Consiglio comunale dai toni accesi quello di giovedì a Ussita. Sul tavolo dell’assise le petizioni lanciate in estate dai cittadini e sposate dalla minoranza guidata da Guido Rossi. Le raccolte firme, l’una contraria alla realizzazione delle residenze per le maestranze della ricostruzione, l’altra per l’acquisizione da parte del Comune dell’area su cui sono state installate le soluzioni abitative di emergenza, hanno scatenato feroci polemiche. Guido Rossi, capogruppo della minoranza, ha chiesto delucidazioni in merito ai due temi.

A rispondere è stata proprio la prima cittadina, Silvia Bernardini: “La discussione in Consiglio – ha spiegato la sindaca – è avvenuta come previsto dallo statuto. Penso però che la rilevanza delle petizioni sia relativa: dobbiamo tenere conto delle firme dei cittadini di Ussita, di coloro che sono effettivamente residenti qui. Le petizioni erano carenti nella loro parte formale ed era difficile appunto risalire a chi le avesse firmate. Aldilà di questa dimensione prettamente formale, le argomentazioni erano importanti e meritavano un approfondimento. Sulle maestranze della ricostruzione – ha commentato Silvia Bernardini –, penso che sia stato davvero fuori luogo instillare nella popolazione l’idea e il timore che questi lavoratori siano un pericolo per la nostra comunità. Sono persone che lavorano a molti chilometri da casa, che stanno facendo dei grandi sacrifici vivendo lontani dalle loro famiglie e che rappresentano una risorsa per questo territorio, visto che stanno fattivamente contribuendo alla sua ricostruzione. Abbiamo pensato, come amministrazione, di creare questo campo per dar loro la possibilità di vivere lontano da casa in maniera dignitosa e comoda. La bontà di questo è testimoniata anche dall’approvazione della Regione e delle sigle sindacali. Sono scandalizzata che questo fatto sia stato strumentalizzato per fini politici. Il progetto di questo campo a breve verrà presentato alla cittadinanza e rivendichiamo che, come maggioranza, le nostre decisioni sono legittime, naturalmente nel rispetto delle normative e del nostro territorio”.

La chiusura della prima cittadina è per la seconda petizione, quella legata all’acquisizione al patrimonio comunale delle aree dove sorgono le Soluzioni abitative di emergenza: “La minoranza ci ha chiesto di non acquisire le aree dove sorgono le Sae – ha detto la sindaca Bernardini –. Anche questo è un atto previsto dalla normativa ed è qualcosa che è avvenuto in tutti i Comuni del cratere. Non ci è stata data possibilità di scelta in merito e i primi a recriminare siamo stati proprio noi dell’amministrazione: ci siamo semplicemente adeguati, seppur in disaccordo, a quanto ci veniva chiesto secondo la legge. Per Ussita quelle zone sono uno scempio, non le amiamo: sono servite e servono tutt’ora, ma per il nostro territorio sono una grave ferita”.

l.c.
“Il Comune di San Severino rischia di non riuscire a guidare i grandi processi di cambiamento che sono in corso nei servizi e di dover subire decisioni altrui, soprattutto quelle di Comuni e di aziende più grandi”. Lo ha detto Tarcisio Antognozzi, leader della minoranza di Insieme per San Severino, parlando del futuro dell’Assem. Con le scadenze per gli accorpamenti e il raggiungimento della soglia di utenze necessarie a proseguire autonomamente la gestione dei servizi, previste per il settore idrico nel 2022 e per quello elettrico nel 2025, la municipalizzata settempedana rischia di doversi accodare a progettualità pubbliche o private estranee alla realtà locale per la prosecuzione della sua attività.

“Sono questioni che avevamo praticamente risolto – commenta Antognozzi –. Nel settore elettrico la grande progettualità portata avanti da Assem è stata invece affossata dall’amministrazione comunale per paura di perdere consensi. Avremmo aperto una strada per la sopravvivenza dell’Assem, anche in vista dei cambiamenti che vedranno la luce nel 2030. Nell’idrico, quello più remunerativo per l’azienda, occorre grande abilità politica e negoziale per permettere all’Assem di avere un ruolo dignitoso e di rilievo in un futuro e probabile consorzio che gestirà il servizio nei decenni avvenire. Considerata l'ormai imminente vendita del settore gas – spiega ancora Antognozzi –, la preoccupazione che tutti noi amministratori dovremmo avere è quella di garantire ai dipendenti un futuro anche nei nuovi scenari che si stanno prefigurando. La sensazione invece è che l'amministrazione sia più interessata a ‘mungere’ l'Assem finchè sarà possibile, garantendosi cospicui introiti annuali dagli utili della società, e meno invece ad assicurare anche in futuro servizi eccellenti alla nostra comunità, che Assem ha sempre garantito fino ad ora”.

l.c.
“Per il Comune di Tolentino è stata sprecata una grande occasione”. Lo afferma Fulvio Riccio, consigliere comunale per il Partito Democratico, che ha sottolineato come l’amministrazione Pezzanesi “abbia sciupato le opportunità di abbattere l’enorme volume di debito pubblico delle casse comunali”.

Durante la seduta del Consiglio comunale di ieri (la prima in epoca Green Pass, ndr), Riccio ha fatto presente come l’ammontare del debito pubblico del Comune di Tolentino si attesti intorno ai “30 milioni di euro. Una somma – spiega Riccio – che certamente non è da imputare direttamente all’amministrazione guidata dall’attuale sindaco, ma da una serie di politiche di stampo clientelistico che da anni contraddistinguono la nostra città. Sin dagli anni ottanta l’ammontare del debito pubblico non ha fatto che crescere. Nell’ultimo quinquennio c’era la possibilità di sanare questa situazione, ed è qui che emergono le mancanze del sindaco Pezzanesi. Visto che le rate dei mutui in essere sono state sospese per i Comuni del cratere e vista soprattutto l’enorme mole di fondi giunti negli ultimi anni, il risparmio poteva essere duplice: sia perché le nuove opere avrebbero potuto essere finanziate con queste agevolazioni, sia perché la sospensione stessa delle rate avrebbe permesso un massiccio risparmio. Questo non è avvenuto”.

Riccio conclude sottolineando come la situazione finanziaria del Comune di Tolentino debba essere urgentemente presa in esame: “Allo stato attuale delle cose, 30 milioni di debito significano circa 2000 euro di debito per ogni cittadino: una cifra considerevole che, con lo sblocco delle rate, dovrà essere sanata. Chiunque dovesse trionfare alle prossime elezioni dovrà confrontarsi con questi numeri piuttosto preoccupanti”.

l.c.
“Un incontro cordiale, all’insegna della massima stima e fiducia che lega da dieci anni le nostre figure”. Lo ha detto Stefano Gobbi a proposito del tavolo a cui hanno seduto proprio il presidente dell’ASSM e il sindaco della città di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi.

Le ragioni d’essere di questo incontro erano gli interrogativi nati dopo l’uscita da Forza Italia di Daniele Pinciaroli, Alessia Pupo e proprio Stefano Gobbi. In quanto presidente della municipalizzata tolentinate, Gobbi rappresenta una diretta emanazione dell’amministrazione Pezzanesi. La fuoriuscita da un partito – quello berlusconiano – che ha da poco ricostituito il gruppo consiliare in appoggio all'attuale amministrazione, ha attivato delle riflessioni sul futuro del rapporto tra, appunto, Giuseppe Pezzanesi e Stefano Gobbi, che quattro anni fa fu candidato con la civica "Tolentino nel cuore" del primo cittadino.

Dubbi immediatamente fugati proprio dallo stesso Gobbi: “Sotto il profilo del rapporto con il sindaco (Giuseppe Pezzanesi, ndr) non cambia assolutamente nulla. Sono dieci anni che le nostre figure rappresentano e ricoprono ruoli politici di rilievo in città: ci legano assoluto rispetto e condivisione. Le legittime domande che il sindaco mi ha posto sulle mie intenzioni – prosegue Stefano Gobbi – , hanno immediatamente lasciato il posto a discorsi ben più importanti, come i progetti e la programmazione futura che riguardano la città. Il mio rapporto con l’amministrazione non cambia, continua a esserci collaborazione tra me e la giunta Pezzanesi. L’uscita da Forza Italia non riguarda assolutamente dinamiche interne al governo comunale, ma solamente questioni di partito. Con Pezzanesi ci siamo lasciati con l’intenzione di continuare i nostri incontri per parlare di una visione politica futura, con la cordialità e l’amicizia che ci lega da tempo”.

l.c.
Nel clima da pre campagna elettorale – si andrà alle urne nella primavera del 2022 – che si respira a Tolentino, sono molti i temi che infiammano il dibattito tra forze di minoranza e amministrazione. Dopo le ultime stilettate inferte dal Comitato di quartiere del centro storico in merito alla delocalizzazione dei servizi, la discussione si è di nuovo accesa intorno alla decisione di cedere la vecchia centrale elettrica. La scelta della giunta Pezzanesi di vendere lo stabile alla Coal e di destinarlo ad utilizzo commerciale non è piaciuta, in particolare, agli esponenti del Partito Democratico.

“Una manovra che priva il patrimonio edilizio comunale di un edificio simbolo – dice Fulvio Riccio, consigliere comunale del Pd – . La centrale elettrica è la rappresentazione fisica di un'eccellenza della città di Tolentino quale l’ASSM, destinarla all’utilizzo commerciale cedendola ad una catena di supermercati era una scelta, secondo me, evitabile. Oltre a non aver interpellato le associazioni di quartiere – spiega Riccio – , la decisione è sostanzialmente irreversibile. Credo che ci sarebbero state soluzioni diverse per non privare la città di un edificio che rappresenta la sua storia. È un modo di fare di questa amministrazione – sottolinea e conclude il consigliere dem – che non condividiamo. Lo abbiamo già visto nel caso dei giardini John Lennon o del forno crematorio. Vengono prese decisioni unilaterali, senza consultazione: da qui nascono malumori sia nelle minoranze, ma anche e soprattutto tra i cittadini”.

l.c.
Sarà Francesco Giacinti, ex consigliere regionale, fermano di Monte Urano, il nuovo commissario del Partito democratico della città di Macerata. Questa la proposta formulata dalla segretaria provinciale dem Paola Castricini al segretario regionale Giovanni Gostoli, dopo una serie di consultazioni a livello locale.

Il commissariamento arriva a seguito delle dimissioni dell’intero direttivo comunale del partito maceratese costituito in autonomia all’indomani della sconfitta delle elezioni amministrative. La prossima settimana sarà convocata l’assemblea degli iscritti per formalizzare la proposta e definire i lavori delle prossime settimane.

“Giacinti è un dirigente regionale del Pd equilibrato e competente – hanno commentato Paola Castricini e Giovanni Gostoli – . Siamo contenti che abbia offerto la propria disponibilità e allo stesso tempo siamo convinti che svolgerà il ruolo con grande passione ed equilibrio. L’obiettivo è quello di accompagnare il partito maceratese fino al prossimo congresso comunale e di prepararlo nel migliore dei modi affinché sia davvero l’occasione di ripartenza e rigenerazione del partito”.

l.c.
“Va avanti il tesseramento che permette di essere protagonisti da subito per la costruzione di una città aperta”. Lo ha fatto sapere con una nota stampa il direttivo di Città in Comune Tolentino. L’associazione mette l’accento sulla volontà di portare avanti la sua campagna di ascolto, “fortemente voluta e che ha coinvolto decine di persone e associazioni”.

Città in Comune, nella nota, mette in evidenza quello che sarebbe emerso negli ultimi anni, ovvero “una scarsa capacità di ascolto da parte dell’attuale amministrazione e la necessità che la macchina comunale si munisca, in futuro, di una figura capace di dialogare e far dialogare il complesso e articolato mondo associativo locale, motore pulsante della nostra comunità, fatto di tante cittadine e cittadini che quotidianamente si adoperano per rendere Tolentino più bella e vivibile”.

Dai momenti di confronto e di dialogo portati avanti dall’associazione, intanto, “nasceranno proposte che, nei prossimi mesi, illustreremo pubblicamente – prosegue la nota – anche con l’aiuto di chi finora ha mostrato apprezzamento per il nostro approccio nuovo, inclusivo e partecipato: si sono infatti formati a seguito di queste esperienze dei gruppi di lavoro interni che si occuperanno di sociale, ambiente, cultura e sport, urbanistica, comunicazione, formazione, sanità e lavoro”.

I temi maggiormente toccati da Città in Comune, come sottolineato da Nicola Serrani, firmatario della nota, sono stati quelli del campus scolastico, della messa in sicurezza della Biblioteca Filelfica, del mondo del lavoro, “in relazione anche agli episodi di caporalato in città”, della sanità, dell’ambiente, della cultura, dello sport e del tempo libero.

L’invito dell’associazione ai suoi tesserati è quello “di partecipare agli incontri e alla costruzione delle idee e delle proposte per il programma – affermano – . Il progetto è assolutamente inclusivo ed aperto a tutti coloro che vorranno fare parte di questo cammino comune verso Tolentino 2022”.

Fissato, intanto, anche l’appuntamento “per la prossima assemblea degli iscritti e simpatizzanti, in programma per mercoledì 30 giugno alle 21 e 30”.

l.c.
Al suo ritorno a casa dopo l'intervento, subìto a seguito dell'infortunio, il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi fa una analisi della situazione sanitaria vissuta in prima persona durante il suo ricovero.
Un quadro che si unisce a quello degli altri amministratori che proprio in questi giorni si stanno muovendo per salvaguardare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari nelle strutture al collasso per l'emergenza Covid.
Ha le idee chiare il primo cittadino tolentinate: "Per un ventennio - dice - nel Paese e nella Regione si è dormito sotto l'aspetto sanitario, ma ora devono seguire i fatti.
È ora che qualcuno pensi a ciò che bisogna fare perchè la sanità, per come l'ho vissuta io, ha bisogno di molto di più di quello che ha. È bello dire che gli operatori sanitari sono tutti angeli, perchè io sono il primo a dirlo, ma ciò di cui hanno bisogno per lavorare dove sta?
Abbiamo il 30% di ciò che servirebbe per avere una situazione normale - denuncia - e a questo si aggiunge il Covid. E' assurdo lavorare in questa maniera".
Duro l'attacco politico del sindaco "Più che preoccuparsi di imbellettarsi al mattino di stemmi e ideologie - dice - dimostriamo quanto siamo bravi a mettere in pratica ciò in cui diciamo di credere. Bisogna costruire le strutture e soprattutto portare la sanità ad essere efficiente, per tutti, e pronta ad affrontare qualsiasi situazione. Al di là della politica - conclude - ci vogliono uomini e donne che rispondano alle promesse e pensino alla sostanza, dimostrando di essere preparati sugli argomenti". 

GS

Mentre il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha dedicato la mattinata di ieri alle Marche, partendo da Osimo e toccando altri centri tra cui Montegranaro e Fermo, potrebbe essere Fratelli d'Italia ad aggiudicarsi il candidato del centrodestra per le possime elezioni regionali.
Una conferma che potrebbe arrivare nelle prossime ore a seguito di diverse riunioni tra i vertici dei principali partiti del centrodestra da cui dovrebbe emergere il nome del deputato Francesco Acquaroli, come rivendicato da Giorgia Meloni già a dicembre scorso.
Se così fosse decaderebbe quindi il nome di Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova, che era il favorito delle liste civiche e del leader della Lega.
Un nome, quello di Acquaroli, che sta prendendo piede sul tavolo nazionale di centrodestra che alla fine sembra possa essere disposto a cedere sul primo dei nomi fatti da tempo, nonostante la Lega abbia subito rifiutato le candidature della Meloni in tutte le regioni di riferimento. 
Una volta confermato il deputaro resta poi da capire quali saranno i nomi che sosterranno questa candidatura.

GS
Oltre alla multa salata, la corsetta in solitaria, fatta in montagna all'alba, a Giovanni Ciarlantini è costata anche le cariche di assessore e vice sindaco di Caldarola.
Al centro delle polemiche delle ultime ore, Ciarlantini ha rassegnato le proprie dimissioni, dopo il fatto che lo ha visto coinvolto in una corsa in montagna resa pubblica a tutti grazie ad una applicazione dedicata, nonostante le restrizioni non lo permettessero.
Nel Comune salito alla ribalta nazionale per via delle esternazioni fatte dal sindaco, Luca Maria Giuseppetti, che chiedeva con toni perentori, ai suoi concittadini, di restare a casa, la polemica sul comportamento del suo vice ha avuto un'eco più forte e, questa volta, l'errore ha avuto la meglio.
Non sono bastate, quindi, le scuse che Ciarlantini ha rivolto ai suoi concittadini, per responsabilità e rispetto nei confronti della cittadinanza e dell'amministrazione si è sentito in dovere di rassegnare le dimissioni. I suoi colleghi di maggioranza, al termine di una riunione convocata d'urgenza dal sindaco, hanno, evidentemente, chiesto trasparenza per i caldarolesi e il vice sindaco ha deciso di farsi da parte. La carica di assessore è stata affidata a Teresa Minnucci, mentre il ruolo di vice sindaco è passato all'assessore Giorgio Di Tomassi.
Nei mesi scorsi, sempre Ciarlantini, era stato al centro di una polemica che lo aveva visto autore di due spari avvenuti all'interno dei container che ospitavano gli uffici comunali. Nemmeno quell'episodio, però, che aveva fatto infuriare la minoranza, lo aveva spinto a tanto.
Così lo sport, che lui stesso ha definito "la sua vita" questa volta lo ha spinto a fare quel passo falso che molti caldarolesi non hanno digerito. Più che lo sport, forse, la tecnologia che, ancora una volta, ha mostrato di essere un'arma a doppio taglio se non utilizzata con cautela.

GS

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