Pacchetto Sisma, Terzoni: “Non doveva essere in questo decreto”

Martedì, 07 Luglio 2020 10:51 | Letto 657 volte   Clicca per ascolare il testo Pacchetto Sisma, Terzoni: “Non doveva essere in questo decreto” “Il Pacchetto Sisma sarebbe dovuto andare a finire in un decreto successivo al decreto rilancio. Non ho dimenticato i terremotati”. Sono le parole di Patrizia Terzoni, deputata del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici, in seguito alla bocciatura del cosiddetto Pacchetto Sisma all’interno del Decreto Rilancio. Il malumore è stato tanto da parte dei terremotati e, manco a dirlo, anche la politica ha colto al volo questo momento in ottica di campagna elettorale per le regionali. Tuttavia, come spiega l’onorevole Terzoni, questo pacchetto non avrebbe dovuto essere presente nel Decreto Rilancio bensì in un decreto successivo: “Il DL Rilancio riguarda la ripresa post Covid19 e prevede una copertura economica solo per il 2020 mentre le coperture economiche che servivano per il pacchetto sisma erano molte di più e non solo per il 2020. Tra l’altro anche il Commissario Giovanni Legnini aveva annunciato che gli emendamenti sul terremoto avrebbero dovuto essere contenuti in un decreto successivo”. Relativamente alle parti più burocratiche, che non prevedono risorse, avrebbero dovuto confluire nel decreto Semplificazione prossimo alluscita, mentre in merito le questioni economiche avrebbero dovuto essere inserite in un successivo decreto per il bilancio. “Non sappiamo come sia stato possibile, ma nel DL Rilancio è apparso l’articolo 160, una deroga al catasto degli edifici per le aree del sisma 2016, e di conseguenza, per la procedura parlamentare, se un argomento è trattato in un decreto, si possono fare tutti gli emendamenti che trattino quel tema”. Ecco perché si è aperta questa finestra che però non avrebbe dovuto aprirsi in questo momento. I parlamentari hanno comunque provato a presentare gli emendamenti “ma se ci si fa caso, abbiamo presentato solo quelli che richiedevano delle coperture economiche come la zona franca urbana, la zona economica speciale, la stabilizzazione del personale. Sapevamo benissimo che non era semplice far approvare questo pacchetto ora ma ci abbiamo provato perché il tema è molto caro. Questa tempesta - aggiunge - ci aiuterà a spingere ancora di più il Pacchetto nei prossimi decreti”. Secondo l’onorevole Terzoni, alcune delle misure previste nel Pacchetto Sisma dovrebbero essere inserite già in sede di Consiglio dei Ministri e, successivamente, ciò che rimarrà “fuori”, si tenterà di inserirlo a livello emendativo.Gaia Gennaretti
Il Pacchetto Sisma sarebbe dovuto andare a finire in un decreto successivo al decreto rilancio. Non ho dimenticato i terremotati”. Sono le parole di Patrizia Terzoni, deputata del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici, in seguito alla bocciatura del cosiddetto Pacchetto Sisma all’interno del Decreto Rilancio. Il malumore è stato tanto da parte dei terremotati e, manco a dirlo, anche la politica ha colto al volo questo momento in ottica di campagna elettorale per le regionali.
Tuttavia, come spiega l’onorevole Terzoni, questo pacchetto non avrebbe dovuto essere presente nel Decreto Rilancio bensì in un decreto successivo: “Il DL Rilancio riguarda la ripresa post Covid19 e prevede una copertura economica solo per il 2020 mentre le coperture economiche che servivano per il pacchetto sisma erano molte di più e non solo per il 2020. Tra l’altro anche il Commissario Giovanni Legnini aveva annunciato che gli emendamenti sul terremoto avrebbero dovuto essere contenuti in un decreto successivo”. Relativamente alle parti più burocratiche, che non prevedono risorse, avrebbero dovuto confluire nel decreto Semplificazione prossimo all'uscita, mentre in merito le questioni economiche avrebbero dovuto essere inserite in un successivo decreto per il bilancio. “Non sappiamo come sia stato possibile, ma nel DL Rilancio è apparso l’articolo 160, una deroga al catasto degli edifici per le aree del sisma 2016, e di conseguenza, per la procedura parlamentare, se un argomento è trattato in un decreto, si possono fare tutti gli emendamenti che trattino quel tema”. Ecco perché si è aperta questa finestra che però non avrebbe dovuto aprirsi in questo momento. I parlamentari hanno comunque provato a presentare gli emendamenti “ma se ci si fa caso, abbiamo presentato solo quelli che richiedevano delle coperture economiche come la zona franca urbana, la zona economica speciale, la stabilizzazione del personale. Sapevamo benissimo che non era semplice far approvare questo pacchetto ora ma ci abbiamo provato perché il tema è molto caro. Questa tempesta - aggiunge - ci aiuterà a spingere ancora di più il Pacchetto nei prossimi decreti”. Secondo l’onorevole Terzoni, alcune delle misure previste nel Pacchetto Sisma dovrebbero essere inserite già in sede di Consiglio dei Ministri e, successivamente, ciò che rimarrà “fuori”, si tenterà di inserirlo a livello emendativo.
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