I cittadini dicono no all'insediamento di Orim

Martedì, 10 Maggio 2016 23:38 | Letto 4742 volte   Clicca per ascolare il testo I cittadini dicono no all'insediamento di Orim No all’insediamento di ORIM S.P:A a Maddalena di Muccia   - Un industria insalubre di prima classe non può stare su questo territorio vocato al turismo e alla qualità dei prodotti agroalimentari.   E’ vista con una certa circospezione l’ attività di un’azienda di gestione di rifiuti che la ditta Orim vorrebbe istallare nella zona industriale di Maddalena di Muccia. L’industria, con sede a Macerata, tratta il recupero metallipreziosi e non e lo smaltimento di rifiuti industriali, rifiuti speciali pericolosi e non. Un tema caldo che sta suscitando polemiche accese quello del possibile insediamento a Maddalena di Muccia, anche sotto il profilo delle problematiche relative alla salute pubblica e alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del territorio circostante. Se ne è parlato nel corso di un’assemblea pubblica molto partecipata, promossa dai comitati “Difesa e valorizzazione Alte Valli del Chienti”e “Pieve Torina e il suo futuro”, al palazzetto dello sport di Pievebovigliana. Scopo dell’incontro, ha sottolineato Valentina Zampetti, presidente del comitato “Pievetorina e il suo futuro” quello di informare la popolazione sul previsto insediamento dell’azienda Orim nella zona dei comuni di Pievetorina, Muccia e Serravalle del Chienti. Un insediamento che cittadini e comitati vedono come preoccupante e pregiudizievole per il futuro di tutti i comuni dell’Alta Valle del Chienti. E’ nel febbraio 2016 che la Orim chiede l’autorizzazione all’insediamento al comune di Muccia fornendo peraltro una documentazione farraginosa e ricca di sigle incomprensibili ai più, ma fondamentalmente priva di un progetto chiaro. In data 11 marzo 2016, l’amministrazione comunale di Muccia decide di assegnare alla ditta i lotti 4 e 5 dell’area P.I.P di Maddalena per la produzione di metalli e rifiuti, in base ad un piano fissato 25-30 anni fa e che non tiene conto di tanti cambiamenti avvenuti nel tempo. Il 17 marzo 2016 la stessa amministrazione approva all’unanimità e il 27 aprile 2016 appare evidente che la Orim si insedierà anche a Serravalle, ma scompare stranamente la dicitura di smaltimento rifiuti. Seguite attentamente dal numeroso pubblico le relazioni della lunga serata; si è fatto notare che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto essere più chiara e far partecipi i cittadini di decisioni così importanti e meritevoli di attenta valutazione dell’impatto su un territorio ad alta vocazione turistica, dove le produzioni locali sono di qualità e dove, un impianto come la Orim, potrebbe rivelare le sue criticità e dove, semmai, la scelta della comunità locale, dovrebbe essere orientata a valorizzare ancora di più le risorse esistenti.   C’è grande preoccupazione per questo insediamento? Beh, abbastanza direi- afferma Paolo Moreni,  presidente del comitato “ Difesa e valorizzazione Alta Valle del Chienti - anche perché già veniamo da una storia passata dove c’era stato inizialmente un tentativo di insediamento di un’altra azienda, sempre con la finalità di organizzazione di recupero/smaltimento rifiuti, che è decisamente incompatibile con un territorio come il nostro che si trova ai confini del Parco nazionale dei monti Sibillini, dove, nel corso del tempo, sono sorte delle attività alimentari e, guarda caso, proprio nel territorio dove questa ditta vorrebbe insediarsi, Quello che abbiamo inteso fare con questa assemblea pubblica è stato voler portare a conoscenza della popolazione tutta, una situazione sgradevole. Abbiamo invitato le varie autorità e, allo stesso tempo, il nostro comitato ha inteso anche illustrare i motivi dei timori, invitando delle persone molto competenti per far capire per quale motivo il nostro territorio non è votato assolutamente per l’insediamento di questo tipo di industria. Una tipologia di insediamenti malvista anche in altri territori? E’ logico che non li voglia nessuno; purtroppo la realtà è che tutti quanti noi cittadini produciamo rifiuti e lo smaltimento, spetta alle aziende preposte a doverlo fare. E’ un compito logicamente molto scomodo; è vero però che il luogo scelto da parte della ditta Orim, per insediare questo tipo di attività, secondo noi e secondo la popolazione, è completamente fuori luogo. Lo smaltimento reputiamo che dovrebbe essere ospitato in una zona già industrializzata, dove non arrechi fastidio alle colture, lontano dai centri abitati e via dicendo, Quello sarebbe il luogo ideale e, a nostro avviso, anche la Regione dovrebbe provvedere a trovare una soluzione per la costruzione di questo tipo di industrie, sempre auspicando che non si insedino nel territorio regionale. Voi del comitato asserite che ne verrebbe a risentire un po’ anche tutta la ormai fiorente attività di ricezione turistica? E’ evidente. Già con un articolo a mia firma su L’Appennino camerte,  ho portato alla luce proprio questa  problematica. Chi lavora con il turismo e tutto quello che ne consegue, dall’hotelleria, alla ristorazione, ma anche chi organizza escursioni in montagna, logicamente verrebbe a trovarsi fortemente penalizzato.  Si pensi all’ipotesi di una famiglia che decidesse di venire a soggiornare nelle nostre zone, all’’interno del maceratese e venisse a conoscenza che vicino al luogo scelto per una vacanza, c’è un’industria del genere.  Bhè, non è assurdo pensare che la prima cosa che fa quel nucleo familiare, è cambiare drasticamente mèta. Ecco che tutte le altre attività collegate, operanti  nel settore turistico, verrebbero ad essere inevitabilmente penalizzate.Cittadini e comitati dicon no all’insediamento di ORIM S.P:A.  “Combatteremo fino all’ultimo affinché l’industria Orim non si insedi né a Muccia né a Serravalle- sottolinea Valentina Zampetti presidente del comitato “Pievetorina e il suo futuro”- Tutti ci siamo resi conto di quel che stava succedendo da un articolo di giornale pubblicato all’incirca un mese e mezzo fa. Dopodiché mi sono recata al comune di Muccia e, dall’albo pretorio, ho potuto realizzare cosa aveva deliberato l’amministrazione comunale; era la terza delibera che veniva fatta per l’insediamento dell’ industria in questione. Noi pensiamo che il sindaco sia il primo tutore del territorio e prima ancora della salute dei cittadini- aggiunge- e l’insediamento di una ditta insalubre di prima classe come l’Orim, la vediamo come una scelta discutibile nel territorio dei comuni. Le nostre perplessità sono nel fatto che un’industria del genere che ricicla rifiuti anche pericolosi, si trovai ad essere vicina ad un piccolo polo alimentare rappresentato dal triangolo Bartolazzi-Moioli- Varnelli,. Quello che è già un polo alimentare di qualità, dovrebbe essere implementato con industrie dello stesso tipo e non con una industria insalubre di prima classe che recupera metalli, ma ricicla rifiuti anche pericolosi. Sono tanti anni che la Orim sta cercando un sito per potersi insediare ma anche da altre parti non ha trovato facile terreno. Abbiamo fatto una ricerca – prosegue Valentina Zampetti- e abbiamo constatato che in provincia di Torino c’è stata proprio una ribellione nei confronti di questa industria. A Bussi, nella Val Pescara, c’è stato un sollevamento popolare e, addirittura, lì stanno pagando i danni della Solvaj che ha gravemente inquinato il fiume Pescara e la falda acquifera. Il comune di Bussi è ancora in attesa di milioni di euro dal governo per la bonifica del sito e, l’insediamento della Orim avrebbe rappresentato un ulteriore aggravamento di un disastro ambientale già in atto”        

No all’insediamento di ORIM S.P:A a Maddalena di Muccia   - Un' industria insalubre di prima classe non può stare su questo territorio vocato al turismo e alla qualità dei prodotti agroalimentari.

 

E’ vista con una certa circospezione l’ attività di un’azienda di gestione di rifiuti che la ditta Orim vorrebbe istallare nella zona industriale di Maddalena di Muccia. L’industria, con sede a Macerata, tratta il recupero metallipreziosi e non e lo smaltimento di rifiuti industriali, rifiuti speciali pericolosi e non. Un tema caldo che sta suscitando polemiche accese quello del possibile insediamento a Maddalena di Muccia, anche sotto il profilo delle problematiche relative alla salute pubblica e alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del territorio circostante. Se ne è parlato nel corso di un’assemblea pubblica molto partecipata, promossa dai comitati “Difesa e valorizzazione Alte Valli del Chienti”e “Pieve Torina e il suo futuro”, al palazzetto dello sport di Pievebovigliana.

Scopo dell’incontro, ha sottolineato Valentina Zampetti, presidente del comitato “Pievetorina e il suo futuro” quello di informare la popolazione sul previsto insediamento dell’azienda Orim nella zona dei comuni di Pievetorina, Muccia e Serravalle del Chienti.

Un insediamento che cittadini e comitati vedono come preoccupante e pregiudizievole per il futuro di tutti i comuni dell’Alta Valle del Chienti. E’ nel febbraio 2016 che la Orim chiede l’autorizzazione all’insediamento al comune di Muccia fornendo peraltro una documentazione farraginosa e ricca di sigle incomprensibili ai più, ma fondamentalmente priva di un progetto chiaro. In data 11 marzo 2016, l’amministrazione comunale di Muccia decide di assegnare alla ditta i lotti 4 e 5 dell’area P.I.P di Maddalena per la produzione di metalli e rifiuti, in base ad un piano fissato 25-30 anni fa e che non tiene conto di tanti cambiamenti avvenuti nel tempo. Il 17 marzo 2016 la stessa amministrazione approva all’unanimità e il 27 aprile 2016 appare evidente che la Orim si insedierà anche a Serravalle, ma scompare stranamente la dicitura di smaltimento rifiuti. Seguite attentamente dal numeroso pubblico le relazioni della lunga serata; si è fatto notare che la pubblica amministrazione avrebbe dovuto essere più chiara e far partecipi i cittadini di decisioni così importanti e meritevoli di attenta valutazione dell’impatto su un territorio ad alta vocazione turistica, dove le produzioni locali sono di qualità e dove, un impianto come la Orim, potrebbe rivelare le sue criticità e dove, semmai, la scelta della comunità locale, dovrebbe essere orientata a valorizzare ancora di più le risorse esistenti.

 

C’è grande preoccupazione per questo insediamento?

Beh, abbastanza direi- afferma Paolo Moreni,  presidente del comitato “ Difesa e valorizzazione Alta Valle del Chienti - anche perché già veniamo da una storia passata dove c’era stato inizialmente un tentativo di insediamento di un’altra azienda, sempre con la finalità di organizzazione di recupero/smaltimento rifiuti, che è decisamente incompatibile con un territorio come il nostro che si trova ai confini del Parco nazionale dei monti Sibillini, dove, nel corso del tempo, sono sorte delle attività alimentari e, guarda caso, proprio nel territorio dove questa ditta vorrebbe insediarsi, Quello che abbiamo inteso fare con questa assemblea pubblica è stato voler portare a conoscenza della popolazione tutta, una situazione sgradevole. Abbiamo invitato le varie autorità e, allo stesso tempo, il nostro comitato ha inteso anche illustrare i motivi dei timori, invitando delle persone molto competenti per far capire per quale motivo il nostro territorio non è votato assolutamente per l’insediamento di questo tipo di industria.

Una tipologia di insediamenti malvista anche in altri territori?

E’ logico che non li voglia nessuno; purtroppo la realtà è che tutti quanti noi cittadini produciamo rifiuti e lo smaltimento, spetta alle aziende preposte a doverlo fare. E’ un compito logicamente molto scomodo; è vero però che il luogo scelto da parte della ditta Orim, per insediare questo tipo di attività, secondo noi e secondo la popolazione, è completamente fuori luogo. Lo smaltimento reputiamo che dovrebbe essere ospitato in una zona già industrializzata, dove non arrechi fastidio alle colture, lontano dai centri abitati e via dicendo, Quello sarebbe il luogo ideale e, a nostro avviso, anche la Regione dovrebbe provvedere a trovare una soluzione per la costruzione di questo tipo di industrie, sempre auspicando che non si insedino nel territorio regionale.

Voi del comitato asserite che ne verrebbe a risentire un po’ anche tutta la ormai fiorente attività di ricezione turistica?

E’ evidente. Già con un articolo a mia firma su L’Appennino camerte,  ho portato alla luce proprio questa  problematica. Chi lavora con il turismo e tutto quello che ne consegue, dall’hotelleria, alla ristorazione, ma anche chi organizza escursioni in montagna, logicamente verrebbe a trovarsi fortemente penalizzato.  Si pensi all’ipotesi di una famiglia che decidesse di venire a soggiornare nelle nostre zone, all’’interno del maceratese e venisse a conoscenza che vicino al luogo scelto per una vacanza, c’è un’industria del genere.  Bhè, non è assurdo pensare che la prima cosa che fa quel nucleo familiare, è cambiare drasticamente mèta. Ecco che tutte le altre attività collegate, operanti  nel settore turistico, verrebbero ad essere inevitabilmente penalizzate.Cittadini e comitati dicon no all’insediamento di ORIM S.P:A.


 “Combatteremo fino all’ultimo affinché l’industria Orim non si insedi né a Muccia né a Serravalle- sottolinea Valentina Zampetti presidente del comitato “Pievetorina e il suo futuro”- Tutti ci siamo resi conto di quel che stava succedendo da un articolo di giornale pubblicato all’incirca un mese e mezzo fa. Dopodiché mi sono recata al comune di Muccia e, dall’albo pretorio, ho potuto realizzare cosa aveva deliberato l’amministrazione comunale; era la terza delibera che veniva fatta per l’insediamento dell’ industria in questione. Noi pensiamo che il sindaco sia il primo tutore del territorio e prima ancora della salute dei cittadini- aggiunge- e l’insediamento di una ditta insalubre di prima classe come l’Orim, la vediamo come una scelta discutibile nel territorio dei comuni. Le nostre perplessità sono nel fatto che un’industria del genere che ricicla rifiuti anche pericolosi, si trovai ad essere vicina ad un piccolo polo alimentare rappresentato dal triangolo Bartolazzi-Moioli- Varnelli,. Quello che è già un polo alimentare di qualità, dovrebbe essere implementato con industrie dello stesso tipo e non con una industria insalubre di prima classe che recupera metalli, ma ricicla rifiuti anche pericolosi. Sono tanti anni che la Orim sta cercando un sito per potersi insediare ma anche da altre parti non ha trovato facile terreno. Abbiamo fatto una ricerca – prosegue Valentina Zampetti- e abbiamo constatato che in provincia di Torino c’è stata proprio una ribellione nei confronti di questa industria. A Bussi, nella Val Pescara, c’è stato un sollevamento popolare e, addirittura, lì stanno pagando i danni della Solvaj che ha gravemente inquinato il fiume Pescara e la falda acquifera. Il comune di Bussi è ancora in attesa di milioni di euro dal governo per la bonifica del sito e, l’insediamento della Orim avrebbe rappresentato un ulteriore aggravamento di un disastro ambientale già in atto”

 

 

 

 

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