Unicam, unico ateneo d'Italia, per ricerca finanziata da National Institute of Health

Venerdì, 22 Febbraio 2019 12:35 | Letto 3746 volte   Clicca per ascolare il testo Unicam, unico ateneo d'Italia, per ricerca finanziata da National Institute of Health Unicam, unico ateneo dItalia ad aver ottenuto un finanziamento dalla National Institute of Health americana per un progetto di ricerca internazionale legato alle strategie preventive e allo sviluppo di nuove terapie per la dipendenza da oppioidi. Per la ricerca dell’Università di Camerino,  nuovi successi giungono dunque dal settore della neurofarmacologia il cui gruppo di ricerca guidato dal prof. Roberto Ciccocioppo della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, ha già condotto da anni, brillanti studi che hanno condotto ad eccellenti risultati e a prestigiosi riconoscimenti. Il gruppo di ricerca dell’Università di Camerino è entrato a far parte di un progetto internazionale, nato dalla collaborazione tra Unicam, Medical University of South Carolina, University of California di San Diego, Queen’s University di Belfast, finanziato dal “National Institute of Drug Abuse” (NIDA), l’organismo governativo americano che guida le politiche di prevenzione della dipendenza da sostanze e coordina le attività scientifiche relative allo sviluppo di nuove terapie e allo studio delle basi neurobiologiche e genetiche di questo disturbo. “ E’ un risultato assai prestigioso – ha sottolineato il prof. Ciccocioppo – poiché ci permetterà di lavorare in collaborazione con i migliori laboratori americani che si occupano di problematiche inerenti la dipendenza da sostanze. La soddisfazione è ancora maggiore se consideriamo che il nostro Ateneo è l’unico in Italia, non solo ad essere entrato a far parte di questo consorzio, ma anche a ricevere finanziamenti dal National Institute of Health, che comprende anche il NIDA”. Negli ultimi anni, l’uso di sostanze oppioidi è aumentato esponenzialmente, tanto che si parla di “Opioid Epidemics”, non solo negli Stati Uniti, ma nell’ultimo periodo anche in Europa, interessando in particolar modo la popolazione giovanile; anche dal punto di vista sociale, dunque, è necessario provare a frenare questa crescita. Il progetto, di durata quinquennale,  è stato finanziato per un totale di 2,5 milioni di dollari, 400 mila dei quali saranno a disposizione di Unicam. Obiettivo, effettuare una analisi genetica su oltre mille campioni di DNA allo scopo di individuare i geni specifici che predispongono oppure proteggono dallo sviluppo di dipendenza da oppioidi, per poter avviare strategie preventive e sviluppare terapie innovative. Saranno, poi condotte analisi epigenetiche per identificare l’impatto dell’ambiente su questi geni. “Dai dati raccolti – ha evidenziato il dott. Nazzareno Cannella, ricercatore presso la Scuola del Farmaco di Unicam e responsabile della conduzione dello studio – ci si aspetta di ottenere anche informazioni utili ad ottimizzare le terapie del dolore che utilizzano farmaci analgesici narcotici, quali ad esempio morfina e idrossicodone. Conoscere la vulnerabilità individuale all’eventuale sviluppo della dipendenza permetterà, infatti, al medico di scegliere più correttamente, personalizzandola, la terapia ed il farmaco da usare.” C.C. Nella foto sotto, il dott. Nazzareno Cannella

Unicam, unico ateneo d'Italia ad aver ottenuto un finanziamento dalla National Institute of Health americana per un progetto di ricerca internazionale legato alle strategie preventive e allo sviluppo di nuove terapie per la dipendenza da oppioidi. Per la ricerca dell’Università di Camerino,  nuovi successi giungono dunque dal settore della neurofarmacologia il cui gruppo di ricerca guidato dal prof. Roberto Ciccocioppo della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, ha già condotto da anni, brillanti studi che hanno condotto ad eccellenti risultati e a prestigiosi riconoscimenti.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Camerino è entrato a far parte di un progetto internazionale, nato dalla collaborazione tra Unicam, Medical University of South Carolina, University of California di San Diego, Queen’s University di Belfast, finanziato dal “National Institute of Drug Abuse” (NIDA), l’organismo governativo americano che guida le politiche di prevenzione della dipendenza da sostanze e coordina le attività scientifiche relative allo sviluppo di nuove terapie e allo studio delle basi neurobiologiche e genetiche di questo disturbo.

“ E’ un risultato assai prestigioso – ha sottolineato il prof. Ciccocioppo – poiché ci permetterà di lavorare in collaborazione con i migliori laboratori americani che si occupano di problematiche inerenti la dipendenza da sostanze. La soddisfazione è ancora maggiore se consideriamo che il nostro Ateneo è l’unico in Italia, non solo ad essere entrato a far parte di questo consorzio, ma anche a ricevere finanziamenti dal National Institute of Health, che comprende anche il NIDA”.

Negli ultimi anni, l’uso di sostanze oppioidi è aumentato esponenzialmente, tanto che si parla di “Opioid Epidemics”, non solo negli Stati Uniti, ma nell’ultimo periodo anche in Europa, interessando in particolar modo la popolazione giovanile; anche dal punto di vista sociale, dunque, è necessario provare a frenare questa crescita.

Il progetto, di durata quinquennale,  è stato finanziato per un totale di 2,5 milioni di dollari, 400 mila dei quali saranno a disposizione di Unicam.

Obiettivo, effettuare una analisi genetica su oltre mille campioni di DNA allo scopo di individuare i geni specifici che predispongono oppure proteggono dallo sviluppo di dipendenza da oppioidi, per poter avviare strategie preventive e sviluppare terapie innovative. Saranno, poi condotte analisi epigenetiche per identificare l’impatto dell’ambiente su questi geni.

“Dai dati raccolti – ha evidenziato il dott. Nazzareno Cannella, ricercatore presso la Scuola del Farmaco di Unicam e responsabile della conduzione dello studio – ci si aspetta di ottenere anche informazioni utili ad ottimizzare le terapie del dolore che utilizzano farmaci analgesici narcotici, quali ad esempio morfina e idrossicodone. Conoscere la vulnerabilità individuale all’eventuale sviluppo della dipendenza permetterà, infatti, al medico di scegliere più correttamente, personalizzandola, la terapia ed il farmaco da usare.”

C.C.

Nella foto sotto, il dott. Nazzareno Cannella

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