Elica, Carancini "Ricevere e non restituire è uno schiaffo inaccettabile"

Venerdì, 09 Aprile 2021 13:33 | Letto 1047 volte   Clicca per ascolare il testo Elica, Carancini "Ricevere e non restituire è uno schiaffo inaccettabile" Fare chiarezza sul piano di riorganizzazione industriale 2021-2023 di Elica spa. È quanto chiede a gran voce il consigliere regionale delle Marche per il Partito Democratico Romano Carancini, secondo il quale un’azienda i cui dati degli ultimi anni mostrano un fatturato in crescita deve fornire delle spiegazioni sui motivi di un’operazione inaccettabile e dall’impatto impressionante sulle persone e su un territorio martoriato già da anni. Inaccettabile il piano industriale della multinazionale di Fabriano, leader mondiale delle cappe aspiranti, quotata in Borsa nel segmento Star che ha comunicato oltre 400 esuberi sui 560 dipendenti totali , riduzione di produzione e commesse che finiranno in Polonia. “Credo che occorra fare chiarezza sul perché- afferma Carancini -. Un’azienda che promuove i propri prodotti facendo riferimento al territorio e alle persone è assolutamente ingiustificato che rifiuti di spiegare quello che sta accadendo. Se noi andiamo ad osservare i dati economici di Elica riferiti agli ultimi due anni, 2019 e 2020- dice Carancini- non possiamo che notare che sono dati positivi. Abbiamo dati tecnici molto significativi che dimostrano che il margine operativo lordo che è dato indicativo, cresce del 42 % , passa cioè da 28mln del 2018 ai 42 circa del 2019. La marginalità cresce dal 6 all’8 e c’è addirittura un risultato positivo di circa 5 mln. Dati che vanno affinati ma fondamentali per capire. Il 2020 nonostante il Covid riesce inoltre a far sì che Elica porti a casa risultati assolutamente positivi e contenga i risultati relativi al margine utile e operativo lordo; Elica inoltre nei primi mesi del 2021 cresce nel segmento della borsa del 7 per cento; in un anno cresce del 28,99 per cento e, se andiamo a guardare gli ultimi 5 anni è cresciuta del 77 per cento. La domanda che allora sorge spontanea non può essere che quella del perché? Non può essere che ci sia una ragione relativa ad una crisi. L’azienda non è affatto in crisi e questo è un dato di fatto. E allora dove andiamo a cercare? Io credo che non si tratti di accanimento verso un territorio ma è probabilmente l’effetto. Mi chiedo se non vi siano invece altre operazioni sotterranee quali ad esempio la vendita delle partecipazioni,  altrimenti non si spiegherebbe. E’ un fatto di una gravità assoluta- continua Carancini- . Ecco perché nel 2020 e dunque subito dopo l’ultimo trimestre, Elica ha sostanzialmente chiesto agli operai dipendenti il riempimento dei magazzini e aggiungo che, da questo punto di vista, l’impegno della forza lavoro di questi anni con Elica nei rapporti sindacali è stato di una disponibilità assoluta. Perché non hanno condiviso, perché non spiegano le vere ragioni? Se il fatturato c’è se l’azienda cresce, quali sono le vere ragioni?- rimarca Carancini- . La domanda andrebbe fatta a Casoli che evidentemente resta indifferente; da capitano d’impresa, si scorda dei propri dipendenti e poi promuove il proprio prodotto esaltanto i termini della comunità e del territorio. Letica è un elemento che fa grande limprenditore perché ricevere e non restitutire, non far parte di un processo di partecipazione, è davvero uno schiaffo inaccettabile per le persone che in quellazienda hanno lavorato e lavorano da tanti anni”. c.c.
Fare chiarezza sul piano di riorganizzazione industriale 2021-2023 di Elica spa. È quanto chiede a gran voce il consigliere regionale delle Marche per il Partito Democratico Romano Carancini, secondo il quale un’azienda i cui dati degli ultimi anni mostrano un fatturato in crescita deve fornire delle spiegazioni sui motivi di un’operazione inaccettabile e dall’impatto impressionante sulle persone e su un territorio martoriato già da anni. Inaccettabile il piano industriale della multinazionale di Fabriano, leader mondiale delle cappe aspiranti, quotata in Borsa nel segmento Star che ha comunicato oltre 400 esuberi sui 560 dipendenti totali , riduzione di produzione e commesse che finiranno in Polonia. “Credo che occorra fare chiarezza sul perché- afferma Carancini -. Un’azienda che promuove i propri prodotti facendo riferimento al territorio e alle persone è assolutamente ingiustificato che rifiuti di spiegare quello che sta accadendo.
Se noi andiamo ad osservare i dati economici di Elica riferiti agli ultimi due anni, 2019 e 2020-
dice Carancini- non possiamo che notare che sono dati positivi. Abbiamo dati tecnici molto significativi che dimostrano che il margine operativo lordo che è dato indicativo, cresce del 42 % , passa cioè da 28mln del 2018 ai 42 circa del 2019. La marginalità cresce dal 6 all’8 e c’è addirittura un risultato positivo di circa 5 mln. Dati che vanno affinati ma fondamentali per capire. Il 2020 nonostante il Covid riesce inoltre a far sì che Elica porti a casa risultati assolutamente positivi e contenga i risultati relativi al margine utile e operativo lordo; Elica inoltre nei primi mesi del 2021 cresce nel segmento della borsa del 7 per cento; in un anno cresce del 28,99 per cento e, se andiamo a guardare gli ultimi 5 anni è cresciuta del 77 per cento. La domanda che allora sorge spontanea non può essere che quella del perché? Non può essere che ci sia una ragione relativa ad una crisi. L’azienda non è affatto in crisi e questo è un dato di fatto. E allora dove andiamo a cercare? Io credo che non si tratti di accanimento verso un territorio ma è probabilmente l’effetto. Mi chiedo se non vi siano invece altre operazioni sotterranee quali ad esempio la vendita delle partecipazioni,  altrimenti non si spiegherebbe. E’ un fatto di una gravità assoluta- continua Carancini- . Ecco perché nel 2020 e dunque subito dopo l’ultimo trimestre, Elica ha sostanzialmente chiesto agli operai dipendenti il riempimento dei magazzini e aggiungo che, da questo punto di vista, l’impegno della forza lavoro di questi anni con Elica nei rapporti sindacali è stato di una disponibilità assoluta. Perché non hanno condiviso, perché non spiegano le vere ragioni?
Se il fatturato c’è se l’azienda cresce, quali sono le vere ragioni?- rimarca Carancini- . La domanda andrebbe fatta a Casoli che evidentemente resta indifferente; da capitano d’impresa, si scorda dei propri dipendenti e poi promuove il proprio prodotto esaltanto i termini della comunità e del territorio. L'etica è un elemento che fa grande l'imprenditore perché ricevere e non restitutire, non far parte di un processo di partecipazione, è davvero uno schiaffo inaccettabile per le persone che in quell'azienda hanno lavorato e lavorano da tanti anni”.

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