Francesco Massi: "Sono guarito, ma il virus mi ha fatto riflettere"

Lunedì, 27 Aprile 2020 21:00 | Letto 5910 volte   Clicca per ascolare il testo Francesco Massi: "Sono guarito, ma il virus mi ha fatto riflettere" Sono le notizie delle guarigioni che devono sovrastare il rumore di quelle più tristi. Una di queste riguarda la storia di Francesco Massi Gentiloni Silverj, segretario generale dei Comuni di Recanati, Porto Recanati e Montefano, volto noto in politica per essere stato amministratore della città di Tolentino e consigliere regionale.È lui stesso a raccontare il periodo del contagio vissuto nellabitazione di Porto Recanati, dove si era trasferito con la sua famiglia a seguito del sisma del 2016.Pensi sempre che a te non accadrà - dice - , poi quando hai la conferma di essere stato contagiato devi fare i conti con la paura. La malattia per Massi è cominciata ad inizio marzo: Avevo i sintomi di una normale influenza: una febbre che scendeva con la tachipirina e che, quindi, ha inizialmente fatto escludere lipotesi del virus, anche perchè non ero entrato in contatto con persone a rischio. Poi si è aggiunta una tosse devastante, causata da un prurito alla gola che non avevo mai sentito. Quindici giorni di sintomi che, col tempo, mi hanno fatto pensare di essere stato contagiato. Ho richiesto il tampone e, nonostante i sintomi fossero spariti, a tre settimane dallinizio della malattia sono risultato positivo.Sono stato fortunato - confida - perchè non ho avuto complicazioni respiratorie.Ho affrontato tutto a casa, con lassistenza continua del medico di famiglia e del servizio dellAsur che è stato molto puntuale, quotidianamente. I tamponi sono stati ripetuti fino allultimo che è risultato negativo. Complessivamente - dice - il virus, sul mio organismo, è scomparso dopo 41 giorni circa.Una esperienza che ha fatto riflettere il segretario comunale: Ringrazio Dio per come ho potuto affrontare la malattia - spiega - . Forse ho retto anche grazie ad un fisico che cerco di tenere allenato con la passione del calcio.Quando ti guardi intorno e senti di amici e conoscenti che non ce lhanno fatta e anche di gente più giovane di me che è stata ricoverata in terapia intensiva, ti prende la paura dellimprevedibile, del precario, del fragile. Non dimenticherò mai le notti, perchè è quello il momento in cui i brutti pensieri prendono il sopravvento.Nonostante avesse lavorato e frequentato gli amici del calcio fino a pochi giorni prima della manifestazione dei sintomi, nessuno, oltre a sua moglie, ha contratto il virus dopo di lui: Fortunatamente  - racconta - , vivendo a Porto Recanati, non vedevo i miei figli da tempo, non ho contagiato colleghi, compagni di calcio e nemmeno gli avversari che avevo affrontato qualche giorno prima di ammalarmi. Solo mia moglie si è ammalata una settimana dopo di me e stiamo aspettando che anche per lei arrivi lesito negativo del tampone a confermarne la guarigione.Un messaggio di speranza, quello della guarigione dellex consigliere regionale, che squarcia un cielo ancora troppo cupo e segnato dalla tristezza per chi non ce lha fatta. Lesempio che dal virus si può guarire e la conferma che la pandemia spinge a riflettere sui valori che troppo spesso sembrano ovvi e dati, inconsapevolmente, per scontati.Giulia SancriccaLintervista sarà pubblicata integralmente con ulteriori pareri e approfondimenti nelledizione de LAppennino Camerte della prossima settimana.
Sono le notizie delle guarigioni che devono sovrastare il rumore di quelle più tristi.
Una di queste riguarda la storia di Francesco Massi Gentiloni Silverj, segretario generale dei Comuni di Recanati, Porto Recanati e Montefano, volto noto in politica per essere stato amministratore della città di Tolentino e consigliere regionale.
È lui stesso a raccontare il periodo del contagio vissuto nell'abitazione di Porto Recanati, dove si era trasferito con la sua famiglia a seguito del sisma del 2016.
"Pensi sempre che a te non accadrà - dice - , poi quando hai la conferma di essere stato contagiato devi fare i conti con la paura".
La malattia per Massi è cominciata ad inizio marzo: "Avevo i sintomi di una normale influenza: una febbre che scendeva con la tachipirina e che, quindi, ha inizialmente fatto escludere l'ipotesi del virus, anche perchè non ero entrato in contatto con persone a rischio. Poi si è aggiunta una tosse devastante, causata da un prurito alla gola che non avevo mai sentito.
Quindici giorni di sintomi che, col tempo, mi hanno fatto pensare di essere stato contagiato. Ho richiesto il tampone e, nonostante i sintomi fossero spariti, a tre settimane dall'inizio della malattia sono risultato positivo.
Sono stato fortunato - confida - perchè non ho avuto complicazioni respiratorie.
Ho affrontato tutto a casa, con l'assistenza continua del medico di famiglia e del servizio dell'Asur che è stato molto puntuale, quotidianamente.
I tamponi sono stati ripetuti fino all'ultimo che è risultato negativo. Complessivamente - dice - il virus, sul mio organismo, è scomparso dopo 41 giorni circa".
Una esperienza che ha fatto riflettere il segretario comunale: "Ringrazio Dio per come ho potuto affrontare la malattia - spiega - . Forse ho retto anche grazie ad un fisico che cerco di tenere allenato con la passione del calcio.
Quando ti guardi intorno e senti di amici e conoscenti che non ce l'hanno fatta e anche di gente più giovane di me che è stata ricoverata in terapia intensiva, ti prende la paura dell'imprevedibile, del precario, del fragile. Non dimenticherò mai le notti, perchè è quello il momento in cui i brutti pensieri prendono il sopravvento".
Nonostante avesse lavorato e frequentato gli amici del calcio fino a pochi giorni prima della manifestazione dei sintomi, nessuno, oltre a sua moglie, ha contratto il virus dopo di lui: "Fortunatamente  - racconta - , vivendo a Porto Recanati, non vedevo i miei figli da tempo, non ho contagiato colleghi, compagni di calcio e nemmeno gli avversari che avevo affrontato qualche giorno prima di ammalarmi. Solo mia moglie si è ammalata una settimana dopo di me e stiamo aspettando che anche per lei arrivi l'esito negativo del tampone a confermarne la guarigione".
Un messaggio di speranza, quello della guarigione dell'ex consigliere regionale, che squarcia un cielo ancora troppo cupo e segnato dalla tristezza per chi non ce l'ha fatta.
L'esempio che dal virus si può guarire e la conferma che la pandemia spinge a riflettere sui valori che troppo spesso sembrano ovvi e dati, inconsapevolmente, per scontati.

Giulia Sancricca

L'intervista sarà pubblicata integralmente con ulteriori pareri e approfondimenti nell'edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana.




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