Fare chiarezza sul piano di riorganizzazione industriale 2021-2023 di Elica spa. È quanto chiede a gran voce il consigliere regionale delle Marche per il Partito Democratico Romano Carancini, secondo il quale un’azienda i cui dati degli ultimi anni mostrano un fatturato in crescita deve fornire delle spiegazioni sui motivi di un’operazione inaccettabile e dall’impatto impressionante sulle persone e su un territorio martoriato già da anni. Inaccettabile il piano industriale della multinazionale di Fabriano, leader mondiale delle cappe aspiranti, quotata in Borsa nel segmento Star che ha comunicato oltre 400 esuberi sui 560 dipendenti totali , riduzione di produzione e commesse che finiranno in Polonia. “Credo che occorra fare chiarezza sul perché- afferma Carancini -. Un’azienda che promuove i propri prodotti facendo riferimento al territorio e alle persone è assolutamente ingiustificato che rifiuti di spiegare quello che sta accadendo.
Se noi andiamo ad osservare i dati economici di Elica riferiti agli ultimi due anni, 2019 e 2020-
dice Carancini- non possiamo che notare che sono dati positivi. Abbiamo dati tecnici molto significativi che dimostrano che il margine operativo lordo che è dato indicativo, cresce del 42 % , passa cioè da 28mln del 2018 ai 42 circa del 2019. La marginalità cresce dal 6 all’8 e c’è addirittura un risultato positivo di circa 5 mln. Dati che vanno affinati ma fondamentali per capire. Il 2020 nonostante il Covid riesce inoltre a far sì che Elica porti a casa risultati assolutamente positivi e contenga i risultati relativi al margine utile e operativo lordo; Elica inoltre nei primi mesi del 2021 cresce nel segmento della borsa del 7 per cento; in un anno cresce del 28,99 per cento e, se andiamo a guardare gli ultimi 5 anni è cresciuta del 77 per cento. La domanda che allora sorge spontanea non può essere che quella del perché? Non può essere che ci sia una ragione relativa ad una crisi. L’azienda non è affatto in crisi e questo è un dato di fatto. E allora dove andiamo a cercare? Io credo che non si tratti di accanimento verso un territorio ma è probabilmente l’effetto. Mi chiedo se non vi siano invece altre operazioni sotterranee quali ad esempio la vendita delle partecipazioni,  altrimenti non si spiegherebbe. E’ un fatto di una gravità assoluta- continua Carancini- . Ecco perché nel 2020 e dunque subito dopo l’ultimo trimestre, Elica ha sostanzialmente chiesto agli operai dipendenti il riempimento dei magazzini e aggiungo che, da questo punto di vista, l’impegno della forza lavoro di questi anni con Elica nei rapporti sindacali è stato di una disponibilità assoluta. Perché non hanno condiviso, perché non spiegano le vere ragioni?
Se il fatturato c’è se l’azienda cresce, quali sono le vere ragioni?- rimarca Carancini- . La domanda andrebbe fatta a Casoli che evidentemente resta indifferente; da capitano d’impresa, si scorda dei propri dipendenti e poi promuove il proprio prodotto esaltanto i termini della comunità e del territorio. L'etica è un elemento che fa grande l'imprenditore perché ricevere e non restitutire, non far parte di un processo di partecipazione, è davvero uno schiaffo inaccettabile per le persone che in quell'azienda hanno lavorato e lavorano da tanti anni”.

c.c.
Lega Fabriano e FdI al fianco dei lavoratori Elica.
La delocalizzazione prevista dal piano industriale - si legge nel comunicato della Lega Fabriano  -  è caduta come un fulmine a ciel sereno con tutta la forza di centinaia di esuberi e di ricadute su terzisti e piccole imprese rendendo amara la Pasqua di un territorio già provato da crisi dell’industria degli elettrodomestici e terremoto

Grazie all’intervento tempestivo della Lega domani Elica chiarirà alla Regione le motivazioni che hanno portato a pianificare questa riorganizzazione – spiegano tre fabrianesi doc come il commissario della Lega provinciale e assessore regionale Giorgia Latini, la consigliera regionale Chiara Biondi ed il coordinatore cittadino Fabio BernacconiLa Giunta potrà così intraprendere azioni concrete volte a evitare gli effetti devastanti che questa delocalizzazione potrebbe avere sul territorio fabrianese, già compromesso gravemente sul piano economico”.
Il territorio fabrianese, e più in generale quello marchigiano, ha pagato infatti un prezzo molto alto a politiche fiscali comunitarie miopi che hanno portato ad alimentare la disparità tra i paesi dell’UE- continua la nota-. 
La storia della Lega testimonia come da sempre sosteniamo i lavoratori difendendone i diritti; anche stavolta siamo pronti a tutelare posti di lavoro supportati anche dal nostro vicesegretario nazionale Giancarlo Giorgetti che guida il Ministero dello Sviluppo Economico – aggiunge l’assessore Latini – La Lega al governo continua a lavorare per riportare al centro delle politiche economiche nazionali il valore del prodotto made in Italy ed una nuova fiscalità che salvaguardi aziende e lavoratori per restituire competitività alla nostra economia e benessere alle famiglie e ai territori”.

Vicinanza ai lavoratori per la salvaguardia dei livelli occupazionali viene espressa del pari dalle deputate di Fratelli d'Italia Lucia Albano e Rachele Silvestri, che ieri a Mergo hanno incontrato una rappresentanza dei lavoratori di Elica Spa. Le parlamentari chiedono che il governo si attivi per l'apertura del tavolo di crisi.
"Ci preoccupa il recente annuncio di Elica, una decisione che in un territorio già colpito dalla crisi e dal sisma rischia di provocare un disastro sociale e una desertificazione industriale- dicono le onorevoli Albano e Silvestri-Ieri abbiamo raggiunto i sindacati e le RSU dell’Elica SPA a Mergo, in provincia di Ancona, dove la decisione dell’azienda di delocalizzare e di presentare un piano industriale da 409 esuberi ha provocato preoccupazione e apprensione  per le gravissime conseguenze che avrebbe sul tessuto socio-economico del territorio fabrianese, già fiaccato dalla crisi industriale, dal terremoto e dalla pandemia.  

La Regione Marche ha tempestivamente indetto un tavolo di confronto che si terrà domani con l'azienda e le parti sociali; è un primo fondamentale e positivo passo che deve favorire rapidamente  l’intervento diretto del Governo, con l’apertura di un Tavolo di Crisi al MISE per fornire risposte concrete a tutela delle maestranze e di tutta la filiera produttiva, che coinvolge sul territorio una miriade di piccole aziende soprattutto artigiane, che subirebbero un durissimo colpo dalla attuale paventata proposta di delocalizzazione". 

c.c.







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