Anche Unicam nello studio sull'efficientamento energetico dei giardini verticali

Lunedì, 05 Marzo 2018 18:15 | Letto 1014 volte   Clicca per ascolare il testo Anche Unicam nello studio sull'efficientamento energetico dei giardini verticali Un gruppo di ricercatori della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, coordinato dalla prof.ssa Roberta Cocci Grifoni, ha sviluppato in collaborazione con i colleghi dell’Università Politecnica di Madrid una nuova metodologia per studiare lefficienza energetica dei giardini verticali installati sulle facciate degli edifici. In particolare, i due team hanno realizzato uno studio per stabilire il legame tra lo spessore dellisolamento termico degli edifici e le prestazioni energetiche dei giardini verticali installati nelle loro facciate dopo lentrata in vigore della direttiva UE sullefficienza energetica che richiede sempre maggiori performance termiche degli edifici. “Il lavoro che abbiamo svolto con lUniversità Politecnica di Madrid – ha dichiarato la prof.ssa Cocci Grifoni – è lesito di una collaborazione del gruppo di ricerca della Scuola di Architettura e Design sui temi della sostenibilità ambientale a piccola e grande scala, avviato da qualche anno. Molte ricerche hanno dimostrato che le facciate verdi sono una strategia effettiva dal punto di vista sia del raffrescamento estivo sia dell’isolamento termico invernale”. “E’ noto – prosegue la prof.ssa Cocci Grifoni – che l’introduzione di isolamento termico condiziona l’effetto della facciata verde, però finora sono pochi gli studi che quantificano lo spessore di isolamento, garantendone le prestazioni richieste, e che ne ottimizza il suo utilizzo. Per questo motivo, lo studio in oggetto si propone di analizzare la variazione del comportamento termico di una facciata vegetale alla quale sono stati applicati differenti spessori di isolamento termico con il fine ultimo di stabilire qual è il suo spessore ottimale oltre il quale si ha un comportamento isotermo della facciata e le performance della facciata non migliorano”. I ricercatori hanno dimostrato che i giardini verticali si comportano come un sistema di raffreddamento passivo quando la facciata è moderatamente isolata fino a uno spessore dellisolamento di 9 cm, uno spessore maggiore diventerebbe ridondante e inefficiente. Per ottenere questo risultato è stato considerato un edificio sperimentale a Madrid, monitorata la facciata verde con tre diversi spessori di isolamento e sviluppato un modello di simulazione che, una volta validato con i dati sperimentali, ha permesso di studiare l’effetto di spessori di isolamento sempre maggiori. Il ruolo del gruppo di ricerca di Fisica Tecnica Ambientale della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino è stato quello di implementare il modello che ha permesso, attraverso l’ottimizzazione parametrica, di individuare correttamente il valore delle molteplici variabili che caratterizzano il comportamento termoigrometrico ed evapotraspirativo di una parete verde ed ottenere, quindi, delle corrette simulazioni. Il modello è stato validato con il set di dati sperimentali monitorati nel caso studio a Madrid ed utilizzato in seguito in modalità prognostica.

Un gruppo di ricercatori della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, coordinato dalla prof.ssa Roberta Cocci Grifoni, ha sviluppato in collaborazione con i colleghi dell’Università Politecnica di Madrid una nuova metodologia per studiare l'efficienza energetica dei giardini verticali installati sulle facciate degli edifici.

In particolare, i due team hanno realizzato uno studio per stabilire il legame tra lo spessore dell'isolamento termico degli edifici e le prestazioni energetiche dei giardini verticali installati nelle loro facciate dopo l'entrata in vigore della direttiva UE sull'efficienza energetica che richiede sempre maggiori performance termiche degli edifici.

“Il lavoro che abbiamo svolto con l'Università Politecnica di Madrid – ha dichiarato la prof.ssa Cocci Grifoni – è l'esito di una collaborazione del gruppo di ricerca della Scuola di Architettura e Design sui temi della sostenibilità ambientale a piccola e grande scala, avviato da qualche anno.

Molte ricerche hanno dimostrato che le facciate verdi sono una strategia effettiva dal punto di vista sia del raffrescamento estivo sia dell’isolamento termico invernale”.

“E’ noto – prosegue la prof.ssa Cocci Grifoni – che l’introduzione di isolamento termico condiziona l’effetto della facciata verde, però finora sono pochi gli studi che quantificano lo spessore di isolamento, garantendone le prestazioni richieste, e che ne ottimizza il suo utilizzo. Per questo motivo, lo studio in oggetto si propone di analizzare la variazione del comportamento termico di una facciata vegetale alla quale sono stati applicati differenti spessori di isolamento termico con il fine ultimo di stabilire qual è il suo spessore ottimale oltre il quale si ha un comportamento isotermo della facciata e le performance della facciata non migliorano”.

I ricercatori hanno dimostrato che i giardini verticali si comportano come un sistema di raffreddamento passivo quando la facciata è moderatamente isolata fino a uno spessore dell'isolamento di 9 cm, uno spessore maggiore diventerebbe ridondante e inefficiente.

Per ottenere questo risultato è stato considerato un edificio sperimentale a Madrid, monitorata la facciata verde con tre diversi spessori di isolamento e sviluppato un modello di simulazione che, una volta validato con i dati sperimentali, ha permesso di studiare l’effetto di spessori di isolamento sempre maggiori.

Il ruolo del gruppo di ricerca di Fisica Tecnica Ambientale della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino è stato quello di implementare il modello che ha permesso, attraverso l’ottimizzazione parametrica, di individuare correttamente il valore delle molteplici variabili che caratterizzano il comportamento termoigrometrico ed evapotraspirativo di una parete verde ed ottenere, quindi, delle corrette simulazioni. Il modello è stato validato con il set di dati sperimentali monitorati nel caso studio a Madrid ed utilizzato in seguito in modalità prognostica.

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