"Qualcosa non torna. In zona rossa si possono fare le vacanze di Pasqua all'estero, si possono raggiungere le seconde case, ma non ci si può spostare tra piccoli Comuni". Lo ha affermato Marco Bussone, Presidente nazionale di Uncem: torna a montare dunque la polemica sulle restrizioni, eccessivamente penalizzanti per i piccoli centri abitati e i piccoli comuni delle aree montane. Se la questione sulle seconde case non tocca direttamente le Marche, vista l’ordinanza firmata dal Governatore Francesco Acquaroli, che a cavallo delle festività pasquali ha vietato gli spostamenti verso le seconde case per i non residenti, quella sulla concessione degli spostamenti all’estero ma non tra piccoli comuni, in alcuni casi persino adiacenti, riguarda da vicino la montagna marchigiana. Ne ha parlato Matteo Cicconi, sindaco di Pioraco e Presidente dell’Unione Montana Potenza Esino Musone: "La pandemia ha creato tanta confusione normativa e tanta disparità di trattamento. Credo che sia un’assurdità la possibilità di spostarsi all’estero e di vietare invece gli spostamenti tra piccoli comuni anche per il semplice acquisto di generi alimentari. Grandi città e piccoli comuni non possono essere accomunati, visto che la disponibilità di alcuni servizi è completamente diversa. Lo stesso discorso può essere fatto sul livello di rischio contagio, molto più alto in una città che in un piccolo centro. Per l’ennesima volta la linea guida principale dovrà essere quella del buon senso: aldilà di quello che ci viene concesso o imposto è sempre importante avere coscienza di quello che facciamo".

Anche Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e Consigliere nazionale Uncem è rimasto perplesso sulle decisioni che riguardano gli spostamenti: "Questa problematica, l’ennesima, testimonia ancora lo scollamento tra le istituzioni centrali e le piccole realtà montane. Consentire i viaggi all’estero in un momento di pandemia e vietare gli spostamenti tra comuni è una contraddizione. Invito il Governo a riflettere su queste decisioni che rasentano l’assurdo. Allo stesso tempo, in un momento storico in cui la pandemia sta colpendo anche i piccoli centri, rimane fondamentale la collaborazione tra le istituzioni, la massima attenzione delle regole che riguardano il distanziamento e le misure di sicurezza, altrimenti, al momento della riapertura, rischieremo che il sistema economico delle piccole realtà collassi".

l.c.
I Comuni e gli Enti montani stanno scrivendo al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere che il Piano banda ultralarga possa avere tempi certi, rapidi interventi e che il digital divide possa essere superato. La pandemia ha fatto crescere divari e disuguaglianze, anche per via di reti mancanti e infrastrutture che non arrivano a tutti e che accentuano le differenze tra aree urbane e zone montane.

Il Consigliere Nazionale Uncem, Alessandro Gentilucci, ha commentato: “La Banda Larga è un qualcosa di fondamentale per i territori montani, per dare la possibilità di riuscire a lavorare anche da remoto. Deve rappresentare una peculiarità, copiando modelli già visti come nel caso di Cucinelli: un’azienda che ha saputo creare da un borgo storico un'opportunità grandiosa. Dobbiamo saper prendere esempi virtuosi per cercare di avviare quel percorso che permetta di creare le condizioni per poter lavorare e per poter vivere nelle aree montane: questo ovviamente non può prescindere dai servizi. Il progetto aree interne dell’alto maceratese, dove sono capofila come Unione Montana marca di Camerino, è propedeutico a riportare i servizi per riportare la popolazione: un qualcosa di estremamente innovativo quando l'abbiamo proposto e che oggi si pone come linea guida di una politica non solo nazionale, ma anche una politica di Poste Italiane”.

Red.
Fondi per 5 milioni di euro a favore della mobilità sostenibile: queste le cifre di cui potrà beneficiare l’area montana dell’alto maceratese e anconetano, con il coinvolgimento delle Unioni Montane di Camerino, Potenza Esino Musone e Monti Azzurri. Progetti per interventi che mirano ad abbattere il volume di inquinamento. Matteo Cicconi, presidente dell’Unione Montana Potenza Esino Musone, ha spiegato: “Sono fondi che vanno a rilanciare le nostre aree interne. Potrebbero sembrare molti, ma sono destinati comunque a un territorio molto vasto, che comprende molti comuni e addirittura due province. Sono progetti importanti per finalità e obiettivi e speriamo di riuscire ad attivare interventi che possano valorizzare il territorio renderlo più sostenibile per i residenti, attivando servizi a loro beneficio, ma anche per attrarre turisti, ad esempio con la realizzazione di piste ciclabili. Quest’ultimo è uno dei punti dove dovranno investire maggiormente le aree interne per una forte ripartenza e rinascita post sisma e post covid. La riscoperta della montagna e questi investimenti sono sicuramente un volano che potrà dare nuova vita alle nostre zone”.

Red.

Chiamatela, se volete, '' sindrome da fusione ''.

E' evidente che le '' Unioni Montane '' non funzionano, altrimenti no si capirebbe il perchè di tutta questa corsa alla '' Fusione ''

Camerino e il consiglio comunale hanno respinto la proposta del consigliere Tapanelli di una fusione e per questo i consiglieri di minoranza tornano '' all'attacco '' per precisare quanto segue:  

''Con il presente comunicato, il gruppo consiliare Comunità e Territorio e il consigliere indipendente di minoranza Pietro Tapanelli intendono manifestare tutta la loro preoccupazione riguardo allamancata approvazione dell mozione presentata nell’ultimo consiglio comunale, volta proprio ad aprire un dialogo su un’ipotetica fusione tra alcuni comuni appartenenti all’Unione Montana “Marca di Camerino”.

Come già ampiamente spiegato dallo stesso consigliere presentatore, Pietro Tapanelli, e ribadito dal capogruppo di Comunità e Territorio Fabio Trojani, la mozione non era subitaneamente orientata alla fusione sic et simpliciter, ma indirizzata (testualmente) “ad avviare, anche in sede di Unione Montana, un serio confronto per elaborare una proposta di avvio del processo di fusione”.

Non c’era e non c’è alcuna volontà di imporre niente agli altri comuni né di inglobare altri enti, ma di analizzare seriamente, insieme a tutti gli attori interessati, gli innumerevoli benefici economici e tributari derivanti da un’aggregazione di enti locali, con l’obiettivo finale di creare un comune montano di fondamentamele impatto economico ed elettorale per l’intera Regione Marche. 

Non a caso, a poca distanza dall’approvazione della legge di stabilità per il 2016 che incrementa i vantaggi scaturienti da tali processi, alcuni amministratori lungimiranti hanno accelerato proprio in questa direzione. Dati ufficiali del Ministero dell’Interno, e quindi non opinioni dei singoli consiglieri, dicono che non vi sono solo consistenti contributi per ben dieci anni e notevoli risparmi sulla spesa corrente, ma l’aspetto che dovrebbe far cambiare idea a Pasqui e soci è che c’è anche un importante alleggerimento della pressione fiscale di cui beneficerebbero tutti i cittadini.

Essere pro fusione non significa voler cancellare le realtà locali. Chi dice questo è in malafede e probabilmente non vuole abbandonare la poltrona dove siede da ormai troppo tempo. Essere a favore di tali aggregazioni significa capire le necessità dei territori montani e rilanciare uno sviluppo che rischiamo di vedere sempre più da lontano.

Tutto questo sembra non interessare a questa amministrazione, e a qualche altro grigio politicante montano, rischiando di fare perdere un treno che ora passa molto vicino e che, per essere preso, necessita solo di una volontà politica orientata allo sviluppo di un territorio montano sempre più isolato e martoriato da tagli indiscriminati.''

Andrea Caprodossi, Marco Fanelli, Pietro Tapanelli, Fabio Trojani.

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