"Non cancelliamo i piccoli comuni, uniamo i servizi"

Venerdì, 25 Marzo 2016 10:52 | Letto 1609 volte   Clicca per ascolare il testo "Non cancelliamo i piccoli comuni, uniamo i servizi" Passano i giorni ma a tenere banco è ancora la fusione tra comuni. A fronte di un fenomeno in crescita che sta affascinando i primi cittadini di piccoli comuni in difficoltà a causa dei famigerati tagli, a fronte di percorsi già avviati da qualche amministrazione, c’è chi, pur convinto della bontà di razionalizzare servizi, dice no alla soppressione delle piccole bandiere e alla cancellazione dei consigli comunali. “ Aiutiamo i piccoli comuni a vivere, non a morire- afferma il presidente dell’unione montana Alte Valli del Potenza e dell’Esino Gianluca Chiappa, secondo il quale, strada percorribile è quella dell’associazionismo dei servizi. “ Con tutto il rispetto per i percorsi associativi che stanno nascendo nel territorio dei Monti Azzurri e senza entrare nello specifico delle legittime scelte di quelle amministrazioni comunali- spiega Chiappa-, in termini generali la mia paura è che per i Comuni la fusione sia solo una sorta di palliativo nel breve. Magari si pensa di poter accedere a qualche contributo e, probabilmente, nel piatto della discussione la regione qualche euro lo mette, ma credo che non costituisca una soluzione organica e duratura nel tempo dei problemi che ormai affliggono, in maniera molto grave, i cosiddetti piccoli comuni. Continuo ad essere convinto – prosegue Chiappa- che la soluzione migliore, soprattutto in aree montane, a scarsa densità demografica ma con ampia superficie da conservare e dove garantire servizi, sia l’associazionismo dei servizi in un contenitore come lUnione montana. Magari la strada sarà più faticosa nel breve, ma nel medio e nel lungo periodo potrà con tutta probabilità rivelarsi come la soluzione che paga di più . Daltra parte – sottolinea- io non credo nelle fusioni finalizzate alla cancellazione del Comune. La nostra storia, la nostra identità storica è fondata sui piccoli comuni; ogni piccolo borgo ha il suo teatro, le sue opere darte, le sue bellezze. Dobbiamo dunque lavorare nella rete, non nella cancellazione, perché se percorriamo questa strada delle fusioni senza riflettere, sono convinto che tra 10 anni quello che oggi è un piccolo comune diventerà la periferia di quartiere di un grande agglomerato e si ritroverà con gli stessi problemi che oggi ha qualche quartiere di Roma o di Milano, svantaggiato e totalmente abbandonato”. “Fino a poco tempo fa piccolo era bello -spiega ancora il presidente Chiappa- eppure i latini ci insegnano che la virtù sta nel mezzo e allora, probabilmente la soluzione migliore è lunione, con la conservazione della bandiera del piccolo borgo, ma con un sistema più adatto a gestire in una situazione globale i servizi erogati ai cittadini. Affrontando il problema da cittadino posso fare questo esempio: se abito in un piccolo comune e vado in municipio 4- 5 volte allanno, per me limportante è ottenere la garanzia del servizio che chiedo e la risposta più veloce possibile alla mia esigenza. Per essere ancora più pratici: se vado a rinnovare la carta didentità o a chiedere un certificato di esistenza in vita, o qualsiasi altra modulistica e trovo anche soltanto una persona che fa da front- office e che risponde alle mie esigenze, quel Comune ha mantenuto la sua identità storica, ha risposto alla mia esigenza di servizio. Magari quel comune ha soltanto un addetto e, di conseguenza, dei costi di gestione assorbibili che non porteranno quellamministrazione comunale ad aumentare le tasse locali. Un fenomeno che nessuno cita infatti è che questo sistema che noi stiamo cercando di tenere in piedi, oggi si regge sulla tassazione locale, cresciuta in maniera esagerata ed esasperante per i cittadini. Dobbiamo dunque abbassare la spesa corrente del sistema, cercando nel contempo di salvaguardare il più possibile i servizi che eroghiamo. Io continuo a pensare che attraverso lassociazione, tutto questo sia perlomeno un percorso percorribile –conclude- e con dei risultati che potrebbero essere anche interessanti”. Carla Campetella

Passano i giorni ma a tenere banco è ancora la fusione tra comuni. A fronte di un fenomeno in crescita che sta affascinando i primi cittadini di piccoli comuni in difficoltà a causa dei famigerati tagli, a fronte di percorsi già avviati da qualche amministrazione, c’è chi, pur convinto della bontà di razionalizzare servizi, dice no alla soppressione delle piccole bandiere e alla cancellazione dei consigli comunali. “ Aiutiamo i piccoli comuni a vivere, non a morire- afferma il presidente dell’unione montana Alte Valli del Potenza e dell’Esino Gianluca Chiappa, secondo il quale, strada percorribile è quella dell’associazionismo dei servizi. “ Con tutto il rispetto per i percorsi associativi che stanno nascendo nel territorio dei Monti Azzurri e senza entrare nello specifico delle legittime scelte di quelle amministrazioni comunali- spiega Chiappa-, in termini generali la mia paura è che per i Comuni la fusione sia solo una sorta di palliativo nel breve. Magari si pensa di poter accedere a qualche contributo e, probabilmente, nel piatto della discussione la regione qualche euro lo mette, ma credo che non costituisca una soluzione organica e duratura nel tempo dei problemi che ormai affliggono, in maniera molto grave, i cosiddetti piccoli comuni. Continuo ad essere convinto – prosegue Chiappa- che la soluzione migliore, soprattutto in aree montane, a scarsa densità demografica ma con ampia superficie da conservare e dove garantire servizi, sia l’associazionismo dei servizi in un contenitore come l'Unione montana. Magari la strada sarà più faticosa nel breve, ma nel medio e nel lungo periodo potrà con tutta probabilità rivelarsi come la soluzione che paga di più . D'altra parte – sottolinea- io non credo nelle fusioni finalizzate alla cancellazione del Comune. La nostra storia, la nostra identità storica è fondata sui piccoli comuni; ogni piccolo borgo ha il suo teatro, le sue opere d'arte, le sue bellezze. Dobbiamo dunque lavorare nella rete, non nella cancellazione, perché se percorriamo questa strada delle fusioni senza riflettere, sono convinto che tra 10 anni quello che oggi è un piccolo comune diventerà la periferia di quartiere di un grande agglomerato e si ritroverà con gli stessi problemi che oggi ha qualche quartiere di Roma o di Milano, svantaggiato e totalmente abbandonato”.

“Fino a poco tempo fa piccolo era bello -spiega ancora il presidente Chiappa- eppure i latini ci insegnano che la virtù sta nel mezzo e allora, probabilmente la soluzione migliore è l'unione, con la conservazione della bandiera del piccolo borgo, ma con un sistema più adatto a gestire in una situazione globale i servizi erogati ai cittadini. Affrontando il problema da cittadino posso fare questo esempio: se abito in un piccolo comune e vado in municipio 4- 5 volte all'anno, per me l'importante è ottenere la garanzia del servizio che chiedo e la risposta più veloce possibile alla mia esigenza. Per essere ancora più pratici: se vado a rinnovare la carta d'identità o a chiedere un certificato di esistenza in vita, o qualsiasi altra modulistica e trovo anche soltanto una persona che fa da front- office e che risponde alle mie esigenze, quel Comune ha mantenuto la sua identità storica, ha risposto alla mia esigenza di servizio. Magari quel comune ha soltanto un addetto e, di conseguenza, dei costi di gestione assorbibili che non porteranno quell'amministrazione comunale ad aumentare le tasse locali. Un fenomeno che nessuno cita infatti è che questo sistema che noi stiamo cercando di tenere in piedi, oggi si regge sulla tassazione locale, cresciuta in maniera esagerata ed esasperante per i cittadini. Dobbiamo dunque abbassare la spesa corrente del sistema, cercando nel contempo di salvaguardare il più possibile i servizi che eroghiamo. Io continuo a pensare che attraverso l'associazione, tutto questo sia perlomeno un percorso percorribile –conclude- e con dei risultati che potrebbero essere anche interessanti”.

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