La Regione chiude le case di riposo

Venerdì, 02 Agosto 2013 02:00 | Letto 922 volte   Clicca per ascolare il testo La Regione chiude le case di riposo Una delibera capestro della Giunta Regionale Marche, la 1011 del 9 luglio, alla chetichella, affinchè nessuno si accorga, emanata per chiudere di fatto tutte le case di riposo e altre strutture socio-sanitarie ben funzionanti e curate come tesori personali dai comuni sia in forma singola che associata. Questo è un vero allarme del disastro che hanno posto in essere Spacca ed i suoi assessori, che non conoscono minimamente il territorio e non sanno di cosa parlano, ma ci auguriamo che possano recuperare gettando ancora la colpa sui dirigenti che hanno predisposto latto …a loro insaputa..!! Ormai conosciamo il giochino. Una precisa scelta politica funzionale solo a contenere i costi della sanità, con conseguente danno del settore sociale e quindi di utenti e Comuni. Gli oneri dellassistenza tutelare dovrebbero essere pagati dalla sanità per il 50% del costo. Nelle Marche ciò non avviene in nessun caso nonostante ci sia un obbligo di legge. Questa volta ci ribelleremo con tutti i mezzi e non saremo certo noi dellentroterra a pagare per il recupero degli oltre 90 milioni di euro accumulati dallIRCA in Sardegna. Denunceremo con forza la grave responsabilità della scelta sulle spalle delle persone e dei nuclei famigliari piu deboli. Su un numero di circa 5000 anziani non autosufficienti ricoverati, il 65% è coperto da convenzione: ad agosto (dopo 7 mesi di convenzione scaduta) si comunica ai già disconnessi Comuni che non sono piu 33 euro giorno di contributo ma 29. Si emana un atto dove non si definisce la ripartizione dei costi tra sociale e sanitario, quindi a carico di utenti e comuni, e si dettano le condizioni che verranno successivamente adottate: molti disabili gravi saranno considerati “non gravi”, per molti anziani non autosufficienti dei centri diurni il servizio sanitario non pagherà piu il 50% del costo del servizio. Nonostante la norma imponga il pagamento del 50% del costo per lassistenza sociosanitaria domiciliare, in questa delibera ciò nemmeno viene presa in considerazione. La cosa piu grave, che la dice lunga sulla conoscenza del territorio da parte di questi signori che si riempiono la bocca in ogni circostanza con la vicinanza ai comuni ed ai cittadini piu bisognosi e deboli, è la proposta dellaccorpamento di tutte le strutture per disabili, anziani, soggetti con disturbi psichici che dovranno essere da 20 posti e addirittura almeno due per ogni struttura, ponendo fine alla stragrande maggioranza dei servizi per la disabilità e salute mentale. Cercheremo di contrastare in ogni modo il mancato rispetto della proposta a danno delle fasce piu deboli della popolazione e ci organizzeremo anche contro questo tragico tentativo di un passaggio diretto alla committenza dei servizi anche con atti che tutelino la proprietà degli immobili (comuni) e ne regolarizzino usi e affitti allEnte Regionale che gestisce in questo modo lerogazione del servizio. Separiamo almeno i ruoli e forse i Sindaci potranno ritornare ad essere i proprietari non solo della responsabilità del servizio, ma anche della delega effettiva. Riteniamo molto grave laffidamento allente gestore della definizione delle tariffe: questa definizione va assolutamente stralciata o sarà la fine. La regione ha rinnegato quanto fin qui fatto e cioè il sostegno alle residenze di piccole dimensioni, stravolgendo lofferta dei servizi a favore di modelli istituzionali di grandi dimensioni che abbiamo fin qui contrastato grazie ai grandi risultati delle piccole residenze verso la qualità della vita degli assistiti. Una scelta ideologica ottusa, senza alcuna concertazione, che delinea il distacco delle persone che lhanno sottoscritta e votata dai reali bisogni di quel territorio e quella società debole che sono deputati a difendere. Appuntamento, dunque, per martedi 6 agosto, alle ore 17, a Camerino dove si terrà una conferenza stampa convocata dalle 3 comunità montane della provincia di Macerata nel corso della quale, attraverso una dettagliata relazione del coordinatore unico dei 3 ambiti sociali, sarà presentato uno spaccato del reale disastro che la Giunta Regionale con questo atto ha posto in essere nei confronti dei Comuni e di tutti i nuclei famigliari piu deboli.   Giampiero Feliciotti pres.comunità montana Monti Azzurri San Ginesio  

Una delibera capestro della Giunta Regionale Marche, la 1011 del 9 luglio, alla chetichella, affinchè nessuno si accorga, emanata per chiudere di fatto tutte le case di riposo e altre strutture socio-sanitarie ben funzionanti e curate come tesori personali dai comuni sia in forma singola che associata. Questo è un vero allarme del disastro che hanno posto in essere Spacca ed i suoi assessori, che non conoscono minimamente il territorio e non sanno di cosa parlano, ma ci auguriamo che possano recuperare gettando ancora la colpa sui dirigenti che hanno predisposto l'atto …a loro insaputa..!! Ormai conosciamo il giochino. Una precisa scelta politica funzionale solo a contenere i costi della sanità, con conseguente danno del settore sociale e quindi di utenti e Comuni. Gli oneri dell'assistenza tutelare dovrebbero essere pagati dalla sanità per il 50% del costo. Nelle Marche ciò non avviene in nessun caso nonostante ci sia un obbligo di legge. Questa volta ci ribelleremo con tutti i mezzi e non saremo certo noi dell'entroterra a pagare per il recupero degli oltre 90 milioni di euro accumulati dall'IRCA in Sardegna. Denunceremo con forza la grave responsabilità della scelta sulle spalle delle persone e dei nuclei famigliari piu' deboli. Su un numero di circa 5000 anziani non autosufficienti ricoverati, il 65% è coperto da convenzione: ad agosto (dopo 7 mesi di convenzione scaduta) si comunica ai già disconnessi Comuni che non sono piu' 33 euro giorno di contributo ma 29. Si emana un atto dove non si definisce la ripartizione dei costi tra sociale e sanitario, quindi a carico di utenti e comuni, e si dettano le condizioni che verranno successivamente adottate: molti disabili gravi saranno considerati “non gravi”, per molti anziani non autosufficienti dei centri diurni il servizio sanitario non pagherà piu' il 50% del costo del servizio. Nonostante la norma imponga il pagamento del 50% del costo per l'assistenza sociosanitaria domiciliare, in questa delibera ciò nemmeno viene presa in considerazione. La cosa piu' grave, che la dice lunga sulla conoscenza del territorio da parte di questi signori che si riempiono la bocca in ogni circostanza con la vicinanza ai comuni ed ai cittadini piu' bisognosi e deboli, è la proposta dell'accorpamento di tutte le strutture per disabili, anziani, soggetti con disturbi psichici che dovranno essere da 20 posti e addirittura almeno due per ogni struttura, ponendo fine alla stragrande maggioranza dei servizi per la disabilità e salute mentale. Cercheremo di contrastare in ogni modo il mancato rispetto della proposta a danno delle fasce piu' deboli della popolazione e ci organizzeremo anche contro questo tragico tentativo di un passaggio diretto alla committenza dei servizi anche con atti che tutelino la proprietà degli immobili (comuni) e ne regolarizzino usi e affitti all'Ente Regionale che gestisce in questo modo l'erogazione del servizio. Separiamo almeno i ruoli e forse i Sindaci potranno ritornare ad essere i proprietari non solo della responsabilità del servizio, ma anche della delega effettiva. Riteniamo molto grave l'affidamento all'ente gestore della definizione delle tariffe: questa definizione va assolutamente stralciata o sarà la fine. La regione ha rinnegato quanto fin qui fatto e cioè il sostegno alle residenze di piccole dimensioni, stravolgendo l'offerta dei servizi a favore di modelli istituzionali di grandi dimensioni che abbiamo fin qui contrastato grazie ai grandi risultati delle piccole residenze verso la qualità della vita degli assistiti. Una scelta ideologica ottusa, senza alcuna concertazione, che delinea il distacco delle persone che l'hanno sottoscritta e votata dai reali bisogni di quel territorio e quella società debole che sono deputati a difendere. Appuntamento, dunque, per martedi 6 agosto, alle ore 17, a Camerino dove si terrà una conferenza stampa convocata dalle 3 comunità montane della provincia di Macerata nel corso della quale, attraverso una dettagliata relazione del coordinatore unico dei 3 ambiti sociali, sarà presentato uno spaccato del reale disastro che la Giunta Regionale con questo atto ha posto in essere nei confronti dei Comuni e di tutti i nuclei famigliari piu' deboli.

 

Giampiero Feliciotti pres.comunità montana Monti Azzurri San Ginesio


 

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