Franco Arminio: "Il futuro dell'Italia passa dai paesi"

Martedì, 21 Aprile 2020 15:38 | Letto 1376 volte   Clicca per ascolare il testo Franco Arminio: "Il futuro dell'Italia passa dai paesi" Dai paesi spopolati dellAppennino, una risorsa di ripartenza dalla pandemia. Abbandonati e spesso isolati già da molto prima dellemergenza sanitaria, i piccoli comuni dellentroterra possono essere da insegnamento per la  rinascita dellintero Paese. E una convinzione che si rafforza quella del poeta e scrittore Franco Arminio, conosciuto con lappellattivo che si è dato di paesologo. Lui i picoli paesi li studia da anni ed è uno di quelli che hanno deciso di restarci, tanto da costruirvi una comunità pensosa che combatte il dolore di chi ci vive. Non sono il solo a pensarlo; per fortuna cè tanta gente che abita lAppennino e non dobbiamo mai dimenticarcene- afferma Franco Arminio-. Questo problema del contagio che assolutamente non finirà nei prossimi mesi e che ci porteremo avanti per un bel po, dà oggettivamente un vantaggio allAppennino. Rende infatti queste terre meno pericolose e anche più attrattive dal punto di vista del turismo e delle residenze provvisorie. E chiaro però che bisogna armare questi luoghi di servizi, affinchè  siano più appetibili agli occhi di chi abita nelle grandi città. Grandi città- sottolinea lo scrittore. che vanno assolutamente ripensate e direi svuotate. Più ancora che in Germania o in America, in Italia esiste proprio un problema di spazi. Le città italiane non sono adatte ad ospitare tutte le persone che vi sono ospitate. E dunque un problema lampante che incredibilmente in tutti questi anni abbiamo fatto finta di non vedere. Perchè rinascita vi sia- continua Arminio- è chiaro che chi abita lAppennino debba abitare questa terra con più convinzione, con maggiore fiducia. Se vogliamo che arrivino altri da fuori, dallEuropa o da tutto il mondo, dobbiamo già noi abitare questi luoghi in modo più convinto. Il problema è spesso proprio quello degli appenninici, nel senso che chi abita questi paesi nutre spesso un senso di sfiducia, sentendosi quasi in colpa, come fossimo delle rimanenze, persone incapaci di andarsene altrove e rimaste qui. Eppure  queste- evidenzia Arminio- non sono terre del passato, ma terre del futuro. Noi dobbiamo convincerci che abbiamo un patrimonio enorme di paesi, luno diverso dallaltro e che lintero futuro dellItalia e del mondo, passa dai paesi. Questo ce lo ha detto il virus e ce lo diranno anche gli anni a venire e gli stessi cambiamenti climatici che rendono i paesi dellentroterra meno ataccabili rispetto alle coste che sono più a rischio. E dunque assolutamente il momento di mettersi al lavoro per un grande Progetto Appennino che, da qui al 2060, possa riportare tanti italiani dove stavano, perchè lItalia è nata sullappennino. E il sogno dell italia che ancora non ho visto; anche se non lo vedrò io ma saranno i miei figli o i miei nipoti a vederlo- conclude Arminio- vorrei che lItalia un giorno tornasse  dove è nata. Piero della Francesca, Dante o Leonardo, non stavano nella pianura padana o in altre pianure della penisola; stavano sullappennino. Tutta la cultura, tutta larte è nata sullappennino e questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Di questi ed altri argomenti lo scrittore e poeta paesologo tornerà a trattare già giovedì 23 aprile nel collegamento in diretta  in videoconferenza allUniversità di Camerino, insieme al rettore Claudio Pettinari e altri illustri ospiti. Titolo dellincontro: Opinioni per Unicam, tra scienza esentimento.Di spessore e grande interesse gli altri eventi che hanno già visto a Camerino lo scrittore e poeta; il più recente  quello del giugno dello scorso anno in occasione della prima edizione dellUniCamFest che si svolse in tre giornate con numerose prestigiose presenze. C.C.Sotto,Franco Arminio e Brunori Sas alUniCamFest 2019 
Dai paesi spopolati dell'Appennino, una risorsa di ripartenza dalla pandemia. Abbandonati e spesso isolati già da molto prima dell'emergenza sanitaria, i piccoli comuni dell'entroterra possono essere da insegnamento per la  rinascita dell'intero Paese. E' una convinzione che si rafforza quella del poeta e scrittore Franco Arminio, conosciuto con l'appellattivo che si è dato di 'paesologo'. Lui i picoli paesi li studia da anni ed è uno di quelli che hanno deciso di restarci, tanto da costruirvi una 'comunità pensosa' che combatte il dolore di chi ci vive. 
"Non sono il solo a pensarlo; per fortuna c'è tanta gente che abita l'Appennino e non dobbiamo mai dimenticarcene- afferma Franco Arminio-. Questo problema del contagio che assolutamente non finirà nei prossimi mesi e che ci porteremo avanti per un bel po', dà oggettivamente un vantaggio all'Appennino. Rende infatti queste terre meno pericolose e anche più attrattive dal punto di vista del turismo e delle residenze provvisorie. E' chiaro però che bisogna armare questi luoghi di servizi, affinchè  siano più appetibili agli occhi di chi abita nelle grandi città.
Grandi città- sottolinea lo scrittore. che vanno assolutamente ripensate e direi svuotate. Più ancora che in Germania o in America, in Italia esiste proprio un problema di spazi. Le città italiane non sono adatte ad ospitare tutte le persone che vi sono ospitate. E' dunque un problema lampante che incredibilmente in tutti questi anni abbiamo fatto finta di non vedere. Perchè rinascita vi sia- continua Arminio- è chiaro che chi abita l'Appennino debba abitare questa terra con più convinzione, con maggiore fiducia. Se vogliamo che arrivino altri da fuori, dall'Europa o da tutto il mondo, dobbiamo già noi abitare questi luoghi in modo più convinto. Il problema è spesso proprio quello degli appenninici, nel senso che chi abita questi paesi nutre spesso un senso di sfiducia, sentendosi quasi in colpa, come fossimo delle "rimanenze", persone incapaci di andarsene altrove e rimaste qui. Eppure  queste- evidenzia Arminio- non sono terre del passato, ma terre del futuro. Noi dobbiamo convincerci che abbiamo un patrimonio enorme di paesi, l'uno diverso dall'altro e che l'intero futuro dell'Italia e del mondo, passa dai paesi. Questo ce lo ha detto il virus e ce lo diranno anche gli anni a venire e gli stessi cambiamenti climatici che rendono i paesi dell'entroterra meno ataccabili rispetto alle coste che sono più a rischio. E' dunque assolutamente il momento di mettersi al lavoro per un grande Progetto Appennino che, da qui al 2060, possa riportare tanti italiani dove stavano, perchè l'Italia è nata sull'appennino. E' il sogno dell' italia che ancora non ho visto; anche se non lo vedrò io ma saranno i miei figli o i miei nipoti a vederlo- conclude Arminio- vorrei che l'Italia un giorno tornasse  dove è nata. Piero della Francesca, Dante o Leonardo, non stavano nella pianura padana o in altre pianure della penisola; stavano sull'appennino. Tutta la cultura, tutta l'arte è nata sull'appennino e questo non dobbiamo mai dimenticarlo".
Di questi ed altri argomenti lo scrittore e poeta 'paesologo' tornerà a trattare già giovedì 23 aprile nel collegamento in diretta  in videoconferenza all'Università di Camerino, insieme al rettore Claudio Pettinari e altri illustri ospiti. Titolo dell'incontro: "Opinioni per Unicam, tra scienza esentimento".
Di spessore e grande interesse gli altri eventi che hanno già visto a Camerino lo scrittore e poeta; il più recente  quello del giugno dello scorso anno in occasione della prima edizione dell'UniCamFest che si svolse in tre giornate con numerose prestigiose presenze. 
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Brunori Sas sul palco con Franco Arminio

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