione Marche e assessore alla ricostruzione, Francesco Acquaroli -. La collaborazione tra l’Usr e la Soprintendenza è fondamentale, soprattutto nella fase che si sta avviando, in cui il processo di ricostruzione avrà sicuramente un’accelerazione nella parte attuativa. Stiamo dando il via ad una fase nuova della ricostruzione, finalmente la fase dei cantieri, e passaggi come questo colgono la volontà di mettere tutti i soggetti nelle condizioni migliori per sbloccare pratiche e progetti e dare concretezza tangibile al ripristino dei territori colpiti».

l.c.
È una vera e propria pioggia di finanziamenti quella in arrivo nei comuni colpiti dal sisma del 2016. Nell’incontro tra i sindaci del cratere, il commissario straordinario Guido Castelli e l’Ufficio speciale ricostruzione delle Marche avvenuto qualche giorno fa, infatti, è arrivato l’annuncio dei nuovi stanziamenti decisi dalla struttura commissariale alla ricostruzione. Sefro non è un eccezione alla regola: tre milioni e mezzo di euro arriveranno nelle casse comunali non appena Castelli avrà varato le ordinanze specifiche per l’autorizzazione alla spesa di ciascun comune.

Diversi gli interventi che il paese della trota si troverà nelle condizioni di poter avviare nei prossimi mesi. Stando infatti alle parole del sindaco, Pietro Tapanelli, entro la fine del mese di marzo i fondi dovrebbero essere a disposizione e la macchina organizzativa potrà partire. In alcuni casi si dovrà cominciare dal principio, ovvero dalle progettazioni, in altri si potranno avviare i cantieri. Per quello che riguarda, nel dettaglio, le opere che verranno portate avanti, Sefro si prepara ad intervenire ai suoi impianti sportivi, al muro di contenimento del torrente Scarzito, alla strada di accesso alla frazione di Sorti-Cerreto e ancora al palazzo comunale, due cimiteri e al rifugio “Valle Scurosa”.

La priorità assoluta, nei termini dello stato di avanzamento della progettazione e, soprattutto, del volume dello stanziamento previsto, è quella che riguarda gli impianti sportivi comunali. «Parliamo dell’intervento che impatta in maniera maggiore sui fondi stanziati – commenta il sindaco di Sefro, Pietro Tapanelli –. Dei tre milioni e mezzo di euro in arrivo, infatti, ben uno e mezzo sarà impiegato nella ristrutturazione degli spogliatoi e, più in generale, nel ripristino degli impianti, compreso il manto del campo sportivo danneggiato durante la prima fase emergenziale post sisma dalle tende e dal passaggio dei mezzi di emergenza e di soccorso. In questo caso la progettazione dell’intervento è già stata effettuata, quindi sarà il primo dei lavori a partire. In seguito ci occuperemo degli altri, per i quali gli stanziamenti sono tutti intorno ai 200mila euro. Siamo stati un comune relativamente fortunato, infatti, in occasione del terremoto. Questi finanziamenti sono comunque una boccata d’aria che ci permette di fare un altro passo verso il ritorno alla normalità».

In foto una panoramica di Sefro

l.c.
Area container di Tolentino, il comune presenta il conto agli occupanti che, a decorrere dal mese di gennaio, dovranno corrispondere un canone mensile di 540.64 euro per il recupero dei costi di gestione della struttura.

Tenuti al pagamento sono quei cittadini, tra i 58 presenti nell’unica area rimasta dopo la chiusura delle altre due esistenti disposta dall’amministrazione comunale, che non possiedono i requisiti per l’ottenimento di alloggi sostitutivi delle Sae o per il Cas.

Gli utenti in difficoltà economico/sociale si potranno rivolgere ai servizi sociali comunali per la necessaria assistenza.

“I primi di dicembre – ricorda l’Assessore al Sisma Flavia Giombetti - abbiamo comunicato ai non aventi diritto, che avrebbero dovuto pagare una cifra che coprisse le spese per l'occupazione sostenute dal Comune e lo abbiamo fatto. Chi non provvederà al pagamento sarà sottoposto allo sfratto esecutivo”.
Ci sarà tempo fino al 15 ottobre per le dichiarazioni del possesso dei requisiti per continuare a beneficiare dei  contributi del cas, sae e mapre.
Di ieri la notizia della proroga dei termini al 15 ottobre, avvenuta a conclusione della riunione della cabina di coordinamento presieduta dal commissario straordinario per la ricostruzione sisma 2016, Giovanni Legnini, a cui ha partecipato anche il Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, per discutere, tra le altre tematiche, delle modalità delle misure relative all’assistenza abitativa e di quelle dirette a razionalizzare ed accelerare la ricostruzione.

Per venire incontro alle esigenze rappresentate dalle amministrazioni locali e anche in considerazione dei maggiori oneri organizzativi derivanti dalle prossime consultazioni elettorali, il Capo del Dipartimento della Protezione civile ha predisposto un’ordinanza che proroga al 15 ottobre 2022 il termine previsto per le dichiarazioni di mantenimento dei benefici assistenziali, allineandolo con quello per la presentazione dei progetti da parte degli stessi soggetti, stabilito dal commissario Legnini.

L’ordinanza, che ha già acquisito l’intesa delle Regioni, sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dopo il concerto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
“La finestra sui monti” riapre. A sei anni dal sisma del 2016 si può tornare a dormire ad Ussita nel bed and breakfast della località Tempori, il cui nome prende spunto proprio dal suggestivo affaccio sul monte Bove e sugli impianti da sci di Frontignano che si apre dalle sue finestre,
Sebbene al momento la disponibilità sia di una sola bellissima camera, prossimamente ce ne sarà anche un'altra.
Una riapertura che porta con sé il segno di una rinascita per un lavoro che la proprietaria della struttura ricettiva ha dovuto a malincuore accantonare; una rinascita per il turista che può contare anche su questa maggiore scelta nell'offerta dell'ospitalità.

foto bb Ussita

Non nasconde la sua gioia la titolare Mirella Grattarola: “Dopo 6 anni pieni delle sofferenze che tutti bene noi conosciamo, sono felicissima di riaprire la mia piccola attività. Qui sta rinascendo un po' tutto il territorio e attendo con trepidazione ospiti: non solo turisti ma anche persone che nel mio bed and breakfast  spero possano trovare un appoggio nel venire a seguire i lavori di ristrutturazione delle proprie abitazioni».

Un arredo e una presentazione curatissima per i locali dii un immobile, completamente ristrutturato e reso antisismico con l’utilizzo di tutte le più moderne tecniche dell’edilizia.

bb leggio
Una cura nei particolari che oltre al raffinato gusto della proprietaria, rispecchia l’amore per questi luoghi dell’entroterra montano e la determinazione a restare.
«È assolutamente vero – commenta - Mi sono trasferita da Roma nel lontano 1995. Dapprima a Visso e successivamente ad Ussita. E mi sono sempre trovata bene; non tornerei mai nella grande città. È un passo che mi sento di consigliare a tutti coloro che lo possono fare».

Attraversare questi sei lunghi anni prima di tornare a intravedere finalmente una luce e una prospettiva, non è stato così facile. Alla data del disastroso sisma del 2016, l’attività del bed and breakfast di Ussita “ La finestra sui monti”, aveva solo un anno di vita.

«Fino al 2013, ho gestito un negozio di articoli per la casa a Visso – ricorda Mirella-. Dopo la chiusura, sono stata un paio d'anni in sospeso per poi dedicarmi appieno al b&b, attività che tuttavia è durata pochissimo; ho lavorato solo un anno e qualche mese perché poi ci ha travolto questa catastrofe che ha cambiato ogni cosa. Come tutti, anche io mi sono ritrovata sballottata in varie abitazioni, quindi, riprendere è per me una grossa carica».
Continuare a crederci, non perdere mai la speranza, le motivazioni che hanno inciso su questa positiva riconquista. «Dentro di me ho sempre sentito che dovevo farlo – dichiara -; questi sono posti magnifici che vanno valorizzati assolutamente».
E mentre si riapre una porta a lungo rimasta chiusa, tornano in mente tutti gli altri passaggi che hanno contribuito a spalancare forti emozioni e ricordi, facendole decidere che il posto giusto era proprio tra le montagne del vissano.
«Non sono originaria delle Marche. Venivo comunque in vacanza a Visso da quando avevo 12- 13 anni. Poi, nel ‘95 mi sono trasferita. Da Roma me ne sono andata. Ho lasciato il lavoro e la vita frenetica della città. Ho deciso di fare una vita più consona all'essere umano e, diciamo che in parte ci sono riuscita. Anche quando avevo il negozio a Visso, l'attività era pesante ma niente a che vedere con la vita di città. Di questi posti mi ero innamorata fin da bambina - continua Mirella-: Visso e il Laghetto, sono storia per tutti noi di una certa età e ho sempre desiderato trasferirmi qua finché non ho colto l’opportunità e sono riuscita a farlo». Amore e tenacia le parole che più si addicono a questa storia che, passaggi dopo passaggi, spesso anche tortuosi, ritrova una luce e una forza del tutto nuova.

Intanto, a “ La finestra sui monti” lunedì prossimo arriveranno i primi clienti del bed and breakfast. Saranno proprio loro ad inaugurare questo nuovo capitolo della struttura ricettiva e della storia di Mirella.

Carla Campetella 

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