Radioc1inBlu

L'edizione di quest'anno delle Rassegna agricola centro Italia (Raci) propone una curiosa novità: un corso breve per imparare a fare la pasta in casa.

Sabato 2 e domenica 3 giugno (ore 17,30) all'interno della  manifestazione, che si svolge al Centro fiere di Villa Potenza di Macerata, si può partecipare ad un corso pratico gratuito, a cura della Pro loro di Piediripa, per apprendere le tecniche ed i “segreti” della pasta all'uovo fatta a mano: quella larga “perla” gialla su cui ritagliare tagliatelle, agnolotti, tortellini ed altri tradizionali primi piatti di pasta fatta in casa.  Sono disponibili 25 posti per ognuno dei due giorni: per questo è necessario prenotare  in anticipo telefonando al numero 0733-248496 oppure 248591. La Provincia di Macerata, che organizza la rassegna, mette a disposizione di coloro che si iscrivono tutto il materiale necessario, tranne il “matterello” che dovrà essere portato al corso dagli stessi partecipanti.

 

La Corsa alla spada questa volta ha visto trionfare Battista Venera per il terziero di Sossanta, mentre il palio è andato a Muralto che ha totalizzato 176 punti.

La corsa è stata dominata fin dall' inizio da Federico Lucarini di Muralto ma proprio in dirittura d'arrivo, Battista Venera è riusicto a strappare la vittoria (tempo 3' 27'').

Al tradizionale corteo storico ha partecipato anche Barbara Chiappini nelle vesti della duchessa, mentre il duca era Ludovico Pinzari, un discendente della famiglia dei Da Varano.

Nella sezione “Contributi audio” è disponibile il file con una serie di servizi sulla festa.

 

Inaugurato a San Severino il santuario di Santa Maria del Glorioso, restaurato dopo il terremoto e recuperato anche nei suoi arredi grazie all'intervento della Sovrintendenza regionale. La bellezza degli affreschi cinquecenteschi riportati alla luce, il suono dell'organo del ‘700 di Feliciano Fedeli, la curiosità per la corona d'oro della Vergine della Pietà, custodita sempre in cassaforte e ricollocata in chiesa per l'occasione, la devozione di centinaia di fedeli che ogni anno festeggiano la Madonna del Glorioso proprio il giorno dell'Ascensione hanno reso molto suggestiva la cerimonia inaugurale. A tagliare il nastro è stato il sindaco Cesare Martini, presente – fra gli altri – Maria Giannatiempo Lopez che ha coordinato le opere di restauro per conto della Sovrintendenza. E' seguita la celebrazione della messa da parte dell'abate cistercense don Luigi Rottini.

Giovedì prossimo, 24 maggio, alle ore 21.50 (ingresso libero) ci sarà un'appendice della festa con il concerto, “Sinfonie dorgano”, curato dall'Orchestra filarmonica marchigiana.



Nella foto: taglio del nastro col sindaco Martini, la prof.ssa Giannatiempo e l'assessore Aronne

 

Gli oratori quali luoghi di aggregazione e di formazione dei ragazzi ed in particolare degli adolescenti; i valori storici e sempre attuali che tali istituzioni rappresentano; il ruolo delle pubbliche amministrazioni, delle famiglie, delle parrocchie per renderli vivi e rispondenti alle rinnovate esigenze. Sono stati questi i temi al centro del convegno “Vicini ai più giovani. Politiche giovanili, scuola e famiglia: la funzione sociale degli oratori” che si è svolto al teatro Lauro Rossi di Macerata per iniziativa della Provincia.

Sentivamo la necessità di riflettere su cose concrete da fare per i giovani” ha detto il presidente Giulio Silenzi all'inizio del suo intervento, ove ha ricordato il progetto “Oratorio-Laboratorio” finanziato dalla Provincia e gestito in collaborazione con la Fondazione Vaticano II, finalizzato a sostenere le attività educative e formative degli oratori parrocchiali. “La Provincia di Macerata – ha detto ancora Silenzi - è soprattutto interessata a far crescere l'attenzione verso i giovanissimi, verso le nuove problematiche che li riguardano, in una società che spesso è frenetica e concentrata sul consumo dei beni più che sulla cura delle coscienze e dei rapporti umani. Ciò che si può fare per la tutela dell'infanzia è veramente molto se si capisce la sua importanza non solo nelle società più povere (dove spesso i bambini hanno bisogno anche del cibo indispensabile per nutrirsi) ma anche nelle società più ricche, dove si sono aperte nuove problematiche riferite alla solitudine, alla mancanza di ambienti capaci di trasferire valori e relazioni positivi. Tutti – ha continuato il presidente della Provincia - possono svolgere una funzione importante: pubbliche istituzioni e soggetti privati, laici e religiosi; fondamentali sono i valori da trasferire ed i luoghi che li ospitano, tenendo presente che ovunque l'infanzia ha diritto a misure speciali di protezione ed assistenza, ma anche di attenzione, dedizione e presenza.”

Mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, ha sottolineato tre caratteristiche che qualificano l'esperienza degli oratori e che oggi “debbono guidare il rinnovato impegno in questo settore”: “una vicinanza ai ragazzi effettiva ed affettiva”, cioè una vicinanza reale e concreta in un ambiente in cui si stabiliscono relazioni di qualità con il sacerdote di turno e con gli animatori; “una proposta integrale e integrata”, che va incontro cioè alle esigenze sportive, socio-assistenziali e culturali dei giovani, ma senza agonismo, in piena libertà, con un'accoglienza aperta a tutti; “un progetto educativo volto alla libertà e alla responsabilità dei giovani” che si basa cioè su un patto reciproco di stima e di fiducia per creare una forte alleanza con i ragazzi. Mons. Giuliodori ha inoltre rimarcato il ruolo essenziale degli educatori che vanno “preparati bene, anche grazie all'aiuto delle amministrazioni locali”.

Al convegno, che si è aperto con il saluto del sindaco di Macerata, Giorgio Meschini, hanno preso parte il pedagogista Luciano Corradini, il quale si è soffermato sul problema dell'“inquinamento dei valori”, il giornalista Luigi Accattoli, che ha approfondito aspetti umani, legati anche a testimonianze su esperienze personali; Massimiliano Sabbadini, presidente del Forum Oratori Italiani, il quale ha sottolineato l'importanza della “formazione dei formatori”.

Nella seconda parte del convegno, coordinata da Luciana Salvucci, consigliere provinciale impegnata nell'attuazione del progetto “Oratorio-Laboratorio”, numerosi operatori hanno portato dirette testimonianze sulla gestione e su progetti avviati dai singoli oratori. A conclusione del dibattito è intervento l'arcivescovo di Fermo, mons. Luigi Conti, che come predecessore di mons. Giuliodori è stato protagonista del protocollo d'intesa per l'attuazione del progetto con la Provincia. “Per decenni – ha detto mons. Conti – gli oratori sono rimasti ‘sotto traccia', credendo che la famiglia e la scuola potessero da sole far fronte alle esigenze formative ed educative dei ragazzi. Quando poi si è capito che queste istituzioni da sole non bastavano, gli oratori sono ‘rifioriti', soprattutto perché si è compreso che l'età 11-12 anni è quella in cui i ragazzi rischiano di subire le ‘prime sconfitte' ed è quindi l'oratorio con i suoi favori e le sue attività che può aiutarli a superare le difficoltà.


La diocesi di Camerino festeggia i 10 anni di episcopato del vescovo Angelo Fagiani, giovedì 31 maggio, con una solenne concelebrazione in cattedrale, alle ore 18.30, presieduta dal vescovo di Fermo, mons. Luigi Conti. Prevista la presenza di altri vescovi delle Marche, dei sacerdoti e dei sindaci dei comuni dell'intera diocesi. Di seguito alcune brevi note di chi ha percorso questi 10 anni fianco a fianco con mons. Fagiani.....

 


S.E. Mons. Angelo Fagiani
Nato a Monterubbiano (AP) il 18 aprile 1943. Ordinato sacerdote a Monterubbiano il 12 marzo 1967.
Eletto Arcivescovo di Camerino- San Severino Marche il 14 aprile 1997.
Ordinato vescovo il 31 maggio 1997 nella Cattedrale di Camerino.




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Katia Calvani....

Il nostro caro vescovo Angelo… festeggiare i suoi 10 anni di episcopato è fondamentale e molto importante per noi giovani. Nel momento in cui gli è stata affidata la nostra diocesi, qualcosa nella storia di quest'ultima è cambiato. Sinceramente come giovane, ci si ricorda poco delle parole dette a quel tempo, delle indicazioni pastorali da lui date ai sacerdoti e alle parrocchie. Quello che più resta nei nostri ricordi e nei nostri cuori e rende presente la sua persona anche nella malattia sono i gesti, le azioni, anche semplici, che lo hanno reso unico ai nostri occhi. L'esperienza del pellegrino, ad esempio, è stata un ‘iniziativa che ha avuto poco successo (dopo due anni non si è più ripetuta), ma che ha donato a noi giovani e adolescenti di quel periodo un'immagine particolare e indimenticabile di Don Angelo. Un vescovo che cammina tra la gente, che cammina tra i giovani, con i giovani e per i giovani. Ci stava vicino e continua farlo nella preghiera con la semplicità di colui che ti cammina a fianco, che è pronto a sostenerti sia nel momento della difficoltà sia nel momento della gioia. Personalmente, ho sempre avuto l'impressione che non gli piacessero troppe attenzioni; il suo animo, buono e umile, aveva bisogno di ben altro, come ad esempio un sorriso o un grazie. E' proprio questo che vorrei fare con queste poche parole, sicuramente non esaurienti; dirgli quel GRAZIE che per un motivo o per l'altro non abbiamo avuto occasione di dirgli. I tuoi insegnamenti, le tue parole, ma soprattutto i tuoi gesti sono ancora concime capace di rafforzare e di sostenere tutti noi, tuoi giovani!



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Mons. Giancarlo Vecerrica


Carissimi Sacerdoti e fedeli,

la data dell'ordinazione episcopale del proprio pastore fa parte delle ricorrenze più importanti della comunità diocesana e tocca il cuore di ogni sacerdote o laico.

Il Vescovo non ce lo scegliamo. Ci è donato. È lo Spirito che guida la Chiesa, attraverso il Papa. È dentro questa realtà del dono per la nostra arcidiocesi che è entrato Mons. Angelo Fagiani. Ciò che ci muove a dedicargli una giornata di festa sta nell'essere, quest'anno, il decennale della sua Ordinazione Episcopale e ingresso in Diocesi.

Il Vescovo non è autorità nel senso comune, ma è un Padre che guida il popolo affidatogli. Mons. Fagiani è stato questo nei dieci anni di nostro Arcivescovo.

Il Vescovo non è staccato dal suo popolo, ma è dentro e davanti, va alla ricerca di chi è lontano o si è allontanato, muove i suoi passi per primo per incontrare i suoi sacerdoti e fedeli. Mons.Fagiani così ha vissuto il suo essere padre premuroso, umile e dedito.

Il Vescovo guida con il magistero e con le iniziative diocesane. Mons. Fagiani ha svolto un magistero di teologia pura e semplice ed ha intrapreso tante iniziative nella diocesi, nelle vicarie e nelle parrocchie.

Guardando la sua figura, il nostro cuore si commuove e si apre per dirgli: Grazie! E per sostenerlo nel continuare a dare alla sua arcidiocesi le sue preghiere e l'offerta della sua malattia.

Invito tutti i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e le persone consacrate, i ministri istituiti e i candidati al diaconato, i fedeli, in particolare i Gruppi Ecclesiali e le persone impegnate negli organismi di partecipazione, le Autorità e tutto il popolo di Dio a partecipare alla solenne Concelebrazione, presieduta dall'Arcivescovo di Fermo S. E. Mons.Luigi Conti, nella Cattedrale di Camerino, giovedì 31 maggio 2007 alle ore 18.00

Per tale circostanza tutte le chiese della arcidiocesi saranno chiuse e le celebrazioni della conclusione del mese di maggio verranno anticipate al 30 maggio.

Come segno di questo decennio episcopale la curia ha stampato gli Atti del Congresso Eucaristico svolto e presieduto da Mons. Angelo Fagiani nel 1998

Affidiamo alla Madonna questo incontro di festa di riconoscenza chiedendo a tutti il dono della conversione come cammino che non si ferma mai.

Esortando tutti ad accogliere questo mio invito, vi ringrazio e vi benedico di cuore.




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Cristina Viviani...

Sono trascorsi dieci anni dal quel 31 maggio nel quale partecipai in cattedrale alla celebrazione dove mons. Fagiani riceveva l'ordinazione episcopale da mons. Belluci arcivescovo di Fermo e dai due vescovi coordinanti: mons. Sepe (attuale cardinale arcivescovo di Napoli) e da mons. Nesti arcivescovo emerito. Dieci anni volati via, ma intensi e ricchi di vita e di avvenimenti. Dieci anni segnati fortemente dalla malattia di mons. Fagiani, che troppo presto ha dovuto lasciare la guida materiale della nostra Chiesa. Ricordo ancora pochi giorni dopo la sua consacrazione l'impegno per la partecipazione della nostra diocesi al Congresso Eucaristico di Bologna; una grande partecipazione come è ormai tradizione della nostra comunità ai vari appuntamenti della Chiesa; (non siamo mai mancati! Basti pensare alle varie giornate mondiali dei giovani, al giubileo del duemila, ai congressi eucaristici in ultimo quello di Bari, etc….). Al ritorno da Bologna dalla giornata dedicata ai presbiteri la dura esperienza del terremoto: era il 26 settembre 1997. Da quel giorno mons. Fagiani è stato il padre di tutti. Che esperienza vedere il vescovo con la croce pettorale semplicemente portata sulla camicia aggirarsi tra le macerie di Cesi, di Collecurti, a Montecavallo, nei vari centri di raccolta gestiti dalla protezione civile, in mezzo alla croce rossa, ai volontari della Caritas giunti da tante parti d'Italia. Ricordo con commozione una anziana signora di Acquapagana, che vedendo mons. Fagiani (senza riconoscerlo come vescovo) aiutare una famiglia nel portare al di fuori della propria abitazione devastata dal sisma le poche suppellettili domestiche salvatesi, ebbe a dire più o meno così: “li preti dovrebbero essere tutti così, diglielo a lu vescovo de Camerì”. Non era insolito incontrare nella stessa giornata mons. Fagiani in diverse parti della arcidiocesi, non mancava mai di visitare terremotati e parrocchie, con la sua “Fiat Uno” bianca percorreva strada e sentieri che conosceva meglio di qualsiasi altro. Provati dai danni del terremoto abbiamo fatto fatica ad andare avanti anche senza chiese, ma non ci siamo fermati. C'era chi ci guidava con grande amore. E nulla si è fermato: anzi! Ecco allora il ricordo vivo del grande Congresso Eucaristico Diocesano: che esperienza forte. Un congresso voluto da mons. Nesti ma fortemente vissuto e portato avanti da mons. Fagiani. Poi senza fermarci eccoci alle porte del grande Giubileo del 2000 con tantissimi momenti diocesani ricchi di partecipazione e di grande entusiasmo che ci hanno condotti poi alla indimenticabile giornata del 25 marzo a Roma in 3.500!!! L'arcivescovo Camerte – Settempedano guidava i pellegrini nel varcare la porta santa e guidava i solenni vespri dall'altare della Confessione di San Pietro nella basilica vaticana, altare papale riservato al pontefice. Un cammino quello del giubileo del 2000 che mise in moto tanti piedi e non solo. Instancabile e sempre in cammino mons. Fagiani lo ricordo alla guida dei pellegrinaggi diocesani: Spagna, Egitto, Giordania e Terra Santa, Turchia, Siria e Libano, e la Russia, per ricordarne solo alcuni. All'interno di questi pellegrinaggi i due preziosi incontri con il patriarca Bartolomeo a Costantinopoli e con il patriarca Alessio a Mosca. Da entrambi mons. Fagiani ricevette in dono una croce pettorale che lui portava con amore anche se in modo semplice e talvolta su una magliettina come quelle usate nei pellegrinaggi a piedi con i giovani durante i quali don Angelo era un fratello tra i fratelli, un compagno di viaggio per tanti ragazzi. Ricordo l'arcivescovo accogliere tanti bambini nella chiesa di Castelraimondo, di Pievetorina per la festa diocesana dei ragazzi da lui voluta; lo ricordo impegnato nel campo delle vocazioni, del cammino delle famiglie, dei movimenti in modo particolarissimo per l'azione cattolica e per il cursillo di cristianità. Lo rivedo ancora impegnato a preparare personalmente le sedie per gli incontri della consulta diocesana dei laici, nei quali ha sempre riposto tanta fiducia e speranza. Lo rivedo andare semplicemente al mattino all'edicola in piazza Cavour a Camerino a comprare i giornali, fermarsi davanti al bar centrale per salutare le persone. Ma non dimenticherò mai il dolore provato nel vedere l'arcivescovo nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Camerino dopo che sorella malattia lo aveva visitato. Da quel letto e da quello dell'ospedale Gemelli di Roma mons. Fagiani ha fatto le più belle omelie: le ha fatte con la sofferenza, con la totale adesione alla volontà di Dio accolta e vissuta in pienezza per lui e per noi. Ci vorrebbe più di un libro per raccontare tanti momenti di vita vissuti in 10 anni con mons. Fagiani e forse non basterebbero, ma una cosa non posso tralasciare di scrivere. Giorni fa andando a trovarlo nella sua residenza presso il seminario di Fermo mi diceva: “durante gli anni del terremoto ho imparato ad essere padre”; quanto è vero eccellenza! Lei è questo per noi un padre! Grazie mons. Fagiani. Il 31 sarò in cattedrale e con il cuore pieno di gratitudine canterò con il coro dei giovani il Magnificat per esprimere nella lode il mio grazie a Dio per avermi donato un padre come Lei.

 

 

d. Decio Cipolloni....

Una presenza amabile e discreta

Non possiamo lasciar passare sotto silenzio il decimo anniversario dell'ordinazione episcopale di monsignor Fagiani. E' doveroso far memoria di quell'evento che consegnò alla nostra Chiesa diocesana la vita di un uomo amabile, buono, colto e così attento alla comunità come ai singoli. Entrato in punta di piedi, tanto riservato, quanto ovunque presente, più che nell'ufficialità degli eventi, nella vita quotidiana della diocesi e di quella dei sacerdoti, si è fatto premura di conoscere problemi e fatiche pastorali.

Possiamo ben dire che subito è emerso l'animo del pastore, senza naturalmente perdere quello dello studioso e del teologo, servizi pastorali che aveva svolto nella diocesi di Fermo.

Il momento saliente del pieno inserimento nella diocesi, anche se erano passati appena pochi mesi dal suo ingresso, lo si è avuto con il terremoto, che se ha turbato il felice inizio del suo ministero episcopale, lo ha subito coinvolto in una appassionata dedizione alla sofferenza della gente, ai sacerdoti così provati, al lavoro della Caritas e all'opera della ricostruzione portata avanti dalle istituzioni.

Quello che più mi ha legato alla sua persona è stata la sua malattia. Non avrei mai pensato di doverlo accogliere al policlinico Gemelli per un lunghissimo periodo di riabilitazione. Gli incontri quotidiani con lui mi hanno permesso di apprezzare ancora di più la sua amabilità, la sua pazienza e la sua riservatezza, sempre disponibile a ogni cura e a ogni evenienza.

Aveva fatto fatica a lasciarmi venire a Roma, sapendo quanto sono necessari i sacerdoti in diocesi, ma di fronte alle vicende della vita, che non appartengono solo agli uomini, ma a Dio, anche questo è stato un segno. Posso dire che ha edificato tutti nel portare il peso dell'infermità nel momento più felice della sua vita e del suo episcopato. Non l'ho sentito mai lamentarsi, ma non per questo ha rinunciato a pensare ai problemi della diocesi, a sciogliersi in confidenza con ampi progetti per animare la vita diocesana.

Restiamo ammirati per la sua serenità e soprattutto per la sua operante e preziosa presenza fatta di preghiera e di sofferenza. E', ne siamo certi, per la diocesi il Mosè che prega sul monte per il suo popolo perché non perda la battaglia del bene, perché la diocesi in questo momento di incertezza confidi nella presenza dello Spirito Santo che sempre opera nella Chiesa.

Grande è la nostra gratitudine per monsignor Fagiani, che nel mistero della sua sofferenza, ora può continuare ad edificarci e a tenere accesso in tutti quella fede e quell'amore alla Chiesa, che fanno di lui il vero maestro e il testimone della speranza cristiana.

d. Cesare Grasselli...

Subito dopo il terremoto l'arcivescovo Angelo Fagiani era tra noi ed è stato il primo grande conforto dopo quello del santo padre Giovanni Paolo II a Cesi il 3 gennaio 1998. Era vescovo di Camerino da poco tempo e subito mise in atto le sue doti di grandi pastore verso tutti. In particolare verso i bisognosi. All'inizio, prima della tenda chiesa la santa messa veniva celebrata sullo stesso tavolo, opportunamente adattato sotto la tenda dove si consumavano i pasti. Ricordo la sua parola incoraggiante che infondeva fede e speranza, una parola viva che proveniva dal cuore, che faceva sentire la presenza di Cristo in mezzo ai terremotati quasi ad attuare un tema ricorrente anche nella predicazione di don Decio Cipolloni allora in mezzo a noi: "Cristo si è fatto terremotato con noi".

Veniva spesso a trovarci quasi tutti i giorni. Un giorno trovò nel mio container una signora di Palermo, moglie di un medico anch'egli in aiuto al parroco: il vescovo le chiese chi è lei? Ed essa rispose sono la vice segretaria di don Cesare. Mons. Fagiani rispose: "Perché non ne trovate una anche per me?".

 

d. Ferdinando Cappelletti...

Di tutte la più grande è la carità


Queste parole di san Paolo, in latino, brillano nello stemma di S. E. Mons. Angelo Fagiani. Chi lo ha conosciuto riconosce facilmente in quelle parole il suo stile di vita: una grande bontà, abbellita dall'umiltà, ma non disgiunta da intelligenza e sapienza.

Scorrendo i dieci anni di episcopato, cinque avvenimenti si profilano ricchi di significato: il terremoto, il congresso eucaristico, la scuola diocesana di formazione teologica, il sinodo, la malattia.

Era passato appena qualche mese dall'ingresso in diocesi, quando il 26 settembre 1997 il terremoto scosse in molti sensi la nostra popolazione. Mons. Fagiani ritornò di corsa in diocesi da Bologna, dove stava partecipando al congresso eucaristico nazionale, e iniziò gli infiniti giri nelle zone terremotate, sempre attivo per confortare e soccorrere.

Già dal luglio del 1995 era stata avviata la preparazione remota al congresso eucaristico diocesano, programmato insieme alla visita pastorale e al sinodo dal predecessore S. E. Mons. Silvano Nesti.

Scrive S. E. Fagiani nella prefazione agli “Atti del congresso eucaristico diocesano”: Ci chiedemmo allora: possiamo celebrare un congresso eucaristico con tante chiese inagibili, compresa la cattedrale e la concattedrale? La risposta fu coraggiosamente positiva. Dicemmo: vogliamo dare un segno di speranza alla gente. Il congresso darà una spinta decisiva per la ricostruzione materiale e soprattutto spirituale della diocesi. La vita continua, nonostante la paura, il terremoto, i disagi. Dove mancano le chiese, utilizzeremo le strade, le piazze, i locali della Contram e dell'Università. Ci ritroveremo all'aperto, sotto una tenda, o in luoghi rimediati e poveri”. Il congresso fu puntualmente celebrato con un cammino dalla durata di un anno scandito da quattro fasi di percorso, che sfociarono nella settimana conclusiva dal 20 al 27 settembre 1998. Mons. Fagiani fu all'opera in prima linea con messaggi alla diocesi, con la nomina del comitato, con la composizione della preghiera del congresso, con l'intervento ai notturni di Radio C1 su temi eucaristici ogni secondo mercoledì del mese, con lo stimolo alle varie iniziative, con la guida delle celebrazioni conclusive, con il messaggio finale che fissava otto impegni immediati concentrati su tre temi fondamentali: la domenica, la Messa, l'adorazione eucaristica. “Abbiamo fatto un buon cammino. – notava con soddisfazione a chiusura del congresso – Speriamo di continuarlo con l'impegno, la buona volontà e la generosità di tutti. Quando si lavora insieme, allora si scopre la bellezza della fede. Certo non siamo riusciti a far innamorare di Cristo e a far partecipare alla vita della Chiesa molte persone distratte o indifferenti. Ma il congresso continua con la preparazione all'Anno Santo e alla realizzazione del Sinodo”.

Dopo la celebrazione del congresso eucaristico, in seguito alla Tre Giorni dell'agosto 1999 l'Arcivescovo Fagiani diede il via alla Scuola di formazione teologica dalla durata di tre anni, nei centri delle 6 vicarie della diocesi, sui tre grandi temi della parola, del sacramento, del servizio. “Il sacrificio di una sera alla settimana – esortava nella calorosa lettera di invito – ti sarà ben ricompensato con la crescita nella fede e con una più grande gioia nell'accogliere e nell'annunciare la Parola di Dio”. Al terzo anno i temi della dottrina morale furono magistralmente approfonditi dallo stesso Arcivescovo con indiscussa competenza.

Alla preparazione del Sinodo Mons. Fagiani si dedicò con molto impegno, coadiuvato dal compianto don Cherubino Giardini, vicario per la pastorale, e dalla collaborazione di una commissione che riuscì a stilare lo “Strumento di lavoro”.

Il 3 aprile 2003 avvenne quello che nessuno avrebbe immaginato e voluto: l'ictus e il doloroso calvario. “Perché, o Signore?”. Tutto è interrotto o crollato? La serenità con la quale l'arcivescovo vive la malattia, il suo sorriso, la sua preghiera per la diocesi, la croce di Cristo abbracciata in questi anni come partecipazione al mistero pasquale sono segni preziosi di testimonianza e di speranza. “Se il chicco di grano, caduto a terra, muore, produce molto frutto” !



L'anno scolastico che sta per terminare apre nuove prospettive per l'Istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato “Ercole Rosa” di Tolentino. La più antica scuola cittadina (quella un tempo  chiamata di “arti e mestieri”) ha ora una sede completamente rinnovata, capace di incidere positivamente anche sull'offerta formativa e sulla didattica. Con un investimento di oltre 600 mila euro, la Provincia di Macerata ha ristrutturato l'edificio di via Nazionale, ricavando al suo interno ulteriori spazi per aule e laboratori.

Si è trattato di un'opera di risanamento conservativo e di adeguamento funzionale  che – ha detto l'assessore provinciale all'istruzione, Clara Maccari – risultava indispensabile a garantire la stessa sopravvivenza della scuola e dei suoi due indirizzi: quello “storico” di Meccanica e quello di Moda, attivato negli anni '90, al cui interno prevede anche la specializzazione in “modellista per piccola pelletteria”. Si tratta di settori formativi particolarmente utili per l'economia locale, tanto che le aziende del territorio – ha sottolineato in una conferenza stampa la direttrice, Luciana Mariani – stanno guardando con grande interesse a questo Istituto, che quindi offre ottime prospettive occupazionali per i giovani che vi si diplomano.

Sabato 19 maggio ci sarà l'inaugurazione della rinnovata sede dell' Ipia con la partecipazione di tutte le componenti scolastiche. Alla cerimonia, prevista alle ore 10, interverranno il presidente della Provincia, Giulio Silenzi, l'assessore regionale, Ugo Ascoli, il sindaco Luciano Ruffini, il dirigente scolastico regionale, Michele De Gregorio e la dirigente scolastica dell'Istituto professionale di Sarnano (di cui la scuola di Tolentino dipende dal punto di vista amministrativo), Paola Farina.

L' “Ercole Rosa” è il quarto istituto scolastico superiore del maceratese che in questo anno scolastico ha beneficiato di una nuova (o ristrutturata) sede. In precedenza, infatti, la Provincia aveva consegnato altre tre strutture didattiche all'Itas di Macerata, al liceo classico di Civitanova Marche e ai licei classico e scientifico di Tolentino.

 

 

 

Come avvenuto in queste analoghe circostanze, anche l'inaugurazione della sede del Professionale di Tolentino viene sottolineata con una serie di iniziative organizzate in collaborazione tra Scuola, Provincia e Comune.

Si inizia giovedì 17 maggio con una tavola rotonda (ore 9,30 auditorium San Giacomo di Tolentino) su un tema di particolare attualità, “Anoressia e Moda”, legato ad uno degli indirizzi presenti nell'offerta formativa  dell'Ipia. Ne parleranno il giornalista della rivista “Life Style” Matteo Garofoli, il medico psichiatra Maria Assunta Evangelista, la stilista di moda Lorena D'Ilio. L'incontro, coordinato da Luca Romagnoli, si concluderà con “Note…di Moda”, sfilata di abiti realizzati dalle allieve della sezione moda.

Nel pomeriggio (auditorium delle Biblioteca Filelfica, ore 17,30) ci sarà la presentazione del “progetto Mozart” a cui hanno lavorato gli studenti dell'Ipia di Tolentino durante l'anno scolastico. Sono stati realizzati un book con i fumetti dello studente Michele Ferrante ed un cortometraggio coordinato da Damiano Giacomelli. Alle 21 (teatro Vaccaj) va in scena lo spettacolo “Amade'…TVB” realizzato dagli studenti di tutti gli istituti superiori di Tolentino con la regia di Ada Borgiani.

Nella giornata di venerdì 18 maggio le manifestazioni per l'inaugurazione dell'Ipia sono concentrate in due incontri: al mattino (ore 9,30  Sala Nerpiti di Palazzo Sangallo) sul tema “I giovani e lo sport”; al pomeriggio (ore 18 auditorium del Liceo “Filelfo”) tavola rotonda sul tema “Scuola e lavoro”.

 

La Partita del Cuore approda a Caldarola. Una gara all'insegna della solidarietà che vede protagonisti i donatori, quelli dell'Avis comunale che si batteranno con la Nazionale italiana Sosia. L'avvenimento è il momento clou delle manifestazioni in programma nel fine settimana per festeggiare il 30° anniversario della fondazione dell'Avis di Caldarola e il 23° anno dell'Aido. La partita di calcio in programma sabato 19 maggio, alle 16.30, nel locale stadio, sarà l'occasione giusta per divertirsi ricordando al contempo l'importanza dell'impegno sociale per gli altri. Seguirà alle ore 20.00 una cena con festa per soci e simpatizzanti nel cortile della scuola elementare. Durante la serata saranno consegnate le onorificenze ai donatori. Domenica 20 maggio, alle 8.30 arriveranno a Caldarola le sezioni consorelle, in viale Umberto I, quindi ci sarà la sfilata con i labari e l'omaggio al monumento Avis. Alle 10.00 la presentazione del DVD “30 anni dell'Avis a Caldarola”, al teatro comunale e alle 11.00 una Santa messa officiata nella collegiata di San Martino. Infine il pranzo sociale al ristorante Tesoro di Caldarola. L'intero programma è stato realizzato con la collaborazione del Centro Servizi Volontariato e gode del patrocinio del Comune di Caldarola.


 

L' Istituto “Filelfo” di Tolentino ha appena ricevuto la visita di una delegazione di studenti e docenti della scuola Inglese “Farmors School” di Fairford, vicino Oxford in Inghilterra, nell'ambito del progetto europeo Comenius a cui l'istituto Tolentinate aderisce ormai da diversi anni.

Gli ospiti stranieri, accolti nelle famiglie di alcuni alunni del biennio del Liceo Classico e del Liceo Scientifico, hanno partecipato ad un programma di accoglienza che prevede l'incontro e lo scambio dei lavori realizzati dai giovani su temi comuni. Quelli prescelti per questa occasione sono stati l'inizio dello sviluppo industriale nella propria realtà locale e la tutela dell'ambiente.

Gli studenti dell'Istituto “Filelfo” hanno svolto ricerche e girato un breve documentario sulla fase di passaggio dalle attività agricolo-mezzadrili di fine Ottocento allo sviluppo delle prime imprese artigianali (filande, concerie, cartiera, fornace, pelletterie ) ed industriali di Tolentino nei primi decenni del Novecento.

Il programma è stato arricchito anche dalla visita alla CEA-Aula Verde “Il Pettirosso”, nella ex Centrale del Ponte del Diavolo, e alla Ludoteca del Riuso, gestiti dal Circolo Legambiente di Tolentino.

Il progetto di incontro ha incluso, infine, la visita dell'impianto del Cosmari con la presenza di esperti di educazione ambientale.

Alla realizzazione e coordinamento del progetto hanno partecipato i docenti di Inglese e Tedesco dell' Istituto con la consulenza del prof. Enzo Calcaterra, noto esperto di storia locale.


Si sta ormai avvicinando la data del 20 maggio in cui culmineranno i festeggiamenti in onore del santo patrono di Camerino, Venanzio, con la tradizionale corsa alla spada.

C'è da dire che l'attesa di questa fatidica data, per i camerinesi, non è affatto monotona in quanto il Comitato per i festeggiamenti della corsa alla spada e palio ha organizzato una serie di eventi che hanno riscosso un grande successo.

Qui di seguito sono raccolti i servizi andati in onda su Radio C1 inBlu su alcune di queste iniziatve, in paricolare la presentazione della spada per l'anno 2007, lo spettacolo musicale luna luna la, concerto medioevale, la disfida degli arceri, la manifestazione InCanto Medioevale.

Ancora un appuntamento con il gusto e i sapori del bosco, i mitici funghi di Cessapalombo
La sagra del fungo a CESSAPALOMBO, il presidente della pro-loco Gianvittorio Antenucci e il sindaco Gianmario Ottavi scommettono anche per questa edizione, della quale si è perso anche il numero delle edizioni, un grande successo e soprattutto tantissime gustose specialità culinarie.

Nell'occasione sarà presentato  a Cessapalombo alle ore 16.00 il
Progetto "Aperto per ferie" per il quale Cessapalombo è stato scelto a
rappresentare le marche. Tale progetto si propone di evitare che i
piccoli borghi si spopolino. Pertanto a Cessapalombo come in tutti gli
altri borghi delle altre regioni italiane verrà tenuto un convegno (20
maggio ore 16.00 nella sala consiliare) al quale tutta la cittadinanza
è invitata ed in cui si parlerà di turismo e rivitalizzazione dei
centri minori. Questo progetto è curato dall'U.N.P.L.I. (Unione
Nazionale delle Proloco d'Italia)

La Pro Loco di Cessapalombo e il Comune

organizano e vi invitano alla Sagra del Fungo.

Domenica 20 Maggio pranzo e a cena con specialità a base

di funghi arrosto, fritti, trifolati.Mostra Micologica, escursioni guidate.

“Delizie per il palato e divertimento assicurato”

con l'orchestra “Sarabanda Quintet”

spettacolo folcloristico con “ Li Pistacoppi “

Per i Bambini “ il trenino ciuffettoso per un giro divertoso.

Alle ore 16.30 convegno di inaugurazione

del “Progetto.. Aperto per Ferie”

Sagra del Fungo domenica 20 Maggio a Cessapalombo

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