Approvata all'unanimità in Consiglio regionale la mozione proposta dal consigliere regionale UDC Luca Marconi riguardante il posticipo dell'inizio del pagamento delle imposte arretrate che, attraverso un anticipo bancario, lo stato aveva pagato per loro dal 2016 ad oggi. Partite Iva e aziende dell'area del cratere sismico nel 2017 infatti hanno potuto usufruire della legge che consentiva loro di pagare le imposte sulla base di un credito loro concesso dalle banche. Credito che , a decorrere dal prossimo 30 giugno, avrebbe dovuto iniziare ad essere rimborsato ratealmente  attraverso pagamenti semestrali pari ad un decimo del credito per imposta ricevuto dal 2016 ad oggi. 
La mozione è stata presentata da Luca Marconi, con l'obiettivo di aiutare le moltissime aziende dell'area del cratere le cui difficoltà di non avere avuto più una significativa attività dal  2016 ad oggi, si sono sommate al successivo blocco determinato dall'emergenza sanitaria del Coronavirus,   
" La previsione  fatta  attraverso  la mia mozionee che è stata approvata all'unanimità  - spiega il Consigliere regionale Udc- porterà ad inziare questo tipo di pagamenti anzichè il 30 giugno il 31 dicembre 2020. 
E' chiaro che la proposta dovrà ora essere accolta dal Governo- conclude Marconi- ma la notizia importante è che rispetto alla ventina di altre mozioni presentate nel corso della seduta odierna, il Presidente Ceriscioli intenda impegnarsi, tanto da dire che dalla Presidenza della Regione domani stesso sarà inviata una lettera ufficiale all'esecutivo nazionale, per chiedere che la previsione entri a far parte di qualche prossimo decreto governativo 
C.C. 

"Più attenzione alle aree montane". E' questo il grido di allarme del Capogruppo UDC-Popolari Marche, Luca Marconi, presentato in una mozione al presidente del consiglio.
L'obiettivo è che "sia adottato un provvedimento regionale di agevolazioni ed incentivi per dotare i piccoli centri periferici e montani di bancomat polifunzionali attraverso gli uffici postali o le tabaccherie o anche con spazi appositi messi a disposizione dal pubblico.
E’ necessario - spiega Marconi - ripensare, per queste zone a interventi diversi quali deroghe specifiche per una migliore fruibilità dei servizi sanitari o scolastici, interventi riguardo la tutela dell'acqua, in particolare per eliminare le perdite delle tubature obsolete che ammontano al 30% delle attuali infrastrutture, miglioramento dell’attuale viabilità potenziando la Pedemontana delle Marche, incentivi per una maggiore tutela ambientale, una maggiore sensibilizzazione del territorio per incoraggiare la fusione dei servizi comuni, la defiscalizzazione (almeno per 5 anni) per favorire nuove attività e tanto altro.”

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Le Marche sono una regione prevalentemente rurale caratterizzata dall’assenza di grandi agglomerati urbani con una bassa densità abitativa, prevalentemente concentrata nella fascia costiera e collinare; L’area marchigiana interessata dal sisma del 2016 rappresenta il 40% del territorio regionale con una popolazione direttamente interessata di circa 313mila abitanti, con un’età media più elevata per la presenza di più anziani e meno giovani e bambini.

"In queste zone montane - prosegue il capogruppo - più svantaggiate, la permanenza di attività indispensabili come i negozi alimentari, l'ufficio postale, il dispensario farmaceutico è possibile solo se sostenuta dall'intervento pubblico. Senza adeguati contributi e agevolazioni la progressiva scomparsa dei pubblici esercizi e di tutte le attività commerciali nelle zone più povere diventa inevitabile. E quando chiudono negozi, sportelli e servizi, anche gli ultimi abitanti rimasti finiscono per andarsene o per aumentare il loro pendolarismo verso il fondovalle.
E' per questo che la Ragione - propone Marconi - potrebbe intervenire nei confronti dei Comuni aiutandoli economicamente affinché questi possano stipulare convenzioni per l’erogazione di servizi non esistenti o non sufficienti nell’area individuata, ridurre gli oneri di urbanizzazione per la destinazione d’uso commerciale, concedere a titolo gratuito e per un periodo convenuto, l’uso di immobili in disponibilità ad aziende commerciali che ne facciano richiesta, stabilendo le modalità per l’uso, la gestione, la manutenzione e la restituzione o, infine, applicare l’esenzione dai tributi di propria competenza; tutto ciò attraverso uno stanziamento annuo con il quale finanziare due linee di intervento: una rivolta ai comuni montani ai quali riconoscere contributi per l'acquisto o la ristrutturazione di immobili da destinare ad attività commerciali polifunzionali, e una dedicata ai privati per aiutarli ad avviare, mantenere, ristrutturare e potenziare la propria attività garantendo un sostegno economico anche nei futuri costi di gestione.”

GS
"Sempre più tagli alla sanità con una popolazione che si impoverisce".
E' questo il grido di allarme del capogruppo in Consiglio Regionale per i Popolari Marche – UdC, Luca Marconi, al quale affianca una proposta per cercare soluzioni.
"Non possiamo non vedere - dice -  le difficoltà di un Servizio sanitario boccheggiante tra tagli, inadeguatezza gestionale e impossibilità, a volte, di garantire servizi, anche quelli essenziali. Infatti, sembra ormai inevitabile un inesorabile declino del nostro Servizio sanitario nazionale che, nonostante importanti aree di eccellenza sia professionale sia tecnologica, comincia ad abbandonare al proprio destino milioni di cittadini che non riescono più ad accedere a servizi, sia preventivi sia diagnostici, assistenziali e riabilitativi. Questo - continua Marconi - per la mancanza di risorse adeguate a fronte dell’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie croniche. Ad esempio, secondo i dati statistici, nel 2024 ci saranno almeno 13 milioni di persone che soffriranno di almeno tre malattie croniche, e oltre 14 milioni nel 2034, pari rispettivamente al 20,2% e 22,6% della popolazione. Particolarmente rilevante il fenomeno tra gli anziani: nel 2024, infatti, a livello nazionale tale condizione interesserà circa 9 milioni di individui ultrasessantacinquenni, numero che salirà nel 2034 a circa 11 milioni. Lo scenario, quindi, ci mostra per il futuro una situazione di crescenti bisogni da parte di una popolazione sempre più anziana e disabile".

Poi un focus sulla povertà: "In Italia la crisi ha aumentato anche la povertà assoluta - dice - : tra il 2011 e il 2012 si è registrato un vero e proprio balzo nel numero delle famiglie e degli individui in condizione di povertà, salito rispettivamente del 33% e del 41%, con un ulteriore peggioramento nel 2013 e nel 2018. Molti studi hanno dimostrato che il livello di salute di una popolazione è fortemente correlato con la sua condizione economica".
Per questi motivi il consigliere Marconi propone che "vengano rimodulate le prestazioni erogate gratuitamente a tutti i cittadini, i cosiddetti Lea, Livelli essenziali di assistenza, in base a rigorosi criteri scientifici, destinando alla spesa privata quelli a basso valore; siano ridefiniti i criteri della compartecipazione alla spesa sanitaria e le detrazioni per spese sanitarie, tenendo conto anche del valore delle prestazioni e attuando al più presto un riordino legislativo della sanità integrativa e sia realizzato concretamente un piano nazionale della prevenzione".

GS
La riorganizzazione delle aziende ospedaliere è al centro di una proposta capogruppo in Consiglio regionale per i Popolari Marche – UdC, Luca Marconi.
"La sanità si articola in due grandi settori - spiega Marconi - : acuti e post-acuti. Nelle Marche abbiamo una situazione strana in cui tre Aziende ospedaliere si occupano esclusivamente di acuti: Torrette, Marche Nord e Inrca, mentre un’unica grande azienda si occupa di acuti, di post-acuti e di medicina del territorio. Ritengo - propone - che sia arrivato il momento di riorganizzarci in modo più chiaro e coerente.

Bisogna avere il coraggio di scelte radicali e innovative che tengano conto della storia già vissuta, ma anche di una necessità di reale uguaglianza fra tutti i cittadini delle Marche in qualsiasi territorio risiedano.
Per questo la mia proposta non è una semplice provocazione di fine estate - aggiunge - , ma la volontà chiara di suscitare un dialogo sincero che porti ad una decisione giusta e necessaria: dividere la sanità per acuti da tutto il resto e dare una responsabilità più articolata della gestione della sanità ospedaliera".
La proposta del consigliere vedrebbe quindi "L'azienda ospedaliera Marche Nord, con sedi a Pesaro, Fano, Urbino e Pergola; l'azienda ospedaliera Marche Centro, con sedi a Jesi, Fabriano e Senigallia; l'Inrca; l'azienda ospedaliera ospedali riuniti di Ancona e l'azienda ospedaliera Marche Sud con sedi a Camerino/San Severino, Macerata, Civitanova Marche, Fermo, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto”.

GS
Lettera aperta del consigliere regionale Luca Marconi in onore di don Luigi Sturzo nel 60esimo della sua morte e nel 100esimo della nascita del Partito Popolare Italiano 

“E’ dalla fine della DC, e della breve stagione del PPI di Martinazzoli e Buttiglione, che i moderati e i cattolici italiani cercano casa. Nell’immediato post-Tangentopoli l’ospite d’onore è stata Forza Italia di Silvio Berlusconi per i moderati liberali; il CCD di Casini, il CDU di Buttiglione e la Margherita di Bianco per i cattolici impegnati. Complessivamente hanno rappresentato per quasi vent’anni anni tra il 40% e il 45% dell’elettorato, più dell’ultima DC anche per il fatto che, essendo schieramenti diversi e con quattro sigle diverse, raccoglievano più facilmente i consensi. Una stagione tutto sommato felice, dominata dalla moderazione e dal buon senso, una sorta di continuità della Prima Repubblica dove i cattolici dei due schieramenti rappresentavano l’ago della bilancia, se non la forza trainante, dei governi di centro destra e di centro sinistra che si sono alternati. Si è arrivati a dire che i democristiani senza Democrazia Cristiana avevano più potere di quando erano riuniti tutti nello stesso partito: di fatto la classe dirigente DC era la più preparata e la più capace ed è stata, quindi, nei suoi Prodi, Berlusconi, Casini, Mattarella, punti di riferimento di grande importanza. Negli ultimi anni, però, si sono succeduti tre terribili tsunami: Grillo (2013 e 2018), Renzi (2014) e Salvini (2019) che hanno scompaginato il tutto. 

100 anni dal Partito Popolare Italiano

Siamo così arrivati al 100° della nascita del PPI e al 60° della morte di don Luigi Sturzo, avvenuta precisamente l’8 agosto del 1959. Non dimentico mai questa data perché la mia nascita cade il 3 agosto 1959 e posso dire, con un pizzico di innocente orgoglio, di essere stato, anche solo per cinque giorni, contemporaneo di un grande, il più grande fra i popolari democratico cristiani. A Caltagirone, a giugno scorso, ci siamo interrogati in tanti, cattolici di tutte le provenienze, sul da farsi, ma non siamo andati più in là delle analisi storiche e dei facili appelli all’impegno. Sembra che gerarchia cattolica e mondo ecclesiale organizzato siano come paralizzati nelle scelte da fare o per l’atavica paura della possibile divisione, o per la pratica preoccupazione di rimanere isolati e all’opposizione rispetto ai contesti di governo e di potere, soprattutto se dominati dagli storici nemici della Chiesa. 

L’Homo Ludens

Il contesto socio-culturale nel frattempo si è profondamente modificato. Diciamo che è in crisi la democrazia, ma in realtà è in crisi il Popolo che non ha più la stessa educazione e gli stessi criteri di valutazione della realtà di quello di un tempo. Prevale l’Homo Ludens, un consumatore con la sola voglia di vivere la vita come un gioco. La politica si riduce sempre più all’arte del sedurre e del convincere, magari solo per un giorno e in vista di un sondaggio che conta e che serve per manifestare una forza utile per ottenere un risultato politico vantaggioso, anche se questo è contrario ad ogni buon senso e verità. Siamo nel tempo in cui l’esperienza degli ex e degli anziani è guardata con sospetto e diffidenza, se non rifiutata con disprezzo e ostilità: non si vuole ascoltare, si vuole solo imporre l’opinione che fa comodo rifiutando mediazioni e ragionamenti. Prevale la “sindrome dell’anno zero”, come se tutto dovesse ricominciare ogni volta in una storia senza valle né montagne, fatta solo di pianure dove tutti siamo uguali, invisibili, ma uguali. Il linguaggio è pervaso dalla violenza delle rivoluzioni culturali, quando conta l’insulto carico di retorica mirante alla semplice delegittimazione del competitore politico. Marco Girardo in un editoriale su “Avvenire” del giugno scorso metteva in contrapposizione la programmazione neuro linguistica e la programmazione economico finanziaria: una dicotomia presente nell’attuale governo dove ci si scontra intorno alle parole e alla propaganda perdendo di vista la sostanza che la vera programmazione economica impone. 

Il Centro

Ora è evidente che noi cattolici dobbiamo rifondarci come scrivo nel titolo. Ci vuole una Costituente Popolare che faccia comprendere ai moderati cristiani che per essere tali non si può essere né di destra né di sinistra, le ideologie sono l’opposto del cristianesimo che invece vive di discernimento a partire dal reale e cambia indirizzo e scelte a partire dalla necessità del momento che l’uomo manifesta. In duemila anni di storia i cristiani hanno cambiato ogni cosa, trasformato, affermato stili e comportamenti diversi: un esempio per tutti è l’architettura che ha fatto milioni di chiese e monasteri tutti diversi nel tempo e nello spazio. Quello che non è mai cambiata è la centralità della persona umana, la politica centrista con la persona umana come bussola: cambiano le mode, ma per un cristiano la persona è sempre un valore assoluto siano essi immigrati che qualcuno vuol respingere, vecchi e malati che altri vorrebbero sopprimere, concepiti che non si vuol far nascere. Le economie debbono favorire lo sviluppo perché l’uomo possa crescere nella sua dignità e se per lo sviluppo si deve lottare contro Trump e i suoi dazi, Putin e il suo imperialismo, la Cina e la sua internazionalizzazione selvaggia, o una certa Europa iper conservatrice, allora si lotta. Questi sono soltanto alcuni dei tanti esempi possibili.

Costituente Popolare

In conclusione, dovremo maturare alcuni comportamenti prima di fare scelte precise. Ci dovremo avviare verso una Costituente Popolare a livello nazionale con alcuni punti precisi e irrinunciabili: no alla rassegnazione, fuori dagli schieramenti e dai tatticismi, sempre come veri democratici, per una nuova storia senza moralismi, senza inseguire il consenso, ma restando saldi su poche fondamentali idealità.

Federazione di Centro

Fare la Federazione di Centro, che Buttiglione auspicava con casini e Berlusconi già negli anni ’90, e che non si è mai fatta per troppa abbondanza di voti e per le solite lotte di potere, potrebbe essere realizzata proprio oggi con lo spirito di una Costituente Popolare. Se non per amore almeno per disperazione, per non scomparire per sempre, e per non dover morire in un partito di destra o di sinistra erede del peggio che la storia del ‘900 ci ha dato e senza alcun meglio prodotto in quest’ultimo ventennio. Non c’è un meglio che si può presumere dall’uomo e dal suo spirito senza idealità cristiana; non il “prima gli italiani” della destra e neanche il prima le libertà liberticide della sinistra, in quanto ambedue umiliano e uccidono l’uomo: prima l’uomo e i suoi comportamenti disciplinati dalla normativa, cioè moderati, ma sul cui valore assoluto dell’essere umano non si può discutere in nessun modo”.
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