Piena solidarietà e condivisione «per il paziente e prezioso lavoro di ricucitura e ricostruzione del quadro politico che il Segretario Enrico Letta a nome di tutto il partito sta portando avanti con lucidità e determinazione» è stata espressa all'unanimità dall'assemblea provinciale del Partito Democratico di Macerata, riunitasi in data 18 Luglio 2022.

Nel comunicato viene sottolineata la forte preoccupazione «per la drammatica situazione venutasi a creare nel Paese a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi e per le gravi ricadute che le stesse, potrebbero avere su famiglie e imprese - si legge -, rischiando di mettere in discussione la stessa tenuta sociale delle nostre comunità già fortemente provate per il terremoto e i ritardi nella ricostruzione, per la pandemia, la guerra in Ucraina e la conseguente chiusura del mercato russo che ha rappresentato per anni, uno dei più importanti sbocchi commerciali per l'export delle piccole e medie imprese manufatturiere del nostro distretto della calzatura, per la crisi energetica con ricadute insostenibili per il sistema produttivo e l'economia di tante famiglie già fortemente in difficoltà, per il riaccendersi di una spinta inflazionistica le cui dimensioni, non conoscevamo da almeno quaranta anni».

È per questi motivi che nell'ordine del giorno approvato all'unanimità, l'assemblea provinciale del Partito Democratico di Macerata chiede «con forza che il Partito Democratico continui in queste ore a percorrere fino in fondo tutte le vie praticabili, per non lasciare nulla di intentato, al fine di evitare una rovinosa crisi di governo per il sistema Paese, in uno dei momenti più difficili della storia repubblicana».

Infine, «si unisce ai Sindaci, ai Presidenti delle regioni, alle forze sociali, al mondo dell'associazionismo laico e cattolico, ai cittadini che chiedono al Presidente Draghi di rimanere alla guida del governo fino almeno al termine naturale della legislatura per dare una risposta immediata anche attraverso la stipula di un nuovo patto sociale, ai problemi che investono ogni giorno giovani e anziani e più in generale per le fasce più deboli della nostra società».

c.c.

Una simbolica, ma forte forma di protesta nei confronti del Governo così come avvenuto anche nel resto del Paese.
E’ l’iniziativa adottata dai commercianti di Camerino che hanno richiesto al sindaco Sandro Sborgia

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un incontro nel corso del quale, oltre a rappresentare le proprie esigenze e difficoltà, hanno simbolicamente riconsegnato nelle mani del primo cittadino le chiavi dei propri esercizi commerciali.
"Riaprire in queste condizioni non è la soluzione migliore - a parlare Alessio Bottacchiari - soprattutto perchè non conosciamo bene criteri e modalità. Inoltre vorremo capire bene quando e come arriveranno gli aiuti economici previsti". Saracinesche che rischiano di essere abbassate definitivamente, come sottolinea Mario Bottega. "Se in questo momento la situazione è molto preoccupante per il domani sarà drammatica - le sue parole - Ogni attività ha quindi bisogno e diritto ad aiuti immediati per evitare chiusure di massa che saranno, purtroppo, molto probabili". Aveva già scritto una lettera al Premier Conte Serena Cerescioli, che aggiunge: "Una forma di protesta necessaria da parte di tante attività di Camerino e non solo che in questo momento hanno bisogno di essere sostenute da parte dello Stato. Un sostegno che non vuole essere una rinuncia alle prescrizioni volte alla salvaguardia della salute, ma chiediamo misure adeguate per affrontare i mesi che verranno e che saranno duri per tutti".  
Un gesto di forte carattere simbolico per sensibilizzare il Governo ad adottare provvedimenti più rispondenti alle problematiche che alcuni settori commerciali, in testa bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, si trovano a dover affrontare a causa delle disposizioni che ne posticipano la riapertura ad inizio giugno. Richieste e problematiche che l’amministrazione comunale ha accolto e che trasmetterà nelle opportune sedi istituzionali, Regione e Governo, rappresentando le difficoltà di chi dopo il terremoto cercava di rialzarsi e che, invece, rischia ora di restare definitivamente al tappeto. Urgono provvedimenti mirati per evitare la desertificazione economico-produttiva, e non solo, di una città e di un territorio.

f.u.
Una nuova ordinanza, quella del Governo che prevede le passeggiate genitore-figlio, che ha diviso l'opinione pubblica. Se, infatti, da un lato c'è chi tira un sospiro di sollievo, confermando che anche quel momento è da considerare diritto alla salute psicofisica soprattutto per i più giovani, dall'altro c'è chi teme che i cittadini non sappiano porsi delle regole e, se il buon senso dovesse venire a mancare, potrebbero esserci delle ricadute.
Un dibattito nato anche sui social, dove già erano state portate all'esasperazione le passeggiate concesse con i cani e le diverse scuse per uscire più volte a fare la spesa. Quasi un modo per aggirare un ostacolo che il Governo non ha certamente imposto per indispettire i cittadini, bensì per proteggerli dai picchi del contagio.
Ora la possibilità di uscire con il figlio minore, con un disabile o un anziano. "Una misura che - ci tengono a precisare dal Governo - non può intendersi come un allentamento delle misure che anzi bisogna tenere così come sono, soprattutto con la piccola discesa nella curva dei contagi registrata nel nostro Paese".
Discesa che potrebbe, invece, tranquillizzare i più 'leggeri' sul tema e far ritornare il problema da capo a piedi.
Sulla scia dei contrari anche il primo cittadino di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti, che nelle ultime settimane aveva dimostrato il suo disappunto, anche in maniera molto forte, nei confronti dei pochi concittadini che non rispettano ancora le regole: "Comprendo che non sia facile trascorrere settimane a casa e uscire solo per le emergenze - dice - . Si tratta di una situazione difficile, ma solo a livello psicologico perchè credo che, pensando a cosa hanno passato i nostri nonni durante la guerra, restare a casa non sia un grosso sacrificio. Posso dire che il 90% della popolazione ha ascoltato le direttive, ora questo allentamento non mi rende certo tranquillo. Significa che stiamo andando avanti e bene, ma non mi sembra il momento di aprire le porte e vanificare tutti i sacrifici fatti finora. Credo sia ancora presto - aggiunge - . Che poi si voglia dare un segnale di fiducia va bene, ma bisognava ancora resistere. A nessuno era comunque vietata una boccata d'aria, ma che ora si permetta di fare due passi con i figli o con un disabile credo sia eccessivo. Non è il momento di dire che siamo fuori dal problema. Ho paura anche per quando saranno riaperti i locali pubblici come ristoranti e bar, perchè prima o poi si dovrà fare. Almeno fino a Pasqua - conclude - dovevamo restare con le direttive iniziali".
Intanto comunque dal Viminale fanno sapere che "Le regole sugli spostamenti per contenere la diffusione del coronavirus non cambiano. Si può uscire dalla propria abitazione esclusivamente nelle ipotesi già previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri: per lavoro, per motivi di assoluta urgenza o di necessità e per motivi di salute. Lo comunica il ministero dell'Interno. La circolare del ministero dell'Interno di eri si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale". 

GS
E' ufficiale: dopo il consiglio dei Ministri è stato il ministro Azzolina a confermare la chiusura delle scuole e degli atenei di tutta Italia da domani fino al prossimo 15 marzo.
Anche l'Italia, quindi, ha deciso di correre ai ripari con misure più restrittive per combattere l'emergenza sanitaria anche nelle zone fuori dai focolai.
"In questo momento siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento per l'emergenza - ha detto il premie Conte - perchè il sistema sanitario, per quanto efficiente, rischia di andare in sovraccarico".
In attesa del decreto che si occuperà delle soluzioni economiche per l'emergenza sanitaria, si prosegue consigliando le restrizioni GIà diffuse: niente strette di mano, niente abbracci, sospesi meeting e congressi, anziani in casa e stop alle manifestazioni, anche a quelle sportive.
Una decisione che ha comunque fatto indignare i marchigiani che si sono visti impugnare l'ordinanza emanata dalla Regione Marche ben una settimana fa dallo stesso Governo che oggi ha invece deciso di applicare questa misura di sicurezza anche nelle Regioni che non registrano casi di Coronavirus.

GS
Il nuovo contratto di governo fra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico è pronto. Ormai il prossimo step sarà la fiducia. Al punto 6 figura un argomento assai importante per il Centro Italia e per la provincia di Macerata: il terremoto. "I terremotati non sono mai stati dimenticati - afferma il senatore marchigiano Giorgio Fede, dei 5 Stelle - nemmeno nel primo contratto. Mi fa piacere ricordare che il Presidente Conte ha già incontrato in una specifica audizione chi i danni del sisma li vive sulla propria pelle. Questa è stata quindi una prima testimonianza della sensibilità verso l'argomento, a dimostrazione che non si tratta solo di un punto programmatico ma di qualcosa di più. E' stato assimilato alle audizioni che si sono svolte con tutte le forze politiche per formare il governo. Poi, ancor più gradito è stato il poter verificare che proprio al punto 6 del programma si parla di accelerare la ricostruzione". Un altro argomento cardine per le Marche è quello che riguarda la viabilità. Il progetto della Quadrilatero deve essere portato a conclusione con gli ultimi interventi, fra i quali la bretella San Severino-Tolentino recentemente finanziata per intero e la Pedemontana che collegherà Fabriano, Matelica fino a Muccia. "Anche questa è la prova di quanto sia alta l'attenzione - prosegue - sicuramente anche indotta dall'attività di noi parlamentari del Movimento 5 Stelle. Già Conte e l'allora ministro Toninelli ne avevano sottolienato l'importanza quando vennero nel territorio ad effettuare un sopralluogo e poi in aula, quando vennero a riferire sull'argomento. L'attenzione e la volontà di far partire queste opere sono alte, seppur fra tante polemiche e problematiche generate e questa non può che essere una notizia positiva per noi marchigiani. Sappiamo bene - aggiunge - quanto le Marche paghino un deficit di infrastrutture e quindi ripartiamo da quelle già in corso di esecuzione per dare risposte concrete sia alla popolazione sia a chi ci ha definito il partito del 'no'. Questa è un'azione del governo Conte e del Movimento 5 Stelle per ridare vita a un territorio".
g.g.























L’appello del presidente della Regione, Luca Ceriscioli, al Governo è chiaro e preciso e, a pochi giorni dall’inizio di RisorgiMarche, ne ha davvero per tutte le forze politiche. 
“Noi – dice parlando del terremoto e della ricostruzione - facciamo tutto quello che è in nostro potere per rilanciare questo territorio. Neri Marcorè, che ha confermato per il terzo anno di fila questa manifestazione, e sappiamo la fatica che c’è dietro questo impegno, ha dimostrato un grande atto di passione e militanza per il territorio”.

Ma le richieste del governatore delle Marche sono altre e vanno dritte al Governo centrale: “Dobbiamo continuare a richiamare il Governo – dice - che perde molto tempo dietro 50 migranti che cercano di sbarcare. Se avesse dedicato la metà di questo tempo alle aree terremotate, oggi saremmo in un’altra fase”.

Poi una analisi sulle decisioni dei Governi che si sono succeduti dall’ottobre del 2016: “Abbiamo vissuto la prima impostazione del Centro Sinistra – critica - che certamente ha messo tantissime risorse ma regole troppo pesanti; poi c’è stato un anno dove non sono cambiate né le risorse e né le regole. E’ bene che questo Governo batta un colpo e si dedichi un po’ di più alle Marche e ad oltre 30mila marchigiani che chiedono la metà dell’attenzione che è stata data a 50 migranti che vogliono sbarcare”.

GS
Buone notizie per la ricostruzione dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Eustachio Divini” di San Severino Marche. In queste ore il Commissario straordinario del Governo per la Ricostruzione delle zone colpite dal sisma 2016, onorevole Paola De Micheli, ha comunicato al primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, l’imminente sblocco del cantiere per la ricostruzione dell’edificio di viale Mazzini abbattuto dopo le scosse di terremoto.
Nei mesi scorsi uomini  e mezzi erano stati fermati da due distinti ricorsi al Tar presentati da ditte escluse dall’appalto. 
“Attendevo con trepidazione questa comunicazione - sottolinea il sindaco Piermattei – A breve completeremo un altro tassello che riguarda la ricostruzione in città. Si tratta di uno dei tasselli più importanti perché il ritorno alla normalità delle nostre scuole significa anche il ritorno alla normalità della nostra comunità”.
g.g.
 
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 “In un solo mese al governo abbiamo dovuto cercare il rimedio a due anni di non risposte e di errori sostanziali”. È Tullio Patassini, relatore di maggioranza, ieri alla Camera, nella discussione del Decreto Terremoto. Lo ha descritto come un intervento “forzatamente parziale per i tempi e le attuali disponibilità di bilancio. Un primo atto concreto dopo due anni di niente, di politiche dei governi di Renzi e Gentiloni fatte di ordinanze commissariali anche contraddittorie. Siamo ancora in emergenza e con la ricostruzione al palo”.

Dura la critica dell’onorevole treiese al modello ricostruzione Emilia-Romagna scelto immediatamente dopo il sisma del 2016, che ha definito “inadeguato” per le caratteristiche geomorfologiche e di antropizzazione estremamente diverse. 

Quello che è stato portato all’attenzione dell’Aula è un primo tassello, urgente, che si comporrà col tempo, progressivamente e nella disponibilità di risorse.

“È stato raggiunto il miglior risultato possibile - ha aggiunto - nella circostanza attuale, e lo si è fatto in misura condivisa. Lo impongono il rispetto per le popolazioni terremotate nei confronti delle quali le risposte vanno date e subito, quand'anche non completamente esaustive. L’opposizione si ostina a presentare emendamenti che, sanno bene, non è possibile accogliere in questo momento. Peraltro, hanno avuto ben altri tempi per introdurre quelle misure che oggi ritengono indispensabili”.

Dai documenti presi in esame in commissione speciale per elaborare il Decreto Terremoto, sarebbe emerso il problema di una ricostruzione non ancora partita a cui si sta tentando di rispondere con soluzioni suggerite da enti e soggetti pubblici e privati dei territori del cratere, quindi in linea con le richieste delle comunità locali.

Queste le disposizioni all’esame dell’Aula elencate dall’onorevole Patassini: “Proroga dello stato d’emergenza al 31 dicembre prossimo e stanziamento di risorse per 300milioni di euro; proroga al 2019 della restituzione dei mutui dei comuni, con la possibilità di adeguare l’indennità dei sindaci di Comuni con meno di 5mila abitanti. Esonero dall’obbligo di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata durante il periodo dell’emergenza”. C’è poi la proroga fino al 2020 dei mutui per attività economiche e per le prime case, e al 2021 per chi è in zona rossa. È previsto anche il riconoscimento ai privati delle spese per l’occupazione del suolo pubblico per il cantiere di ricostruzione e, fino al 2020, l’esenzione delle bollette fornite in zona rossa. 

“Introdotta - ha continuato Patassini - la possibilità di avvalersi del datore di lavoro per la restituzione a rate dei versamenti della busta paga pesante. Ciò sgraverà i contribuenti da ulteriori adempimenti burocratici con l’F24. Aumentata la soglia dell’importo dei lavori pubblici per l’obbligatorietà della SOA di cui molte imprese edili locali sono provviste. Introdotto il rimborso delle spese per l’adeguamento antincendio e per l’eliminazione delle barriere architettoniche di immobili distrutti o danneggiati”. Ampliato anche il numero delle centrali uniche di committenza, e in un prossimo intervento verranno inserite anche le università. A fine dicembre è prorogata anche la presentazione delle schede Aedes ed è prevista la realizzazione di aree turistiche attrezzate per roulotte e camper per proprietari di seconde case distrutte dal terremoto, “fondamentali per il rilancio del turismo e per far rivivere le comunità”.

Fra le novità più attese, una norma per sanare le casette temporanee costruite senza permesso, in emergenza, da chi non ha voluto abbandonare i propri luoghi e, per sbloccare la ricostruzione privata, sono state definite le procedure sia per condoni pendenti connessi a fabbricati danneggiati dal sisma, sia per sanare piccole difformità.

Per la tregua fiscale, oltre allo slittamento di un paio d’anni di mutui, bollette e imposte varie, sono stati prorogati i termini relativi alla restituzione degli sconti fiscali e contributivi del 60% concessi alle imprese dell'area colpita dal terremoto 2009 e considerati da Bruxelles aiuti di stato illegittimi, permettendo al governo di avviare urgentemente in Europa una negoziazione sulla procedura di infrazione. Per quanto riguarda le diocesi, “è stata introdotta la possibilità di intervenire direttamente su molte delle 3mila chiese danneggiate ricorrendo a procedure previste per la ricostruzione privata, in luogo delle procedure pubbliche, per lavori di importo fino a 500mila euro”.

Infine, col Decreto Terremoto p prevista la pubblicazione e l’aggiornamento periodico di un vademecum del Commissario della Ricostruzione, per permettere a tutti di accedere alle norme e alle ordinanze emesse. 

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