Sisma. Nessuna modifica possibile all'impianto normativo, dice Pazzaglini

Giovedì, 28 Febbraio 2019 13:04 | Letto 1426 volte   Clicca per ascolare il testo Sisma. Nessuna modifica possibile all'impianto normativo, dice Pazzaglini Un incontro con il Premier Conte e la possibilità di sedersi attorno ad un tavolo per la stesura di nuove norme che possano permettere una ricostruzione rapida e certa. Lo hanno chiesto i 70 sindaci del cratere costituitisi in comitato con l’obiettivo comune di portare all’attenzione delle istituzioni centrali, le istanze delle quattro regioni del Centro Italia colpite dal sisma. Ad inoltrare la richiesta al Presidente del Consiglio i primi cittadini hanno delegato il sindaco di Amatrice Filippo Palombini.  Sostegno pieno all’iniziativa dei sindaci delle  quattro regino, è venuto dal senatore e sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, seppure abbia preferito non aderirvi formalmente per il duplice ruolo di sindaco e parlamentare che ricopre. Pazzaglini ha anche tenuto a sottolineare che col decreto 55 e le successive  misure il Parlamento ha fatto tutto quello che era possibile fare a livello legislativo e che l’impianto resta quello che è e non può essere modificato. Unico miglioramento che si potrebbe apportare per velocizzare e favorire la vera partenza della ricostruzione è una modifica delle ordinanze e l’assunzione di una maggiore responsabilità da parte dei sindaci.  Abbiamo adottato quasi 60 provvedimenti tra i quali cè quello indispensabile e da tutti richiesto della sanatoria dei piccoli abusi che tra l’altro- dice Pazzaglini- abbiamo approvata due volte; in prima battuta con la conversione del decreto 55 dove tra le varie fattispecie è stata prevista anche la possibilità di sanare volumi fino al 5%, e successivamente, nel decreto emergenze siamo riusciti ad elevare questo limite al 20% in coerenza con il piano casa regionale, senza contare tutta unaltra serie di provvedimenti che vanno dalla proroga delle scadenze ad altre fattispecie comunque utili. Purtroppo non cè la percezione del lavoro importante che abbiamo fatto in aula perché lottanta per cento della Ricostruzione è gestita dalle ordinanze del Commissario e un ulteriore 10% dalle ordinanze del capo Dipartimento della Protezione Civile e al parlamento rimane pertanto un ruolo quasi residuale. Dato che la situazione è questa e drasticamente non cambierà mai, perché comunque limpostazione è e rimarrà questa e non potrebbe essere altrimenti, credo che tuttavia lunico modo per migliorare la situazione di stallo potrebbe essere solo la modifica da parte del Commissario di alcune delle ordinanze che creano più problemi. Fatto tutto questo, servirebbe però  a mio avviso anche una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei sindaci che qualche volta dovrebbero anche gettare il cuore oltre lostacolo e fare delle scelte dolorose. E parlando da sindaco di Visso, ritengo che la scelta di aver rinunciato alle perimetrazioni porterà ad una ricostruzione più rapida.  L’aver deciso di rinunciare alle perimetrazioni - prosegue è stata una scelta importante perché in comuni come i nostri con unalta valenza storica e architettonica, rinunciare ai piani attuativi evidentemente è una valutazione che va ponderata.  Dopo aver ragionato per alternative sui pro e sui contro di questa scelta, il consiglio comunale di Visso, ormai parecchi mesi fa, ha tuttavia ritenuto che il minore dei mali fosse appunto quello di rinunciare. L’aver saputo che è stato depositato il primo progetto di unarea da noi deperimetrata, mi rafforza nella convinzione che questa scelta fosse quella giusta. In consiglio comunale abbiamo approvato gli aggregati del centro storico, abbiamo fatto tutta una serie di attività che comunque consentiranno il recupero del centro storico di Visso. Sapere però che ad oggi un primo progetto di unarea che era perimetrata, è stato depositato e on almeno tre-quattro anni  di anticipo rispetto a quello che sarà il percorso di chi rimarrà allinterno delle perimetrazioni, mi convince sempre di più che questa scelta, comunque sofferta, comunque dolorosa, probabilmente è stata quella giusta”.+ C.C

Un incontro con il Premier Conte e la possibilità di sedersi attorno ad un tavolo per la stesura di nuove norme che possano permettere una ricostruzione rapida e certa. Lo hanno chiesto i 70 sindaci del cratere costituitisi in comitato con l’obiettivo comune di portare all’attenzione delle istituzioni centrali, le istanze delle quattro regioni del Centro Italia colpite dal sisma. Ad inoltrare la richiesta al Presidente del Consiglio i primi cittadini hanno delegato il sindaco di Amatrice Filippo Palombini. 

Sostegno pieno all’iniziativa dei sindaci delle  quattro regino, è venuto dal senatore e sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini, seppure abbia preferito non aderirvi formalmente per il duplice ruolo di sindaco e parlamentare che ricopre. Pazzaglini ha anche tenuto a sottolineare che col decreto 55 e le successive  misure il Parlamento ha fatto tutto quello che era possibile fare a livello legislativo e che l’impianto resta quello che è e non può essere modificato.

Unico miglioramento che si potrebbe apportare per velocizzare e favorire la vera partenza della ricostruzione è una modifica delle ordinanze e l’assunzione di una maggiore responsabilità da parte dei sindaci. 

"Abbiamo adottato quasi 60 provvedimenti tra i quali c'è quello indispensabile e da tutti richiesto della sanatoria dei piccoli abusi che tra l’altro- dice Pazzaglini- abbiamo approvata due volte; in prima battuta con la conversione del decreto 55 dove tra le varie fattispecie è stata prevista anche la possibilità di sanare volumi fino al 5%, e successivamente, nel decreto emergenze siamo riusciti ad elevare questo limite al 20% in coerenza con il piano casa regionale, senza contare tutta un'altra serie di provvedimenti che vanno dalla proroga delle scadenze ad altre fattispecie comunque utili. Purtroppo non c'è la percezione del lavoro importante che abbiamo fatto in aula perché l'ottanta per cento della Ricostruzione è gestita dalle ordinanze del Commissario e un ulteriore 10% dalle ordinanze del capo Dipartimento della Protezione Civile e al parlamento rimane pertanto un ruolo quasi residuale. Dato che la situazione è questa e drasticamente non cambierà mai, perché comunque l'impostazione è e rimarrà questa e non potrebbe essere altrimenti, credo che tuttavia l'unico modo per migliorare la situazione di stallo potrebbe essere solo la modifica da parte del Commissario di alcune delle ordinanze che creano più problemi. Fatto tutto questo, servirebbe però  a mio avviso anche una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei sindaci che qualche volta dovrebbero anche gettare il cuore oltre l'ostacolo e fare delle scelte dolorose. E parlando da sindaco di Visso, ritengo che la scelta di aver rinunciato alle perimetrazioni porterà ad una ricostruzione più rapida.  L’aver deciso di rinunciare alle perimetrazioni - prosegue è stata una scelta importante perché in comuni come i nostri con un'alta valenza storica e architettonica, rinunciare ai piani attuativi evidentemente è una valutazione che va ponderata.  Dopo aver ragionato per alternative sui pro e sui contro di questa scelta, il consiglio comunale di Visso, ormai parecchi mesi fa, ha tuttavia ritenuto che il minore dei mali fosse appunto quello di rinunciare. L’aver saputo che è stato depositato il primo progetto di un'area da noi deperimetrata, mi rafforza nella convinzione che questa scelta fosse quella giusta. In consiglio comunale abbiamo approvato gli aggregati del centro storico, abbiamo fatto tutta una serie di attività che comunque consentiranno il recupero del centro storico di Visso. Sapere però che ad oggi un primo progetto di un'area che era perimetrata, è stato depositato e on almeno tre-quattro anni  di anticipo rispetto a quello che sarà il percorso di chi rimarrà all'interno delle perimetrazioni, mi convince sempre di più che questa scelta, comunque sofferta, comunque dolorosa, probabilmente è stata quella giusta”.+

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